LA STREGA DEL FUOCO

di Michela

Parte 1

«Null’altro è la donna che una nemica dell’amicizia, una punizione ineluttabile, un male necessario, una tentazione naturale, una calamità desiderabile, un pericolo domestico, un flagello dilettevole, un male della natura dipinto a chiare tinte» - Malleus maleficarum (Il martello delle streghe) – 1486 a.d.

 

1679 a.d.

Il mio nome è Françoise Arnaul e questa è la mia storia… sono una strega, ultima discendente vivente di Flare, potente maga figlia della Fata Morgana…

Proprio così, Morgana è mia nonna…

Vi chiederete perché utilizzo il presente per parlare di lei, dato che Morgana è scomparsa ormai da un bel po’ di secoli… beh… gli eventi non sono andati proprio come le leggende o i miti vi hanno fatto credere, ma se avrete la pazienza di ascoltare le mie vicissitudini verrete a conoscenza di molte cose per voi impensabili…

Come vi ho detto, sono una strega, ma non immaginatevi una vecchietta svolazzante a cavallo sul suo manico di scopa, così come spesso ci rappresenta l’iconografia popolare… no… noi streghe siamo donne normali… con qualcosa in più, certo, ma nella maggior parte dei casi il nostro potere è volto a fare del bene, per esempio guarire malattie che la medicina non riesce a curare… ma questo purtroppo il secolo arretrato in cui ho avuto la sfortuna di venire al mondo non riesce a capirlo…

Il tribunale dell’Inquisizione gode nel torturare ed uccidere giovani donne accusate di stregoneria, spesso ingiustamente… gode nel mettere in scena false accuse e processi contro di noi… ma questo è normale: da sempre gli uomini rifiutano e condannano ciò che non riescono a comprendere…

L’isteria collettiva contro la stregoneria raggiunse il limite proprio quando nacqui io… bastava davvero poco per essere mandata al rogo: se avevi i capelli rossi eri la figlia del diavolo, non dovevi possedere gatti neri perché essi aprivano le porte degli Inferi… se poi tua madre era anche solo sospettata di atti di magia nera, per te poteva essere la fine…

Mia madre Flare era poco più di una ragazzina quando mi donò la vita, ma era già una strega potentissima… controllava la luce e le ombre, dominava i quattro elementi portanti e li piegava al suo volere: aria, acqua, terra e fuoco… neanche mia nonna possedeva tale forza…

Per salvarmi dal tribunale dell’Inquisizione mi affidò al re di Francia in persona, obbligandolo a prendersi cura di me finché non si fossero manifestati i miei poteri… il re, per il timore di una qualche maledizione, obbedì ed io crebbi come la principessa di Francia, al sicuro dalla caccia alle streghe…

Quando compii 9 anni fece la sua comparsa il primo dei miei poteri: il fuoco… e, tra tutti gli altri, è quello che riesco ancora oggi a dominare meglio…

Da quel giorno mia madre, che non mi aveva mai perso di vista, divenne la mia insegnante: anche se per poco tempo, mi aiutò ad impadronirmi pienamente delle mie abilità e mi addestrò persino nell’arte della guerra… a soli 19 anni la mia fama era diffusa in tutta Europa: ero la principessa guerriera, che vinceva ogni battaglia, ogni conflitto… e se anche qualcuno avesse sospettato la mia natura di strega, nessuno avrebbe osato inimicarsi il re…

Il destino però non può essere governato neppure dalla magia ed io sapevo che la vita prima o poi mi avrebbe posto davanti a mia madre non come una figlia, ma come una nemica…

La storia di Françoise Arnaul inizia proprio da qui… e dal giorno di un matrimonio… il mio…

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Entrai nella sala del trono in disordine, con indosso l’armatura da battaglia e completamente sporca di sangue… non mio per fortuna…

Sapevo che lui era venuto per me, quindi tanto valeva presentarsi per quella che ero e lasciarlo decidere… anche se onestamente avrei avuto di meglio da fare…

Ero comunque curiosa di vedere la sua reazione… volevo osservare come si sarebbe comportato di fronte alle mie sorelle, o per meglio dire, sorellastre…

Quattro bellissime donne… quattro dee dai capelli nerissimi, gli occhi verdi e dotate di una grazia fuori dal comune… eh sì, tra tutte ero io quella che stonava… la sorella minore e, secondo i canoni di bellezza di palazzo, anche la meno attraente… in confronto ai loro fili d’ebano i miei capelli dorati non valevano niente, così come i miei occhi azzurri rispetto a quelli di smeraldo che avevano loro… e a dirla tutta anche il mio corpo, tonico ed allenato dalle lotte sui campi di battaglia, non era granché…

Però, anche se insignificante rispetto alle mie sorelle, in confronto ad altre donne ero meravigliosa… comunque, mai quanto loro…

Io somigliavo a Flare, la mia vera madre, loro invece erano tutte perfette come la regina… erano, appunto, dee… ed io, anche se molto bella, ero pur sempre umana nell’aspetto esteriore… soltanto fisicamente certo, perché ciò che ero in realtà non era catalogabile… la vera e propria pecora nera della famiglia… a me non importava niente di curare il mio aspetto più del necessario oppure vestirmi con abiti di seta tutto il giorno…

Io ero una combattente, io andavo in guerra, uccidevo e molto spesso tornavo a casa ricoperta di contusioni e ferite… per questo ero l’eccezione di famiglia… ma in fondo il re non mi aveva mai frenata in questo… ovviamente disprezzava il mio modo di essere e non perdeva occasione per ricordarmelo, ma aveva cinque figlie femmine per un motivo: voleva un maschio ed io, anche se adottata, ero sempre stata un po’ maschiaccio…

Forse per questo non mi aveva mai realmente punita… ma probabilmente stavolta lo avrebbe fatto…

Mi nascosi dietro una colonna del palazzo, facendo segno alle guardie che sorvegliavano l’ingresso di ignorarmi… volevo studiarlo un po’…

Rimasi pietrificata… era davvero bello, la stessa bellezza incantatrice di Adam… somigliava in modo spaventoso a suo padre, erano talmente identici che mi venne un nodo in gola…

Non dovevo mettermi a ricordare Adam, mi faceva troppo male… era un dolore che mi lacerava l’anima…

Però era molto arrogante… stava ricordando al re che aveva perso la battaglia e, conoscendo mio padre, questa affermazione gli dava molto fastidio… come se non lo sapesse che era stato sconfitto… È che nessuno si aspettava una furia simile da parte sua… nessuno credeva che Joe, il principe ereditario delle Americhe, scatenasse un vero e proprio inferno in tutta Europa solo per vendicare la morte del padre, con cui tra l’altro non andava per niente d’accordo… e invece…

Aveva conquistato con estrema facilità l’Italia, la Germania, l’Inghilterra e noi francesi eravamo stati sconfitti nella grande battaglia di Parigi… eppure non sembrava volesse schiavizzare la gente… stipulava sempre trattati di pace con i vari sovrani e li lasciava al loro posto… in fondo non voleva la guerra, voleva solo scovare Flare… mia madre ci stava distruggendo… aveva ucciso Adam… il mio adorato Adam…

Suo figlio era a Parigi per un motivo ben preciso, aveva raggiunto un accordo con il re che era molto diverso da quello avuto con gli altri regnanti: un matrimonio combinato…

Joe era qui per me… lo ascoltai mentre chiedeva al re il motivo della mia assenza…

Lui non trovava le parole, così fu la mia matrigna ad intervenire per spiegare la situazione: “Il fatto è che nessuno sa dove si trovi e non riusciamo a trovarla…”

Joe rispose: “Da quello che ho saputo su di lei me l’aspettavo…” strano, sembrava andargli a genio la cosa…

Il re sospirò: “Già… è veramente indomabile, non si comporta come una principessa purtroppo…” poi continuò affabilmente “…ma forse è un bene che non sia qui, potrebbe farci vergognare… voi potreste sempre scegliere tra una di loro…” e indicò le mie bellissime sorelle…

Joe sorrise: “ No, grazie… senza offesa signorine, siete davvero bellissime, ma voglio soltanto vostra sorella…”

Non appena pronunciò il suo rifiuto decisi di rivelarmi: “Non vi sembra di essere un po’ troppo presuntuoso?” lui si voltò e mi vide appoggiata alla colonna, con un sorrisetto ironico stampato sul viso ed il vestito lacero per la battaglia…

Il re si allarmò: “Ma… sei ferita!”

“Non è il mio sangue…”

“Dove sei stata?” chiese, supponendo già la risposta…

“Insieme ai soldati… abbiamo attaccato dei briganti al confine… e prima che sprechiate il fiato nel dirmi che non avrei dovuto farlo, sappiate che i vostri rifiuti non fanno altro che spingermi ancora di più nella lotta…”

Poi mi rivolsi a Joe: “Ma voi… siete davvero convinto di volere me?”

“Mai stato tanto sicuro!” disse, guardandomi dall’alto in basso…

“E se invece io non vi volessi?”

Il re si intromise: “Lo sposerai in ogni caso!” … io lo fulminai con gli occhi: “Non lo farò se non mi darete un motivo più che valido!”

“Il motivo è che te lo ordino!”

Decisi che era ora di interrompere le intromissioni del re, era Joe che volevo conoscere, era la sua voce che volevo sentire: “Padre, ve l’ho già detto: non fate sì che il mio spirito di disobbedienza nei vostri confronti abbia la meglio sul mio raziocinio…”

Mi voltai di nuovo verso Joe, lo fissai nei suoi occhi scuri come la notte e nel lampo di sicurezza che li attraversò mi parve di riconoscere Adam… scacciai quel pensiero e ripetei la domanda: “Allora… questo motivo?”

La sua risposta non si fece attendere: “Il mio esercito sterminerà la vostra gente, è un motivo sufficiente per voi?”

Lo guardai furiosa, ma lui non era affatto intimorito, sembrava divertirsi invece… poi feci scorrere lo sguardo sul suo corpo, così perfetto, fino ad incontrare di nuovo il suo volto… e mi soffermai a pensare che non sarebbe stato affatto male baciare le sue labbra o accarezzare i suoi capelli chiari e ribelli, esattamente come me… Forse il mio destino era migliore di quello che immaginavo, ma non lo avrei certo favorito… in nessun caso…

“Voi non sapete in che razza di guaio vi state cacciando…” gli sussurrai e poi, mentre uscivo dalla sala del trono, gridai a mio padre che accettavo…

Parte 2

Ero una strega molto curiosa lo ammetto… ma, d’altra parte, quando puoi domare gli elementi e trasformarti in aria, non puoi far altro che andartene in giro a spiare i comportamenti altrui… ed era proprio quello che avevo fatto…

Volevo sbirciare nella vita di Joe…

Dovevo sapere chi era realmente…

Ma soprattutto volevo sapere se la somiglianza con Adam era solo fisica… che tipo di figlio aveva allevato il mio maestro?

Odiavo quell’uomo, ma ne ero anche attratta, come una falena verso la fiamma… e poi avevo promesso ad Adam, in punto di morte, che avrei sempre protetto Joe e non potevo ignorare questo giuramento…

Così, spiai lui ed il suo generale, che altri non era che suo fratello minore Lucas…

“Guarda che stai sorridendo come un idiota… mi fai quasi paura…” disse Lucas mentre camminava dietro a Joe… “Non credevo che ti piacesse così tanto…”

“Perché, tu chi avresti scelto?” gli chiese Joe, mentre entrava nella sua tenda, al centro dell’accampamento…

“Beh… una qualunque delle sue sorelle… sono magnifiche!” quanto sei banale Lucas, pensai…

“Sì, ma non sono interessanti quanto lei… Françoise è una guerriera, è scaltra, combattiva e comunque è bellissima…” e lui mi sorprese…

“Bellissima?”

“Sì… e poi mi eccita il suo caratterino…” come non detto… il solito maschio…

“Rinuncio a capirti fratello…”

“Infatti non devi capirmi, devi solo eseguire i miei ordini: trovare Flare!” commentò, mentre si stendeva su una specie di letto… in quella tenda regnava il caos vero e proprio…

“Joe, anch’io volevo bene a papà, ma questa cosa ti sta sfuggendo di mano… non puoi assalire l’Europa intera solo per trovare quella donna. Anch’io voglio vederla morta, ma sai perfettamente che sarà difficile stanarla e ancora più difficile ucciderla!”

“Non posso permettere che Flare continui ad agire indisturbata, e credimi Lucas questo esula anche dalla morte di papà… Flare è il male personificato e deve essere eliminata…” concluse, poi si adagiò sul letto dicendo che voleva riposare…

Dopo aver ascoltato quelle parole, me ne andai… Joe non era il classico principino viziato che credevo… in fondo sapevo che aveva ragione, che quello che voleva lui lo desideravo anch’io, che le sue paure erano le mie…

“Che pensieri seri mia cara Fran…” quella voce mi gelò… non riuscii più a dominare l’aria e tornai di nuovo visibile… mi voltai e la vidi… occhi nerissimi, perfidi, in contrasto con la pelle chiara ed i capelli biondi…

Perfetta… circondata da un affascinante alone di potere e malvagità che non la lasciava mai…

Flare… la mia vera madre… la mia unica nemica…

“Che cosa vuoi?” sibilai, assumendo una posizione difensiva…

“Parlare un po’ con te figlia mia… tuo… «padre»… è un alleato davvero pessimo…”

La fissai con odio… sapevo che aveva appena iniziato uno dei suoi tanti monologhi… avrebbe blaterato per non so quanto tempo sulle sue intenzioni e poi forse mi avrebbe attaccata… lo faceva da anni ormai, da quando aveva stipulato l’accordo con mio padre…

“Credevo non fosse poi tanto intelligente, invece… lo sai che la proposta di matrimonio di Joe non è l’unica che hai ricevuto, vero?”

In verità, non lo sospettavo affatto…

“Ma il tuo caro paparino ha pensato bene di non rifiutare la proposta del re delle Americhe” disse con disprezzo “perché sa di te e dei tuoi reali poteri… in questo modo ti sta allontanando da me, invece con te al mio fianco il mondo potrebbe essere nostro!”

“Mai!” gridai con rabbia, cercando di farle capire che io non ero come lei…

Flare mi aveva portato via uno dei miei affetti più cari…

“Mia piccola Fran, lascia che ti racconti una storia: un tempo gli esseri umani vivevano in pace, come fratelli, ma con il trascorrere dei secoli l’uomo stesso ha rovinato tutto… i più forti hanno cercato di dominare i più deboli, ma il loro dominio non durerà a lungo… Fran, spetta a noi streghe e stregoni dirigere questo mondo, noi con i nostri poteri porremo un freno alla loro sete di conquista…”

“E così Flare, tu sei disposta a distruggere il mondo intero solo per salvarci da noi stessi?” chiesi freddamente…

Ma lei mi corresse: “Per salvarli Fran…noi non siamo come loro, noi siamo diverse, noi siamo nate per governarli!”

Era davvero pazza, voleva diventare la padrona del mondo e stava annientando chiunque la ostacolasse, chiunque osasse sfidarla, proprio come aveva fatto Adam…

“Mi fai schifo!”

“Figlia, tu non capisci… io non ti permetterò di unirti a Joe… se lo farai, sarò costretta ad ucciderti…” sorrideva… mi stava trattando come una stupida…

“Avanti! Provaci!” le dissi prima di lanciarle contro fiamme altissime.

Ma Flare era pur sempre Flare ed i suoi poteri, dannazione, erano ancora troppo superiori ai miei… tenerle testa era difficile, così ci mise davvero poco a rendermi inoffensiva…

Serrò entrambe le mani intorno alla mia gola: “È un vero peccato che debba finire così Fran…” mi stava soffocando… e più sentivo le forze abbandonarmi, più pensavo che non doveva andare in questo modo…io dovevo sconfiggerla, non potevo morire così…

Infatti, per mia fortuna, intervenne Stefan… mi salvò, proprio come avrebbe fatto Adam…

Flare deviò il colpo di Stefan e mi lasciò cadere tra le sue braccia…

Cercò di assalirci di nuovo, ma giunsero le guardie di Joe, insieme al nuovo re, che adesso guardava me, Stefan e…

“Voi!”

Flare fece un inchino ironico: “Re Joe… non è ancora giunto il momento del nostro scontro… prendetevi pure cura della piccola Fran per me… tornerò presto a riprendermela!” e sparì in una nuvola di fumo…

Joe mi squadrava mentre mi massaggiavo il collo… “Ha tentato di ucciderla…” disse Stefan, rispondendo alla sua tacita domanda… poi, mi prese tra le braccia deponendomi tra quelle di Joe: “Maestà, penso che sia compito vostro prendervi cura della vostra futura sposa…”

Lui annuì di rimando: “Lo farò… avvisate re Luis che sarà ospite nel nostro accampamento per la notte…”. Stefan assentì e scomparve…

“Tutto bene?” mi chiese, mentre mi portava verso la sua tenda…

“Ve lo ripeto, siete proprio sicuro di volermi come moglie, guardate che sono una fonte infinita di guai…”

Sorrise e poi esclamò senza che percepissi un accenno di dubbio nella sua voce: “Sicurissimo!”

Parte 3

Due settimane dopo eravamo in partenza per le Americhe… il re tornava a casa per portarvi la sua regina, cioè io… avevo ancora indosso il mio abito da sposa e guardavo la costa allontanarsi alla luce del tramonto… lasciavo Parigi, ancora una volta… ancora una volta ero diretta a Washington… in quel palazzo, fra quelle mura, laddove avevo assistito impotente alla morte di Adam… ma ora tornavo come regina, come marionetta di quel destino che quella maledetta notte avevo rinnegato… desideravo solo gettarmi fuori da quella nave che mi stava portando via da Parigi e dalla mia vendetta… perché questo era il risultato della mia impotenza.

Il matrimonio con Joe era dovuto al fatto che ero debole e per questo non ero in grado di sconfiggere Flare…

“A cosa stai pensando?” mi chiese Joe appoggiandosi alla balaustra dell’imbarcazione… era molto vicino a me, ma non mi sfiorava… come quella sera che mi accolse nella sua tenda… Joe non mi toccava… anche quando avevo dormito nel suo letto, lui era lì accanto a me… sentivo il suo calore, il suo respiro, ma mai la sua pelle… anche ora era presente, ma non reclamava quello che ormai era un suo diritto…

“Sei qui per avere la tua notte di nozze?” decisi di chiederlo apertamente… meglio giocare a carte scoperte…

“Non dirmi che era a questo che pensavi… preoccupata?” mi disse quasi deridendomi, poi sorrise e mi dette un bacio sulla fronte: “Io non sono quel tipo di uomo Françoise, non mi piace sottomettere le donne, mi piace la caccia, mi piace farle cadere ai miei piedi… e prima o poi cara, sarai tu a volermi, perché sarai pazzamente innamorata di me…” concluse, andandosene e lasciandomi sola ad osservare la Francia svanire al di là dell’orizzonte…

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Una settimana di navigazione ed ero già spaventosamente annoiata… e purtroppo ne mancava ancora un’altra… era una situazione davvero nauseante… la tediosità per eccellenza… e poi, dividere la cabina con Joe era imbarazzante a livelli fuori dal comune… la sua galanteria mi rendeva isterica… non ci provava… non ci provava mai, neanche quando facevo il bagno… eppure era attratto da me…

Era inconcepibile! Lo so, sembrava ridicola la mia indignazione, dato che avevo giurato di essere una moglie indisponente, ma non sopportavo più i suoi modi distaccati… la mia femminilità ne risentiva… forse era il mio cervello che dava i numeri a causa della noia, ma volevo provare a sedurlo… l’avrei fatto andare su di giri e poi gli avrei dato il benservito… sì, idea elaborata, ora dovevo solo attuarla e sapevo anche quando…

Quella sera attesi Joe in cabina, ma in maniera diversa dal solito…

Quando lui entrò, io ero totalmente nuda nella vasca da bagno… non mi sarei mai dimenticata il suo sguardo… vacillò per un secondo, poi, acquisita di nuovo la sua proverbiale sfrontatezza, si avvicinò alla vasca da bagno e si sporse verso di me… eravamo viso contro viso e lui, scostandomi una ciocca di capelli, disse: “Che intenzioni hai Françoise?”

“Sto facendo il bagno…” gli risposi come se fosse ovvio, stirandomi contemporaneamente ed abbandonandomi con la schiena lungo la vasca… lui mi osservò… a lungo… completamente nuda, distesa in acqua, con le braccia fuori dalla vasca ed i capelli sciolti, ribelli, bagnati ed appiccicati alla mia pelle, che coprivano ad arte il seno.

Sorrise e si liberò dei vestiti a sua volta… entrò nella vasca, ma si mise dalla parte opposta alla mia, imitando esattamente la mia posizione: “Beh, credo che mi farò il bagno anch’io…”

E solo allora mi resi pienamente conto che essere divino avevo a portata di mano… Joe era perfetto… i suoi muscoli erano sviluppati ma in maniera naturale, non esagerati… le sue gambe erano toniche e perfette… ed anche quello che avevo intravisto oltre mi lasciava alquanto soddisfatta…

“Stai sbavando Françoise…” commentò socchiudendo gli occhi e rilassandosi…

“Perché, è forse proibito? E comunque mi pare che anche tu abbia apprezzato la visione…” replicai… non mi sarei fatta imbambolare dalla sua straordinaria bellezza, ero una donna con un cervello io!

“Françoise, non provocarmi solo perché ti annoi, trovati qualcos’altro da fare…” colpita e affondata… ma non lo avrei mai ammesso, per questo mi alzai e mi sedetti sulle sue gambe, spostando i capelli su un lato ed accostandomi alle sue labbra…

“E se non volessi smettere?” sussurrai sulla sua bocca… occhi negli occhi… lui mi guardò solo per un secondo, poi mi bloccò il respiro poggiando le sue labbra sulle mie… il mio primo bacio… incredibile, volevo fregarlo invece lui mi aveva rubato il mio primo bacio e… cavolo se mi piaceva… e le sue mani che scorrevano sul mio corpo mi stavano facendo venire i brividi… il mio cuore… il mio cuore batteva all’impazzata… e poi un lampo nella mia mente, non potevo cedere a lui e alle sue carezze… così mi staccai di scatto, mi alzai e me ne andai… ero ancora nuda, ma non potevo restare lì… meglio dargli la panoramica sul mio posteriore piuttosto che dargli qualsiasi soddisfazione…

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Imprevedibile, meravigliosa, indomabile Françoise… non potevo scegliermi moglie migliore… era quello che pensavo mentre la guardavo sgusciare fuori dalla vasca indispettita ed infuriata… e lei era così capricciosa… mi piaceva anche per quello… ero davvero convinto che con Françoise accanto non avrei mai conosciuto la noia… però… dovevo controllarmi, quel suo piccolo spettacolino mi aveva fatto perdere la testa… non potevo reclamare il suo corpo e basta, non era solo quello che volevo… volevo libero accesso alla mente di quella donna, ai suoi pensieri, ai suoi segreti… non capivo come mai Flare ci tenesse tanto a lei… non capivo neanche la sua forza… e purtroppo la osservavo spesso.

Volevo conoscerla, volevo la chiave della sua personalità, per questo mi ritrovavo a fare il guardone… come quella mattina… era l’alba e lei si era svegliata prima dell’equipaggio… era scesa sul ponte e stava aiutando un gabbiano che si era impigliato nella rete da pesca… lo aveva liberato e si era accorta della ferita alla zampa… ed aveva poggiato le mani su di lui.

Una luce bianca lo aveva avvolto ed il gabbiano aveva potuto volare di nuovo… ero sconvolto… Françoise era una strega… non riuscivo a crederci, dovevo sapere di più, avevo un dubbio ora e temevo che fosse il motivo per cui Flare la voleva… così mi ero avvicinato a lei e, cercando di non spaventarla, le avevo sussurrato: “ Come hai fatto?”

Lei fu percorsa da un brivido e si era voltata… mi aveva fissato terrorizzata…

“Che cosa hai visto?” disse con voce flebile, quasi inesistente…

“Sei una strega…” asserii, sicuro della mia intuizione…

“Sì… cosa mi accadrà ora?” chiese… io la osservai… tremava.

Conoscevo la legge e la conosceva anche lei, in Europa poi le cose erano peggiori… noi selezionavamo, uccidevamo solo le streghe malvagie, ma in Europa le bruciavano tutte, a priori… e lei, lei era troppo preziosa per me, non avrei permesso a nessuno di farle del male…

“Niente Françoise… tu non sei perfida… da noi si bruciano solo le streghe cattive…” cercai di rassicurarla, ma non funzionò perché lei ribatté…

“E vi accertate che siano cattive, prima di bruciarle?”

“Sì, ci siamo evoluti, abbiamo delle ottime leggi…” continuai cercando di perorare la mia causa, quella di uomo mortale, senza alcun potere… in fondo io non sapevo cosa significasse vivere come stregone, ma il suo panico mi fece dedurre che per lei non fosse stato facile…

“Quindi?” continuò… voleva sapere le mie intenzioni…

“Quindi… quello che ho appena visto resterà un nostro segreto…”

“Davvero?” non era convinta, sospettava la fregatura ed io lo capii, così decisi di mettere una condizione sul piatto…

“Sì, ma in cambio tu dovrai rispondere ad una mia domanda…” presi una pausa e le chiesi: “Tu hai i poteri di Flare?”

“Sono una strega degli elementi… sì quindi, ho i poteri di Flare…” rivelò… ed allora capii, capii che avevo portato via a Flare la sua arma più potente.

E adesso che la osservavo meglio mi davo dello stupido per non aver notato prima la somiglianza tra le due… ma Françoise doveva essere protetta… è vero, il suo potere era enorme, come discendente della strega aveva una dote micidiale ed innata, ma era comunque troppo ambita per quello… spettava a me tenerla al sicuro… lei era tesissima, aveva paura… non doveva essere stato facile per lei convivere con quel segreto… le sorrisi e mi avvicinai a lei… sfiorai le sue labbra con le mie per un bacio dolcissimo e leggero… e le sorrisi ancora…

“Non permetterò mai a nessuno di farti del male…” lasciandola poi sola… lo avevo capito che non avrebbe sopportato oltre la mia presenza… lo avevo capito che Françoise era un lupo solitario, che quel suo carattere derivava dal fatto che lei aveva sempre dovuto nascondere se stessa, che aveva sempre vissuto nella paura… in effetti, con il suo potere c’erano poche scelte, o la schiavitù o la morte… e ad essere figlia e allo stesso tempo schiava di Flare, credevo fosse preferibile la morte… e credevo lo preferisse anche lei, in fondo l’aveva ripudiata come madre e per questo era stata quasi uccisa… e forse avrei dovuto farla sorvegliare, se Flare la voleva presto sarebbe venuta a riprendersela ed io sarei stato pronto… Françoise era l’esca per quella strega assassina… così non dovevo più preoccuparmi di cercarla, sarebbe venuta lei da me ed io mi sarei preso la sua vita, così come lei si era presa quella di mio padre… buffo… e pensare che fino a poco fa avevo rinnegato lui ed il mio destino… non volevo essere re, non volevo seguire le sue orme, volevo solo essere libero di scegliere la mia strada… lo avevo odiato per le sue pressioni, lo avevo abbandonato, non ero al suo capezzale quando morì… e mi maledivo, maledivo ogni singolo giorno per non essere stato al suo fianco, magari avrei potuto salvarlo.

Magari ora non mi sarei sentito così in colpa… ma i magari non risolvevano le mie inquietudini e buffo come lui sapesse sempre quello che fosse giusto per me… mi voleva re… la sua morte mi aveva reso re… ed ora che lo ero avevo trovato quello che mi mancava, ora sapevo qual era il mio posto nel mondo…

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Osservavo re Luis, lo squadravo dall’alto in basso, quel patetico, ridicolo omuncolo aveva osato mettersi contro di me… ora dovevo solo ricordargli i termini del nostro accordo…

“Mi toccherà ucciderti…” commentai delusa, ma anche con un cenno di ironia, in realtà non vedevo l’ora di ucciderlo…

“Perché Flare? Perché ho dato Françoise a Joe?” mi sfotté, era sicuro di sé… da quando quel re era così sicuro di sé, soprattutto di fronte a me?

“Che c’è sottospecie di galoppino? Parla e spiegami!” gli ordinai gelida, poi forse lo avrei ammazzato…

“Françoise lo distrarrà… sarà quella che te lo terrà lontano e tu potrai continuare con i tuoi piani, poi potrai riaverla!” non gli credevo, era ovvio che la volesse lontano da me, aveva capito quanto Françoise potesse essere un’arma potente, non me l’avrebbe ceduta tanto facilmente… però che lei distraesse Joe mi faceva decisamente comodo, in fondo dovevo organizzare un esercito ed attaccare il prima possibile quello di Joe…

Lui era il mio principale nemico e forse, se facevo ricorso ai vecchi amici, neanche avrei dovuto sconfiggerlo sul campo di battaglia.

Ci avrebbero pensato loro ad eliminarlo per me… per questo sparii senza degnare oltre di considerazione re Luis…

Esercito… dominio… schiavitù dell’umanità.

Erano quelli i miei obiettivi, banali vero, ci aveva provato parecchia gente e parecchia gente aveva fallito, ma io non ero come loro… Io ero Flare, la potente strega degli elementi… e con mia figlia accanto a me avrei dominato il mondo…

Parte 4

Dopo un’altra estenuante, ed aggiungerei imbarazzante dato lo spettacolino della vasca da bagno prima e le rivelazioni poi, settimana di viaggio, io e Joe arrivammo a Washington… e lì fui assalita da un’inviperita e indisponente suocera… Evelyn era una donna fuori dal comune, ma in fondo questo io già lo sapevo, impeccabile sempre, in ogni occasione, forte ed intelligente, era una donna che avrebbe avuto da sola la capacità di governare quella nazione, ma c’era l’erede maschio, quindi il trono era spettato a Joe…

Ma essere il re, comunque, non gli risparmiava le sfuriate dell’ex-regina, che ora rivaleva su di lui il suo diritto di madre, lamentandosi del fatto che si fosse sposato…

“Proprio una di loro? Non ti credevo così banale, figlio mio… dovevi riportare a casa una regina, non una bellezza fatale!” commentò delusa… ed io mi sentii in dovere di ribattere: “Pensate che io sia bella e stupida?…”

Joe scoppiò a ridere: “Madre, troverete Françoise alquanto affascinante credetemi… e comunque ce l’avete con me solo perché non avete potuto organizzare voi il matrimonio…” la rimbeccò… lei lo ammise e poi commentò: “Comunque organizzerò la festa per l’incoronazione… e per questo mi servirebbe conoscere un po’ meglio mia nuora…” aggiunse… ed io tremai… festa, conoscenza della madre… rabbrividii, vistosamente.

Joe se ne accorse, continuando a ridere mi lasciò nelle mani di Evelyn.

Per questo mezz’ora dopo mi ritrovai nella mia nuova camera, con una marea di nuovi vestiti da misurare ed una suocera che aveva l’aria di chi la sapeva lunga… così, scacciai le sarte e sbuffando mi sedetti sul letto…

“Lyn, piantala di avere quel sorriso stampato in faccia!” mugugnai… non l’avevo mai sopportata questa sua aria di superiorità assoluta, da quando Adam me l’aveva presentata lei mi aveva sempre guardato in quel modo, della serie «Io sono una veggente, so tutto, avevo previsto questo, ti avevo detto che sarebbe stato inevitabile e che non potevi opporti e quindi perché prima hai fatto la melodrammatica se ora siamo qui, in questa stanza, come nuora e suocera?», quello dicevano i suoi occhi e quell’odioso sorriso, ma la sua bocca non aveva ancora parlato…

“Che cos’ha il mio sorriso che non va, Fran?” commentò lei, angelica… fintamente angelica…

Sbuffai: “Hai vinto regina-veggente… ok, quello che avevi previsto è accaduto, ho sposato Joe… ho accettato il mio destino va bene?”

“No, non va bene, l’hai accettato solo perché Adam è morto, ma ti ostini a non viverlo! E per dirla tutta Fran, non ti farebbe male abbandonarti alle coccole di mio figlio!” e mi fece l’occhiolino e volli sprofondare per questo, ma proprio a me doveva capitare una suocera del genere?

“Tuo figlio non mi coccolerà mai, chiaro? Non mi faccio sfiorare da lui!”

“Ma almeno un po’ ti piace?” mi chiese avvicinandosi, con quei suoi occhi color miele puntati nei miei, così supplichevoli…

“Hai messo al mondo un bellissimo ragazzo, non lo nego, ma non voglio innamorarmene…” sospirai… e la osservai… ora era seria, si era alzata, aveva sistemato un capello biondo sfuggito alla sua intricatissima e perfetta acconciatura e, squadrandomi dall’alto in basso, aveva detto: “Bene… senti, ora che Adam è morto spetta a me guidarti Françoise… sarò io la tua mentore, la tua saggia maestra… e, come tale, io ti obbligo a goderti la vita… goditi Joe… potrebbe stupirti…”

“Non ora! Ho percepito qualcosa al mio arrivo…” cercai di deviarla da quell’imbarazzante, per me perché ero certa che a lei quelle chiacchiere piacessero parecchio, argomento.

“Ah… loro… lo hai capito?”

“Ho riconosciuto il male…”

“Uno dei consiglieri era al porto… loro sono i dodici più temibili uomini di questo regno e temo siano anche servi di Flare…”

“Quindi, Joe è in pericolo!” espressi io i suoi pensieri…

“Esattamente, temo per la vita di mio figlio…” si strinse il ventre mentre diceva quelle parole… Evelyn era una donna forte, ma perdere l’amore della sua vita l’aveva segnata… ora le erano rimasti i figli, Joe, Lucas e Isabel, la sua famiglia, famiglia che io avrei salvaguardato…

“L’ho promesso ad Adam, mi prenderò cura di lui Lyn, proteggerò Joe… saranno presenti all’incoronazione, vero?” chiesi poi…

“Sì” mi confermò lei…

“Allora aiutami, devo sembrare angelica, splendente e poco pericolosa… voglio capire con chi ho a che fare, senza che loro capiscano chi hanno di fronte…”

“Ma non odiavi i cerimoniali?” mi rimbeccò dopo il fugace, ora lontano, momento di debolezza… era di nuovo energica, solare e determinata… ed ogni volta che passavo del tempo con lei capivo perché Adam l’avesse amata tanto…

“No, quando si avvicinano ai campi di battaglia, i balli mi divertono!” conclusi e lei richiamò le sarte… mi avrebbero reso divina!

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Quando mi guardai allo specchio… beh… mi feci girare la testa da sola.

Avevo un vestito bianco con ricami in oro, aderente, che fasciava tutto il mio corpo snello, mettendo in risalto il seno e finendo poi con una specie di strascico in basso, ma non era per niente pomposo… era dolce, sinuoso, un po’ come le mie forme… ed i capelli, fasciati intorno al diadema, il trucco leggero, ma che metteva in risalto i miei occhi azzurri, erano stati il tocco che mi rendeva perfetta… ero più bella ora, nel giorno dell’incoronazione, che il giorno del mio matrimonio… e, con mio enorme piacere, molti se ne accorsero… tutta la sala se ne accorse, per la precisione… e quel borbottio al mio passaggio, quel continuo fissarmi, rendeva Joe fiero.

Lo avevo letto nei suoi occhi, lui era orgoglioso di mostrarmi come moglie.

Uomini, pensai, era tipico di loro dover mostrare sempre il giocattolo più scintillante, in quel caso io… una moglie bellissima…comunque, neanche il mio consorte era così male… anzi… era un ottimo presente… un peccaminoso presente… ecco, ora avevo capito perché ero così attratta da lui, tutto in lui faceva pensare al sesso… i suoi modi sicuri, la sua camminata perfetta, il suo corpo perfetto, fasciato in una divisa bianca e oro… cavolo, ero così accecata da lui e dal suo aspetto che non mi ero accorta che eravamo vestiti allo stesso modo, con le stesse stoffe, gli stessi ricami… ed un brivido mi colse… eravamo sposati, merda! Lo avevo realizzato solo in quel momento… ed ora mi accingevo ad inginocchiarmi di fronte al vescovo, insieme a lui che continuava a tenermi per mano… ora che diventavo regina, ora capivo la reale portata delle mie azioni, indietro non si tornava, ormai era con Joe che avrei dovuto passare la vita… ed era ridicolo, perché non volevo… non che lui mi dispiacesse, ma mi risultava naturalmente facile ribellarmi alle imposizioni… quella non lo era, alla fine il mio matrimonio era stata una necessità, cercavo di convincermi, ma in realtà era per Adam che lo avevo fatto, solo per quella maledetta promessa fatta a lui, il mio maestro… e mi maledivo ogni singolo giorno per quello, perché se fossi stata meno emotiva, meno sciocca prima, ora non saremmo arrivati a questo… ma era inutile recriminare, inutile soffermarsi su un passato troppo doloroso… ora dovevo guardare avanti, cercare di non commettere nessun errore, cercare di fare in modo che questa gente non perdesse un altro re…

“A cosa pensi?” mi sussurrò Joe all’orecchio, con discrezione, nel modo più intimo e sensuale con cui potesse farlo… maledetto diavolo tentatore, pensai prima di rispondere…

“Al fatto che sono una regina…”

“Ottimo pensiero… dovrai iniziare a conoscere i tuoi sudditi o mia regina, alcuni in particolare ti reclamano a gran voce…”

“Chi?” chiesi… e lui mi presentò a loro… i suoi dodici consiglieri, quelli che discriminavano della legislatura di quella nazione, che decidevano della vita e della morte di migliaia di persone e che, purtroppo per i miei sudditi, erano totalmente marci… crudeli… la malvagità traspariva da ogni poro della loro pelle… dovevo assolutamente estirpare quel viscidume che mi circondava, ma l’avrei fatto in maniera subdola e silenziosa, per questo rivolsi a loro il più angelico ed abbagliante dei miei sorrisi…

“Beh… non c’è che dire… avete avuto la fortuna di sposare una donna meravigliosa, maestà…” commentò quello che si chiamava Marius… un uomo viscido che non faceva che sbavare alla vista del mio decolleté…

“Io ho avuto la fortuna di sposare un uomo meraviglioso…” ribattei sempre sorridendo… “Le qualità di Joe sono molte e poche ben visibili…” conclusi e a Joe quasi si mozzò il fiato per quel mio attimo di lusinga… secondo me non credeva neanche ad una parola di quello che avevo detto… e secondo me, dentro di sé se la stava ridendo alla grande, ma lo sapevo non avrebbe bloccato la mia messa in scena, voleva vedere fino a che punto sarei arrivata…

“Conosciamo le doti del re, non ci aspettavamo che comunque la futura regina sarebbe stata così graziosa…”

“Mi lusingate…” continuai arrossendo… o meglio fingendo di arrossire… dato che potevo gestire la temperatura del mio corpo a mio piacimento, un po’ di rossore sulle guance per me era facile da creare… e mentre chinavo il capo, falsamente imbarazzata, cercai di usare il mio potere su di loro, ma non riuscivo ad entrare nelle loro menti, per me erano come sbarrate… strano, la mia telepatia era tra le più potenti al mondo, solo i pensieri di Flare mi erano preclusi… e compresi che era il potere di Flare che li aveva corrotti, capii la reale portata della loro potenza… ora avevo la certezza del loro legame con quella vipera…

“Allora, come impegnerà il suo tempo ora la nostra regina?” mi chiese poi Caius… sembrava essere il capo fra i dodici, lo palesava la sicurezza con cui parlava a Joe ed il fatto che tutti e undici prima di parlare si rivolgessero a lui, anche solo con lo sguardo… parevano chiedere una sorta di tacito permesso…

“Per ora con le sarte, non ho potuto portare con me molti abiti, quindi dovrò farmene confezionare di nuovi…” mi facevo schifo da sola per quella risposta e Joe quasi si strozzò, cercava di trattenere le risate.

Poverino, forse dopo avrebbe chiesto spiegazioni riguardo a quel comportamento, ma non me ne importava, l’avrei liquidato con un velato: “Fatti gli affari tuoi!”… poi un lampo, un pensiero di Caius e mi congelai, ma cercai di non manifestare il mio sconvolgimento.

Quell’uomo era un mostro… avevano in programma un processo a delle streghe, catturate nella settimana precedente e nella sua mente già pregustava come si sarebbe «divertito» con loro… quell’uomo torturava le donne, godeva delle loro urla e sofferenze e gioiva solo quando le vedeva bruciare vive… era mostruoso ed io non glielo avrei permesso… mai!... poi volli andarmene, non potevo reggere oltre la loro presenza, chiesi a Joe di accompagnarmi e per tutto il percorso fino alla mia stanza non parlai, né lo degnai di considerazione… lui mi bloccò la mano sulla maniglia della porta…

“Posso chiederti come mai stasera ti sei comportata in maniera così esilarante?” esordì ancora cercando di trattenere le risa… io mi voltai, lo pietrificai con lo sguardo e dissi: “Avevi detto che le vostre leggi erano diverse, che non condannavate donne innocenti, mi hai mentito…” sibilai prima di entrare nella stanza e sbattere la porta alle mie spalle… poi mi accasciai a terra e piansi come non facevo da tempo.

Quella situazione mi logorava già di suo, questa era solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Cercai di sfogarmi, di piangere ogni lacrima che trattenevo dalla morte di Adam, perché se anche per quella notte sarei stata debole, da domani le cose sarebbero cambiate… da domani iniziava la mia guerra personale contro i consiglieri di Joe… e sarei stata implacabile!

Parte 5

C’era una ballata dei tempi antichi che la mia matrigna ci cantava sempre quando eravamo bambine…

Parlava di un uomo che usciva la mattina presto, si godeva il panorama nella radura e pensava alla sua vita… un particolare di quella ballata mi era sempre rimasto in mente… ad un certo punto lui diceva che la vita nel suo petto batteva piano… ecco, il mio cuore non aveva mai battuto piano…

Il mio cuore urlava i suoi battiti… li sentivo sempre così forti, in ogni momento della mia vita… crescendo avevo capito che io amavo il rischio e a quell’amore era dovuto il ritmo del mio cuore… e temevo questo, perché sapevo che non si sarebbe mai acquietato, che sarei sempre stata pronta a vivere sulla lama di una spada…

Avevo forse uno spirito troppo ardito, troppo autonomo, ma non mi era mai importato, fino al crollo totale delle mie certezze… quando Lyn mi aveva predetto il mio futuro insieme a Joe… avevo urlato, disperata… ero fuggita… non potevo crederci ed allora ero convinta che quell’uomo mi avrebbe privata dell’amore solo perché eravamo destinati ad avere insieme quel bambino prodigio che poi avrebbe governato il mondo…

Se io ero impulsiva per natura, come potevo cedere ad un sentimento impostomi dal destino? Questa era stata la mia prima preoccupazione e la seconda… beh… come poteva una come me, sempre così abituata al pericolo, diventare madre? Era un’ingiustizia contro quel bambino che sarebbe dovuto nascere… io non sarei mai potuta essere una buona madre…

Per questo avevo rifiutato categoricamente quella previsione…

Fino alla morte di Adam… l’unico evento che era stato in grado di bloccare i furenti battiti del mio cuore.

Ora però le prerogative erano state riviste, anche se qualcosa della vecchia me era rimasto, quel senso di giustizia innato per esempio… e con tale senso non si poteva non intromettersi nelle faccende altrui, soprattutto quando riguardavano un inutile processo a sei donne solo per il gusto di vederle provare dolore, solo per il gusto di ucciderle… per questo quando Caius mi vide entrare nel tribunale ed occupare la sedia del re si accigliò alquanto… sedia vuota, tra parentesi, altra cosa di cui Joe avrebbe dovuto rispondere a me medesima, oppure alla parte furiosa di me… ed anche un po’ delusa sinceramente, mi ero dipinta un quadro migliore di lui…

“Mia regina, a cosa dobbiamo l’onore della vostra presenza?” mi chiese Caius… non se lo aspettava ovvio, come non si aspettava quello che avrei fatto a breve…

“Faccio le veci del re, le vostre leggi lo prevedono, no? Uno dei sovrani, o un loro diretto rappresentante, deve partecipare ad ogni processo! Il re non c’è, spetta a me quindi e dato che non ho altro da fare ho deciso di iniziare ad esercitare i miei doveri!”…ok, forse invece di doveri avrei fatto bene a dire poteri, perché in realtà era quello che volevo fare…Lyn mi aveva istruita, la regina è in tutto e per tutto sopra ai consiglieri, in assenza del re… quindi, l’organo governativo più alto in quella stanza ero io… il potere decisionale, l’ultima parola spettavano a me e Caius questo lo sapeva… ebbene sì, avevo appena interferito con il suo divertimento prediletto…

“Non credete che per voi, mia signora, siano preferibili e meno noiose altre attività?” continuò imperterrito…

“Questo sarò io a stabilirlo, perché solo io so cosa mi annoia e cosa invece mi diverte… ora, ditemi di che cosa sono accusate queste donne!”

“Stregoneria…” biascicò digrignando i denti… lo avevo fatto innervosire parecchio…

“Ed abbiamo dei testimoni?” continuai a chiedere… testimoni che lui mi mostrò e che io ascoltai attentamente… tre uomini falliti e sinceramente nauseanti ed infine una donna bigotta ed invidiosa evidentemente di quelle donne… mi sarebbe servito poco per farli cadere…

“Posso porre anch’io qualche domanda ai testimoni?” chiesi a Caius…

“Perché? Non ne vedo il motivo…” ribatté inquieto…

“Il motivo è la perfetta riuscita di questo processo, nonché il trionfo della giustizia! Ora, io credo che ci siano dei punti da chiarire prima di prendere per buone le parole di questi testimoni…”

“Cosa vorreste chiarire, mia regina?”

“Per esempio, vorrei chiedere ai signori qui presenti che cosa abbiano fatto prima di addentrarsi nel bosco a tarda notte e scoprire queste donne nella pratica della stregoneria… e prima che rispondiate, vorrei ricordarvi che la falsa testimonianza è punibile con la gogna!” li minacciai…

“Noi…” esordì uno di loro “…abbiamo passato la serata in taverna, come ogni notte…”

“Ed avete bevuto?”

Tacquero ed io li esortai a rispondere…

“Sì…” proferì debolmente il più tarchiato dei tre…

“Quindi voi eravate in un certo modo ebbri e, di notte, siete riusciti a distinguere queste sei donne che ballavano ed inneggiavano al male, nel folto della foresta?” riassunsi, non dimenticandomi di usare un tono carico di scetticismo…

“No, abbiamo sentito dei rumori ed abbiamo pensato che fossero loro, perché le hanno catturate il giorno dopo, ma vi prego, non metteteci alla gogna, volevamo solo essere utili!” mi supplicò sempre il tarchiato… io sospirai, lo rassicurai, in fondo non potevo prendermela con la sua idiozia, ma solo con chi cercava di manovrarla, e poi mi dedicai alla pettegola bigotta… mi bastò guardarla negli occhi e, senza che proferissi parola, quella crollò: “Mi dispiace mia regina, io non volevo, io credevo di agire nel giusto, io…!” non la feci finire e mi rivolsi a Caius: “Dunque, volete ancora condannarle?”

“Hanno confessato!” commentò lui secco, atono… era indicibilmente furioso…

“E quando avrebbero confessato, dopo che le avete sottoposte ad ignobili torture?” e lì calai la mia argomentazione più incalzante…

“Le donne pie non sentono il dolore!” tipica ridicola idiozia che avrebbe bevuto solo uno stolto, solo uno che non possedeva un minimo di cervello, né logica di deduzione, oppure chi era timoroso di fare la stessa fine, perché era con la paura che stavano soggiogando il popolo…

“Le streghe non sentono il dolore! Le donne normali lo provano, perché non hanno nessun mezzo per risparmiarselo, se non confessando crimini che non hanno commesso!” gridai e lui mi imitò accusandomi di non sapere nulla riguardo alle streghe… mi ricomposi e cercai di spiegare la situazione: “Cercherò allora di spiegarvi qualcosa di me… se voi, Caius, credete di avere a che fare con una semplice donnetta timorosa del mondo, vi sbagliate di grosso! Io sono stata il capitano delle guardie di palazzo di re Luis! Io ho guidato in guerra gli eserciti di mio padre e sempre io sono stata una cacciatrice di streghe… per questo sono la più titolata quando si tratta di riconoscerle!” conclusi… e lui non ebbe altro da obiettare… ora sapeva chi aveva di fronte… per questo mi cedette il campo, per quella volta, con queste parole: “Bene, dato che la decisione finale spetta a voi, come proclamate queste donne?”

“Innocenti! Ed esigo che vengano liberate immediatamente e che le cure delle ferite da voi inferte loro vengano affidate ai medici di palazzo!”

“Avete altre richieste, o mia regina?”

“Da ora in poi pretenderò di essere informata di ogni arresto, di ogni atto giudiziario contro il mio popolo, sono stata chiara?” e lui si infuriò di nuovo, per questo si sentì in dovere di precisare: “Non credo questo rientri nelle vostre competenze…”

“È la regina!...” si intromise Joe nel discorso, manifestando solo in quel momento la sua presenza “… il benessere del suo popolo è la sua esclusiva competenza! Per questo d’ora in poi lei presiederà ad ogni processo di questo regno, soprattutto a quelli per stregoneria!”

E Caius non poté più ribattere… le parole del re erano ordini!

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Ritornai a palazzo con Joe e dopo un imbarazzante, lunghissimo silenzio, lui mi chiese: “Sai leggere nel pensiero?” sembrava fosse giunto allora a quella deduzione…

“Perché vuoi saperlo?”

“Perché solo così riesco a spiegarmi il tuo atteggiamento di ieri sera, tu hai letto del processo nella sua mente…”

“Sì…” ammisi… in fondo era inutile mentire a lui… in fondo lui sapeva cos’ero e non ne era spaventato, anzi sembrava desideroso di conoscere sempre di più.

Lui mi fermò e, dopo avermi trascinata in un vicolo, mi bloccò tra il suo corpo e il muro…

“Non farlo mai più… non agire mai da sola, fidati di me Françoise!” mi sussurrò ad un millimetro dalle mie labbra e… cavolo, ero come stordita da lui e dalla sua bocca, pensavo solo a quanto sarebbe stato meraviglioso baciarla…

“Allora, ti fiderai di me?” chiese di nuovo, questa volta piantando i suoi occhi scuri nei miei… lui era puro, limpido, giusto.

Troppo sbagliato per questo mondo, troppo sbagliato per fare il re in quelle circostanze perché troppo buono…

“Sì…” sussurrai… lui sorrise e poi, alzandomi il mento con le dita, poggiò le sue labbra sulle mie, donandomi un bacio così dolce, ma allo stesso tempo così sensuale… era troppo per me… perché ogni contatto con lui doveva essere così rovente? Perché era destino che procreassimo, ecco perché, per questo ogni nostro avvicinamento invitava a fare l’amore… e a lungo anche… poi lui si staccò, ma non lasciò la sua posizione, così, ancora imprigionata al muro, lo guardai negli occhi e gli dissi: “E tu promettimi che non lascerai mai più la tua gente nelle mani di quegli uomini…”

“I miei consiglieri?” sembrava scettico… non aveva minimamente capito con chi avesse a che fare.

Ecco appunto, troppo onesto per sospettare di loro…

“Sì, sono crudeli!”

“D’accordo, farò in modo che vengano sorvegliati…” sospirò “…rimangono comunque gli uomini più potenti di questo regno…”

“E non ti sei mai chiesto il perché?” provai a farglielo capire…

“No, mio padre si fidava di loro ed io ho ritenuto giusto fare altrettanto…”

Aveva davvero bisogno di essere protetto, pensai, Joe si fidava di quelli che probabilmente erano stati i carnefici di suo padre…

“Tuo padre è morto e magari proprio perché qualcuno di cui si fidava lo ha tradito! Hai mai pensato a questo? Hai cercato Flare, hai scatenato una guerra per la sua testa, ma non ti sei mai preoccupato di capire come Flare sia riuscita ad arrivare a tuo padre…”

“Io…” era in imbarazzo… forse gli avevo instillato il dubbio…

“Cresci Joe, cerca di diventare quel re che tutti speriamo tu possa essere!” conclusi liberandomi dalla sua morsa ed avviandomi di nuovo verso la strada principale…

Parte 6

Dopo quel processo la guerra aperta contro i consiglieri di Joe si fece sempre più stretta e pubblica… tutto il popolo mormorava, tutti parlavano di come io avessi osato sfidare quegli uomini ai quali prima nessuno si era opposto… quindi, tutto sommato, ero fiera di me stessa, eppure non riuscivo a ritenermi soddisfatta.

Mi coglieva sempre una sensazione di nausea cronica ed ero sempre insofferente riguardo a qualsiasi cosa… ergo, dato che mi conoscevo, sapevo che c’era qualcosa che stavo cercando di digerire per forza, ma che non tolleravo più… e tutto questo era iniziato una maledettissima settimana fa.

Caius aveva trovato il modo di farmela pagare per lo scherzetto del processo, rivelando a Joe un mio esclusivo segreto… eravamo in quello che veniva considerato un monumento dei tempi antichi, una casa totalmente bianca, circolare, che doveva essere uno dei luoghi di culto del passato, un posto di potere.

Mentre Joe e la corte - non dimentichiamoci di tutta la schiera di nobili che ci seguivano – mi conducevano per quel museo pieno di rovine, ricordi, pezzi della nostra storia e me li mostravano con orgoglio, io pensavo solo al fatto che c’ero già stata prima, con Adam, e che quindi per me tutte quelle cose per cui dovevo fingere falso stupore mi erano già note.

È stato allora che ho capito, comunque, perché Caius fosse il capo dei dodici maledetti… era uno stregone ed evidentemente mi aveva letto nel pensiero, perché se ne venne fuori con questa, decisamente fuori luogo, esclamazione: “Credo che la regina si stia annoiando, in fondo è già stata qua…”

“Cosa?” chiese Joe, rivolgendomi uno dei suoi sguardi più enigmatici, e quel verme schifoso continuò: “Mi pare che sia stato il vecchio re, se non ricordo male sire Adam l’aveva accompagnata a visitare il museo tempo fa…”

E lo sguardo che mi lanciò Joe mi congelò sul posto… fece in modo che tutto il corteo si allontanasse autonomamente da noi… persino un Caius così schifosamente sorridente…

“Tu conoscevi mio padre?” la domanda più fredda e tagliente che potesse venirmi posta… ed io non potevo mentirgli, non su questo… “Sì…”

“E potresti spiegarmi, di grazia, come l’hai conosciuto e perché non me l’hai detto?”

“Perché fa male… credi di essere l’unico che soffre per la sua morte?” gridai e cercai di trattenere le lacrime, ma non ci stavo riuscendo maledizione!... Così provai ad andarmene, ma lui mi bloccò afferrandomi il braccio.

“Prima mi spieghi, poi sparisci se vuoi!… che cos’era lui per te?”

“Io… io l’ho amato!” pronunciai ricacciando indietro le lacrime e fronteggiando il suo sguardo.

“Cosa?” sussurrò, ma in realtà era palese che si stesse trattenendo, forse mi avrebbe presa a schiaffi, perché stringeva convulsamente i pugni, cercava di frenarsi in qualche modo… non lo fece, non mi schiaffeggiò, né aggiunse altro, se ne andò semplicemente, lasciandomi da sola di fronte ad un quadro che raffigurava una donna con i capelli biondi e gli occhi rosso sangue… si chiamava “Il Vampiro” se non sbagliavo, ed era uno dei pochi cimeli che ci rimanevano dei tempi antichi… quel quadro che rappresentava una donna così simile a me… predatrice, vincente, ma sola…

Era da allora, comunque, che Joe non mi parlava, due dannate settimane senza che mi ronzasse intorno o che si azzardasse a rivolgermi qualcosa di più di uno sguardo carico di disprezzo… tutto questo mi rendeva pazza, per questo me ne andavo in giro per il castello sempre furiosa, sempre sull’orlo di una crisi di nervi e sempre pronta ad assalire chiunque, anche solo con gli occhi…

“Mi spaventi i cortigiani!” commentò un giorni Lyn, mentre mi sorprese aggirarmi per i corridoi nel mio stato di belva inferocita…

“Affari loro!” ribattei acida e per nulla timorosa dello scatto che avrebbe potuto avere Lyn… lei era una patita delle buone maniere ed era convinta che, come regina, dovessi rispettarle a priori… non che non me le avessero insegnate, ma non mi andava di mostrarmi sempre perfetta in pubblico quando in realtà, nel privato, ero incasinata drammaticamente…

“Non è un linguaggio degno di una regina!...” ecco, appunto… poi lei sospirò ed aggiunse: “Perché glielo hai detto?”

“Non lo so!” davvero, non sapevo perché gli avevo detto che amavo Adam…

“Potevi evitare di dirgli che lo amavi…” questa volta era un vero rimprovero ed io dovetti specificare a lei quello che non avevo precisato con Joe: “Come una figlia ama un padre! Ma questo non gliel’ho detto…”

“Già… lui sospetta ben altro infatti… il rapporto che lui e suo padre avevano era contorto…” mi disse poi Lyn…

Voleva difenderlo, giustificarlo, da non credere!... lui era figlio di Adam!... come si poteva avere un rapporto contorto con lui? Come si poteva non amarlo un padre come lui?

“Me ne frego dei suoi traumi emotivi! Me ne frego se non è riuscito a legare con quel padre perfetto che si ritrovava, chiaro?”

“Tu lo credevi perfetto, ma non lo era Fran! Era un uomo e come tale sbagliava… e con suo figlio ha sbagliato molto…”

“A me non importa!”

“Parla con Joe… spiegatevi, ti prego!”

“Mai!” chiarii, prima di andarmene…

Avevo bisogno di sfogarmi… dovevo assolutamente sfogarmi… corsi fuori da palazzo, arrivai alle scuderie, presi un cavallo e mi volatilizzai oltre i confini della città…

Raggiunsi una distesa verde che molto probabilmente si estendeva per chilometri… era il posto adatto, una pianura in mezzo al nulla… un luogo in cui potevo usare il mio devastante potere, in fondo ogni tanto andava soddisfatto… così scesi dal cavallo, mi sedetti a terra e poggiando i palmi delle mie mani sul terreno iniziai a far fluire la mia energia in esso… poco dopo… emerse una nuova foresta ed io svenni, perché lo sforzo fatto era stato davvero eccessivo…

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Due maledette settimane a sentirmi uno schifosissimo idiota… lui mi aveva battuto di nuovo… lui era il migliore in tutto… lui era riuscito a scalfire il cuore di Françoise, a legarla a lui… e che me ne facevo io di una moglie che amava quella figura paterna che io per anni avevo rinnegato?

Era frustrante, ingiusto e decisamente poco perfetto… non mi aspettavo che Françoise sarebbe stata subito mia, avevo messo in conto che forse aveva qualche spasimante che avrebbe potuto crearmi problemi…

Ma che fosse mio padre… era troppo!

Non ero mai stato in grado di competere con lui e con la sua grandezza, figurarsi ora, sapendo che lei era innamorata di lui!... cavolo!

Volevo prenderla a schiaffi, perché se ne poteva stare zitta, poteva evitare di dirmelo, ma no! Me lo aveva pure confessato!

E poi… c’era anche il fatto che magari quell’amore era corrisposto… lui poteva aver tradito la mamma, anzi era certo, perché sinceramente chi avrebbe resistito con una come Françoise, improvvisamente resasi disponibile?

Nauseante… non avrei mai più potuto guardarla in faccia, figurarsi toccarla!

Fu con quei pensieri in testa che, vagando per il palazzo, la vidi uscire come una furia… non so perché lo feci, ma volli seguirla…

E quello che vidi… aveva creato una foresta, cazzo!... il suo potere era davvero tanto assoluto?... mi avvicinai a lei…era svenuta… evidentemente lo sforzo era stato troppo per lei…

Mi inginocchiai, la presi in braccio e la distesi vicino ad una fonte d’acqua… aveva creato anche quella, incredibile… presi una pezza, la bagnai e la poggiai sulla sua fronte… poi attesi il suo risveglio…

Si ridestò poco prima del tramonto… ma il suo non fu un risveglio felice… piangeva… ed alla fine, poco prima di svegliarsi, di colpo aveva urlato il nome di Adam… di mio padre…

“È stato così importante per te?” le chiesi e lei si voltò di scatto… si asciugò le lacrime e cercò di alzarsi, ma dovetti afferrarla prima che cadesse al suolo…

“Riposati… le gambe non ti reggono… a proposito… bella la foresta!”

“Hai visto?” sussurrò flebile… era davvero esausta…

“Ogni cosa… Françoise… parlami di lui… che cosa hai amato di lui?”

“Era il mio maestro… non farti strane idee Joe, era semplicemente il mio maestro…”

“Che vuoi dire?” non capivo, o forse non volevo capire, perché dentro di me lo avevo sempre saputo, ma avevo anche sempre cercato di ignorarlo…

“Vuol dire che mi ha insegnato lui a gestire questi immensi poteri… è stato un mentore, la figura paterna che mi mancava… è vero l’ho amato, ma non nel modo in cui credi tu!”

“Quindi tu e lui non avete…” chiesi quello che per me era la priorità e lei mi stupì: “Joe… sono ancora vergine!” e soprattutto lo disse con una tranquillità disarmante, senza un cenno d’imbarazzo…

“Sul serio?”

“Sì…”

“E come mai?” chiesi, perché ogni suo gesto, ogni parte di lei, dei suoi pensieri, per me era così attraente, ma anche totalmente fuori dalla mia logica, dal mio modo di pensare, ragionare, agire…

“Beh… ho pensato che se mai mi fossi sposata, a mio marito avrebbe fatto piacere essere il solo…”

“Sei imprevedibile e disarmante…” ammisi, ma non volli anche ammettere che quello che avevo scoperto mi rendeva orgoglioso di lei, di averla scelta come moglie…

“Lo so… che vuoi sapere di lui?”

“Era uno stregone, vero? Se ti ha insegnato ad usare i tuoi poteri lui doveva per forza essere uno stregone…” commentai, perché il fatto che io rifiutassi quell’eventualità non significava che non fosse ovvia…

“Possedeva il controllo del tempo… è raro fra noi, anzi unico… per questo Flare lo considerava una minaccia…”

“E lui con te, com’era?”

“Gentile, premuroso, molto paterno…” si tirò seduta mentre diceva quelle parole e sorrise, come non l’avevo mai vista sorridere… poi si scostò i capelli dal viso e disse: “E con te com’era?”

“Inflessibile, pretenzioso, ma anche… sì insomma, a volte mi manifestava il suo bene… non ho mai avuto dubbi su questo… ma voleva a tutti i costi che fossi migliore di lui, che seguissi la strada che lui mi aveva scelto… era snervante e poi lui era insuperabile!”

“Tu lo stimavi…” esclamò… era ovvio che lo stimassi… lui era il mio invincibile, grandioso padre… era stato un re eccellente, un marito innamorato e devoto ed un padre affettuoso, ma, purtroppo, anche parecchio esigente…

“Molto… anche se non glielo comunicavo spesso… non ho saputo esserci per lui nel momento del bisogno… ero altrove quando Flare lo ha ucciso…”

“Io pure… come vedi abbiamo gli stessi sensi di colpa…” mi abbracciò, sussurrandomi all’orecchio: “Ti aiuterò… desidero vedere morta Flare quanto te!... Io sarò con te… combatterò al tuo fianco!”

Non pensai molto a quello che feci, ma la baciai… volevo un contatto con lei, con quel suo magnifico essere e le sue labbra erano il mezzo perfetto…

La feci stendere di nuovo… e mentre la baciavo facevo scorrere lungo tutto il suo corpo le mie mani… la volevo… e tutto questo non faceva che aumentare il mio desiderio… il fatto che sarebbe stata solo mia… il fatto che lei si era aperta a me, mi aveva rivelato parte dei suoi segreti… e la sua pelle… quella pelle che le mie dita percepivano così vellutata… lattea e soffice… era perfetta…

Ma poi lei si scostò… quando provai a slacciarle la casacca prese le distanze e disse che ormai si era fatto buio… sarebbe stato meglio rientrare… l’assecondai, ma prima di partire le sussurrai all’orecchio: “Non mi importa doverti rincorrere Françoise, sono un uomo paziente, so quello che voglio… io ti voglio e prima o poi tu ti abbandonerai a me…”

La vidi rabbrividire e poi correre verso il cavallo…

Parte 7

In giro per la città con la suocera, che poteva esserci di meglio?... Ok, adoravo Lyn, le volevo bene e la consideravo una donna degna di occupare il mio tempo perché dotata di spirito ed audacia… insomma, con lei non ci si poteva certo annoiare, ma quando si ostinava nel fare di me una regina perfetta era insopportabile!...

Infatti aveva deciso di portarmi in giro, fra le sartorie del regno, per comprare nuovi abiti… a suo avviso io ne avevo bisogno… a suo avviso avere già un centinaio di vestiti era troppo poco… e sbuffavo… sbuffavo ogni volta che lei mi mostrava qualcosa di decisamente troppo dolce…

“Perché vuoi vestirmi come una santarellina?” chiesi poi, capendo che cosa avesse intenzione di fare…

“Li hai notati i tuoi vestiti? Sono indecenti! Mettono in risalto tutte le tue curve!” ed ecco che veniva fuori la perfettina, l’educanda…

“E che c’è di male in questo?” chiesi con finta ingenuità… a me, il mio provocante modo di vestire, piaceva!

“Mi mandi al Creatore mio figlio così! Sinceramente, o ti decidi a fare tu sai cosa con lui, oppure ti vesti meglio! Non lo puoi tentare ogni secondo, è un uomo!”

Sbuffai e sussurrai: “Come se lui non tentasse me…” ma lei sentì e ghignò…

“Allora non ti è indifferente…”

“Purtroppo no!...” confessai “…come hai fatto? Mh… hai fatto un incantesimo mentre lo mettevi al mondo? Perché non credo che tutte le persone possano essere come lui… sono tentata di saltargli addosso ogni volta che si muove, parla, mi si avvicina!”

“Qualcuno si sta interessando… non avevi spergiurato che non sarebbe mai accaduto?” mi riprese ed io sbuffai di nuovo… quella situazione mi rendeva decisamente nervosa, ma meglio parlarne, almeno un po’ mi sarei sfogata…

“E non accadrà! Io e lui non condivideremo mai lo stesso letto!”

“Sì… certo… Questo rosso?” mi mostrò un vestito meraviglioso, a cui acconsentii immediatamente… forse fare la casta non sarebbe poi stato così male…

Uscimmo dopo aver pagato e ci dirigemmo verso il centro della città…

Sembrava strano ma, nonostante fossimo la regina in carica e quella precedente, ce ne andavamo in giro fra la gente, senza guardie al seguito e mischiandoci tra la folla… lo faceva anche Joe e lo aveva fatto Adam… lui mi diceva sempre che era un esempio per il popolo… era il modo che avevano per dimostrare il loro potere e funzionava… o almeno aveva funzionato sino a quel giorno…

In piena città, circondate da tutti gli altri abitanti, un gruppo di uomini ci affiancarono, ci isolarono e sguainarono le spade…

“Cosa volete?” chiesi cercando di proteggere Lyn, parandomi di fronte a lei…

“Le vostre vite!” esclamò uno di loro attaccandoci… bloccai la sua spada ad un millimetro dal mio viso…

L’afferrai, gliela portai via e poi la usai su di lui, trafiggendolo… gli altri a quel punto attaccarono tutti insieme… ma se così credevano di vincere contro di me, si sbagliavano!

Tenni testa ad ognuno di loro, parai ogni loro fendente e solo quando uno riuscì a ferirmi il braccio mi arrabbiai… battei un piede a terra facendo comparire una crepa da cui uscirono piccole, ma forti, radici che li tennero fermi sul posto… non potevo manifestare in pubblico i miei poteri e per fortuna ci ero abituata, quindi avevo escogitato tutta una serie di tecniche da poter usare in tali circostanze e che fossero ugualmente letali rispetto a quelle devastanti e spettacolari… comunque le mie radici li bloccarono ed io li uccisi, uno per uno… fu allora che il mio popolo, dopo lo stupore iniziale, inneggiò a me e alla mia grandezza…

“Sarebbe stato fiero di te, esattamente come ora lo sono io… grazie…” mi sussurrò Lyn all’orecchio… le sorrisi e poi il popolo ci scortò a palazzo…

“State bene?” ci chiese un preoccupato Joe, venendoci incontro…

“Tua moglie sa il fatto suo! Ha battuto i nostri assalitori e mi ha salvata!” commentò Lyn… cavolo se era orgogliosa, glielo leggevo negli occhi ed evidentemente lo aveva notato anche Joe, perché sorrise…

“Sei ferita…” notò il mio braccio… e fece chiamare un medico…

“Non è niente…” cercai di evitare il medico, anche se la ferita mi bruciava da morire… in fondo, potevo benissimo curarmi da sola, mi serviva solo un po’ di terra…

“Lo stabilirà il dottore!” continuò lui imperterrito ed io sbuffai… non amavo i dottori, chissà perché riuscivano sempre a trovare una scusa per dissanguarmi ed il mio sangue era prezioso… da esso veniva il mio potere…

“D’accordo, ma se solo prova a dissanguarmi, gli spezzerò ogni singolo osso… sei pronto a correre il rischio?”

“Lo correrò!” aggiunse sorridendo e mi accompagnò in camera… rimase fino a che il medico, che avevo dissuaso dal praticarmi un salasso con un semplice sguardo, se ne andò…

“Allora, quale devastante potere hai usato su di loro?” chiese sedendosi sul letto, accanto a me…

“Radici… ricordi la foresta? Ho usato la versione meno spettacolare di quella magia… ho fatto sbucare dal terreno radici che li hanno bloccati ed io ho potuto infilzarli!”

“Non è leale Françoise…” mi rimproverò…

“Erano in sei contro una! Questo è leale?”

“Giusto…” si avvicinò, mi prese il braccio e con le dita contornò, con il suo tocco delicato, ma maledettamente eccitante, la fasciatura… poi fece lo stesso con le labbra ed io chiusi gli occhi, godendomi il momento… le sentii scivolare, lievi, su ogni lembo della mia pelle, su ogni centimetro del mio braccio… poi le fece scorrere lungo la spalla, la clavicola, fino a scendere verso l’incavo del seno… fu allora che, grazie ad una sua mossa decisa, mi ritrovai seduta sopra di lui… i nostri bacini a contatto… ed il suo decisamente lieto di quel contatto… cercai di allontanarmi, ma lui mi tenne salda a sé…

“Aspetta! Non voglio fare nulla di quello che pensi… non ti spoglierò né farò altro di diverso dal baciarti…” mi sussurrò vicino alle labbra “…voglio solo baciarti…” ed io lo lasciai fare…

Lasciai che le sue labbra si unissero alle mie… lasciai che la sua lingua esplorasse la mia bocca… gli permisi di danzare insieme alla mia e diavolo, ma quel bacio, che mi stava letteralmente mozzando il fiato, mi piaceva… quando ci allontanammo, lui mi fece scendere dalle sue gambe e si alzò: “Doveri di re da adempiere… tu riposati…” e se ne andò, lasciandomi completamente stordita ed ammaliata…

“Maledizione!” commentai, lasciandomi cadere sul letto… e, continuando a maledirmi, provai persino a soffocarmi con il cuscino, ma neanche quello riusciva a farmi dimenticare lui, il suo fascino e soprattutto le sue dannatissime labbra!

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Nel pomeriggio, dopo due ore passate a sbattere la testa sui cuscini per cercare di riprendermi, decisi di uscire dalla mia stanza e farmi quattro passi nei giardini… quando notai un certo movimento… la servitù si affrettava tutta all’entrata… così decisi di seguirli… e vidi quello che stava catturando tutta l’attenzione della gente…

Joe e Lyn erano fuori, aspettavano che qualcuno scendesse dalla carrozza che si era fermata di fronte a loro… scese una biondissima e bellissima donna… la versione più giovane di Lyn, con in braccio una bambina piccola, dai frizzanti boccoli d’oro e splendidi occhi neri… gli stessi occhi di Joe… Poi scese un uomo, capelli scuri, occhi verdi, l’armatura ancora indosso… sorrisi, perché lo riconobbi e mi precipitai fuori dal palazzo, li raggiunsi e lo assalii letteralmente…

“Stefan!” gridai, saltandogli in braccio…

Lui mi afferrò e mi strinse…

“Piano, piccola Fran! La tua esuberanza finirà per uccidermi prima o poi…” commentò lui, felice però di rivedermi…

Quando mi liberai del suo abbraccio, osservai tre paia di occhi che si guardavano incuriositi… per l’esattezza Joe, sua sorella Isabel, moglie di Stefan, e la loro piccola bambina Anne… mentre Lyn se la rideva sotto i baffi alla grande!

“Ecco… io lo conoscevo già…” asserii e Joe commentò acidamente: “Lo avevamo capito… quando l’hai salvata da Flare non era la prima volta che la vedevi…” chiese al cognato…

“No… sai di Adam vero? Del loro rapporto?”

“Lo so…” commentò Joe con un tono sempre più gelido… forse non avrei dovuto assalire Stefan in quel modo, ma lui era un amico, uno dei pochi, forse il solo dopo Lyn, e mi era mancato…

“Un momento… che c’entra lei con papà?” si intromise Isabel…

“Adam è stato il mio maestro, lui mi ha insegnato a combattere e Stefan gli ha dato una mano diciamo…” tutti mi fissarono di nuovo…

Poi Isabel sbuffò e disse che forse era meglio parlarne dentro… lontano da occhi indiscreti… fu allora che vidi Caius venire verso di noi… con il suo solito sorriso falso stampato in volto, salutò i nuovi arrivati e reclamò l’attenzione del re… si portò via Joe…

Ed io agii d’istinto… Joe, solo con quel tizio, non ce l’avrei mai lasciato!

Supplicai il re di portarmi con loro e, nonostante le lamentele di Caius, lui lo fece…

Seguimmo il consigliere fino alle prigioni… all’ingresso si bloccò… mi fermò asserendo che per me sarebbe stato meglio non vedere quello spettacolo… ed aggiungendo che in fondo ero sempre una donna, ero suggestionabile… lo fulminai sul posto con il peggiore dei miei sguardi truci… e Joe commentò: “È evidente che verrà con noi!”

Entrammo e quello che vidi sì mi lasciò sconvolta, ma non nel modo in cui pensava Caius… erano indescrivibili le torture alle quali quei prigionieri erano sottoposti… lo si poteva capire dalle loro ferite, estese, facilmente imputabili ad oggetti acuminati, ed infette… quella gente, se non moriva per il dolore, sarebbe morta per infezione del sangue… o peggio, sarebbe morta di fame…

Mi imposi di non tagliare la gola a Caius sul posto, di andare avanti e di risolvere quella questione una volta uscita da lì, rivedendo ogni singolo caso, e poi rivalutando il sistema carcerario della nazione se fosse stato necessario!... e sapevo che lo sarebbe stato…

Lui ci scortò alla fine del lunghissimo corridoio e poi, arrivati di fronte a quella che sembrava una cella diversa dalle altre, si fermò… ci guardò…

“L’abbiamo catturato stanotte… ha un potere mai visto, inimmaginabile e pericoloso… dovreste vederlo però, non credo di essere in grado di spiegarlo…”

Aprì la porta di metallo che ci divideva da lui… quando io e Joe entrammo, ed ovviamente lui si pose di fronte a me per farmi da scudo, come se ne avessi bisogno, lo vidi…

Rimasi straordinariamente affascinata… era bellissimo… aveva i capelli rossi, erano ribelli e si accompagnavano perfettamente con il suo sguardo vivace, intenso e di un azzurro cristallino che non avevo mai visto… era perfetto, ogni sua forma, il suo viso, tutto in lui era desiderabile… un po’ come in Joe, in effetti si assomigliavano fisicamente davvero molto… e poi… c’era un non so che… qualcosa che mi attraeva verso di lui…

Strinsi la mano di Joe e lui voltandosi mi afferrò per il collo e mi sbatté contro il muro… fu Caius a liberarmi prima che Joe mi strozzasse ed in contemporanea il tizio rise di gusto…

Joe era sconvolto… si scusava e non capiva come avesse potuto compiere un gesto del genere… io lo rassicurai dandogli un leggero bacio a fior di labbra e dissi: “Tu non c’entri, è stato lui!”

“Chi sei?” domandai poi…

“Mi chiamo Jet…” rispose, poi mi osservò con insolenza ed infine guardò Joe: “… non credevo che fosse la regina a comandare in questo regno… è più potente di te, su di lei il mio incanto non ha avuto effetto….”

“È in grado di controllare la volontà delle persone…” spiegò Caius ed io sbiancai…. lui era il quinto!... lo avevo trovato prima di Flare… ma c’era Caius e sapevo come sarebbe andata a finire…dovevo salvarlo e convincerlo a schierarsi dalla mia parte…

Joe mi trascinò fuori di lì e Caius chiuse di nuovo la cella… poi, tirando una leva, fece apparire una sorta di barriera di fronte ad essa… una sorta di quello che nei tempi passati veniva definito “campo magico”… un’invenzione dell’Inquisizione… loro che si preoccupavano delle anime degli uomini pii avevano anche deciso di proteggerli in quel modo… avevano creato una prigione per streghe e stregoni, qualcosa che interferisse con i loro poteri… non con i miei però…

L’Inquisizione cacciava i comuni fattucchieri, non aveva idea dell’esistenza di noi cinque… per questo dovevo assolutamente restare da sola con Joe, dovevamo tirare Jet fuori di lì in un modo o nell’altro…

“Dobbiamo liberarcene il prima possibile! È pericoloso!” convenne Caius e forse Joe era d’accordo, perché lessi preoccupazione nei suoi occhi… per ora avrei taciuto, avrei parlato a Joe dopo, da sola…

“Lo processeremo domani, subito!”

“D’accordo…” parlò Joe “… ma ci sarò anch’io!” e poi ce ne andammo…

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Una volta rientrati a palazzo lo seguii silenziosa fino alle sue stanze… gli feci cenno che volevo entrare… lui mi cedette il passo e poi chiuse la porta alle mie spalle…

“Devi dirmi qualcosa?”… io sospirai…

“Non puoi ucciderlo… lui ci serve!”

“Sei impazzita? Hai visto quello che sa fare?” non mi comprese… era ovvio che non avrebbe capito le mie ragioni, lui era vissuto nella bambagia, lui era sempre stato onesto e leale, lui non era nato dotato di poteri, era semplicemente… umano.

“Infatti… sarebbe un alleato potente contro Flare!” cercai di farmi ascoltare…

“Che intenzioni hai Françoise?” chiese scettico…

“Lasciami spiegare…tu sei cosciente della mia potenza no? Della mia diversità rispetto a qualsiasi altra strega… io non faccio incantesimi, non recito formule in rima e non creo pozioni o filtri con chissà quale intruglio… i miei poteri sono vivi, veri e si trasmettono con il sangue…È la famiglia la base del mio potere!”

“Cosa c’entra con lui?” si stava adirando e lo capivo, era stato succube del potere di Jet, aveva compreso quanto fosse incapace rispetto a lui… o a me… o a Flare…

“Come me e come lui ne esistono veramente pochi… non puoi permettergli di ucciderlo!”

“È pericoloso!”

“È una cosa molto rara… il suo potere lo avrà reso solitario…” come aveva reso solitaria me…

“Rimane comunque pericoloso, secondo me!”

“Anch’io sono pericolosa! Tu non sai com’ero prima di conoscere tuo padre! Non sai che cosa significhi vivere con questo potere!” urlai spazientita, furiosa… come pensava di potermi proteggere, di voler condividere qualcosa con me, se non era in grado di ascoltare, se rifiutava quella parte di me, così come aveva rifiutato quella di Adam…

“Non mi interessa! Tu sei buona, tu ne fai un uso diverso, lui no!”

“Che ne sai che uso ne ho fatto prima? Tu non mi conosci, non sai niente di me, eppure ti fidi, sai che non merito di morire solo perché possiedo questo potere!... io mi fido di lui!” conclusi, ma compresi che non lo avrei persuaso…

“Poco fa ti ho quasi uccisa a causa sua!” urlò infatti “… non mi convincerai! Domani lo condanneranno a morte, domani assisterò alla sua esecuzione… per quel che mi riguarda ho già deciso!”

“Non sei degno di tuo padre! Non vali neanche un millesimo di quello che valeva lui!” dissi furiosa, con rammarico e delusione nel tono che usai…

Mi spinse al muro: “Non osare mai più dire una cosa del genere o ti assicuro che non risponderò delle mie azioni!”

“Ma guardati intorno Joe! L’hai vista la gente in quelle prigioni! Quanti di loro sono veramente colpevoli? Quanti altri innocenti dovranno pagare solo perché tu sei cieco di fronte alla sete di potere dei tuoi consiglieri! Te l’ho già detto: cresci! Smettila di piangerti addosso, di cercare di emulare Adam e diventa quel sovrano che potresti essere!” gli urlai piangendo e lui mi lasciò andare…

“Vattene fuori di qui! Non voglio vederti, non voglio sentirti… vattene!” … e lo feci, lo lasciai solo…

Una volta richiusa la porta della sua stanza vidi Stefan appoggiato alla parete con le braccia conserte…

“Che significa?”

“Ho trovato il quinto e Joe vuole farlo condannare a morte!”

“Lo processeranno domani?”

“Sì…”

“Ti servirà il mio aiuto…” e sorrisi… Stefan sarebbe stato dalla mia parte…

Parte 8

Quando Adam mi presentò Stefan non riuscii a capirne il motivo… non credevo che quell’uomo potesse davvero insegnarmi qualcosa… solo poco dopo in realtà compresi quanto Stefan fosse forte, potente, preparato… non c’era nessun altro come lui nel regno, per questo Adam lo aveva nominato suo braccio destro, per questo non aveva avuto dubbi nell’affidargli sua figlia…

Quella mattina le doti di Stefan sarebbero state la salvezza di Jet, me lo sentivo… dovevo solo credere in lui… dovevo solo fare come faceva Adam, fidarmi ciecamente…

Per quel processo fu riunita l’intera corte… c’erano Joe, Lyn, Stefan, Isabel ed ovviamente io… quando elencarono i capi d’accusa non volevo credere a quello che le mie orecchie stavano udendo, non poteva essere così spietato, non poteva aver ucciso così tanta gente…

“Vogliamo ancora salvarlo?” mi sussurrò Stefan…

“Possono essere accuse fasulle… non sarebbe la prima volta…” e lui mi chiese: “Riesci a leggerlo?”

“Niente… vuoto assoluto… è come con Flare o con Adam…” in fondo era uno di noi, poteva essere letto solo se abbassava la guardia, solo se voleva che i suoi pensieri fossero interpretati…

“Allora dobbiamo solo fidarci del tuo sesto senso…”

“Dovrai farlo! Non ho mai sbagliato! Lo so: lui sarà con noi!”

“Cosa state tramando?” chiese Isabel…

“Credo che stiano per scavare la fossa a tuo fratello…” si intromise Lyn, poi aggiunse: “So che tu vedi qualcosa di buono in lui Fran, ma per me rimane pericoloso…”

“È uno di noi Lyn… ti sarebbe piaciuto essere condannata a morte solo per la tua preveggenza?”

“E vorresti che Anne venisse uccisa per questo?” mi sostenne Isabel… io la osservai stupita…

“Solo perché non mi spiegate le cose, non significa che non ne sia a conoscenza…”

Le sorrisi, ma lei mi guardò freddamente…

“Lascia che ti dica una cosa: una volta che tutti questi segreti verranno allo scoperto, Joe non la prenderà bene… lui non ama essere preso in giro…”

“Lo sto solo proteggendo…” replicai e lei si voltò dall’altra parte dopo aver detto queste parole: “Non mi piaci, ma non ti intralcerò… ma se tradisci mio fratello, se oserai fargli del male… io sarò implacabile!”

Perfetto! Ci mancava solo l’odio della sorella di Joe… chissà per cosa poi!...

Sbuffai e tornai ad osservare Jet… sembrava tranquillo, a suo agio… sembrava non aspettasse altro che quel processo… poi, quando Caius si rivolse a lui chiedendogli di presentarsi, esordì con: “Mi chiamo Jet, non ho un cognome, non posseggo una casa né conosco i miei natali, ma di sicuro ho fatto tutto quello di cui mi accusate, quindi tanto vale che con me la facciate subito finita… uccidetemi! Cosa state aspettando?”

Fu allora che nel suo sguardo lessi la disperazione… lui voleva morire… mi alzai e presi la parola, approfittando della meraviglia generale…

“Caius! Non vi pare strano tutto questo?”

“In effetti, chi confesserebbe sapendo di andare incontro alla morte?” aggiunse Stefan…

“Un esaltato! Un folle! Fiero delle atrocità che ha commesso!” intervenne Joe e Caius gongolò… stavolta il re era dalla sua parte… credeva di avere già la vittoria in pugno… si deliziava già delle urla di dolore di Jet ed immaginava me gridare tra le fiamme in un possibile scenario futuro…

L’avrei ucciso, fu quello il mio pensiero, ma per ora lo avrei combattuto in quell’aula… lui e Joe…

“Io credo che ci sia qualcos’altro che ci nasconde… come mai desideri tanto morire?” gli chiesi…

Lui mi osservò a lungo… uno sguardo così carico di desiderio che fece ribollire Joe di rabbia, poi capovolse la mia domanda, usando un tono di voce languido e deciso: “Come mai tu desideri così tanto salvarmi?”

“Primo: sono la tua regina, dovresti darmi del voi!...” replicai “… secondo: non credo che tu sia colpevole!”

“Non mi credete capace di simili azioni eppure il vostro collo porta ancora l’impronta del mio potere…” come per riflesso mi toccai i lividi che mi aveva procurato Joe la notte prima…

“Oppure…” continuò “…desiderate che io entri a far parte della vostra allegra compagnia… vi percepisco!...” concluse osservando me e Lyn…

“Ora basta!” prese parola Joe “hai commesso tutti i crimini di cui ti si accusa?”

“Sì! E ne vado fiero!” ribatté, fissando Joe negli occhi, senza mai abbassare quel suo sguardo così magnetico, così carico di disperazione…

“Bene! Scortatelo al patibolo e bruciatelo!” concluse Joe…

“Non puoi farlo! Non puoi!”

“Posso invece! Io sono il re! Giustiziate quell’uomo!” disse e le guardie lo portarono via…

Joe mi osservò ancora per un po’, ma io mi rifiutai di incrociare il suo sguardo… così se ne andò, pronto ad assistere all’esecuzione…

“È il momento della magia…” dissi a Stefan e lui uscì prontamente dall’aula del tribunale…

Mi alzai anch’io e mi sedetti a terra, gambe incrociate e mani giunte davanti al viso, palmo contro palmo…

Chiusi gli occhi e mi concentrai…

Dovevo creare una tempesta enorme, non sarebbe dovuto rimanere nulla di quelle fiamme… pensai all’acqua, alla sua maestosità, miscelai il suo potere con quella rabbia che mi stava attraversando il corpo… perché sapevo che la rabbia era la chiave d’accesso ai miei poteri… era l’ira che li scatenava, per questo in passato avevo commesso azioni di cui non andavo per niente fiera… la rabbia mi rendeva pericolosa, un’assassina, e credevo che per Jet fosse stato lo stesso… dovevo salvarlo per questo motivo… dovevo essere per Jet quello che Adam era stato per me…perché lo avevo capito che si stava punendo per qualcosa che aveva fatto a qualcuno che magari amava… sentii i tuoni avvicinarsi… il rogo per Jet era già acceso, le fiamme bruciavano e lui era sopra di esse… ma la pioggia, l’improvvisa bufera che avevo scatenato, le stava estinguendo…

Fu allora che i briganti agirono… gli uomini di Stefan neutralizzarono le guardie di Joe e portarono via Jet privo di sensi… era salvo… mi rilassai e mi alzai, pronta ad affrontare Joe…

Infatti, rientrò nel tribunale, mi prese per un braccio e, trascinandomi fuori nel vicolo dietro il palazzo, disse: “Ma sei impazzita?”

“Non ti capisco…”

Eravamo entrambi sotto lo scrosciare dell’acqua, la mia tempesta era davvero potente, però avrei fatto meglio a fermarla… non volevo distruggesse e causasse qualche problema alla popolazione…

“Hai creato tu questa tempesta!”

“Le tempeste non si creano! Non controllo gli eventi della natura!”

“Non si possono neanche far crescere le foreste!”… non era stupido, lo aveva capito che, manipolando gli elementi, potevo controllare tutto ciò che li riguardava… plasmavo i quattro ingredienti di base per creare nuova materia o per distruggerla… sorrisi…

“Non puoi provarlo…”… e me ne andai, lasciandolo sotto l’acqua a farsi mille domande, interrogativi che molto probabilmente avrei amplificato…

Infatti mi voltai, lo guardai sorridendo e scomparii in un vortice d’aria… fu allora che la mia tempesta si fermò e tornò a risplendere il sole…

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Raggiunsi gli uomini di Stefan al loro nascondiglio… era un’altra delle qualità che avevano fatto di Stefan un potente alleato per Adam… era stato il capo dei ribelli… tutti i briganti che agivano nelle Americhe erano stati al suo comando… e lo rispettavano ancora, lo seguivano ancora… per questo avevano smesso di attaccare le città quando Adam aveva reclutato Stefan, ma non si erano mai dimenticati a chi dovevano il cambiamento… quello per cui combattevano… per questo quando lui chiamava, loro eseguivano…

Entrai nella caverna e trovai Jet seduto contro la parete rocciosa, con il capo poggiato all’indietro, che alzò non appena percepì la mia presenza…

“Come mai alla regina sta tanto a cuore la mia vita?”… gli sorrisi e mi abbassai di fronte a lui…

Poi il mio sorriso si spense e lo afferrai per il collo…

“Ascoltami bene idiota! Se credi di avere a che fare con qualcuno che si arrenderà di fronte alla tua sfrontatezza ed ignoranza, ti sbagli di grosso!... io so quello che voglio e lo otterrò, indipendentemente dalla tua volontà!” gli lasciai il collo…

“E vuoi me?...” lo divertiva molto il mio interessamento…

“Ti stai punendo… volevi morire per qualcosa che hai fatto a qualcuno che amavi…”

“Tu che ne sai di me?” gridò furioso…

“Noi due siamo uguali… un tempo io ero come te… arrabbiata con il mondo e con me stessa perché incapace di controllare quello che c’era in me…”

“La tempesta… sei stata tu?” sembrava lo avesse capito solo in quel momento… sorrise e mi chiese: “Ma tu, chi sei?”

Mi sedetti accanto a lui… era il momento della favoletta, a lui dovevo raccontare la nostra storia, altrimenti non avrebbe mai potuto trovare un posto nel mondo, perché non avrebbe mai avuto uno scopo…

“Ne esistono cinque come noi… sono stati i nostri antenati a permettere al genere umano di sopravvivere nell’Apocalisse dell’anno 1000… li hanno protetti e li hanno guidati fino ad ora… io sono la nipote della Fata Morgana e dello stregone Damian… mio nonno aveva il potere degli elementi e tra i cinque era il più potente…”

Feci una pausa, sospirai: “È stata Flare che ha fatto sì che anche noi venissimo creati… quando gli altri rinunciarono all’immortalità a favore del ricambio generazionale, Flare non lo fece… lei voleva il dominio sul mondo, non credeva che l’umanità avesse bisogno di libertà… che sarebbe stata capace di non distruggersi di nuovo…”

“E noi due che c’entriamo in tutto questo?”

“Te l’ho spiegato, dovevamo essere in cinque: Flare ed io con il controllo degli elementi, della luce e delle ombre, tu con il controllo della volontà, Lyn con la preveggenza e Adam… lui controllava il tempo…”

“Adam?”

“Il padre di Joe, morto sei mesi fa perché ribellatosi a Flare… lei ha ucciso il mio maestro solo perché era l’avversario che temeva di più… perché lei, Adam, Damian e Lyn erano tra i primi cinque… perché, morto Damian, l’unico al suo livello era Adam…”

“Ed io che c’entro in tutto questo?”… sorrisi… era tenace…

“Tu mi aiuterai a vendicare Adam, uccidendo Flare… mi aiuterai a liberare il mondo da quella serpe!”

“Una serpe immortale…” commentò acidamente…

“Ma non invincibile!”… no… con me non l’avrebbe mai spuntata…

“Cosa ottengo in cambio?”

“Ti aiuterò a controllare il tuo potere e ti darò qualcuno di cui poterti fidare, una sorta di familiare acquisito…”

“Chi?” chiese scettico…

“Io!” risposi, porgendogli la mano…

Lui la strinse… bene, era un patto… la stretta di mano che sigillava il nostro accordo…

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Quando rientrai a palazzo, ero molto soddisfatta di me stessa…

Per questo quando entrai in camera e trovai Joe seduto sul letto ad aspettarmi, mi sentii eccessivamente sicura di me…

“Dove sei stata?” il suo tono di voce era furente ed inquisitorio e… cavolo, mi piaceva da morire…

“A schiarirmi le idee…” risposi con tranquillità…

“Con Jet!”

“Con me stessa!... sei geloso, Joe?” sussurrai, sfiorandogli le labbra…

Lui mi gettò sul letto e si mise sopra di me: “Sono furioso! Furioso con te, perché hai restituito la libertà ad un assassino!”

“Io non ho fatto niente!” gridai, per niente intimidita e fin troppo consapevole del contatto dei nostri corpi…

“Sicura?”

“Non ti mentirei mai!” dissi fissandolo negli occhi, senza mai abbassare lo sguardo… e lui mi credette… perché lui non mi conosceva, lui non poteva neanche immaginare quanto fossi brava a fingere… e perché lui era buono, leale…

Gli sorrisi e poi gli sussurrai: “Vedo che ti piace questa posizione…”

Sorrise anche lui, ma in modo così sensuale che mi sentii sciogliere… mi fece stendere e mi baciò… in quel suo modo così maledettamente perfetto di baciarmi… non pretese nient’altro… quella notte dormimmo soltanto… abbracciati, l’uno stretto all’altra…

Sì, avevo ragione… Joe era troppo onesto e per questo gli servivo io contro Flare…

Parte 9

Ero ufficialmente un cretino…

Sapevo che era stata lei a liberare Jet, che mi stava mentendo, che giocava con la mia dipendenza da lei, ma avevo scelto deliberatamente di ignorarlo… ed ora che la guardavo dormire tra le mie braccia mi sentivo appagato, completo… non sapevo spiegarlo, ma ogni volta che restavo con lei, ogni volta che lei si apriva un po’ di più a me, mi sentivo felice… era ovvio che l’amassi… era palese…

Ma non riuscivo a capire da dove potesse essere comparso questo amore…

Conoscevo la sua fama… non appena approdato in Europa, mi era giunta la voce della principessa Françoise… di lei e dell’esercito che si era rifiutata di condurre in battaglia…

Aveva abbandonato suo padre contro di me… questo mi aveva reso curioso inizialmente…

Così, volli sempre sapere qualcosa di più su di lei… quindi, ogni volta che incontravo qualcuno che la conosceva, e non era difficile perché in tutta Europa sapevano chi lei fosse, mi facevo raccontare di lei, delle sue imprese… la definivano una cacciatrice di demoni…così bella e letale, così distaccata verso tutti, ma anche così passionale in ogni sua azione, in ogni suo gesto… Françoise era, per quello che avevo sentito dire, perfetta…

La mia dipendenza da lei credo si sia manifestata allora, quando pensavo che quella perfezione dovevo assolutamente incontrarla, doveva essere assolutamente mia… e poi, sulle tracce di Flare, giunsi in Francia… ogni cittadino di quel reame sembrava elogiare, adorare, ma anche temere, la principessa… la vedevano come un’eroina, ma non l’avvicinavano perché in un certo senso ne avevano paura… mi chiesi perché una guerriera del suo calibro potesse venire tanto temuta… fu Lucas a darmi la risposta, in una delle solite notti in tenda trascorse a parlare di Françoise, secondo lui la mia nuova ossessione… e non aveva torto…

Mi disse: “Non temono lei, temono certamente il suo potere… e credo che lei debba essere invincibile…”

“Invincibile? In effetti… ho sentito la popolazione sparlare di quanto il re fosse adirato per la sua diserzione…” commentai e lui si sentì in dovere di esprimere la sua opinione…

“Inspiegabile secondo me, perché non dovrebbe combattere per la sua patria?”

“È un mistero… come lei…” e sospirai…

“Un mistero che tu vuoi svelare, vero?” mi stuzzicò mio fratello…

Non risposi… Lucas sospirò a sua volta e poi mi mise in guardia…

“Attento fratello, tu non sei ossessionato, sei innamorato di un mito… quella vera potrebbe non rispecchiare la leggenda…”

“Lo so…” dissi atono, ma quella constatazione non cambiava il mio piano… io la volevo… e Lucas lo aveva capito…

“Ma ci proverai comunque…”

“Già… dobbiamo sconfiggere Luis, perché ho intenzione di chiedere un matrimonio come armistizio…” confessai con il sorriso sulle labbra…

Françoise sarebbe stata la mia sposa, la mia regina perfetta…

“Sei un folle…”

“Un folle che ha bisogno di una regina…”

E quando incontrai per la prima volta la mia futura regina, in lei non trovai nulla se non quello che mi aspettavo già… eccetto la sua bellezza, sinceramente era da tutti sottovalutata, ma solo perché la paragonavano a quella, per me senza interesse, delle sorelle… lei era davvero meravigliosa…

Lucas aveva ragione… ero innamorato della leggenda… ma la donna, quella reale, quella a cui ora stavo accarezzando i capelli mentre dormiva, era ancora meglio…

Françoise mi aveva effettivamente reso schiavo di lei, del suo fascino, del suo carattere, della sua magnifica anima…

L’amavo… l’amavo più di quanto avessi mai amato la leggenda…

Ma temevo che questo, prima o poi, mi si sarebbe ritorto contro… i suoi segreti sarebbero potuti essere la mia rovina e sapevo che quanto mi aveva rivelato su mio padre era solo la cima della montagna…

Ignoravo, cioè facevo finta di ignorare, persino i segreti dei miei familiari… segreti che Françoise conosceva, perché conosceva loro… mia madre, Stefan, Isabel, tutti sembravano sapere qualcosa di cui io ero all’oscuro… ed i consiglieri… non mi fidavo di loro, ma non potevo certo dar loro sempre torto… cosa che Françoise mi obbligava a fare in continuazione… dovevo trovare una soluzione a quella che ormai era diventata una vera e propria guerra personale tra lei e loro… decretare un effettivo vincitore… insomma dovevo schierarmi da una parte, per il bene del regno…

Inoltre, dovevo assolutamente fermare Flare… Lucas era ancora in Europa che la inseguiva, che cercava di stanarla, ma trovava solo città bruciate e gente morta… Flare non stava risparmiando nessuno… chi si opponeva a lei veniva ucciso… ed io non potevo tornare in Europa per adesso, non fino alla primavera… poi c’era anche quella strana sensazione… dovevo rimanere a casa e non mi spiegavo il perché, ma sapevo che per il momento era con Françoise che dovevo stare…

Le baciai la fronte… era davvero bella da togliere il fiato… non sarei riuscito a fare il gentiluomo ancora a lungo… la desideravo troppo… volevo toccarla, volevo sentirla gemere sotto di me… volevo che fosse mia, ora più di prima perché sapevo che solo mia sarebbe stata… e temevo che per questo desiderio avrei dovuto pagare un prezzo prima o poi…

Non dormii, pensai tutta la notte a lei, cercai di prendere decisioni, capire situazioni e, all’alba, le mie intenzioni erano più chiare… avevo trovato un modo per far funzionare le cose… ed avevo persino un piano per catturare Jet…

Parte 10

Osservavo Jet fissare l’orizzonte…

Era quasi l’alba… era stranamente silenzioso… avevamo dato la caccia alle creature della notte solo perché lui potesse imparare a controllare il suo potere e non avevamo affrontato solo animali… quelli che nel tempo passato venivano definiti mostri, in questo presente erano tornati allo scoperto… sembrava che con la perdita del dominio degli esseri umani su questa terra, le creature della notte si fossero svegliate per reclamarla… poco male… se non altro erano un ottimo esercizio per Jet…

“Il maritino sa delle tue fughe notturne?” chiese poi, voltandosi verso di me…

“No…”

“Beh, io me ne sarei accorto se mi fossi sgusciata fuori dal letto… anzi, se avessi avuto te nel mio letto non mi sarei certo preoccupato di dormire… avrei cercato di intrattenerti…” commentò lascivo, affiancandomi…

“Io e Joe non dormiamo nello stesso letto… per ora…” replicai, voltandomi verso di lui e fissandolo in quegli occhi azzurri…

“Perché?” sembrava sorpreso…

“Per un mio capriccio…” commentai ridendo e lui fece lo stesso, ma con un sorrisino sghembo decisamente peccaminoso e non sciogliendo il suo sguardo dal mio… Jet decisamente non faceva bene al mio matrimonio… dovevo controllarmi o sarei stata capace di finire a letto con lui in meno di cinque minuti… perché i suoi occhi erano un po’ come i baci di Joe… maledetti tentatori! Maledetti uomini che volevano a tutti i costi la mia virtù!

“E lui lo rispetta?”

“Lui mi rispetta… e non mi costringerebbe mai!”

“Oh… è proprio un santo!... non sa nulla di te vero? Non sa di che pasta sei fatta…” ironizzò, questa volta, su un segreto che doveva restare una confidenza, che avrebbe dovuto tenersi per lui… Jet lingua-lunga, ecco, gli avevo trovato un soprannome…

“Conosce i miei poteri e vuole proteggermi per questo…”

“Ma non sa quello che hai fatto… non sa del tuo piccolo excursus accanto a Flare…”

Mi arrabbiai… lo fulminai con il mio sguardo e lui deglutì a vuoto, ma poi rise beffardo… sapeva di avermi fatta infuriare e gli piaceva farmi perdere il senno… mi stuzzicava in continuazione…

Cercai di precisare la questione, sospirando… per il momento non gli sarei saltata alla gola: “Non lo sa… e non deve saperlo!”

“Non sarò io a dirglielo… e poi, mi vuole morto… non mi avvicinerò a lui…”

“Saggia decisione… devo rientrare… devo sistemare delle questioni politiche…” e lui mi capì subito…

“Caius? Che stai per combinargli?” chiese, ora di nuovo ilare…

“Qualcosa che lo manderà su tutte le furie…”

“Me lo racconterai?...” mi supplicò…

“Stanotte… nel frattempo, non farti ammazzare Jet… e neanche catturare… due tempeste che ti salvano sarebbero un po’ sospette…”

Sorrise ed io me ne andai…

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Joe mi fece chiamare verso l’ora di pranzo… quando lo raggiunsi, immaginai già quello che aveva intenzione di dirmi… infatti, quando entrai nella sala del trono, trovai dodici consiglieri furiosi…

Sorrisi vedendoli così iracondi, così dignitosamente rossi in volto, con gli occhi incavati e lo sguardo fiammeggiante… e Joe se la stava ridendo insieme a me…

“Allora Françoise, direi che tu già conosca il motivo della visita di questi gentiluomini…”

Gentiluomini… che parola inadatta, pensai… comunque, con falsa innocenza, dissi: “Lo conosco… se non vado errata, credo di averli svuotato le prigioni… e, sempre che non mi sbagli o che abbia dimenticato qualcosa, ho anche tolto loro il potere giuridico e legislativo, creando una giuria popolare e scegliendo i magistrati fra gli uomini più meritevoli di questo regno…”

“Non potevate farlo!” commentò Caius furente…

“Voi non siete il re!” aggiunse Marius…

“Infatti! Il re sono io!” si intromise Joe “e come tale ero già a conoscenza di ciò… ho chiesto io a Françoise di farlo!”

“Ma… sire…” Caius era evidentemente confuso…

“Devo chiarirvi una cosa, miei signori… e fate in modo di tenere bene a mente le parole che pronuncerò oggi!... Françoise è la mia regina… le sue decisioni, le sue azioni, sono in tutto e per tutto espressione del mio volere!”

Caius provò a ribattere, ma Joe liquidò lui e gli altri undici dicendo che per quel giorno le pubbliche indignazioni e proteste avevano avuto il loro tempo…

Restammo soli… io mi avvicinai a lui sorridendo…

“Davvero ammirevole coprirmi in questo modo…” gli sussurrai molto vicina al suo volto…

“Non lo farò più… ti avevo avvisato che volevo essere informato prima riguardo alle tue idee rivoluzionarie…” mi rimproverò ed io mi allontanai da lui, facendo una giravolta su me stessa…

“Vero… ma mi stai biasimando perché sei ancora arrabbiato con me... pensi ancora che io sia responsabile della fuga di Jet…”

“La logica è contro la mia fiducia in te…”

“In effetti… non è un bene fidarsi di me…” conclusi, avvicinandomi di nuovo a lui e permettendo ai nostri volti di combaciare… gli detti un bacio leggero all’angolo della bocca, che lo lasciò sorpreso per un po’, ma che sapevo gli era piaciuto… infatti, mi afferrò e mi mise seduta sulle sue gambe…

“Sei letteralmente sparita dopo il processo… come hai fatto?” chiese curioso…

“Aria… posso diventare aria… muovermi alla velocità del vento, essere invisibile…” spiegai, intrecciando le dita delle mie mani alle sue… non sapevo perché, ma avevo sempre il desiderio di toccarlo, accarezzarlo in qualche modo…

“Ora capisco perché sei così indisponente e capricciosa… tu assaggi la libertà pura…” commentò spostando lievemente le labbra sul mio collo, inclinato appositamente per lui…

“Potrei farti provare… posso portare qualcuno con me…” sussurrai mente mi godevo la tortura…

“Mi tenti… ma meglio di no, non sono così pronto per vedermi volteggiare insieme a te…” si staccò…maledizione, mi piaceva quello che stava facendo…

“Come vuoi…” lo guardai negli occhi… “Ho parlato con Stefan riguardo ad un’altra delle mie idee rivoluzionarie…”

“Ah sì?”

“Sì… vorrei prendere alcune delle tue guardie e creare una sorta di esercito qualificato a stanare streghe e stregoni… quelli veri…” gli spiegai e lui chiese con preoccupazione: “E vorresti addestrarlo tu di persona?”

“Ovviamente no, ci penserà Stefan… non sarebbe una cattiva idea, potranno proteggere le persone…” alla fine, se tutto fosse andato male, se Flare avesse vinto, quella gente avrebbe avuto qualcuno pronto a combattere per loro, per la loro salvezza…

“Le persone?...”

“Il tuo popolo…”

“È anche il tuo…” mi corresse e poi sorrise…

“Sì… e dev’essere protetto… credimi, Flare non è l’unica cosa malvagia di questo mondo…”

“Ti credo…” e con quelle parole sapevo che non voleva sentire altro riguardo alle cose malvagie del mondo… lui d’altronde era puro, meglio tenerlo lontano dal male, dagli incubi… dal rimorso…

“Approvi?”

“Sì… perché no?” fece una pausa “nessuno ha più avvistato Jet…” disse all’improvviso, sfidandomi, guardandomi negli occhi, sperando di notare un vacillamento, qualcosa in me che gli confermasse la mia complicità con Jet… ma lui non sapeva quanto fossi brava a fingere…

Non mi sbilanciai, anzi… gli detti persino la mia opinione: “Non si farà catturare di nuovo tanto facilmente… ma secondo me lo rivedremo presto…”

“Perché hai cercato di difenderlo? Ti ha quasi uccisa…” mi prese il volto tra le mani e mi obbligò a guardarlo in quei suoi occhi indagatori… e solo allora mi accorsi di quanto fossero diversi da quelli di Jet… e che preferivo di gran lunga il buio della notte all’azzurro del cielo…

“Non credo tu possa capire…”

“Spiegami…” continuò, incitandomi… voleva davvero sapere…

“Io non sono sempre stata buona… c’è stato un periodo della mia vita in cui ho cercato di colmare il vuoto dentro di me facendo scelte sbagliate…”

Cavolo… era davvero arrivato il momento di dirgli questo?... non potevo… non potevo entrare nei dettagli della mia vita prima di Adam…

“Che genere di scelte?”

“Ho distrutto tante cose… ho distrutto tanti legami, solo per il piacere di farlo… solo perché mi dava fastidio la felicità delle persone…” confessai e lui rimase in silenzio…

Provai ad alzarmi, ma lui mi tenne stretta a sé… quindi, chinai il capo… non volevo guardarlo negli occhi… lui mi alzò il volto e mi obbligò a specchiarmi di nuovo in lui… poi disse: “Fammi degli esempi… parlami delle cose cattive che hai fatto…”

“Ho seguito l’insegnante sbagliato… un tempo credevo che questa persona potesse liberarmi dal mio senso di solitudine, credevo che potesse darmi quella giustizia che volevo contro quella gente, quel mondo che mi aveva reso sola…”

Presi una pausa… non sapevo perché gli stavo rivelando tutto… ma lo stavo facendo, mi stavo realmente aprendo a lui…

“E che cosa hai fatto con lui?”… non era un uomo… era una donna… era mia madre… ma questo ovviamente lo tenni per me…

“Non chiedermelo ti prego, non chiedermi i dettagli delle mie azioni…” lo supplicai e lui comprese il mio tormento…

Ricordare quelle azioni era la mia condanna, la mia dilaniante coscienza che reclamava almeno che compensassi il male fatto, liberando il mondo da Flare… facendo almeno una volta la cosa giusta…

“D’accordo… quando sei cambiata?”

“Quando ho incontrato tuo padre… lui mi ha dato una ragione, lui mi ha reso fiera di me stessa… prima di lui, c’era stato solo il caos…” spiegai e lui chiese ancora: “E pensi che per Jet sia lo stesso?”

“Te l’ho detto, i nostri sono poteri che rendono soli…”

“Tu ora hai me… lo sai vero? Non permetterò a niente e nessuno di farti del male…” e mi sciolsi con quelle parole, sussurrate così dolcemente… così vere…

“Lo so…” sorrisi e lui mi baciò, in quel modo che mi rendeva felicemente succube di lui e delle sue labbra… ma questa volta Joe non voleva limitarsi ai baci, perché sentii le sue mani scivolare sotto la mia gonna e risalire all’interno… lo fermai, nonostante quel contatto mi piacesse… mi piacesse da impazzire…

“Forse è meglio che vada…” dissi, staccandomi da lui, alzandomi ed avviandomi all’uscita…

Lui mi fermò: “Perché non vuoi? Perché per te è tanto difficile abbandonarti completamente a me?” ed io gli dissi la verità… semplice… lineare: “Perché non ti amo…” e forse gli spezzai il cuore… ma non potevo creare un sentimento che non provavo…

Me ne andai…

Parte 11

Trascorsi i mesi successivi nella concentrazione più totale… cercavo sempre di fare tutto al meglio…

Organizzavo un regno di giorno, creavo insieme a Stefan un nuovo esercito ed insieme a Joe un nuovo organo legislativo… e di notte addestravo Jet… e dato che tutto questo non poteva bastare, cercavo anche di non farmi uccidere, occupandomi personalmente dei sicari di Caius, che ogni giorno si facevano sempre più pericolosi e potenti…

Evidentemente Caius mi voleva davvero morta… ed aveva preso questa decisione senza interpellare Flare ovviamente, altrimenti sarebbe stato lui ad essere già sottoterra…

Fu così che, non so come, riuscii ad arrivare integra al solstizio d’inverno… per essere un popolo che cacciava gli stregoni, avevano le loro stesse festività… onoravano gli stessi giorni… ma Adam sosteneva che gli Americani avevano sempre avuto abitudini eccentriche… perché i superstiti dovevano essere differenti?

Così, mi apprestai ad indossare l’abito rosso appositamente scelto da Lyn, ma che questa volta aveva poco di casto… insieme a Joe varcai l’ingresso del salone dei ricevimenti, appositamente addobbato con nastri rossi e verdi e fiori in tinta per l’occasione…

A conti fatti per me sarebbe dovuta essere una normale festa, in realtà non avevo previsto che cosa significasse quel vestito succinto e tutti quei fuochi in giardino… e non potevo certo immaginarlo dato che in Europa non si festeggiava il solstizio d’inverno… più che altro si bruciava chi cercava di farlo…

Ero pressappoco al decimo ballo con Joe che già stavo maledicendo Lyn e quello strazio a cui mi aveva sottoposta, quando lui mi sussurrò: “Pronta per la vera festa?”

Io lo guardai scettica e piagnucolai: “Perché… c’è ancora altro?”

“C’è il meglio!” sorrise, come se non gli dispiacessero i miei capricci… lo divertiva costringermi a presenziare a tutte quelle attività da regina che io detestavo… mi annoiavano se non c’erano malefici, viscidi e disgustosi consiglieri da linciare ed umiliare pubblicamente…

Comunque, non capii finché lui non mi portò fuori da palazzo… c’era gente ovunque, seminuda… insomma, quasi nuda… diciamo con la pelle esposta… come me in un certo senso, che indossavo quella che sembrava una rossa camicia da notte, con qualche decoro ed un po’ di consistenza in più… ma a tutti gli effetti una camicia da notte… e Joe… ecco, Joe si era tolto la giacca e portava solo i pantaloni, come tutti gli uomini in quell’angolo di foresta…

Ed io, come tutto il resto della popolazione femminile, non potei che osservarlo estasiata… e pure infuriata, perché c’erano alcune cortigiane che se lo divoravano con gli occhi… cazzo! Era mio marito quello!

“Stai schiumando di rabbia…” mi sussurrò lui all’orecchio, avvicinandosi a me…

“Hai visto come ti guardano?” dissi a denti stretti, cercando di trattenere l’ira… perché se non l’avessi fatto, avrei preso una fiaccola e dato fuoco a tutte le pettegole che si stavano gustando le nudità di mio marito!... potevo farle giustiziare… ma sì, perché no?... decapitiamo tutte le cortigiane perché mi danno sui nervi!... gatte morte!

“Chi?” mi distolse lui dai miei pensieri poco angelici…

“Tutte le donne della terra!... per curiosità Joe… quante di loro ti sei portato a letto?” dissi, indicandole con un cenno del capo… lui le osservò, ci pensò un po’ su ed esordì con: “Le cortigiane?... Mmhh… tutte credo…”

Che uomo vigoroso, pensai… e pensai anche ad un modo per evirarlo all’istante… di sicuro continuava a portarsele a letto, per questo gli lanciavano certi sguardi…

“Come «credi»?” chiesi, con un tono di voce leggermente acido…

“Di qualcuna non ne sono certo…”

Lo fissai torva… forse aveva capito che stavo per ucciderne un paio che avevano osato fare un commento troppo piccante ad alta voce, per cui cercò di distrarmi: “Guarda che tu, mia dolce metà, stai facendo sbavare tutta la popolazione maschile!”

“Dici? Non me n’ero accorta…” bofonchiai… in realtà ero perfettamente a conoscenza dell’effetto che facevo sugli uomini.

“Sì, certo… Françoise, la conosco la tua infinita vanità…” mi sussurrò all’orecchio e poi mi abbracciò… in pubblico…

“La gente mormora Françoise… pensa che in realtà il nostro rapporto sia solo una farsa…”

“Per questo si dimostrano così spudorati?”

“Le cortigiane mi insidiano a volte, sai?”

“Le guardie di palazzo mi fissano, sai?... ma credo che con me si facciano scrupoli per non venire giustiziati, mentre con te… cosa ti impedisce di tradirmi?” lo incalzai con quella domanda… e lui sapeva che non poteva sottrarsi, che doveva rispondere… se io avevo preso sul serio la faccenda del matrimonio, perché non poteva farlo anche lui?... doveva farlo…

La sua risposta mi stupì: “Tu! Non voglio loro, sono acqua passata, non mi interessa più andare in giro ad infilarmi in ogni gonna disponibile… sono cresciuto, sono un re ed ho una regina che ho inseguito per tutta l’Europa… Françoise, io ti ho voluta, non ti cambierei con nessun’altra e non ti tradirei mai, perché ti rispetto!”

Sapevo che era sincero, perché non si prendeva la briga di mentire, lo riteneva fiato sprecato… preferiva non parlare affatto piuttosto che sparare cavolate… o proferire menzogne…

“Ma… io non faccio l’amore con te…”

“In effetti sono sei mesi che non vado a letto con una donna… mi limito a baciarla…” concluse sensualmente vicino alla mia bocca… ed io lo baciai lì, platealmente, con tutta la passione di cui ero capace… perché volevo farlo, le sue parole mi avevano colpita… ma anche perché volevo mettere a tacere tutte le voci maligne ed annullare le speranze delle cortigiane in una volta sola…

Lui si staccò… sorrise e mi disse: “Adesso inizia la festa!”

Vidi le fiaccole che ci tenevano al caldo, nonostante fossimo seminudi ed in pieno inverno, venir meno d’intensità… si affievolirono e rimasero ardenti soltanto quelle che tracciavano un percorso, che noi ovviamente seguimmo…

E potei ammirarle, alla fine del percorso, le sorgenti termali… i musicisti, i ballerini, la gente inneggiava all’acqua, al fuoco, alla gelida aria ed alla terra… praticamente quella notte stavano festeggiando me…

Ero così ammaliata dai giochi di luce, dai mangiatori di fuoco, che mi resi conto di Joe e delle sue braccia solo quando mi scaraventò in acqua… mi raggiunse poco dopo e nuotando verso di lui mi accorsi che non eravamo i soli in quelle sorgenti, tutto il popolo stava facendo il bagno con noi… lo abbracciai e gli sussurrai all’orecchio: “Questa me la paghi…”

“E come vorresti farmela pagare, Françoise?” rispose lui, afferrando le mie gambe ed obbligandomi a sistemarle intorno ai suoi fianchi…

“Che vuoi fare?” chiesi flebilmente…

“Stanotte Françoise non si festeggia solo l’inverno… ma l’amore…” e fu allora che notai le altre persone intorno a me… erano tutte coppie… “è una tradizione… se ci si bagna in queste acque e poi si fa l’amore, quella coppia sarà legata eternamente da un vincolo di assoluta passione, ma anche di vero amore…” scandì ogni parola accarezzandomi le gambe con le mani, spostandosi nell’acqua verso una zona un po’ più buia…

“Non vorrai farlo qui?” chiesi agitata…

“Calmati… non farò niente che anche tu non voglia, ma… Françoise, ti desidero da impazzire…” concluse baciandomi dolcemente, poi… allontanandosi un po’, mi sussurrò: “E tu mi vuoi?”

“Temo di sì…”

“Temi?” chiese, stupito…

“Joe, io non voglio ferirti… non è un bene per te essere innamorato di me…”

Lui mi osservò per un po’, mi scostò i capelli bagnati dalla fronte e mi chiese: “Perché?”

“Perché sei innamorato di un fantasma… una leggenda…”

“No… forse prima, ma io… amo te Françoise, con tutte le tue contraddizioni… persino con tutti i segreti che mi nascondi…”

“Joe…” mormorai vicina a lui, alle sue labbra… poi, spinta da quella sensazione che provavo sempre quando gli stavo accanto, lo baciai, affondando le mani nei suoi capelli… stringendomi a lui in modo che ogni parte del mio corpo aderisse perfettamente al suo…

E lui mi imprigionò nella sua morsa…

All’inizio ricambiò il bacio, rendendolo ancora più coinvolgente, e poi… poi percepii le sue labbra scivolare via dalle mie, scendere sul mento, sul collo, mentre le sue mani mi slacciavano il corpetto soltanto per avere libero accesso al mio seno… mi stavo già pregustando quello che sarebbe accaduto di lì a poco, quando un’esplosione e le grida della gente intorno a noi ci riportarono alla realtà…

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Uscimmo dall’acqua e ci dirigemmo verso Stefan che stava proteggendo Lyn, Isabel ed Anne…

“Che diavolo sta succedendo?” chiese Joe, fuori di sé dalla rabbia… Stefan gli indicò le frecce incendiarie che ci stavano lanciando addosso… Joe imprecò, ordinò a Stefan di far proteggere le persone dalle sue guardie… tutta la città era riunita in quel posto… ma a me sfuggiva qualcosa… le frecce non cercavano di colpire, qualunque arciere le stesse lanciando non voleva ferire la gente, ma solo disperderla…

“Aspetta! Non ci vogliono colpire… perché?” dissi e Joe e Stefan sembrarono capire…

“È una trappola!... ma cosa vogliono fare?” chiese Stefan… io guardai Lyn… i suoi occhi erano vuoti, spenti… stava cercando di scrutare il futuro… quando li aprì di nuovo mi indicò l’acqua terrorizzata…

“Andatevene!” sussurrai…

Joe mi osservò sconvolto… ed io urlai: “Andatevene! Portate via più gente possibile!”

Lui continuava a guardarmi, mentre Stefan faceva allontanare le persone dall’acqua…

“Che succede?”

“Vattene! Sarà qui a breve!” lo supplicai, ma non fece in tempo a replicare che le acque si aprirono e ne uscì quella che io consideravo una delle peggiori sciagure che potevano capitarci: una serpe marina… ed anche grossa… ed io odiavo le serpi e non riuscivo a capire come quella fosse finita in una sorgente termale…

Poi vidi Caius tra la folla, mentre tutti urlavano e scappavano… lui si godeva quel caos, si beava di quella sofferenza… maledetto, era stato lui!

Ero furiosa… mentre Joe sembrava sconvolto…

“Parlavi di questo quando dicevi che esiste altro male oltre a Flare?” chiese, fissando il serpentone che usciva fuori dall’acqua, si dimenava e tentava di cibarsi della folla urlante e terrorizzata…

“Joe, scappa!” gli dissi, ma lui non si mosse…

“Non ti lascerò!” proclamò, dopo aver recuperato un po’ di nervi saldi… ed io commentai che era un folle…

“Morirò da folle!”… e mi arresi…

“Non farti toccare!... è una murena, è elettrica!” spiegai prima di piegarmi a terra e toccare con i palmi delle mie mani il terreno… ne uscirono forti e potenti radici che si frapposero tra noi e la bestia…

Caius mi osservava… ma sembrava l’unico dato che tutto il popolo era impegnato a scappare… e l’animale continuava ad ondeggiare sopra di noi, cercando di evitare le mie radici, cercando di non farsi imprigionare… ne creai altre… e questa volta riuscii a bloccarla… scariche elettriche si addentrarono nel terreno , sbalzando via Joe e me… che cretina ero stata! Perché non avevo pensato a tale probabilità?...

Mi rialzai e, tentando di non barcollare, mi avvicinai di nuovo alla bestia che ora, dimenandosi, cercava di liberarsi…

Venni buttata a terra un’altra volta… da Joe però… che ora era sdraiato sopra di me: “Attenta bambolina… quelle frecce sono dirette verso di te!” ed io lo osservai: “Jet! Smettila immediatamente di usare mio marito! Esci dalla sua mente!” intimai, scrollandomelo di dosso…

“Ti serve il mio aiuto! Così posso dartelo senza essere scoperto, no?”

Sospirai… come sempre con Jet… quello tendeva sempre a far oscillare la mia pazienza verso la decisione: uccidilo, per lo meno starà zitto!... decisione che mi impedivo sempre di attuare…

“Dove sei?” gli chiesi…

“Dove possa vedere ma allo stesso tempo non essere visto… tranquilla non troveranno il mio corpo… e credo che comunque sia tu il loro bersaglio oggi…”

“Lo avevo capito! È Caius! C’è lui dietro tutto questo!”

“Ti vuole morta…” commentò e poi si avvicinò…

“Bambolina…” mi sussurrò poggiando le sue dita… cioè… quelle di Joe… sul mio mento “…ora daremo spettacolo!” e poi mi sfiorò le labbra con le sue… o meglio, con quelle di Joe… cavolo, mi voleva far impazzire? Quella combinazione era veramente letale: l’atteggiamento di Jet nel corpo di Joe… come si poteva resistere?... ed io ero effettivamente una donna volubile…

Però lo allontanai… questo a Joe non potevo farlo… perché in realtà sapevo che poi si sarebbe ricordato tutto… il potere di Jet rendeva chi vi era soggetto uno spettatore delle azioni dell’incantatore… ergo, dovevo fare in modo che quella faccenda finisse il prima possibile, prima che Jet menzionasse troppe cose…

Gli ordinai di occuparsi degli arcieri… afferrai le radici con cui avevo intrappolato la murena… stavo prendendo la scossa, ma sarebbe stato solo per un po’, perché dalle mie mani uscirono fiamme che percorsero le radici ed arrostirono la murena…

Poi scomparii e ricomparii alle spalle degli arcieri… ma Jet era arrivato prima di me…

“Li hai uccisi tutti…” constatai e lo guardai furiosa…

“Dovevo occuparmene, no?”… faceva anche l’innocente… credeva davvero di aver agito nel giusto…

“Mi servivano vivi per accusarlo… ora non abbiamo prove!” gli spiegai gridando…

“Tanto ci proverà di nuovo, no?”

Era davvero un idiota… ed io che pensavo di aver fatto centro… come pensavo di battere Flare se il mio alleato più forte era Jet?... insubordinato, impulsivo, arrogante, attraente e… e non dovevo assolutamente pensare a quanto fosse attraente…

“Sì… e potrebbe anche riuscirci prima o poi…” sospirai “ esci dal corpo di Joe, subito!”

“Lui è molto sicuro di sé sai? Non è facile controllare il suo corpo, ha una volontà ben salda!”

“E con questo? Meglio per lui, peggio per te…” obiettai… stavo rasentando l’isterismo… doveva assolutamente uscire da Joe…

“Sei arrabbiata con me Fran… ti ho appena salvato la vita, non essere così ingrata!” e mi sorrise… come solo Jet era in grado di sorridere…

Maledizione!

“Se non esci subito da Joe, io…”

“Oh!... ho capito!... ti piace troppo il mix!” e ghignò il maledetto, così lo congelai con lo sguardo…

“D’accordo… non ti prendo in giro, non ti piace… vado.. ci vediamo Fran!”

“Ciao Jet…” commentai e quando Joe fu di nuovo padrone di sé lo capii… lo capii perfettamente…

“Questa me la devi spiegare… Fran…” pronunciò il mio nome nello stesso modo in cui lo aveva fatto il mio alleato idiota… ma con rabbia celata…

Benone… ci mancava solo questo!

Ma le mie disgrazie potevano mai aver fine? Avrei mai potuto avere una vita tranquilla?... la vocina nella mia testa, quella che poteva essere imputata alla mia coscienza, mi disse che no, non potevo, perché avevo troppo da espiare… perché avevo causato troppa sofferenza… e il male fatto prima o poi torna indietro…

“No! Non ti spiegherò niente!” e lo lasciai lì, sparendo, diventando aria…

Lui era l’ultimo che avrei voluto affrontare in quel momento…

Parte 12

Rientrando in camera mia lo trovai seduto sul letto, furioso… oh sì se era furioso, e non doveva neanche aver dormito…

“Dove sei stata per quasi tutta la notte? Con Jet?” mi assalì irato, preoccupato e… forse si sentiva anche tradito… ma non era così e anche se comprendevo la sua gelosia, questo suo continuare a dubitare mi feriva…

“No… ho fatto una passeggiata…” replicai acidamente…

Fu allora che si alzò di scatto ed imprigionandomi tra le sue braccia, mi bloccò tra il suo corpo e il muro…

“Françoise, non mi piace essere preso in giro…” chiarì, con quel tono di voce carico di rabbia repressa…

“E a me non piace essere presa con la forza! Lasciami Joe!” mi dimenai, ma la sua presa era ben salda…

“No!... ci vai a letto?” chiese… ed io scoppiai a ridere…

“Tutto qui? È questa la tua unica preoccupazione, sei geloso di Jet?” domandai ilare…

“Ti ha chiamata «bambolina» ed ha provato a baciarti!”

“Mi sono scansata!” replicai a quella che per lui doveva essere un’argomentazione valida per rendere fondata la sua gelosia…

“Soltanto perché sapevi che mi sarei ricordato tutto!” ok… uno pari… ma non significava che non mi sarei allontanata ugualmente…

“No! Perché sei tu mio marito! Non bacio nessun altro e non vado a letto con nessuno!”

“E dovrei crederti? Non fai altro che mentirmi!”

“Vuoi le prove?” lo incalzai furiosa… lui dubitava veramente di me…

“Puoi fornirmele?”

“Sì, idiota di un marito! Ti basterebbe venire a letto con me e ti renderesti subito conto della verità delle mie parole!” sbottai poco delicatamente, ma ormai avevo traboccato l’orlo della collera… non lo avrei mai tradito… avevo deciso di prendere seriamente il matrimonio, era una promessa fatta ad Adam in fondo…

Lui allentò la presa… ora le sue mani non mi bloccavano più… mi accarezzavano…

“E tu Françoise?... vuoi venire a letto con me?” sussurrò… ed era così sensuale la sua voce in quel momento…

“No… voglio fare l’amore con te… è ben diverso…”

Lui mi fissò per un po’, sorrise e mi baciò… uno dei suoi meravigliosi baci… uno di quei baci che bramavo ogni singolo giorno… ma non potevo mostrarlo, perché lui stava davvero diventando la mia unica debolezza…

Il suo bacio mi fece distendere sul letto… mi staccai a fatica dalle sue labbra, per poter respirare, e lui ne approfittò per dedicarsi al mio collo… e mi fece rabbrividire… mi provocava scariche elettriche in tutto il corpo… ed ora le sue mani… potevo sentire le sue mani scivolare sulle mie gambe seminude… dio, sarei potuta morire per questo…

Poi… uno strattone deciso ed uno squarcio… mi aveva letteralmente strappato il corpetto… sorrisi e gli sussurrai all’orecchio: “Non vedevi l’ora di farlo, vero?”

Lui mi fissò con i suoi occhi ora profondi, carichi di desiderio… non ero in grado di respirare se lui mi guardava in quel modo… la sua mano, che ora scivolava sinuosamente sul mio seno, mi lasciava estasiata…

“Respira Françoise…”

Lo feci, ma per poco, perché mi rubò di nuovo l’aria baciandomi… e dopo quel bacio non resistetti più… lo spogliai con foga, con desiderio e lui fece altrettanto con quel che restava del mio vestito… completamente nudi ci rotolammo insieme sul letto… avvinghiati, come le nostre labbra, avidi entrambi l’uno dell’altra… gridai senza ritegno quando lui violò la mia intimità con un dito… ero piacevolmente sconvolta da tutto le sensazioni che mi stava facendo provare…

Mi stese di nuovo sul letto, accarezzandomi dolcemente: “Ti farò male…” mi disse vicino alle mie labbra…

“Lo so…” risposi.

Cercò di rassicurarmi e dopo un nuovo, lunghissimo bacio, provai una fitta di dolore al basso ventre… ed urlai…

Lui mi bloccò di nuovo il respiro con la sua bocca… rimase fermo dentro di me, finché non fui io a muovermi… volevo sentirlo… volevo davvero fare l’amore con lui, perché in tutti questi mesi passati accanto avevo capito che sbagliavo a rifiutare il mio destino…

Perché alla fine me ne ero innamorata realmente… e lui lo fece, si mosse insieme a me, mi portò nel posto in cui alla mente era concesso perdersi, nel posto dove solo passione e desiderio erano presenti…

Mi sentivo persa, ma appagata… ogni sua spinta, ogni mio gemito, ogni nostro incontro era perfetto… perfetto come l’istante finale… raggiungerlo insieme, gridare e poi cadere sfiniti… avvolti dalle rispettive braccia… “ma perché diavolo non gli ho concesso di farlo prima?” pensai, addormentandomi cullata dalle sue carezze…

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Dovevo tornare in America… dovevo avvisare mio fratello… Joe doveva assolutamente sapere quello che avevo scoperto su Françoise e Flare… l’alleanza con re Luis, il fatto che Françoise stessa fosse stata una pupilla di Flare, oltre che sua figlia… dovevo partire subito… ed arrivare ancora più in fretta, perché temevo per l’incolumità di mio fratello se aveva accanto quell’assassina…

Parte 13

Non me lo sarei mai aspettato così intenso… avevo avuto centinaia di donne e con nessuno ero riuscito anche solo minimamente a sfiorare quello che avevo ottenuto con lei… era stato tutto paradisiaco, dal profumo della sua pelle, dei suoi capelli, dalla soffice consistenza di ogni parte del suo corpo… tutto in lei era perfetto, sensuale… persino i suoi movimenti mi avevano stupito…

Seppur un po’ impacciata all’inizio, poi aveva saputo seguirmi senza ostacoli… era come se i nostri corpi fossero stati creati per unirsi…

E poi… era stato bellissimo ascoltarla gemere… era stato come se la sua estasi mi venisse trasmessa con quell’eccitante sorrisetto che lei aveva manifestato all’apice del piacere… quel sorriso aveva reso soddisfatto anche me… mi aveva condotto al culmine… ed i suoi occhi limpidi, appagati, mi avevano reso fiero di quello che avevo ottenuto dopo una così lunga attesa… attesa che era valsa ogni singola pena o difficoltà che si erano verificate durante il percorso… dalla scoperta di quello che era stato mio padre per lei a Jet…

Mi ero reso conto davvero dell’amore che provavo per lei quando avevo pensato che la parte migliore di quella notte non fosse stata il sesso, ma avere lei addormentata tra le mie braccia… capire che lei era arrivata a fidarsi talmente tanto di me mi aveva dato più piacere dell’atto sessuale in sé…

E sapevo che era solo l’inizio… non l’avrei lasciata di certo sfuggire, non sarebbe uscita facilmente da questo letto e sapevo che sarebbe stata nuda per gran parte della giornata…

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Due settimane di sesso non-stop…ok, non lo facevamo tutto il giorno, ma lo facevamo tutte le notti e Joe si era trasferito a tutti gli effetti nella mia camera… ero così ebbra che non riuscivo a ragionare… e poi vivevo in un mondo fatto totalmente di farfalle colorate… e questo me lo aveva fatto notare Jet…

Avevo spostato il suo addestramento al pomeriggio… addestramento di cui tra l’altro non aveva più bisogno, ma che a me serviva perché lui era mio amico, con lui potevo parlare di tutto… anche di quello che facevo con Joe…

“Allora, quel sorrisetto soddisfatto oggi a cosa lo dobbiamo?” domandò indiscreto, prendendomi in giro… perché mi ascoltava sì, ma solo per provocarmi…

“Lo abbiamo fatto sul pavimento della sala del trono… sul trono e poi addosso alla parete… e mi sono aggrappata così forte ad un arazzo che l’ho strappato…” risposi, sdraiandomi sul prato accanto a lui…

“C’è dell’altro?...” chiese ironico, con quel sorrisetto spocchioso e arrogante che mi dedicava sempre, ma che, da quando facevo l’amore con Joe, non aveva più alcun effetto su di me…

“No… per oggi ti ho raccontato tutto… a meno che tu non voglia anche i dettagli…” lo stuzzicai, ma lui declinò: “No…sentire delle prestazioni di Joe mi è bastato una volta!”

“E allora… che vuoi sapere?”

“Bambolina attenta, o ti brucerai!” mi ammonì lui… con che diritto mi parlava di scottature, lui che non sapeva starsene nel letto di una donna per più di una sera!...

“Stai forse insinuando che io sia innamorata?”

“Ti ricordi quello che mi hai detto il giorno dopo la vostra prima volta?”

E compresi… avevo spiegato a Jet il motivo del mio sorriso felice e gli avevo descritto la cosa, dicendo che mai mi ero sentita così bene ed al tempo stesso così sicura… avevo aggiunto che non riuscivo a spiegare quello che provavo per Joe, se non usando la parola amore, ma che io non potevo essere innamorata…avevo quindi affermato e negato quello che sentivo nella stessa frase ed ora… ora non mi rimaneva che ammetterlo…

“Sono innamorata…”

“Bambolina… a noi non è concesso l’amore, né la felicità… questo sprazzo di gioia che stai vivendo durerà poco e tu lo sai!”… mi colpì in pieno petto con quella sua affermazione, ma non mi detti per vinta… era un colpo che ora sapevo contrastare, perché ora credevo nell’amore… sì d’accordo era affrettato… magari era dovuto ai magnifici momenti che avevamo avuto… o magari lo avevo sempre saputo e non lo avevo voluto ammettere… magari quella profezia non mi dispiaceva più così tanto…

“E allora per cosa combattiamo Jet?”

“Per salvare e liberare il mondo da Flare… una di noi…”

“Per questo meritiamo la felicità!... e verrà la felicità Jet!... perché noi non abbiamo mai conosciuto i buoni sentimenti… per noi ci sono stati solo dolore, odio, sangue… e paura… tanta paura Jet… ma alla fine questo cambierà!... vedrai, sconfitta Flare, saremo lontanissimi dal punto di partenza…”

“Ne sei davvero sicura o sei solo ebbra di felicità illusoria?” replicò, per niente convinto… ed io, in effetti ubriaca di quella felicità che non ritenevo affatto illusoria, glielo promisi: “Ne sono sicura… anzi Jet, te lo prometto!”

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La trascinai contro una parete non appena rientrò a palazzo e mi insinuai nella sua bocca, portandola dietro all’enorme scalinata…

“Ci vedranno…” sussurrò, prima che io le rubassi le labbra di nuovo… poi lei infilò le sue mani nei miei capelli: “Stiamo ignorando le regole della pubblica decenza…”

“Parla quella che ieri ha strappato di netto un arazzo… ahia!” strinse un po’ troppo la presa sui miei capelli e precisò che ero stato io ad obbligarla…

Poi lei sussurrò: “Dobbiamo sbrigarci…” e mi abbassò velocemente i pantaloni… mi avvicinai a lei e l’accostai alla parete, facendole incrociare le gambe intorno ai miei fianchi… entrai dentro di lei… e lei urlò… gridò senza ritegno, così forte che fui costretto a baciarla perché avrebbero realmente potuto sentirci… quando giunse al limite serrò le sue gambe contro la mia schiena, spingendomi ancora di più in lei… e fui io ad urlare stavolta, piacevolmente sconvolto da quello che solo lei mi aveva fatto provare…

La sentii sorridere, stretta a me, con la testa inclinata, appoggiata nell’incavo del mio collo… scoppiai a ridere anch’io e l’abbracciai, dandole un bacio sulla testa…

Alla fine ci staccammo, ci rivestimmo in fretta e, mano nella mano, venimmo fuori da sotto la scalinata…

“Bene!... vedo che Fran ha dato finalmente ascolto ai miei consigli…” commentò mia madre osservandoci, con quel sorrisetto che faceva sempre irritare papà… perché lei sapeva e gongolava…

Françoise era perfino arrossita ed era così sensuale con le guance tinte di rosso e la vergogna stampata in viso… beh, liquidai la mamma e la trascinai immediatamente in camera…

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Era bello svegliarsi tra le braccia di Joe ogni mattina… era bello quel rituale che mi ero creata… destarmi prima di lui, coprirmi con il lenzuolo, sedermi sulla poltroncina accanto al letto e guardarlo dormire… era così angelico… lo fissavo per interminabili minuti, finché non mi rendevo conto che era troppo bello per essere vero, che io non meritavo tutto questo… non meritavo lui, quindi mi dedicavo alla parte peggiore della mia routine, bevevo il mio disgustoso intruglio e poi mi facevo un bagno caldo… e me ne andavo…

Ma quella mattina non fu così perché, dopo aver preso la medicina, lui mi trascinò a letto e disse: “Perché ti bevi quella cosa verde?”

“È per evitare di rimanere incinta…”

“E perché lo bevi?”… lo guardai come se fosse totalmente stupido…

“Sì d’accordo, ma non occorre, quegli intrugli fanno male…” sembrava accigliato, quasi infastidito dalla notizia…

“Non a me, non i miei… e comunque non credo sia il caso di avere figli, quindi a mali estremi…”

“Io vorrei avere figli, ma in effetti non adesso, non con Flare ancora viva e vegeta e libera di fare del male…” mi interruppe…

“Saresti un ottimo padre…” commentai, stendendomi accanto a lui… e lo pensavo, lo pensavo davvero…

Lui sorrise: “Adam mi raccontava sempre favole prima di dormire, mi rimboccava le coperte, mi vegliava quando stavo male… vorrei poter essere in grado di diventare un decimo del padre che lui è stato per me…”

“Lo sarai…” lo rassicurai, perché lo credevo davvero capace di essere un ottimo padre, poi aggiunsi: “…io sarò una pessima madre, invece…”

“Perché?” chiese, dubbioso… già, lui non sapeva, lui non mi conosceva, non era al corrente di quella parte di me che mi aveva spinta a cercare Flare, il potere…

“Perché non ho avuto esempi meravigliosi…”

“In che senso?”

“Devo proprio dirtelo?”

“Sì… sei mia moglie, devi dirmi tutto, devi fidarti di me…” sospirai… Joe era determinato con me… voleva il mio amore, che per paradosso aveva ed io non mi ero certo scomodata nel farglielo sapere, e voleva conoscere tutto di me… questa sua determinazione a volte mi faceva parlare, a volte tirava fuori i ricordi spiacevoli…

“Ero l’ultima delusione, la quinta figlia femmina… oltretutto adottata, dunque neanche bella come le altre quattro… quindi i miei genitori non si sono mai curati molto di me e dopo i 9 anni la mia balia mi temeva… pensava fossi un demonio…”

“Un demonio addirittura? Che le avevi fatto?” rideva lo stupido… possibile non avesse capito?

“Avevo iniziato a manifestare i miei poteri… io sono cresciuta sola…” dissi, abbassando la voce e lo sguardo…

Lui mi strinse a sé… non rideva più… era dispiaciuto per me… e per me venire compatita era peggiore del trauma in sé… peggiore della mia triste infanzia…

“Secondo me sarai un’ottima madre…” mi stupì…

“Non saprei come fare, non saprei da dove iniziare…” obiettai… io non potevo essere madre, non sapevo come si faceva, non avevo avuto esempi… ero cresciuta da sola, perché non lo capiva?

“Ma potrai imparare e migliorare… avrai tempo quando non dovrai più combattere Flare…”

“Vuoi davvero avere un figlio… con me?” chiesi stupita… lui credeva in me…

“E con chi altri tesoro? Sei tu la mia regina…”

“Ma… avrebbe i miei poteri… sarebbe come me… questo non ti spaventa?” era davvero così innamorato di me, così poco preoccupato?

“Non ci avevo pensato… ma sarebbe così problematico?” non aveva compreso… non aveva idea di che cosa comportasse…

“In questo mondo, sì… dovrà sempre essere protetto, nascosto… gli daranno la caccia solo perché diverso…” gli feci tristemente notare, perché sapevo che era ingiusto mettere al mondo un figlio che avrebbe sofferto quanto me per quello che era…

“Sarà protetto se è questo che ti preoccupa… io sono il re! Io lo proteggerò!” mi spiazzò di nuovo la sua sicurezza…

“Persino dall’Inquisizione, dal tuo popolo, dagli eventuali nemici che si presenteranno reclamando il suo potere?”

“Sì! Da tutto!”

“Sei ingenuo… commentai, un po’ infastidita da quella sua semplicità nel vedere le cose…

“È diverso… non ho paura…” concluse baciandomi e facendomi stendere di nuovo sotto di lui…

Non sapevo perché stessi così bene con Joe… non riuscivo a capire perché le sue parole mi rendevano la vita facile, felice e con molte meno preoccupazioni… ma temevo che Jet avesse ragione… molto probabilmente la mia felicità era davvero illusoria…

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La vidi rientrare zoppicante e completamente ricoperta di sangue e mi bloccai…

“Che cazzo sta succedendo?” esclamai, ma non mi rispose perché crollò a terra e si voltò verso l’atrio… e lo vidi… un drago!...

Imprecai, ma poi la visuale mi venne tolta dal ponte levatoio che si alzava… notai Françoise con la mano sollevata contemporaneamente al movimento del ponte… era lei, cavolo! Sapeva fare anche questo!

“Sto usando il vento…” mi spiegò notando il mio stupore, poi si alzò e venne verso di me… mi sfilò la spada e scomparve…

Mi affacciai oltre il ponte, attraverso le finestre dell’atrio e la vidi sulla testa del drago conficcargli la mia spada nel cranio… la bestia si lamentò e si accasciò a terra, scomparendo in una fiammata… morta, mentre lei ricompariva dietro di me e crollava di nuovo sul pavimento…

Corsi da lei… era svenuta… mi avvicinai e notai le ustioni, i graffi ed uno squarcio profondo, grondante sangue, distribuito su tutto il braccio… doveva averla morsa… la presi in braccio e la portai all’interno del palazzo… cercavo un dottore, ma i primi che trovai furono mia madre e Stefan… la mamma mi corse incontro terrorizzata, mentre Stefan spariva chissà dove…

“Mettila qui, vieni!” mi fece spazio su un tavolo dell’ingresso e vi posai Françoise… vidi rientrare Stefan con della terra… terra?... la sparse sul corpo di Françoise… inorridii…

“Ma che cazzo stai facendo? Le verrà una febbre del sangue!”

“No, fidati!” mi disse e, poco dopo, vidi la terra brillare e le sue ferite sparire lentamente, insieme alla terra che Stefan le aveva gettato addosso…

“È come una seconda pelle per lei… la madre terra che lenisce e cura le sue ferite…” disse… io lo guardai sconvolto e lui, intuendo il mio quesito, mi anticipò: “L’ho addestrata insieme a tuo padre… la conosco meglio di quanto tu possa immaginare…”

“Jet!” il sussurro di Françoise mi fece voltare…

La vidi alzarsi, toccarsi la testa facendo una smorfia ed aggiungendo: “Jet… non so dove sia, mi ha aiutata ma poi quel coso lo ha colpito con la coda…”

“Vado a cercarlo…” la rassicurò Stefan… ed io me ne andai, ero decisamente di troppo in quel quadretto…

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Raggiunsi Joe dopo essermi discretamente ripresa… avevo il sentore che fosse contrariato ed infatti lo trovai in camera sua a spaccare oggetti…

“Magari ti passa il cattivo umore se lanci le cose per terra, ma non risolvi niente…” palesai la mia presenza con quelle parole… lui mi fissò e commentò soltanto: “Sei sporca di sangue…”

“Capita quando si va a caccia di mostri…”

Lui sospirò e si gettò sul letto… io mi avvicinai e mi sdraiai sopra di lui…

“Non sei attraente sporca di sangue…” mi raffreddò, ma io non mi detti per vinta…

“Potresti fare il bagno insieme a me…” replicai, sperando di aver fatto centro nel suo lato perverso e fornicatore…

Lui sorrise, ma poi il suo volto si scurì di nuovo e chiese: “Stavi con Jet?”

“Oh… sei geloso…”

“No, non sono geloso… non capisco perché tu debba trascorrere tanto tempo con lui…”

“Perché lui ha solo me… ed abbiamo già chiarito questo punto, lui non è malvagio…” precisai… ero stufa di ripetere sempre le stesse cose… Joe voleva uccidere Jet lo avevo capito, ma soltanto perché insidiava il suo territorio, cioè me…

“Beh… potrebbe iniziare ad andarsene per la sua strada…”

“No… lui ci aiuterà contro Flare…”

“Allora vorrei parlargli se non ti dispiace…” ed io non capii…

“Come «parlargli»? Vuoi fare conversazione con lui per stabilire una specie di pacifica alleanza?”

“Esatto Françoise… voglio incontrare Jet!” e mi congelai… ecco, forse temevo quell’incontro più del combattimento diretto con Flare…

Parte 14

“Non devi assolutamente prenderlo in giro, chiaro?” lo ammonii… “e neanche dire niente riguardo alle mie confidenze e sul fatto che abbiamo intenzione di uccidere tutti i suoi consiglieri!” aggiunsi e Jet sbuffò…

“Fran, ho capito! Sarò cauto…” rispose, con un tono che non aveva nulla a che fare con la sua solita arroganza… forse aveva veramente capito, ma poi mi venne in mente che era con Jet che avevo a che fare e così gli ripetei di nuovo per filo e per segno quello che doveva dire, come doveva comportarsi, altrimenti sarebbe caduto nella mia ira… e la mia ira non era piacevole… non lo sarebbe stata affatto…

Ero così convulsamente agitata che non potevo farlo… non potevo permettere che quelle due così diverse parti della mia vita si incontrassero… anzi, si scontrassero… sicuramente avrei dovuto battermi per una di quelle due parti, me lo sentivo… era una cosa istintiva, come sapevo istintivamente che non ero in grado di scegliere… perché erano entrambe due entità importanti della mia esistenza… perché entrambi mi avevano restituito la vita…

Per questo quando varcai l’ingresso della sala del trono insieme a Jet e trovammo Joe da solo, in attesa, mi sentii così in bilico che smisi di respirare… non potevo assistere allo sgretolarsi della mia vita…

“Jet…” lo salutò Joe, porgendogli la mano… Jet l’afferrò e gli sorrise in quel modo insolente che lo rendeva Jet… e, purtroppo per me, quel modo di essere Jet irritava terribilmente Joe…

“Come mai hai richiesto la mia alleanza?” chiese il mio soldato, mandandomi nel panico…

“Non l’ho richiesta… sto semplicemente valutandone l’utilità…” rispose Joe a tono…

“Non ti fidi di me?” pronunciò quelle parole con irritante sicurezza e spavalderia…

“Sei un criminale…” replicò freddamente mio marito…

“No… sto costantemente a contatto con la tua bellissima moglie… è questo che ti da fastidio, non i miei precedenti…”

Io sbiancai e questa volta la mia mancanza di respiro fu palese ad entrambi che si voltarono contemporaneamente verso di me…

“Françoise, respira…” commentò Joe… e non so perché, quelle parole, identiche a quelle proferite in un altro momento, mi dettero coraggio…

“Non litigherete! Voi ora farete i bravi e farete in modo che ci sia un’evoluzione positiva per entrambi!” li fulminai con lo sguardo… fu allora che credo compresero che era meglio per loro se andavano d’amore e d’accordo, ma anche se lo capirono non lo applicarono e si avvicinarono l’uno all’altro, sfidandosi…

“Dammi un motivo per fidarmi di te!”

“Lei si fida di me e delle mie… doti…” e disse «doti» con un tono così malizioso che fu naturale per mio marito adirarsi…

“Io ti spezzo tutte le ossa!” commentò Joe avventandosi su di lui, iniziando con quel primo pugno la loro rissa personale… io mi sedetti in un angolino accanto al trono, decisa a lasciarli sfogare e poi eventualmente fermarli con un vortice di vento che li avrebbe sbalzati ai due poli opposti della stanza…

Lyn mi raggiunse… mi osservò e poi guardò loro ed esclamò: “Secondo te, devo dirglielo ora che sono cugini?”

“Cosa sono?” sobbalzai, allibita…

“Tesoro, Jet è il quinto… ed il suo potere l’aveva la sorella di Adam prima… quindi, suppongo che sia suo figlio…”

“Supponi?” chiesi isterica, incapace di comprendere perché diavolo non me lo avesse detto prima…

“Ne sono sicura… ho avuto una visione su di lui… e sulla sua gemella, che lui non conosce Fran!” mi spiegò… ed io li separai con il vento…

Loro si alzarono e, guardandomi in malo modo, esclamarono contemporaneamente: “Perché l’hai fatto?”

Indicai Lyn, commentando al limite della pazienza: “Chiedetelo a lei!”

La osservarono… Lyn espose il suo migliore ed a mio avviso inquietante sorriso e disse: “Siete cugini Joe… Jet è il figlio della sorella di tuo padre…”

I due si guardarono e boccheggiarono per un po’, cosa che mi fece letteralmente scoppiare a ridere…

“Tu lo sapevi, serpe?” urlò Jet nella mia direzione ed io risposi che mi era stato detto circa dieci secondi prima rispetto a loro… risi di nuovo… e poi loro due risero insieme a me…

Mi avvicinai ad entrambi, detti a Jet un bacio sulla fronte ed a Joe uno sulle labbra… non capirono… ovvio… così spiegai che era perché si erano fatti male… li stavo trattando come due bambini capricciosi… due bambini che avevano appena fatto a pugni… infatti, quando capirono che il mio gesto era una presa in giro, mi guardarono scettici, frustrati ed anche arrabbiati… ed erano così magnificamente belli, con quello sguardo così simile, diverso solamente nel colore, ma non nella posa…

“Fran… sei una piaga…” commentò Jet, mentre Joe mi attirò a sé e mi imprigionò nel suo abbraccio…

“Allora… potete collaborare adesso?” chiesi a lui, dopo aver poggiato la testa nell’incavo del suo collo…

“Ti corrompe con gli occhi dolci?” chiese Jet a Joe ed io lo fulminai con lo sguardo… lui imperterrito continuò: “A me invece riserva sempre quelli furenti…”

“Spiegate questa storia…” chiese Joe rivolto a sua madre ed aumentando la presa… era davvero tanto geloso?

“Non c’è molto da dire, non vedo tua zia da vent’anni… ovviamente lei era come tuo padre… aveva dei poteri… i poteri che ha Jet…”

“E poi… vi somigliate!” aggiunsi io, mettendo sul tavolo quella somiglianza che a me aveva creato tanti problemi…

“Quindi siamo cugini…”

“E da oggi alleati!” mi intromisi di nuovo… Joe mi guardò, gli feci ancora gli occhi dolci e lui sospirò…

“D’accordo… ma ora sparisci Jet… non vorrei che Caius ti vedesse e provasse ad ammazzarti di nuovo…”

“Sì, sparisco… Fran, ricordati dell’idra… dobbiamo stanarla questa notte…”

“Ci vediamo Jet…” lo salutai e lui svanì in un alone di luce soffusa…

“Idra?” chiese Joe, preoccupato…

“Tranquillo, non sarà difficile…” commentai baciandolo… e Lyn, dopo aver detto che non voleva assistere alle nostre effusioni, ci lasciò di nuovo liberi di devastare gli arazzi della sala del trono…

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Françoise era con Jet a caccia di un’idra… dovevo calmarmi… perché in fondo stava bene, perché era forte e Jet l’avrebbe protetta… io invece non potevo perché non ero come loro, non avevo quei fantastici poteri… ero, quindi, decisamente indisponente, perché invidioso di quello che Jet condivideva con lei… e geloso… soprattutto geloso…

Per quanto tentassi, non riuscivo a capire quella parte di lei, un po’ perché lei stessa me la nascondeva, un po’ perché effettivamente non sapevo cosa significasse essere come loro… né potevo comprendere la sua solitudine… io ero cresciuto circondato da una famiglia amorevole… io ero sempre stato circondato d’amore… lei, invece, era sempre stata sola… come Jet…

Quello che avevamo in comune era una sorta di muro fra me e lei, che per quanto mi sforzassi di abbattere diventava sempre più invalicabile… semplicemente perché non la comprendevo, non sempre almeno…

Eppure… quando eravamo insieme… quando eravamo soltanto Joe e Françoise… quando eravamo l’uno tra le braccia dell’altra… in quei momenti mi sentivo totalmente suo, e sapevo che lei era completamente mia…

Sapevo anche che era troppo bello per durare…

Avevo una strana sensazione… precisamente da quando Lucas mi aveva mandato quel messaggio… in cui diceva che tornava a casa per rendermi partecipe di un grande inganno… e l’inquietudine che provavo da settimane si univa a quella che, in questa notte certamente insonne, mi faceva temere per la vita della donna che amavo…

Perché amavo Françoise… perché non sarei mai stato in grado di concepire una vita senza di lei ormai…

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“Un’idra… potevi trovare una scusa migliore…” mi lamentai con Jet, prima di guardarlo con sufficienza…

“Avevi detto che non volevi che lui sapesse dello sterminio dei suoi consiglieri…” si giustificò lui…

“Non li sterminiamo mica stanotte!”

“Lo so… osserviamo le loro depravate, schifose abitudini e poi li massacriamo in settimana, al massimo alla fine del mese…”

Io gli sorrisi…

“Come mai hai optato per la mia idea dello sterminio di massa?” mi chiese, ancora scettico…

“Il drago… mi hanno mandato contro un drago!... sono al limite… o loro, o me!” spiegai… lui intanto continuava ad osservarmi, mentre io cercavo di pedinare Marius…

“Cosa vuoi?” gli chiesi, esasperata dal suo fissarmi…

“Françoise… sei ingrassata!” furono le sue spregiudicate parole… parole che gli costarono l’integrità della mascella…

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Era rientrata all’alba e si era addormentata fra le mie braccia, sfinita ma fortunatamente illesa… e come uno stupido innamorato non le avevo chiesto niente… avevo passato la notte insonne a causa sua, ma non appena lei mi aveva sorriso l’avevo accolta tra le braccia e l’avevo coccolata… si era addormentata sopra il mio torace… sorridente, felice… ed ero doppiamente stupido perché sapevo che mi nascondeva qualcosa, ma me ne fregavo…

Verso mezzogiorno raggiunsi Stefan al porto… Lucas era arrivato e l’accoglienza al mio fratellino era d’obbligo…

Ci abbracciammo, poi lui mi disse che doveva assolutamente parlare con me… da solo…

Mi portò al cimitero e davanti alla tomba di papà disse: “Non possiamo più fidarci di nessuno… e tu… tu non devi assolutamente fidarti di Françoise… devi liberartene il prima possibile!”

“Che stai blaterando?” chiesi offeso, scettico, amareggiato dalle sue parole…

“È lei il sicario che Flare ha addestrato per te! Ed è stata lei che ha ucciso papà!”

“Come fai a dire queste cose? Hai le prove?” non credevo a niente di quello che aveva osato proferire, ma lui mi spiazzò: “Sì… ed ora conosco tutta la storia… dobbiamo avvisare l’Inquisizione… ci serve il loro aiuto, il loro esercito!”

“Lucas… che diavolo…” stava impazzendo… addirittura tirare in ballo l’Inquisizione!

“Joe, ci sono di mezzo anche la mamma, Isabel, Stefan!... ti spiegherò davvero, ti mostrerò le prove, ma tu devi fidarti di me fratello! Possiamo contare solo su noi stessi ora!”

Ascoltai… il suo racconto prima… i suoi testimoni dopo… e ad ogni parola la mia rabbia non faceva che crescere… rabbia che lei, per prima, avrebbe sperimentato sulla sua pelle…

Parte 15

Vederla dormire non rappresentava più per me quell’attrattiva che era sempre stata… ora desideravo solo strangolarla con le mie mani, soffocarla con il cuscino… però mi trattenevo, mi trattenevo ogni singolo giorno con lei… mi frenavo dal trafiggerle quel cuore di pietra con la mia spada, mi comportavo come il marito che ero sempre stato, facevo persino l’amore con lei… ero quello di sempre esternamente, ma interiormente bruciavo di rabbia ed odio… verso di lei, verso quella famiglia che mi stava tradendo giorno dopo giorno… ed ero consapevole che, fra quel covo di serpi, l’unico veramente onesto era Jet…

Già questo era sufficiente ad autorizzarmi a fare una strage, ma Lucas aveva ragione… dovevamo attendere…

Nel frattempo avevo interpellato l’Inquisizione e loro mi avevano inviato il loro braccio armato: Albert ed il suo infallibile, spietato, devastante esercito… perfetti per attaccare Flare… ma quello sarebbe venuto dopo… prima sarebbe toccato a lei, a sua figlia, la sua più intrigante e perfetta spia… la sua arma migliore, quella che mi aveva messo direttamente nel letto… quella che sarebbe stata l’assassino più spietato e pronto che fosse mai esistito…

C’ero cascato in pieno…

Mi ero bevuto il suo inganno solo perché accecato dalla sua bellezza, dalla sua ambigua personalità…

E mi maledivo… maledivo ogni singolo istante trascorso con lei, perché tutto mi rendeva stupido, incapace ed una preda… la sua facile preda…

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Piano attuato, alleato pronto e dodici consiglieri in attesa di essere massacrati… non potevo sentirmi più felice, anzi non potevo essere più felice… la mia vita con Joe cancellava tutto lo spiacevole che avevo passato prima di allora…

Leniva quei sensi di colpa che non sarebbero mai dovuti sparire, che non meritavano di sparire, almeno finché non avessi potuto fare giustizia, almeno fino alla morte di mia madre…

Razionalmente, avevo paura di questa felicità… non la meritavo, non avevo diritti su questa quotidiana serenità… perché era arrivata prima che potessi espiare… e non andava affatto bene…

Ma non potevo farmi prendere dal panico, non ora che ero così vicina a vendicare in parte Adam…

Dovevo essere convinta, sicura, precisa… non potevo sbagliare, perché dopo questo Joe avrebbe preteso spiegazioni che per me era difficile addurre, se non rivelando tutta la verità… se non confessandogli il vero motivo della mia fama… quella stessa fama che lo aveva intrigato e portato a me…

Infine, non dovevo permettere a quelle urla di assalirmi proprio ora, non potevo piangere per quel sangue versato, per l’atto commesso… non adesso… il tempo di pagare sarebbe venuto, ma doveva assolutamente venire prima la salvezza di Joe… nient’altro!

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“Ho carta bianca, allora?” ghignò Caius una volta che gli spiegai le mie intenzioni… e forse era lui l’unico in quella stanza che desiderava vederla morta più di me…

“Sì… avete carta bianca!” pronunciai, pentendomi in parte di quelle parole, perché sapevo quello che lui le avrebbe fatto… ma il pentimento fu temporaneo, perché la rabbia, la bruciante rabbia che mi divorava dentro, era ancora ben alimentata…

“Bene!” gracchiò, ritirandosi e lasciando ad Albert la parola: “E re Luis e la sua famiglia?”

“Sono alleati di Flare, avranno la fine che meritano… tutti!”

Esageravo lo sapevo… o meglio, lo sapeva la parte razionale di me, ma non l’ascoltavo… mi comportavo in modo spregevole, mi stavo comportando come Flare… e non sapevo se sarei stato in grado di fermarmi… perché desideravo ardentemente fargliela pagare…

“E la tua famiglia?” continuò Albert…

“Non lo so…” ammisi… era facile condannare a morte degli estranei… era stato facile persino con Françoise, perché il mio odio me lo aveva permesso…

Ma mia madre… Stefan… Isabel… e la loro bambina… sarei stato capace di punire anche loro?

“Tua madre è una strega, una di loro… Isabel potrebbe avere il suo stesso potere… ed anche Anne!” iniziò Albert, poi continuò: “Stefan invece… ecco, sarebbe pericoloso liberarsi di lui… i briganti potrebbero ribellarsi…”

“Vuoi uccidergli la famiglia e lasciarlo in vita? Sarà lui a ribellarsi!... non mi macchierò del sangue dei miei familiari, questo non posso farlo, ma farò in modo che scontino la loro colpa!”

Lucas mi appoggiò sostenendo che la prigione sarebbe andata bene, ma aggiunse anche che Isabel ed Anne ne restavano fuori, loro non c’entravano niente…

“Come volete voi… ma al popolo non piacerà…” commentò Albert… lo compresi meglio di quanto volessi dare ad intendere, ma non potevo farlo… non li avrei uccisi, il popolo poteva lamentarsi quanto voleva, ero io che decidevo…

Al popolo avrei successivamente dato in pasto Jet… forse… era strano come in quel quadro di odio e premeditata vendetta avevo deciso di lasciare fuori Jet… perché era parte della mia famiglia? Una parte che effettivamente non avevo mai conosciuto… o perché era anche lui un’inconsapevole pedina di Françoise?

Non sapevo quello che ne avrei fatto di Jet, ma di certo sapevo quello che avrei fatto a lei e temevo che per questo mi sarei dovuto liberare anche di Jet, perché lui era stato soggiogato da lei…

Comunque, non importava… poche cose per me in quel momento erano certe… ed all’arrivo dei miei prigionieri quelle poche cose sarebbero divenute reali.

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Trafitto il cuore di Caius mi voltai verso Jet... aveva appena eliminato Marius... erano gli ultimi due, era finita… mi avvicinai a lui e con un pezzo della manica del mio vestito gli pulii la ferita che aveva al braccio e poi la bendai.

“Abbiamo vinto?” proferì esausto ma docile, sorridente.

Sorrisi anche io, ma per poco... troppo poco… era solo la prima battaglia, mancava ancora la guerra, quella vera.

“Sai che devi fare ora, vero?” gli chiesi dolcemente.

“Preferirei restare con te…” mi anticipò… aveva paura della reazione di Joe, in fondo per me quella era la notte della verità.

“No… devi trovare Natalie ed i briganti. Devi portarli a noi, saranno il nostro potente esercito… e sta’ tranquillo, io so cavarmela!” gli spiegai di nuovo, con un tono così quieto che quasi non sembrava fosse mio.

“Ma non stai bene!” replicò sorprendendomi… che se ne fosse accorto?

“Che vuoi dire?”

“Sono un po’ di giorni che ti osservo, sei pallida, sempre stanca e prima non hai combattuto al massimo del tuo potere…” ed in effetti se n’era accorto.

“È vero… sono stanca, ma so ancora cavarmela!” precisai, in fondo avevo appena ucciso Caius... era stato anche troppo facile eliminare uno stregone del suo calibro… forse lo avevo sopravvalutato… poi, per un fulmineo momento, pensai al mio malessere, a quel dubbio che da giorni non faceva che assillarmi... dubbio che di certo non avrei confermato… no, lo avrei ignorato ancora per un po’, non potevano esserci conferme per quello, perché non era ammissibile che potesse essere accaduta una cosa del genere.

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Quando rientrai a palazzo, un po’ acciaccata, piena di preoccupazioni riguardo a quella vita che mi attendeva fra confessioni e disarmanti, probabili, nuovi eventi, non mi accorsi di lui finché non mi chiamò.

Joe mi stava aspettando seduto sulla gradinata.

Sorrisi e mi diressi verso di lui... lo baciai… lo baciai come non avevo mai fatto, sussurrandogli quello che non avevo mai avuto il coraggio di pronunciare…

“Ti amo!” gli dissi e avvertii la sua presa farsi più forte sul mio corpo… mi toglieva quasi il fiato… poi lui mi prese in braccio e mi condusse in camera mia.

Facemmo l’amore, ma in modo decisamente diverso, sembrava tutto così perfetto e definitivo… era come se per Joe quella fosse l’ultima volta… scacciai quei pensieri dalla mia testa e mi lasciai andare a lui ed alle sue carezze… gioii di quel magnifico momento che condividevo con lui da ormai più di due mesi e che ormai per me era diventato indispensabile… come lui... mio unico vero amore.

Ora ne ero consapevole… ero innamorata di Joe e tutto quello che sarebbe venuto non era in grado di spaventarmi, perché c’era Joe al mio fianco…

Mi lasciai cadere sopra di lui sfinita e fu allora che sentii una puntura…

“Ahi!” esclamai, prima di vedere quello che lui aveva in mano…

“Che cos’è?” chiesi, osservando l’oggetto affusolato ed appuntito che teneva sul palmo della sua mano.

“È un filtro... ti farà dormire per un po’…” spiegò con voce fredda, ferma… sembrava quella di un assassino…

“Cosa? Perché lo hai fatto?”

“Perché ho capito chi sei veramente… sono finiti i tuoi giochetti Françoise…”

“Non ti capisco…” pronunciai, sentendo le mie forze venire meno, sentendomi sempre più debole.

“Hai trucidato i miei consiglieri… scommetto che io sarei stato il prossimo vero? È finita per te, per la tua cara mammina Flare e per tutti i tuoi alleati!”

“Alleati?” dissi con un sussurro, prima che le forze mi abbandonassero…

“Già… la tua famiglia e la mia!” furono le sue ultime parole, quello che sentii prima di chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo… e mi addormentai con quell’unica consapevolezza: il mio mondo felice era distrutto... il sogno era terminato…

Parte 16

Mi svegliai in quella stessa fredda cella che era stata per un po' l'alloggio di Jet... e capii che forse era il caso di disperarsi... Joe mi odiava... mi voleva morta e da quello che avevo appreso dalle sue poche, criptiche, parole erano nei guai i miei familiari ed i suoi... Lyn, Stefan... non potevo pensare a loro e a quello che sarebbe successo...

Per fortuna Jet non c'era, per fortuna a lui non sarebbe toccata quella sorte... per fortuna c'era lui che poteva ancora cercare di fermare Joe... ma per il momento spettava a me...

Almeno in parte, perché avevo capito che le sue decisioni erano state dettate dall'ira... ira verso di me, verso le mie menzogne... che sinceramente non erano bugie, erano solo mancate informazioni nei riguardi della verità... erano parti nascoste e segrete della mia vita che prima o poi lui avrebbe potuto scoprire... se solo non fosse stato così stupido da farsi prendere in giro... ma da chi poi? Avevo ucciso tutti i consiglieri...

Fu un lancinante dubbio a sconvolgermi, un lampo nella mia mente…

Era stato troppo facile liberarsi di Caius... lo avevo sempre saputo... era stato dannatamente troppo facile... troppo, troppo!

Ero stata una stupida... per una volta che abbassavo la guardia, dovevo pagarne le conseguenze in questo modo?

Mentre continuavo a darmi dell’idiota, sentii la porta dietro di me aprirsi... mi voltai e lo vidi, fermo oltre la barriera che lo teneva al sicuro da me…

Lo fissavo e lui mi guardava con disprezzo, disgusto… abbassai lo sguardo, non riuscivo a sostenere il suo, così diverso da quello di poche ore prima, così maledettamente non più... innamorato…

“Sei un’assassina!” commentò sprezzante e compresi… evidentemente sapeva della mia incursione la notte prima nelle case dei suoi consiglieri e dello sterminio collettivo…

“Come hai fatto a scoprirlo?” chiesi freddamente... se lui poteva permettersi di cambiare i suoi sentimenti in poche ore, potevo farlo anch’io… anch’io potevo essere distaccata…

“Te ne sei fatta sfuggire un paio… testimoni amore… testimoni che ora ti vogliono morta!” rimasi basita... lo sapevo, maledizione, lo sapevo che era stato troppo facile: “Chi mi è sfuggito?” gli chiesi…

“Caius e Marius…”

“Sei in pericolo!” commentai e mi avvicinai a lui: “Devi stare attento… loro ti vogliono morto!”… ero terrorizzata, come avevo potuto fallire così miseramente, come potevo non aver sradicato il peggio?

“Smettila!” urlò “Credi di avere a che fare con uno stupido?... le tue movenze, le tue parole, non mi incantano più…. so del piano di tuo padre, so dell’alleanza con Flare… e tu e la tua famiglia pagherete per questo!”

“La mia famiglia?” chiesi... altra intuizione che avevo decisamente centrato…

“Sono tutti qua… il mio generale li ha catturati e verranno condannati per il loro tradimento… moriranno, esattamente come te!” mi disse con aria trionfante, aria che io cancellai con le mie parole…

“Loro non moriranno!... tu non lo permetterai!” …erano parole fredde, sicure, che lo stordirono per un po’, che gli fecero perdere parte di quella sicurezza che l’odio gli aveva dato. Ma fu soltanto per un momento, si riprese e mi disse: “Ne sei sicura?”

“Ascoltami bene neo-re frustrato e perennemente perdente… tu farai in modo di far ricadere su di me tutta la colpa! Li proteggerai e ti assicurerai che alla mia famiglia non accada nulla… ed io in cambio ti rivelerò il nascondiglio di mia madre…” esclamai e lui ne fu totalmente stupito questa volta…

“Cosa?”

“Hai capito bene…”

“Perché lo fai?” chiese… evidentemente doveva sapere qualcosa riguardo il mio passato, solo questo poteva spiegare quell’odio, quell’accanimento verso di me… quel suo considerarmi un’assassina... e se avevo compreso bene l’informazione doveva essere arrivata con il suo generale, con Lucas, quindi Flare ne era l’artefice… a Flare andava imputata tutta la colpa al riguardo… giurai a me stessa che avrebbe pagato anche per questo…
”Per proteggere i miei cari… dammi la tua parola, a loro non accadrà niente!”

“A loro non accadrà niente!” ripeté... ed io sapevo che potevo fidarmi della sua parola, ma non potevo fidarmi dei suoi consiglieri, per cui: “Perfetto… prima della mia esecuzione torna da me e saprai dove si nasconde Flare!”

Lui non rispose, ma tirando una leva aprì un lato della mia cella… comparve un vetro, molto resistente, che mi permetteva di vedere nella cella attigua… fu lì che li vidi… la mia famiglia… i miei genitori, le mie sorelle, che ci guardavano, incapaci di capire… e dietro di loro, poco più in là, Lyn e Stefan, che purtroppo avevano capito tutto…

“Li libererò solo quando avrò trovato ed ucciso Flare!” disse, rivolgendosi a me…

“Allora abbiamo appena stipulato un patto!”

“Continuo a non capirti…” asserì… ed era vero, era dubbioso, ma era ancora decisamente furioso con me…

“Non mi hai mai capita… ma d’altra parte non puoi capire chi ti nasconde la verità... non hai mai capito neanche Adam…” gli spiegai e sapevo che con quelle parole lo avevo reso decisamente più ostile… rinfacciargli il fatto che non fosse degno del padre defunto, che non avesse mai capito le intenzioni del genitore, questo era colpirlo in basso, davvero in basso…

“L’essere stata partecipe della vita di mio padre non ti salverà dal venir condannata a morte…” commentò lui a denti stretti…

“Non importa… l’importante è proteggere i miei affetti… Joe, guardati le spalle, io non posso più farlo!” lo ammonii… e lui se ne andò furioso con me…. perché pensava che io fossi quella che voleva tradirlo… ma non importava… dovevo solo attendere e sistemare le cose nell’ombra… dovevo rimediare allo sbaglio commesso la sera prima… quindi mi sarei fatta processare e giustiziare, quei due spocchiosi non avevano ancora capito con chi avevano a che fare, non conoscevano la reale portata del mio potere… ma a breve gliel’avrei certamente mostrata…

“Perché sei in una cella da strega?” mi chiese mio padre perplesso… non capiva che il potere che lui aveva rincorso per anni era mio… e di certo io non avrei esplicato i suoi dubbi…

“Secondo voi perché?”

“Tu!... non solo hai i poteri di Flare, ma anche quelli di Damian!” iniziò a gridare ed io mi infuriai: “Piantatela! Piantatela di rincorrere il mito, piantatela di mettere in mezzo noi nella vostra ridicola ossessione per quei poteri! Non sono una fortuna, sono una sciagura, una croce! Richiedono solo responsabilità!” gridai…

“Ti sei innamorata di lui! Tu dovevi distrarlo, non innamorarti!” mi criticò… e veramente in quel momento avrei voluto ucciderlo con le mie mani, avrei voluto sfogare quel potere su di lui, quel potere per cui lui stava sacrificando la sua famiglia…

“Tacete! Voi dovevate pensare alla vostra famiglia! L’alleanza con Flare è stato tutto ciò di più stupido che poteste fare e se ora non morirete dovrete ringraziare me, me soltanto!”

”Ma a te cosa accadrà?” chiese mia sorella maggiore…

“Verrò condannata a morte per omicidio e tradimento… sai, una regina che uccide i consiglieri del re da queste parti non è vista di buon occhio… ma non importa… non mi importa più ormai…” conclusi sedendomi per terra e poggiando la schiena alla parete.

Davvero non mi interessava… avrei sopportato le torture, il processo ed anche le fiamme.

Avevo un unico obiettivo… e lo avrei compiuto… e forse sapevo anche come fare…

“La gemella di Jet, quella che hai visto nella tua visione Lyn, ha il suo stesso potere?” chiesi, alzando lo sguardo nella sua direzione…

“Sì suppongo, ma temo sia emotivamente confusa e braccata… come lo era Jet…”

“Vuoi farci aiutare da lei? Non è meglio chiedere a Jet?” mi anticipò Stefan…

“No! Jet è alla ricerca di Natalie… e non sarà neanche sua sorella a salvarci! Sto cercando di organizzare il dopo…”

“Il dopo?” chiese dubbioso…

“State tranquilli, a voi non accadrà niente! Una volta morta io, voi sarete tutti al sicuro!”

“Françoise, che hai in mente?” chiese Lyn, sconvolta, con voce flebile e preoccupata.

“Ho intenzione di morire, per questo sto organizzando il mio post-mortem…”

“Sei fuori di testa?” urlò mio padre in preda all’ira…

“Mai stata più lucida… ho un piano... mi processeranno domani, dopodiché io dirò a Joe dove si nasconde Flare in cambio della vostra libertà... e di certo Joe ed il suo esercito partiranno… voi andrete con lui... e convincerete Jet e Natalie a fare altrettanto... lo aiuterete contro Flare, chiaro?”

Mi guardarono sconvolti, sospettosi... forse pensavano stessi impazzendo... e le mie successive parole in effetti confermarono i loro dubbi, perché conclusi: “In quanto a me, io mi godrò le fiamme!”

Parte 17

Mentre venivo trascinata al cospetto di Caius e degli altri miei accusatori, mi sentii decisamente poco vittoriosa, ma non importava... questa umiliazione l’avrebbe pagata tutta Caius... lo avrei massacrato.

Tutto il mio popolo era presente, quindi tutto quello che avevo fatto per loro adesso lo consideravano solo come le azioni losche e sospettose di una perfida strega... ora mi odiavano tutti... Joe per primo... ma stranamente non m'interessava poi così tanto… ero avvezza all'odio, alla diffidenza, all’essere isolata... per questo non mi faceva alcun effetto... neanche venir condotta in catene di fronte ai superstiti consiglieri, all'Inquisizione e ad un marito con propositi di vendetta attivi e decisi mi metteva soggezione... niente avrebbe sminuito la mia naturale baldanza…

“Vostra maestà..." esordì Caius, ostentando un finto inchino nei miei confronti...

“Patetico omuncolo!” risposi io, sorridendo di rimando... con sfida.... orgoglio...

Ero Françoise Arnaul in fondo, l’ultima dei cinque protettori di questa umanità... in me scorreva il sangue di Morgana e Damian, ex-divinità a tutti gli effetti... io governavo gli elementi, perché mi sarei dovuta inchinare a loro?... loro che erano salvi solo grazie al nostro sacrificio...

“Non osate prendervi gioco di noi!”

“Perché, userai la frusta? Se non sbaglio è proprio quello che ti piace! Tu godi delle sofferenze umane!”

“Voi morirete!"

“Sì... ma tu verrai con me!”

“Ora basta! Vorrei sapere di cosa si accusa la regina!” interruppe il nostro intimo colloquio un uomo sulla trentina, di bell’aspetto, con i capelli bianchi, nonostante la giovane età, e gli occhi di ghiaccio... indossava una lunga tunica rossa... fu allora che capii, lui rappresentava l'Inquisizione e si presentò come Albert... il braccio armato... il generale... colui che deteneva il controllo del loro devastante, numeroso, temibile esercito... lo osservai e mi feci elencare da lui tutte le mie accuse... a quanto pareva, Joe aveva mantenuto il patto... aveva dato la colpa a me... tutta la colpa a me...

“Quindi, fatemi riassumere… io ho ucciso tutti i consiglieri, presenti esclusi con mio enorme dispiacere, e questo lo confermo... anzi, temo di andarne decisamente fiera...”

“Io ti ammazzo!” urlò Caius... ma Albert lo interruppe di nuovo...

Mi permise di continuare...

“Sarei anche una spia di Flare, avrei complottato con lei per la morte di re Adam, ne sarei stata un’artefice ed ora starei tramando anche alle spalle del neo-reo con l’unica intenzione di uccidere anche lui...”

“Sì, sono le accuse…” commentò Albert...

“Le confermo! Io sola ho creato questo caos... io sola!” specificai, in modo che nessun altro venisse punito per quella faccenda…

“E Flare ovviamente!”

“Ovviamente!” replicai alla precisazione di Albert... neanche avevano idea di quello che stava tramando Flare... pretendevano di colpirla uccidendo me, la sua più accanita oppositrice...

“Ed i tuoi precedenti?”

“Quali precedenti?” chiesi, confusa da quella domanda…

“Le incursioni nei villaggi europei, la guerriglia al fianco di Flare, i massacri!... questi sono i tuoi precedenti!” ...e se loro li conoscevano, allora dietro a questa immonda confusione c’era la grande tessitrice di storie... mia madre mi aveva scavato la fossa...

“Sono errori... di tanto tempo fa..."

“Ma sono i tuoi errori!”

“Sì! Sono miei errori!”... e ne pagherò per sempre le conseguenze avrei voluto aggiungere, ma non lo feci... chiesi solo: “Dunque, qual è il verdetto?”

“Ovviamente la morte... sul rogo!” si pronunciò Albert... inoltre, disse che per quelle come me non c’era niente che avrebbe potuto alleviare le fiamme che mi avrebbero divorata...

Pensare che io le fiamme le trovavo piacevoli... che ironia...

“Domattina!” aggiunse Caius…

“Tutto qua? Avete altro da aggiungere?” chiesi, minimamente preoccupata per il rogo, era quello che volevo… la morte, l’unica cosa che cercavo, l’unico modo per fuggire a questo immenso caos...

“Spudorata!” urlò di nuovo Caius e forse... forse avrebbe usato la frusta su di me... ma non mi importava...

“Spudorata? Oh, no... Tu hai un’idea di chi sono io? Nessuno di voi sa quello che io rappresento...Tu dovresti inginocchiarti a me e non osare contrastarmi!...raffiguro un ex-divinità in fondo..."

“E questo ti basta, come basta a Flare, per reclamare diritti sull’umanità?” chiese Albert…

“Sono diversa da Flare!”

“Rimani comunque un’assassina!”


”Vero… ma pur sempre diversa da Flare!”

“Portatela via!” si intromise Joe, pronunciando le uniche parole della giornata... il suo sguardo perplesso fu tutto ciò che vidi lasciando il palco…

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Non mi sbagliavo su Caius e la frusta, il maledetto si stava divertendo ad infierire sulla mia schiena, ma se pensava che avrei urlato… beh, si sbagliava... se pensava che lo avrei implorato di smettere non aveva capito niente di me... non sapeva che cosa ero stata in grado di affrontare... esistevano dolori decisamente peggiori... e più la sua frusta lacerava le mie carni, più lui ghignava compiaciuto ad ogni colpo, più io immaginavo in quanti e quali modi atroci ucciderlo... perché lo avrei fatto... Françoise la strega lo avrebbe colpito ed ammazzato brutalmente... poi vidi l’attizzatoio... inorridii... quello voleva marchiarmi... si avvicinò al mio viso e sbiancai... peggio, voleva sfigurarmi...

Infatti, mi disse: “Ora ci occuperemo del tuo bel visino..."

“No, non lo farete!” lo interruppe Joe entrando “Ve ne andrete! Ora!” ordine che evidentemente gli bastò... se ne andò con la coda fra le gambe e Joe mi tirò giù dai ganci a cui mi avevano appesa...

“A cosa devo questa entrata da principe azzurro?” chiesi, lasciandomi scivolare a terra…

“La mamma... mi ha fatto chiamare dalle guardie... lo ha visto entrare nella tua cella… lo hai fatto arrabbiare...”

“Oh andiamo, non fare l’ingenuo! L’hai sempre visto quello che accadeva qui dentro... lo ha sempre fatto, con ogni prigioniero... gli piacciono le sofferenze... questa è la sua stanza dei giochi!” commentai acidamente e lui osò replicare con: “Nessuno è perfetto…”

”È la serpe nel tuo seno!” gli spiegai… come poteva essere così cieco, come poteva essere così stupido?

“Quella non eri tu?”

“Come mai ancora qui e senza protezione?” chiesi, vedendolo sedersi accanto a me...

“Vorrei capire…” rispose sospirando…

“Cosa vuoi capire?” lo guardai... sembrava frustrato…

“Tu Françoise! Spiegami il motivo!”

Lo osservai a lungo e compresi...

“Oh, vuoi il perché di tutte le mie orribili azioni…” commentai mugolando… voleva la verità… tutta la verità... ed io lo amavo… glielo dovevo in fondo... potevo provare per una volta ad essere sincera con lui...

“Le incursioni nei villaggi! Hai decimato persone innocenti insieme a Flare!” era vero… ora ne era al corrente anche lui, ora sapeva quello che ero stata…

“Lo so…” e non ne andavo fiera “…mi sentivo sola... sterminavo famiglie perché in collera con la mia…”

“Era un motivo valido per te?” non lo capiva... non riusciva a comprendere perché lo avevo fatto…

“Con il senno di poi, no… ma allora?... sono stata in posti oscuri Joe, qualcosa che tu non puoi neanche immaginare, la morte sarebbe un sollievo in confronto a quello che ho visto, sentito, causato… la mia solitudine era accompagnata da terrore e panico per quello che ero… braccata da chi voleva il mio potere e dal mio stesso potere che mi spingeva ad essere usata... non mi sono mai sentita al sicuro, neanche da bambina, raramente dormivo di notte perché convinta che sarebbe arrivato qualcuno per uccidermi… sono cresciuta nel terrore, che è divenuto odio verso tutte quelle persone normali che potevano avere una vita regolare, tranquilla… sono tornata con Flare perché lei si era offerta di proteggermi ed erigermi al di sopra di quelle persone che odiavo... in fondo rimaneva pur sempre la mia vera madre... ma non capivo quanto fosse sbagliato…” feci una pausa, sospirai, cercando di ignorare il dolore interno e quello esterno delle ferite ancora fresche.

Ma forse era l’anima che faceva più male, perché ricordare il buio, quella parte della mia vita, quello che c’era stato prima di Adam, era veramente troppo... avevo cercato di ignorarlo negli ultimi anni…

“Ora so che è sbagliato... ma non ci sono arrivata da sola... non potevo arrivarci da sola, ero troppo accecata dall’odio… è stato tuo padre a salvarmi, a guidarmi... mi ha mostrato la differenza tra giusto e sbagliato... mi ha spiegato le mie origini, dicendomi che quelli come noi esistevano per proteggere l’umanità, non per sterminarla… ed ho ripudiato Flare allora...”

“Lucas racconta in un modo diverso questa storia…” mi contraddì… voleva sapere la verità, me lo aveva chiesto, ma continuava a non credermi... solo che questo non mi impediva di raccontarla... ormai che avevo iniziato mi veniva così naturale continuare...

“Lucas ne sa una parte e Flare è una brava tessitrice… gli ha fornito il resto, ma non è detto che sia la verità… Lucas è stato ingannato… ma non su tutto… è vero, mio padre era alleato di Flare, altrimenti io non sarei mai potuta tornare da lei… ma ha accettato le nostre nozze solo perché aveva capito le sue mire e voleva allontanarmi da lei… anche se, sì, in effetti avevo il compito di distrarti da Flare e da quell’immenso esercito che sta arruolando per dichiararti guerra..."

“Esercito?” chiese spaventato... e faceva bene a spaventarsi... non avevo cercato Jet per niente... con quello che Flare progettava, né Joe né l'Inquisizione potevano fermarla, non da soli...

“Non preoccuparti, avevo un piano a riguardo…ti basterà cercare Jet e con lui, i briganti e l’esercito dell'Inquisizione, potrete tenergli testa!”

“Dovrei fidarmi di te?” domandò scettico, solo ora che aveva capito il pericolo, solo ora che sapeva che la guerra era imminente… e la temeva… solo un folle non avrebbe avuto paura… e forse era pronto a fidarsi di me…

“Ti sto rivelando la verità, spetta a te decidere se vuoi considerarla tale…”

“Mi stai incantando con il tuo essere, con la tua bellezza!” no, non era pronto... non si sarebbe mai fidato di me, mi odiava troppo...

“È vero, sono un’incantatrice… rientra nelle mie doti, è una collaterale della virtù del fuoco, come il potere di curare rientra nei collaterali della terra… in effetti, tra i cinque, io sono la più potente!”

“Cinque… cosa?”

“I cinque grandi stregoni, amore mio!”

“Non chiamarmi amore e spiegami!” mi zittì con astio... non voleva essere chiamato «amore»... eppure sapeva che non lo avrei detto se non lo provavo veramente... un tempo non aspettava altro, che io lo amassi…

“Tuo padre, Flare, tua madre, mio nonno e la madre di Jet, tua zia! Cinque ex-divinità, con i doni che hanno creato la razza umana, che l’hanno guidata, salvaguardata, fino ad oggi... per salvare gli uomini poi hanno rinunciato alla loro immortalità… tutti, eccetto Flare… ed hanno fatto sì che il loro potere non andasse perso, perché trasmesso attraverso il sangue… anche attraverso il tuo sangue…” spiegai sfiorandogli con le dita il collo, là dove alloggiavano le carotidi “…tua nipote, Anne, ha ereditato il dono di tua madre… lei vede il futuro…”

“Mia madre è una veggente?” era sconvolto… speravo di non aver messo nei guai Lyn…

“Ha guidato lei Adam fino a me e poi ha guidato me a te…”

“Che vuoi dire?”

“Che eravamo destinati a stare insieme, tua madre ci aveva visto! All’inizio li invidiavo, sai? Lyn e Adam si amavano davvero tanto… erano così perfetti insieme ed io odiavo quella visione, che non mi avrebbe permesso di trovare l’amore solo perché ero destinata a te… mi ero allontanata per questo… non ero con tuo padre quando è morto solo perché odiavo il mio destino! E non ho saputo proteggerlo… non ho potuto impedirlo... ho persino provato a curarlo, ma era tardi, aveva perso troppo sangue… lui era tutto per me, lui mi faceva sentire protetta, al sicuro!” mi sfuggì una lacrima ripensando ad Adam, lacrima che lui tolse con una sua carezza…

“In punto di morte gli ho promesso che ti sarei stata accanto, che ti avrei protetto e che ti avrei sposato… non prevedevo certo di innamorarmi di te! Ed ora eccomi qui, a rispettare una parte di patto che mi condurrà al patibolo…”

“Perché lo accetti?” chiese e parlava della mia morte…

“Perché la mia famiglia sarà al sicuro e perché alla fine me lo merito…”

“Non li odiavi?” aveva ragione a diffidare, in fondo non ci credevo nemmeno io… ma sapevo quello che stavo facendo… ero davvero convinta che fosse l’unica soluzione…

“No, sono cambiata… tuo padre mi ha cambiata! Ora però devi farmi un’altra promessa, poi ti dirò dove si nasconde Flare…”

“Cos’altro vuoi?”

“Fidati di Jet… con la mia morte, lui sarà l’unica arma che avrai contro Flare… lui e tua madre… non potrai fare a meno di loro… quindi, li porterai con te in Francia!”

“Sempre che Jet non mi voglia morto…” commentò… sì, Jet lo avrebbe certamente ammazzato per quello che stava per fare a me, ma non prima di aver eliminato Flare, insieme a lui… Jet sapeva che cosa aveva realmente importanza… come me, aveva capito tempo fa che la vendetta non aveva senso… che potevamo fare solo quello che la nostra natura ci reclamava… proteggere l’umanità…

“Solo perché avrai ucciso me? Jet conosce i suoi doveri, prima ti aiuterà e poi forse ti ucciderà… forse…”

“Rassicurante… dove si nasconde Flare?”

“Sotto la Senna, nelle profondità della terra, ci sono dei cunicoli che si diramano per tutta Parigi... è una città sotterranea di cui Flare è l'indiscussa regina… troverai l’ingresso a questi cunicoli nella mia stanza, al palazzo reale, dietro l’arazzo che raffigura Damian… sembra una parete ma vi troverai delle bruciature.. è perché la parete si apre con il fuoco… non hai i miei poteri è vero, ma ti basterà una candela…”

“Lo stai davvero facendo per loro, per salvare una famiglia che ti ha solo usata?” chiese ancora… era davvero scettico… mi credeva davvero l’assassina spietata che gli avevano descritto… non aveva capito che lo avevo sempre fatto in nome dell’amore… a causa della sua mancanza, prima… ed ora tutto quello che facevo invece era in nome della sua presenza…

“Sì… e lo so che non puoi capire, ma devo farlo, è l’unico modo che ho per espiare!”

“Ti lasceranno morire… non hanno provato ad impedirlo…”

“Sì lo so… non importa, davvero...”

“Perfino tuo padre, lascerà morire sua figlia!” era insistente...

“Beh... non è realmente mio padre e poi... è un uomo vuoto, non è malvagio è solo accecato dall’ossessione, ossessione per i poteri di Damian…” sospirai e poi aggiunsi “…e comunque tu lascerai morire tua moglie!”

“No, lascerò morire la strega che con il suo incanto mi ha rubato l’anima e forse dopo sarò libero!”

“Mi odi così tanto?” fu la mia unica domanda… dopo tante risposte era arrivato il mio turno di chiedere…

“Dire che ti odio Françoise è un eufemismo! Se solo potessi ti strapperei quel cuore di pietra con le mie mani!”

“Non credi ad una parola di quello che ho detto…” commentai, consapevole del suo immenso odio…

“Non credo al tuo incanto…”

“Ma ne sei succube…” sussurrai avvicinandomi pericolosamente al suo viso, baciandolo in modo lieve, delicato… bacio che lui stravolse con l’odio, con la sua rabbia cieca, avventandosi sulle mie labbra e costringendomi a terra, sotto il suo peso.

Mi lasciai andare a lui, a quella rabbia che stava sfogando sulla mia bocca, insinuando le sue mani tra i miei capelli in modo possessivo, violento, quasi tirandoli, per bloccarmi, per rendermi succube di lui.

Lo allontanai e lo schiaffeggiai, ribellandomi, pulendo il sangue che usciva dalle mie labbra, labbra che lui aveva morso.

Poi lui si avvicinò di nuovo, mi baciò di nuovo, schiacciandomi sotto il suo peso… ero a terra… con i polsi bloccati sopra la testa e la schiena che mi doleva da morire… avrei potuto urlare a causa del dolore, ma il pavimento gelido era una sorta di sollievo… e le mani di Joe che si intrufolavano sotto la veste mi facevano dimenticare ogni altra sensazione che non fosse il loro scorrere sulla mia pelle… perfino la percezione del tempo, in fondo era la mia ultima notte ufficiale da viva, tanto valeva godersela, tanto valeva passarla in quello splendido, piacevole modo… con lui, tra le sue braccia, godendomi le sue decise e seducenti carezze…

“Verificherò le tue informazioni riguardo al nascondiglio di Flare… e se si riveleranno errate, la tua famiglia ti seguirà sul rogo! Addio!” disse lasciando la stanza, dopo essersi rivestito in fretta, spezzandomi il cuore… e quello era peggio delle fiamme che mi attendevano…

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Non pensavo potesse essere tanto devastante per me… pensavo che vederla morire avrebbe dato sollievo alla mia furia… invece quello che il mio cuore urlava era solo: Fermali! Non permettergli di farle del male! Ma io… io non lo avevo ascoltato… l’avevo vista muoversi con sicurezza fino al patibolo… non aveva mosso un dito contro i soldati che l’avevano legata sulla catasta… non gli avevo impedito di appiccare il fuoco… e lei, lei se ne stava lì, tra le fiamme, si stava davvero lasciando morire, sembrava ne godesse perfino… e più lei bruciava, più il mio cuore sanguinava… il mio cuore moriva con lei... fu solo davanti all’estinguersi delle fiamme, al realizzarsi della sua morte, che compresi quello che avevo perso…

“Hai ucciso l’amore della tua vita, come hai potuto farlo?” mi assalì mia madre in lacrime…

“Tu non sai cosa hai fatto!” continuava ad urlare, colpendomi… e la lasciai fare.

Ignorai perfino l’apparizione di Jet… era sconvolto, incredulo… si era chinato sulle ceneri del rogo appena estinto ed aveva sussurrato il nome di lei… poi si era voltato ed era apparso di fronte a me... aveva l’odio puro negli occhi…

“Schifoso bastardo, lei si fidava di te!” commentò Jet, dopo avermi colpito… le guardie lo imprigionarono immediatamente e Caius commentò gongolando che c’era qualcun altro da bruciare… li fermai, ordinando di lasciarlo andare…

“Ma sire, deve morire anche lui!” si lamentò Caius, indispettito, furioso…

“Lui ci serve contro Flare!” anticipai altre sue proteste e vi posi fine… quell’uomo doveva capire che ero io il re, che ero io a decidere, non lui…

“Se credi che ti aiuterò ti sbagli, ti sbagli di grosso! Hai ucciso la mia famiglia!” mi contraddì Jet con astio…

“Vero, ma anche tu vuoi Flare morta, almeno quanto me!”

“Per quello che ha fatto a lei, ma ti assicuro che tu verrai subito dopo!" mi minacciò…

“Staremo a vedere!” replicai per niente convinto della sua capacità nel togliermi di mezzo, anche se lo avrei voluto… mi avrebbe liberato dall’angosciante sensazione che stavo provando.

Io avevo ucciso Françoise, io avevo ucciso l'unica donna che avevo mai amato…

“Smettetela!” esclamò re Luis, poi continuò: “Le vostre liti non hanno senso, Françoise non è morta!”

“Cosa? L’avete vista bruciare, come fate a dire che non è morta?” domandai sorpreso.

Come osava asserire tale banalità, come poteva credere… forse però… lui sapeva qualcosa che io ignoravo… e per un fulgido momento mi ritrovai a sperare che lei potesse avermi preso in giro alla grande…

“Ha i poteri di Damian, giusto?” chiese, esponendo quello che aveva intuito… io e Jet annuimmo all'unisono…

“Allora lei è puro fuoco… il fuoco non può nulla contro se stesso… si sarà perfino divertita… ti ha ingannato per benino Joe… lei è viva, libera come l’aria chissà dove…”

E le parole che sconvolsero tutti, su di me ebbero il potere di risollevarmi… Françoise era viva!

Parte 18

Maledetto Caius, pensai mentre tagliavo i miei meravigliosi capelli perché si erano bruciacchiati un po’… ma tanto gli avrei fatto pagare anche questa… era stato divertente vedere il suo sguardo spaventato ed il suo volto impallidire dopo la rivelazione di mio padre.

Ed ero così fiera di Jet, del modo in cui mi aveva difesa.

Ma non potevo pensare a Joe, a quello che aveva osato fare al mio cuore… io mi fidavo di lui e lui mi aveva dato in pasto ai miei nemici… era stato il peggio che potessi provare... il dolore più forte, più forte addirittura di quello provato per la morte di Adam…

Ed era stato lui, l'uomo che amavo, quello che aveva giurato di prendersi cura di me, di proteggermi, di amarmi per sempre, a provocare quel dolore.

Sopportarlo per me era troppo… forse per questo avevo deciso di mettere quelle sensazioni, quella sofferenza, in un angolino del mio cuore… se mai avevo avuto un cuore… perché ne avevo sempre dubitato… mi reputavo incapace di amare prima di Joe.

E se aver imparato ad amare significava finire sul rogo, allora era stato tutto tempo sprecato… avrei preferito non fosse mai accaduto.

Ma non avrei pianto… non era da me… non avrei piagnucolato come una donnetta frivola e dipendente dagli uomini.

Avrei combattuto….

Avrei sfogato la mia ira sui due consiglieri rimasti… e poi su Flare…

Per questo attesi la partenza di Joe, Jet e di tutti gli altri.

Se ne andavano in Europa, seguiti dall’esercito dell'Inquisizione, da Natalie ed i briganti, per andare a combattere Flare… ed io li avrei raggiunti… ma al momento dovevo terminare lo sterminio… e poi odiavo lasciare questioni in sospeso.

A Washington erano rimasti solo Caius e Marius oltre ad Isabel, a cui Joe aveva lasciato il trono… non era del tutto stupido come credevo… che iniziasse a diffidare anche lui di Caius? Non potevo saperlo, ma non aveva importanza… perché era un mio preciso dovere di regina liberare il mio popolo da quell’ombra malefica che li colpiva alle spalle solo per il piacere di infliggere pene.

Era un mio dovere proteggerli dal male.

Quella notte comparii nella sua stanzetta dei giochi…

“Sapevo ti avrei trovato qui!” ghignai, palesando la mia presenza…

“Sapevo saresti venuta a cercarmi!” replicò per nulla impaurito… che si fosse preparato?

Che mi stesse per giocare uno dei suoi malefici tiri?

“E non ti sei preparato all’incontro?” lo presi in giro…

“Vorrei poter finire quello che avevo iniziato, vorrei poter sfigurare il tuo visino…” commentò, giocherellando con i suoi oggettini di metallo… ignorando le mie parole, le mie minacce…. questo mi rendeva tutto più facile… combattere con lui, ammazzarlo, non avrebbe provocato danni alla mia coscienza…

“Io vorrei poterti fare a pezzi, vediamo chi riesce a realizzare per primo i propri desideri?” lo sfidai e lui mi lanciò contro la bacinella con la brace… risi…

“Non lo hai ancora capito? Il fuoco non mi fa niente! A me piace il calore!”

“Lo so! Ora so che c’è un unico modo per uccidere quelli come te! Si deve fare quello che Flare ha fatto ad Adam, vi si deve estirpare il cuore!” commentò, attaccandomi con l’attizzatoio…

Lo evitai…

“Se continui così per me sarà fin troppo facile ucciderti! Marius si è battuto di più… e lui era un gran fifone…” commentai, sfottendolo… in effetti era un po’ troppo calma la situazione… era uno stregone cavolo, qualche potere doveva averlo…

“Credi che non abbia assi nella manica, Françoise?” cantilenò quella frase…

“Non me li hai ancora mostrati!” lo sfidai e lui ghignò… vidi svolazzare a fianco a lui migliaia di coltellini appuntiti, tutti i suoi giocattoli per la precisione, e compresi che era telecinetico… e che avrei dovuto evitarli… e quello era un grosso problema… odiavo i telecinetici… con i loro stupidi giochetti lancia-oggetti mi ferivano sempre… e schivare era noioso… per questo avevo ideato tempo addietro un trucchetto per liberarmi di tali scocciatori… e lo attuai, volevo usare il mio scudo d’aria… il vortice che rispediva indietro gli oggetti acuminati che mi venivano lanciati contro… ma non funzionò… gli strumenti di tortura in questione si bloccarono… immobili, fermi nello spazio di fronte a me, così come Caius…

Imprecai e sconvolta continuai ad osservare quella scena che avevo visto tante volte con Adam… feci come lui, con il movimento inverso della mano riavvolsi il tempo e gli oggetti, tornando indietro, infilzarono Caius…

Lui urlò un prorompente: “Puttana! Che tu sia maledetta!”

Ok, forse non sarebbe stato facile ammazzarlo, per niente facile… perché, anche bucherellato e decisamente grondante sangue, emanava un alone di malvagità non indifferente… e compresi… Flare… aveva passato a Caius parte dei suoi poteri… Caius era una marionetta e c’era solo un modo per uccidere le marionette… recidere ogni filo…

Feci apparire una lama di ghiaccio… la mia affilatissima, tagliente, naturale arma… una delle mie preferite… mi avventai su di lui prima che potesse reagire… il primo pezzo del suo corpo ad andarsene fu la testa… ed il suo sangue, zampillante ma di un colore nero pece, mi fece capire che quello che avevo intuito era reale… poi fu il turno delle braccia…

Separai il busto dalle gambe… bruciai il tutto con una palla di fuoco… le fiamme divamparono in tutta la prigione… prigione che non avrebbe più avuto innocenti da alloggiare…

Uscii e vidi Isabel di fronte a me…

“Cosa vuoi?” le chiesi con rabbia, distacco, impazienza…

“Hai ucciso Caius?”

“Sì!”

“Perché?” la sua comunque sembrava una domanda di routine, che era costretta a fare….

Forse lei aveva capito quello che i suoi fratelli non erano mai riusciti ad intuire?...

“Per Adam, per vendicarlo… e per proteggere Joe!”

“Anche se lui non ha protetto te?”

“Sì, anche se lui non ha protetto me!” commentai, ancora furiosa… lei sospirò e mi rivelò il motivo della sua presenza…

“La mamma mi ha detto che troverai Hilda a San Gabriel… e che non si trova in buone acque…”

“D’accordo… grazie…”

Stavo per andarmene, ma non appena le voltai le spalle lei mi fermò con queste parole: “La mia famiglia ora è nelle tue mani! Proteggili!”

“Joe potrei volerlo uccidere io stessa!” la contraddissi e lei mi stupì…

“Con lui veditela tu… ti ha quasi uccisa! Ma gli altri… fa’ in modo che Flare non possa far loro del male!”

“Sono anche la mia famiglia…” conclusi quella conversazione sparendo… mi recavo a San Gabriel… nella città della dannazione eterna, del dolore, della sofferenza, per cercare Hilda e per portarla con me su un campo di battaglia… in Europa…

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San Gabriel per me era sempre stata incomprensibile… non capivo perché la gente in quella città potesse fare tutto senza preoccuparsi di rispettare la minima regola… non c’era decenza, non c’era rispetto, non c’era amore… e nemmeno in passato, nemmeno durante il mio breve excursus da assassina ne sarei stata affascinata… incomprensibile appunto, perché era la sede dell'Inquisizione, dei suoi sommi capi, e non rappresentava quello che loro cercavano di predicare… era sporca, corrotta… così non in linea con quello che loro andavano sbandierando per il mondo… loro uccidevano i malvagi, eppure la loro città era il peggior covo di serpi che fosse mai esistito…

E Hilda era lì…

La percepivo… percepivo la sua solitudine, come l’avevo percepita in Jet… in lui mi aveva permesso di capire chi fosse ed ora mi avrebbe aiutato a trovare lei…

Sperando che lei volesse essere salvata…

Con Jet era stato facile perché lui era attratto dal mio fascino, da quell’alone di bellezza che emanava ogni mia mossa, ogni mio atteggiamento… ma Hilda era una donna…

Una strega…

Probabilmente aveva vissuto peggio di me…

Non aveva la protezione di un re…

Era sola, in un mondo in cui le donne come me e lei venivano cacciate, torturate, uccise... Sola in un mondo in cui non ci si poteva fidare di nessuno… se non di Adam…

Ma Adam era morto ed io non avevo le sue capacità persuasive…

Comunque sapevo che dovevo assolutamente trovarla… era un sesto senso, poi gli eventi mi avrebbero aiutata me lo sentivo...

Nel frattempo mi perdevo per le strade della città dannata… un nome totalmente opposto a quello che era… e riflettevo su quello che ero stata… da Flare ad Adam.. e dopo Adam…

La mia vita era sempre stata lo specchio dei loro desideri, delle loro aspettative… ma io, cosa volevo, non lo avevo mai capito… ed ora che quello che Lyn aveva visto si stava avverando, capivo che non avevo ancora preso una decisione… fuggivo dalla realtà, dalla mia vita, perché mi rifiutavo di viverla… perché ero sempre stata impegnata a sopravvivere che non mi ero mai preoccupata di capire cosa realmente volessi… e San Gabriel era il posto giusto… il mondo della perdizione era il posto per trovare ciò che avevo perso… quella parte di me che avevo sepolto da bambina e che solo Joe era stato in grado di far emergere di nuovo… parte che poi lui aveva seppellito ancora una volta…

Non capivo più se ero Françoise Arnaul, il comandante in capo delle truppe di mio padre, oppure la Françoise di Flare, la figlia-assassina, o quella di Adam, l’allieva, la pentita, quella che cercava di riparare i torti fatti, o la Françoise innamorata…

Non sapevo se sarei potuta di nuovo essere l’ultima… ero ancora in grado di amare Joe, dopo quello che mi aveva fatto? Forse no… ma eravamo destinati l’uno all’altra, ormai indissolubilmente legati…

Ed io che dovevo fare? Seguire il destino? O provare a capire che cosa significasse essere semplicemente Françoise... potevo scendere a patti con me stessa? O potevo ignorare quello che provavo, sentivo, potevo ancora mettere da parte quello che ero per un bene superiore? Dovevo deciderlo…

Dovevo assolutamente farlo… perché sapevo che se io non credevo più in me, nella mia missione, non potevo sperare che mi credesse Hilda, che mi seguisse…

Perché non l’avrebbe fatto per una vendetta, dovevo darle qualcosa di più… lo sapevo perché comprendevo il suo dolore…

Ad un tratto però la percepii di più… forse l’avevo trovata… mi trovavo in una strada malfamata… era così pericolosa che c’era un solo motivo per cui lei potesse trovarsi lì…

Era forse stanca di vivere, così come Jet prima di lei? Perché quelli come noi possono essere presi, catturati, imprigionati, condannati, solo quando vogliono esserlo… non possiamo venire uccisi, almeno che non vogliamo smettere di vivere, o almeno che non sia uno di noi a farci fuori…

La risposta mi giunse non appena la vidi lottare con un paio di guardie dell'Inquisizione… la osservai, in fondo non mi sembrava in difficoltà… i suoi colpi, la sua tecnica, erano precisi… ed il controllo della volontà era più affilato di quello che usava Jet… lui entrava nelle persone, le prendeva in giro, sottomettendole al proprio volere e loro sapevano di essere pupazzi di carne nelle sue mani… lei era più subdola… il soggetto in questione non si rendeva conto della sua presenza finché lei non decideva che la sua vita avrebbe dovuto finire… era decisamente più spietata… era una via di mezzo fra Jet e quello che io ero stata un tempo… un’assassina… ma non era malvagia, lo sapevo, era solo abituata a difendersi…

“Tu chi sei?” mi chiese non appena eliminò le guardie…

“Un fantasma… in teoria dovrei essere un fantasma, perché avrebbero dovuto uccidermi un paio di settimane fa!”

Mi guardò come si guarda un folle, ed io in effetti un po’ pazza lo ero sempre stata…

“Sei americana?” le chiesi…

“Non importa…” rispose “…io non ho radici…” eccola la malinconia, la solitudine che avevo percepito…

“Se io invece fossi parte di quelle radici? Se ti dicessi che so chi sei? Che posso restituirti la tua famiglia?”

Mi scrutò e poi commentò gelida: “Mia madre è morta! L’uomo della mia vita, il mio unico amore, mi ha mandato contro i suoi soldati non appena saputo quello che ero… non c’è niente che tu mi possa restituire!”

“Beh, tuo fratello gemello per iniziare!” replicai, tutto in lei era interessante… lei, cavolo, era come me… che fosse caratteristica delle donne della nostra specie? Mi sarei dovuta informare, chiedere a Lyn magari…

“Che stai farneticando, chi sei?” urlò adirata, pronta ad usare su di me il suo potere… ma quando lo fece rimase sconvolta, lei aveva capito cos’ero...

“Mi riconosci?” feci quella domanda che in realtà era più un’attestazione… un dato di fatto.

Lei aveva capito che la mia natura era simile alla sua e per questo ora era terribilmente confusa…
”Mi chiamo Françoise... e a conti fatti, sempre che Joe non si sia risposato in queste due settimane, dovrei ancora essere la tua regina…”

“È per te che Albert è venuto a Washington?” sussurrò… e mi si rivelò tutto… i soldati dell'Inquisizione, gli uomini del suo perduto amore che voleva ucciderla a causa della sua natura… lei era l’amante di Albert!... ed era sempre più uguale a me… ero terrorizzata dalla cosa, ma al contempo affascinata….

“Sì, ma sono viva… ed il tuo Albert ora è in Europa… ma non sono qui né per parlare di me, né di lui… sono qui per te!”

“E cosa vuoi da me?” chiese, appoggiandosi ad un muro, sconsolata, pronta, forse, a cedere…

“È tutta la vita che vi cerco… e quando ho trovato Jet pensavo fosse solo, non avevo idea della tua esistenza…”

“Chi è Jet?”

“Te l’ho detto, tuo fratello, tuo fratello gemello!” le spiegai di nuovo…

“Io…” la interruppi: “Ascoltami prima… tu sei come me, questo lo hai capito da sola… io e te siamo parte di quelle che un tempo erano le divinità di questa terra… e non fare quella faccia, posso dimostrarti che è vero, perché scommetto che solo chi muore per mano tua conosce la reale entità del tuo potere… se ti dicessi che anch’io so quello che sei in grado di compiere, perché ho visto Jet fare le stesse cose?”

“Ti ascolterei e non cercherei più di ucciderti…” affermò decisa, interessata…

“Tu controlli la volontà della gente… tu sei figlia di Eleanor, la sorella di re Adam.. di lei si sono perse le tracce circa vent’anni fa, ma tu e Jet siete ricomparsi all’improvviso... separati, ignari l’uno dell’esistenza dell’altra… e siete stati soli, per tutta la vita, finché non avete incontrato me!”

“E tu saresti?”

“La vostra famiglia!”

“Ho visto morire mia madre… con lei è morta la mia famiglia!” mi contraddisse, di nuovo iraconda… aveva un caratterino per niente facile… lunatico… imprevedibile… e questo di lei mi piaceva…

“Chi l’ha uccisa?” chiesi, perché sapevo che una come Eleanor era difficile da eliminare.

Avevo il più atroce dei dubbi, che lei risolse non appena mi descrisse l’assalitrice… era piccola, ma se lo ricordava, perché sua madre era morta davanti ai suoi occhi e forse era proprio a causa di quel trauma che lei non si ricordava di suo fratello… o forse, c’era sempre di mezzo lei… che avesse usato i suoi poteri su di loro? Flare aveva ucciso Eleanor e poi confuso i ricordi dei due gemelli, separandoli, lasciandoli al loro destino, ma non uccidendoli, perché pensava che un giorno le sarebbero potuti esseri utili, come me…

Spiegai questo a Hilda… lei mi chiese che cosa volevo da lei… bella domanda… volevo uccidere Flare? Ovviamente sì… ma perché lo facevo? Per vendetta... per l’umanità… più per vendetta e questo non era un nobile scopo, ma non ero perfetta… avevo capito però che non l’avrei convinta parlando di bene superiore, di salvezza del mondo… era stata delusa dagli uomini… se ne sarebbe fregata, così come avrei fatto io se non fosse per quell’ardente desiderio di strappare a Flare il cuore…

“Albert è in Europa con mio marito, tuo fratello e tua zia… sono lì per liberarsi dell’assassina di tua madre, ma senza di noi non ce la faranno mai… ora, puoi venire con me per vendicarti di Flare, o di Albert, a te la scelta!” la mia c’era, la sua decisione sarebbe arrivata con il viaggio… ma lei sarebbe venuta con me… lo avevo capito dal suo sguardo.

Le sorrisi… e riflettei su un’ultima cosa: a Joe, come l’avrei fatta pagare? Ci avrei pensato anche io durante il viaggio…

Parte 19

Françoise era viva… l’unica cosa a cui riuscivo a pensare ogni singolo giorno, il mio unico punto fermo… non mi importava di altro… sapevo solo che non l’avevo uccisa… dove fosse non mi interessava… volevo rivederla, speravo di rivederla, ma l’importante era che stesse bene… che non le avevo fatto del male…

Ero ritornato in Europa, cercavo Flare solo perché sapevo che più mi avvicinavo a lei, più il tempo passava, prima avrei potuto rivederla… ed era diverso dal proposito di vendetta per cui avevo attraversato l’Europa la prima volta...

Era diverso, perché confrontavo quello che la gente raccontava con quello che lei mi aveva detto… con la sua verità… e più mi avvicinavo a Parigi, più le credevo…

Più mi pentivo…

E sistematicamente Jet mi umiliava.

Forse era quella la mia penitenza: compiere quel viaggio fianco a fianco con Jet… lui che, nel mio subconscio, era il cattivo… lui non l’aveva tradita, lui aveva cercato di proteggerla, lui avrebbe voluto vendicarla… io ero divenuto il malvagio.

Ero passato dalla parte del torto.

Tutti in effetti me lo rinfacciavano, in primis Stefan e la mamma… la mamma che mi aveva tolto il suo appoggio, che non mi rivolgeva la parola da quando aveva commentato freddamente: "Hai offeso la memoria di tuo padre… lui si sarebbe vergognato di te, di quello che hai fatto!”

Era iniziata così la mia avventura in Europa… e la guerra… perché a Parigi avevo trovato quella corte dei miracoli sotterranea che lei mi aveva descritto… il covo di Flare… l’ingresso era situato proprio nella vecchia stanza di Françoise... in quel luogo che profumava di lei, delle sue sofferenze… della sua solitudine ed inadeguatezza che io avevo alimentato… io l’avevo tradita… e lei invece mi aveva portato nel covo di quella che sarebbe dovuta essere la sua alleata, oltre che sua madre… ovviamente non avevo trovato Flare, il posto era vuoto, ma era stato lasciato in fretta… così ne avevamo seguito le tracce… fuori Parigi trovammo un intero esercito… un esercito che aveva circondato la città… l’assedio di Parigi segnava l’inizio della nostra guerra… quella guerra che ero perfettamente sicuro di perdere… ma non mi importava, comunque avevo già perso quello che avevo di più prezioso...

Eppure c’erano giorni, in quell'inferno assurdo, in cui cercavo di fare quello che era giusto, in cui mi dicevo che la sua assenza non poteva farmi così male, non doveva farmi tanto male, che dovevo metterla in secondo piano perché da me dipendeva il destino dell’umanità… era pretenzioso, orgoglioso, ma se non eliminavo Flare l’umanità sarebbe stata ridotta in schiavitù, invece se la sconfiggevo sarebbe stata libera di scegliere la sua fine… perché dubitavo dei miei contemporanei, della loro capacità di preservarsi, dato che fra mostri, pseudo-divinità ed Inquisizione, era dura vivere sereni… ma per lo meno potevano lottare per quello in cui credevano, per quello che volevano… forse quella scelta, quella di liberarli da Flare, era l’unica veramente sensata che avevo preso.

Le altre erano state tutte decisamente sbagliate, come Jet gentilmente mi faceva notare ogni giorno…

“Grande idiota, sai dirmi perché hai fatto ritirare gli arcieri dalle mura della città?” ed eccola, la voce petulante, fastidiosa e giornaliera della mia coscienza…

“Perché non attaccherà la città!” spiegai… Flare stava aspettando Françoise, esattamente come noi… perché avevo capito che quel caos lo aveva scatenato solo per averla di nuovo al suo fianco… secondo Jet, Flare voleva Françoise, il suo potere, senza poteva fare ben poco… e questo era un problema per lei…

“E comunque, se volesse entrare in città gli arcieri non la fermeranno…” aggiunsi… con i poteri di quella vipera, le frecce non servivano…

“Come si battono quelli come voi?”

“Come è stato ucciso tuo padre?” ...capii… si dovevano colpire al cuore… come se fosse facile avvicinarli, colpirli.

“Lo faccio solo per lei…” aggiunse… quello che ripeteva ogni giorno ed io ero stufo di sentirglielo dire…

“Ne sei così tanto innamorato?” chiesi deluso…

“Non hai mai capito… sei stato sempre geloso, l’hai quasi uccisa perché accecato da quella gelosia e non hai mai capito che non sono innamorato di lei!” mi spiazzò….

“E allora, che cosa rappresenta lei per te?”

“È la mia famiglia… io e lei siamo uguali, siamo membri di una stessa specie… abbiamo provato il dolore, quello vero, la solitudine, il rimorso, il senso d’incompletezza, fino a che non ci è stato dato uno scopo! Io e lei siamo una famiglia! E non provo niente di sessuale nei suoi riguardi… è bella da togliere il fiato vero, ma non mi stuzzica da quel punto di vista… è semplicemente la mia bellissima sorella…”

“Ah…” esclamai… ero un idiota… non avevo mai davvero capito niente? Potevo essere stato così cieco, di fronte a tutto?...

“Sì lo so, ho provato a baciarla quando ero nel tuo corpo… è solo che mi piace da morire confonderla e far dannare te… e in quell’occasione, avrei potuto fare entrambe le cose! Era qualcosa a cui non potevo resistere!” mi prese in giro ridendo… poi aggiunse che a lui piacevano le donne come Natalie.

Ed io mi sentivo un completo idiota… non avevo capito nulla… nulla di lei… eppure era a me che era stata più vicina, a sentire Jet… a me ed a lui, ovviamente… sospirai…

“Sono un patetico idiota…” commentai ad alta voce…

“Sì, lo sei… e lo sai cosa mi consola? Che forse la bambolina ti ammazzerà con le sue mani! Lei non è un tipo che perdona! Mi mancherai patetico idiota…”

“Ti mancherò?” chiesi scettico…

“Siamo simili io e te! Testardi, fatalmente belli, dei ragazzi cattivi a volte, e tendenti a generare infelicità tra le persone che ci circondano…”

“Parla per te!”

“Andiamo! Hai fatto un fottutissimo casino con la bambolina solo perché non la capivi, solo per orgoglio, e sempre per orgoglio non gli chiederai mai scusa!”

“E questo mi rende uguale a te?” chiesi, sempre più scettico… io non ero come lui, ero totalmente diverso da lui…

“Io sono un caso senza speranza, esattamente come te! O meglio, lo ero prima di conoscere Fran… ora so cosa voglio, posso migliorare… e tu, invece, cosa vuoi Joe?”

“Vorrei essere in grado di controllare il tempo, riavvolgerlo…” espressi quel pensiero ad alta voce e lui commentò: “Non ci saresti riuscito, neanche avendo ereditato i poteri di tuo padre… da quello che ho capito erano a corto raggio, hai mandato Fran al rogo un mesetto fa, quindi non puoi tornare indietro, ergo, puoi solo chiederle scusa, sperando che non ti ammazzi…” commentò sconvolgendomi ed io palesai il mio malessere nei suoi riguardi…

“Sei irritante!”

“Me lo dice spesso anche lei… sono la voce della verità ed è una voce fastidiosa…” continuò, indifferente alla pulsante arteria sulla mia tempia che era prossima allo scoppio.

Picchiarlo mi avrebbe fatto sentire meglio? Lo avrei scoperto?...

“Mai pensato di tacere?” pensai di avvisarlo, ma fu inutile…

“Nooo, non sono in grado di tacere!” e capii che sì, potevo sfogarmi…

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Pensavo che il supplizio potesse finire sul campo di battaglia, ma in tre settimane di assedio Flare aveva attaccato solo leggermente la città ed i suoi uomini si limitavano a semplici incursioni lampo… attaccavano briga e poi si ritiravano… ed io ero decisamente stufo di questo… presi per questo quella stupida decisione che portò me e Jet al cospetto di Flare… all’alba attaccammo il suo esercito accampato alle porte della città… durante la battaglia la vidi… fui così stupido da lasciarmi attirare da lei, dal mio desiderio di vendetta, che mi ritrovai da solo, tra le vecchie rovine della città… fu così che per la prima volta mi trovai di fronte a lei… soli…

“Re Joe, quale onore!” commentò squadrandomi dall’alto in basso con sufficienza, poi mi chiese come mai non ricambiavo il saluto, dato che l’avevo cercata con tanto ardore…
”Il mio desiderio più grande è quello di strapparti il cuore dal petto!” esclamai, sguainando la spada…

“Lo so…” commentò, poi inclinando la testa a lato e fingendosi pensierosa aggiunse “…ma non ci riuscirai, non ne hai il potere… a proposito, sai dove si è cacciata mia figlia?”

Mi stava decisamente prendendo in giro…

“Ovvio che non lo sai, in fondo hai provato ad ammazzarla… lei è molto vendicativa… l’ho svezzata con il concetto di vendetta! Lei è il mio piccolo, nero, devastante, cattivo giocattolino… la mia sadica torturatrice e scommetto che per il tuo scherzetto ti farà del male… tornerà in sé ed una volta liberata dall’influsso della vostra maledetta famiglia sarà di nuovo mia… la mia letale e bellissima figlia!”

“Che vuoi dire?” chiesi al limite della rabbia… la sua frase mi faceva male, perché era stata lei a creare quella Françoise che avevo voluto bruciare, quella strega che annientava la luminosa anima della donna di cui mi ero innamorato… ero follemente innamorato… e avevo mandato tutto al diavolo…

“Che ti ringrazio Joe, Adam me l’aveva strappata, tu me l’hai restituita!”

Le detti uno schiaffo a causa di quelle parole… e precisai: “Lei non è più tua figlia!”

Ma fu solo un attimo di rivincita su quella strega… perché una volta alzatasi in piedi, ghignò e mi scaraventò a metri di distanza con un semplice, fluido, movimento della mano…

“Non è neanche tua! Non lo è più!” precisò avvicinandosi a me, ma non poté colpirmi di nuovo perché Jet si mise in mezzo… usò su Flare il suo stesso potere, ma riuscì a controllarla per poco, quello che bastava per allontanarla da me…

“Jet! Ed io che speravo fossi morto!...” esordì quella ridendo e tirandosi in piedi “…lo sai che non ti vedo da quando avevi due anni?”

Jet, ora al mio fianco, la osservava sconvolto, così come me… e Flare rise di più, spiegandoci il motivo di tale ilarità…

“Evelyn non te l?ha detto, forse voleva risparmiartelo, ma provvederò io alla sua mancanza! Ho ucciso io Eleanor, quella sgualdrinella aveva osato portarmi via un mortale. Per questo, quando tu eri piccolo ed indifeso, sono venuta a casa tua, ho ucciso la tua bellissima e potentissima madre, poi ti ho separato dalla tua sorellina gemella e ho fatto in modo che veniste allevati in posti lugubri, senza amore… in realtà speravo diventaste malvagi, ma mi sarei anche accontentata della vostra fine… o miei alleati o morti, era quello che volevo per voi! Era un piano geniale in effetti, ma Fran me lo ha rovinato trovandoti, reclamandoti come suo! Pazienza, rimedierò…” commentò attaccando Jet con quelle che sembravano sfere luminose ed innocue, ma che in realtà erano dei veri e propri raggi distruttori… Jet fu colpito ad un braccio… lo stesso braccio che gli sanguinava copiosamente… e vederlo in difficoltà mi spinse ad intervenire… lo scostai dopo l’ennesimo colpo e mi rotolai con lui sull’arida terra… compresi che aveva organizzato tutto, ma non riuscivo a spiegarmene il motivo… come non capivo il fatto che non ci mettesse tanto impegno nel provare ad ucciderci… si limitava a ferirci, come se fosse in attesa di qualcuno… allora capii… aspettava Françoise...

Per un folle, singolo momento fui felice di quella rivelazione… l’avrei rivista, forse sarebbe perfino arrivata in tempo per evitare che io e Jet facessimo una brutta fine.

Ma poi mi resi conto che non conoscevo le sue intenzioni, che ero terrorizzato che lei potesse arrivare e scegliere Flare solo perché io l’avevo delusa, tradita.

Oppure ero terrorizzato perché temevo che lei, da sola, contro Flare non ce l’avrebbe fatta… temevo potesse perire nel tentativo di difenderci… per questo non potevo restare impassibile… attaccai Flare… ingaggiai con lei un duello a colpi di spada e venni miseramente atterrato in pochi minuti… era brava, nonostante fosse una donna… ma non avrei dovuto stupirmi, dopotutto lei aveva addestrato Françoise...

Volevo estirpargli il cuore, liberarmi di lei e far vedere a tutti che non ero l’idiota che non era in grado né di essere re, né di prendere le decisioni giuste… ottenni solo la mia fine.

Vidi solo la spada di Flare calare su di me… per questo attesi di sentire sulla mia carne quel letale fendente…

Parte 20

Stavo per ammazzare il ridicolo omuncolo che mi aveva creato così tanti problemi… e con lui finalmente sarebbe morta la stirpe di Adam... della gran palla al piede Adam…

Lui era solito ripetere sempre “Si deve fare questo!”, “Siamo stati creati per proteggerli, non per comandarli!”, “I nostri poteri vanno usati per fare del bene!” e tante altre frasi noiose… sinceramente, strappargli il cuore per me era stata una grossa soddisfazione…

Una beatificante sensazione… più piacevole di quando l’avevo fatto con Eleanor…

Lei aveva pagato per il suo tradimento…

Era stato soddisfacente farla pagare…

Ed uccidere Adam era stato meglio dell’estasi…

Ma far fuori Joe significava vittoria assoluta… significava riprendermi Françoise... lei era mia di diritto… lei era la mia unica figlia, la degna erede di Damian e Morgana…

Quello era stato il lavoretto più difficile...

Eliminare Damian era stato complicato, estenuante, ma davvero divertente… mi aveva permesso di valutarlo, di scovare quel potere così devastante che lui aveva nascosto a noi quattro per tanto tempo… quel potere che avevo ritrovato in Françoise, pestifera, solitaria bambina…

L’avevo istruita, finché Adam ficcanaso me l’aveva portata via…

Eravamo sempre in lotta io e lui… in disaccordo fin dagli albori… vendicativi e potenti…ci strappavamo sempre quello che per l’uno o l’altra era importante… e Joe, per Adam, era un tesoro.

Sì, uccidere il suo amato figlio mi avrebbe dato il più grande dei piaceri.

Pronta a staccargli la testa, calai la spada su di lui, ma un dolore lancinante al ventre mi fece indietreggiare di vari metri… e capii quello che era successo solo quando la vidi… con la mano ancora alzata nella mia direzione, fiera, spavalda, forte.

Lei mi aveva allontanato da Joe, scaraventandomi via con un vortice d’aria.

Quel vortice d’aria che io le avevo insegnato ad usare.

Ma non ero adirata… ero fiera… perché vederla mi rendeva sempre fiera, ma questo non significava che non l’avrei sculacciata… era una bambina cattiva che mi aveva disubbidito, doveva essere punita…

"Fran, piccola mia, è un immenso piacere rivederti…” commentai, rialzandomi e ponendomi di fronte a lei…

“Io non definirei piacevole questo incontro!” replicò, inclinando la testa a destra ed assumendo un’espressione che sembrava dubbiosa…

“La mia saccente ragazzina cattiva, fai risplendere le mie giornate sai?”

“Tu invece rendi buie le mie… devasti la mia vita, uccidi i miei affetti!” concluse scagliandomi contro una palla di fuoco… una devastante palla di fuoco…

“E questa potenza Fran, dove l’hai presa?” chiesi stupita, colpita da quelle sue nuove capacità… la mia piccola bambina era diventata potente, più di quello che potessi mai auspicare…

“Me l’ha fornita l’amore! Sai, ho capito gli insegnamenti di Adam solo ora che sono qui di fronte a te… io sono più potente di te, perché io sono in grado di amare!”

“Non peccare di superbia mia piccola creatura, né d’ingenuità… io ti ho resa potente, non Adam e le sue parabole sul bene! Non i suoi insegnamenti da ciarlatano... io ti ho plasmata e reso quella che sei ora!” conclusi ingaggiando con lei una battaglia a calci e pugni.

Fra streghe le tecniche magiche, in fondo, sarebbero servite poco… ma era migliorata nel combattimento corpo a corpo… e schivava ogni mio attacco…

“Io non sono più tua figlia!" commentò dopo un calcio che mi atterrò… di nuovo… mi aveva atterrato ben due volte nel giro di dieci minuti…

“Credi di poter decidere della tua vita, Françoise?” le chiesi alzandomi “Non più! Mi appartiene ormai… tu sei malvagia, dovresti fartene una ragione e dovresti capire che tu sei stata fatta per restare con me!”

“Io non sono di nessuno!” mi attaccò di nuovo, con tutto il suo impeto, tutta la sua testardaggine…

“Io non sono malvagia!” concluse dandomi un altro calcio… ora sì che mi aveva fatto infuriare… la odiavo quando si comportava in modo capriccioso ed ostinato… accasciata a terra, pronta a ricevere il suo ennesimo colpo, le chiesi: “Come mai così ostinata, Fran? Per lui?” e lei vacillò “Sei davvero innamorata di lui? Di quel patetico omuncolo che ti ha tradita, quasi uccisa?”

“Non ti riguarda!” rispose a mezza voce, furiosa…

“Mi riguarda invece! Tu sei mia figlia e sei l’unica a cui ho offerto il mondo, vorrei capire perché sei così ostinata da rifiutarlo!”

“Perché non è quello che voglio… voglio solo la tua morte!” e fredda, decisa, mi attaccò di nuovo… d’accordo, l’avrei messa a cuccia, picchiata a sangue se necessario… sarebbe tornata a me, alla retta via, con le buone o con le cattive… la bloccai, apparendole alle spalle e torcendole il braccio, sussurrandole all’orecchio: “Se vuoi uccidermi Fran, dovrai prima prendermi!”

Ma la sua gomitata nello stomaco mi fece vedere le stelle e mi tolse la voglia di prenderla in giro… poi fu il suo turno di avvicinarsi a me, inginocchiarsi accanto a me e mormorare a pochi centimetri dal mio volto: “Flare, ho un regalino per te!”

“Mi piacerà?” commentai a mezza voce, perché ancora senza fiato…

“Non lo so, ti dico solo che io la trovo semplicemente fantastica…” e venni colpito dal mio regalino alle spalle… Hilda... la vidi solo dopo aver mangiato la polvere a causa sua.

Scomparii e riapparvi lontano da loro… Françoise venne di nuovo verso di me, pronta a colpire ed aggiunse ai suoi colpi: “Ti presento Hilda, la gemella di Jet… vuoi vedere come il suo potere si lega bene con il mio?”

“No, non ci tengo…” biascicai, ancora incapace di reagire, ancora stordita dalla loro azione combinata…

“Ma ti piacerà mammina cara, te lo assicuro…” concluse… poi Hilda si avvicinò a lei, si presero per mano ed un tornado mi investì in pieno, scaraventandomi lontano.

Ma non mi sarei data per vinta… mai… acciaccata, umiliata, ferita nell’orgoglio mi rialzai, pronta a prendere per i capelli mia figlia e la sua amichetta… pronta ad ammazzarli tutti e poi a far mangiare a lei il fango che meritava di ingerire… questa volta con lei non sarei stata affatto clemente…

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”Perché l’aria? Perché non il fuoco?” mi chiese Hilda, dopo che Flare atterrò oltre le mura della città… ed io gli indicai Jet e Joe… prima dovevamo occuparci di loro, erano feriti… lei mi capì al volo, come effettivamente solo lei era in grado di capirmi, senza neanche una parola, solo con un cenno, e andò ad occuparsi del suo gemello… io andai da Joe… lo aiutai ad alzarsi, anche se in realtà volevo picchiarlo a sangue, e lo feci appoggiare a me…

“Dove sei ferito?” gli chiesi…

“Non sono grave, solo qualche osso rotto... Jet sta peggio…”

“Se ne occuperà Hilda…” dissi, ma in realtà avrei voluto dirgli che avrei volentieri spezzato anche quelle ossa che Flare gli aveva lasciato intatte, ma non potevo, avevo preso una decisione tempo prima…

“Io…” cercò di parlare, ma capendo quello che aveva intenzione di dire, lo anticipai: “No, lascia perdere! Non ti scusare, non le accetterei le tue scuse e se non ti lascio morire, se non ti uccido con le mie mani, è solo perché l’ho promesso a tuo padre!” spiegai… perché ero giunta a quella conclusione.

La nuova Françoise, quella di Adam, non poteva vendicarsi di Joe, non poteva comportarsi come aveva fatto in passato… perché avevo deciso che sarebbe stata quella Françoise a decidere d’ora in poi, non quella con il cuore spezzato, non l’angelo nero di Flare, ma quella giusta, quella votata solo a fare del bene… quella votata al sacrificio per il prossimo… perché la sofferenza era quello che meritavo per tutte le cose orribili che avevo fatto…

“Sì lo so, lo ripeti spesso che lo fai solo in nome di quello che hai promesso a mio padre…”

“Allora taci!” conclusi e ci trovammo di nuovo Flare di fronte… guardai Hilda, impegnata a curare Jet con le sue arti magiche… perché solo le donne fra noi avevano il tocco del guaritore.

Lei caricò la sua sfera di energia verso me e Joe commentando che era stata costretta dal mio essere una bambina cattiva, che era necessario sculacciarmi, e la lanciò verso di noi… era impossibile evitarla se non manifestando i miei nuovi poteri, sapendo di scatenare il caos, ma non avevo scelta… bloccai la sfera d’energia, fermai il tempo… riavvolgendolo indietro, la palla tornò verso Flare che, stupita, non riuscì a schivarla del tutto e venne leggermente ferita ad un braccio…

“Come hai fatto?” chiese allibita… ma in realtà lo sapeva e quando diresse il suo sguardo furioso su Joe, capii che aveva compreso…

“Tu sei andata a letto con lui!” urlò, scaraventandoci contro l’inferno… tutte sfere che io bloccai… poi lasciai Joe, spintonandolo poco gentilmente a terra…

“Ti ucciderò con le mie mani Françoise!” concluse furiosa, preparando il suo colpo più potente… ed io dovevo fermarla, perché con quel colpo avrebbe cancellato Parigi… era la sintesi della distruzione, non potevo permetterle di usarlo, di concentrarsi per attuarlo.

Così creai una tempesta di fulmini, tutti diretti su di lei, sulla sua testa, velocizzati dal controllo del tempo… non poteva gestirli, lo sapeva, e la stavano ferendo, per questo si ritirò, minacciandomi, promettendomi l’oblio… ma per il momento se n’era andata… tornai da Joe e lo aiutai ad alzarsi di nuovo… poi osservai Hilda fare lo stesso con Jet… Jet che mi fissava stupito… gli sorrisi… e lui ricambiò con il più splendido, solare, felice degli sguardi…

“Ti sono mancata, Jet?” lo provocai…

“Solo un po’… senza qualcuno che mi tormentava in continuazione non riuscivo a divertirmi…” commentò, ancora sorridendo…

“L’ho sempre detto che sei totalmente masochista…” sorrisi di nuovo anch’io e poi aggiunsi: “Hai visto Hilda?”

“Sì e so chi è… ora che l’ho incontrata i miei ricordi sono tornati… ho una sorella!” commentò… sollevato, radioso…

“E sei tutto tumefatto!” aggiunsi io…

“Ma tu sai controllare il tempo, Fran?” mi prese in contropiede, sbiancai e liquidai la domanda con un: “Torniamo all’accampamento, dobbiamo fare quattro chiacchiere con Albert…”

Parte 21

Rientrando a Parigi, nel palazzo che era stato delle mia famiglia, trovammo Lyn ad attenderci… mi abbracciò, o meglio mi stritolò, e mentre mi soffocava con quello che lei riteneva un abbraccio, mi chiedeva se stavo bene.

Ed era un pochino complicato risponderle, dato che mi mancava l’aria, dato che mi impediva di respirare.

Ma grazie al cielo si scostò poco dopo ed inorridita arpionò i miei capelli, se li passò fra le dita e commentò: "Fran, ma perché li hai tagliati?”

“Si sono bruciacchiati un po’…” spiegai… e lei, con sguardo compassionevole, mi abbracciò di nuovo, aggiungendo che non dovevo più avere paura di niente, che andava tutto bene… questa volta la strinsi anch'io, perché le volevo bene, perché lei era sempre la prima a volermi proteggere, ma le cose ora erano diverse… ora, il pericolo era tutto quello che potevo auspicare… mi sentivo così ad un passo dalla morte, dal dolore, che era come se gli stessi andando incontro… ed avevo paura, paura per quelli che mi circondavano, per quegli affetti che ora possedevo.

Per questo la strinsi, la strinsi con tutte le mie forze… poi lei si staccò e mi sorrise… ma il suo sguardo tornò buio quando notò Joe e le sue ferite…

“Oddio, bambino mio che cosa ti hanno fatto?” si gettò su di lui, che contemporaneamente sbiancò per quell’abbraccio che sapeva gli avrebbe spezzato le restanti ossa intatte… ma io lo impedii, mettendomi sulla traiettoria e lasciando che Lyn mi stritolasse di nuovo… il sospiro di sollievo di Joe valeva più di mille parole… e mi piaceva, mi piaceva il sospiro di Joe, mi piaceva purtroppo ancora Joe, e volevo tanto essere in grado di perdonarlo… ma non potevo…

Poche ore dopo, rattoppate magicamente le ossa di Joe e le viscere di Jet, eravamo tutti riuniti nel grande salone di mio padre ed Albert guardava furioso me e Hilda…

“Vorrei sapere che cazzo sta succedendo!” commentò poco delicatamente…

“Amore...non ti scervellare troppo, non capiresti…” rispose Hilda, indugiando sulla parola amore…
”Hilda, che ci fai tu qui?” sillabò furioso, livido di rabbia…

“I tuoi uomini hanno fallito, non sono riusciti ad uccidermi…” gli spiegò Hilda, in quel modo irritante che era tipico di Jet… e lo fece avvicinandosi a lui, muovendosi sensualmente, scrollando con indifferenza i suoi setosi capelli biondi… povero Albert, pensai… e fui allo stesso tempo fiera di Hilda... l’alleata perfetta, l’amica perfetta, la sorella perfetta… perché se ero legata a Jet, quello che mi teneva unita a Hilda era indissolubile… una sorta di colpo di fulmine, era come se fossimo sempre state l’una parte dell’altra… inscindibili… per questo non potevo non darle un sostegno…

“E non sei riuscito a bruciare neanche me, mi dispiace davvero…” aggiunsi, fingendomi sofferente per lui e per le sue disgrazie, in realtà era davvero esilarante…

“Non osare prendermi in giro!” commentò furioso e Jet scoppiò a ridere…

Aggiunse poi, mentre cercava di non soffocare a causa della sua ilarità: “Sei fottuto Albert e non solo ti hanno ridicolizzato, ti stanno anche efficacemente umiliando… loro sono riuscite dove tu ed il tuo esercito, dove perfino io e Joe abbiamo fallito! Hanno fatto mangiare la polvere a Flare!”

Lo sguardo agghiacciante di Albert però non fermo Jet, che continuò a prenderlo in giro, descrivendo il modo in cui io e Hilda avevamo combattuto e sottolineando il fatto che fosse fiero di noi… poi però, purtroppo per me, lingua-lunga Jet menzionò un evento di troppo che non sfuggì a Lyn: “E così, mia piccola Fran, sai bloccare il tempo!” commentò ilare, con quel suo dannatissimo sorrisetto malizioso e vittorioso…

“Lyn, ti prego, non gongolare!” la supplicai, ma evidentemente non fu sufficiente, senza contare il fatto che tutti in quella stanza, ora, mi stavano fissando… tutti erano curiosi.

Perché avevo manifestato un potere che non era mio, era di Adam…

“Io vorrei capire come hai potuto farlo! Non era Re Adam a possedere quel potere?” chiese ingenuamente Jet, poi aggiunse anche che perfino i miei erano cambiati, sembravano più forti, amplificati… e così aveva decretato la mia fine… avrei dovuto insegnargli a tacere, invece che a combattere….

“Come hai fatto ad acquisire un potere simile?” mi chiese Albert curioso ed al contempo sospettoso… non gli piaceva era vero, ma non poteva negare quanto fosse utile, in quel frangente, un potere simile…

Stavo per confessare, tanto valeva farlo, quando Joe parlò al posto mio: “È semplice… è mia moglie ed ha rispettato i suoi doveri coniugali…” si voltò verso di me e fece quella domanda “…sei incinta, vero?”

“Sì…” lo ammisi con il mondo, con me stessa… ed ora era reale, era reale più di quel potere che andavo sbandierando… e mi terrorizzava…

“Cazzo Fran! Sono i poteri del bambino, tu stai usando i poteri del bambino! Uau bambolina, tuo figlio sarà una bomba esplosiva!” Jet dette voce alle mie paure.

Albert si rabbuiò… temeva la minaccia incombente, temeva che morta Flare io sarei stato il male da estirpare… lo leggevo nei suoi pensieri, nei suoi occhi… non si fidava di quelli che per lui erano mostri… per lo stesso motivo aveva ordinato l’omicidio di Hilda, per lui non eravamo capaci di comportarci da esseri umani… eravamo malvagi e dovevamo essere eliminati… ma lui non sapeva quanto l'inquisizione fosse peggiore di noi, peggiore di Flare persino…

Poi Jet sciolse quel clima di tensione con una delle sue solite stupide esclamazioni: ”Mi serve un cicchetto! Ho bisogno di una sbronza, perché fra sorelle ritrovate, il fatto che sto per diventare zio e tutte le botte che ho preso da Flare, devo assolutamente obnubilare il mio cervello! Non può reggere, meglio metterlo a nanna…”

“Piantala Jet! Dopo potrai sbronzarti, ora concentrati!” lo ripresi…

“Fran, non sgridarmi sempre! Mi sembra di essere un bambino disubbidiente, sempre in procinto di essere punito!” si lamentò…

Gli sorrisi e l’abbracciai, aggiungendo che non era un bambino disubbidiente, era solo inopportuno…

“Mi sei mancato Jet…”

“Anche tu piaga, anche tu…” confermò il suo affetto dandomi pacche sulla spalla, stringendomi ancora di più a lui…

“Ora possiamo uccidere Flare?” interruppe Lyn… con quell’affermazione ruppe la situazione di tranquillità che aveva introdotto Jet con le sue buffonate…

“Cosa hai visto?” le chiesi…

“Quello che ho sempre visto! La visione che tu Fran conosci bene!” spiegò… e stranamente non lo temevo… erano anni, era dall’incontro con Adam che rifiutavo questa cosa, ed ora la sua visione mi rassicurava invece di turbarmi…

“Ah, significa che avverrà a breve…” commentai, neutra…

“Sì, con qualche cambiamento, lo vedo in avvicinamento…” esplicò infine, destando la curiosità di tutti…

“Cosa vedi in avvicinamento?” chiese Albert…

“Un quinto potere, superiore a noi tutti, che ci salverà da Flare!”…

“Non riesco a capire…” si intromise Joe…

“Tuo padre è venuto a cercarmi solo dopo che Lyn ebbe questa visione… lei mi aveva già vista insieme a Jet e Hilda… perché insieme rappresentiamo quei quattro poteri che possono uccidere Flare… il controllo del tempo, degli elementi, delle volontà e la preveggenza… con Adam ne avevamo perso uno, ma io e te, insieme, lo abbiamo ricostituito… solo che non è sufficiente… serve qualcun altro… serve un potere più grande del nostro!” continuai io a spiegare quello che per anni avevo gelosamente custodito, come il più inconfessabile dei segreti…

“E si rivelerà solamente quando gli altri quattro saranno in pericolo…” si intromise Lyn…

“Perché è legato a noi, ai nostri sentimenti, all’affetto che gli altri provano verso di noi! Ed è raro, perché è raro che qualcuno provi qualcosa per noi, i più ci considerano dei mostri…” dissi, guardando Albert in volto.

Abbassò il capo e poi si voltò verso Hilda… Jet se ne accorse e proferì minaccioso: “Sta’ lontano da mia sorella!”

“Tranquillo fratello, lui non mi vuole… detesta tutto quello che rappresento…” commentò amaramente Hilda.

 Ed io mi voltai verso Joe… Joe che continuava a fissarmi… e che aveva uno sguardo così vuoto… avrei tanto voluto sapere a che cosa stesse pensando… ma poi tornai in me, non potevo permettermi il lusso di pensare a Joe, non potevo cadere in quella sua rete fatta d’amore, non di nuovo… per me sarebbe stato letale… dovevo concentrarmi su Flare, sulla sua eliminazione…

“Dobbiamo creare una situazione in cui noi quattro saremo tutti in pericolo…” esposi la mia idea e tutti mi guardarono sconvolti… Stefan, che fino ad allora era rimasto in silenzio, disse: “Sicura di voler rischiare tanto?”

“Flare si starà certamente riprendendo... starà ideando un piano definitivo… ha capito del bambino ed è furiosa, la prossima volta che attaccherà lo farà per distruggerci, dobbiamo anticiparla!”

“Ha sempre esibito il suo diritto di madre su di te…” commentò mio padre.

Mi arrabbiai: “Questo è successo perché voi glielo avete permesso…” sibilai fredda, e lui tacque…

“Hai in mente un piano?” chiese Lucas, impassibile, solo pronto alle mie parole, in attesa di giudicarle… in fondo lui non si era mai fidato di me… le sue paure, trasmesse a Joe, mi avevano mandata al rogo…

“Li attaccheremo… lei ed il suo esercito, domattina, quando non se l’aspetta…”

“È un suicidio…” commentò, scandalizzato…

“No… Jet e Hilda sono in grado di modulare il mio potere con il loro… possono controllarlo, espanderlo, è quello che ha permesso a me e Hilda di tenere testa a Flare!”

“E con la tua attuale potenza di fuoco saremo in grado di decimarle l’esercito in men che non si dica!” completò Jet, intuendo il mio piano…

“Poi lei, furiosa, ci attaccherà!” concluse Natalie, a cui l’idea iniziava a piacere… le sorrisi… lei sarebbe stata con noi… e lei era a capo di un esercito di briganti, certamente utili in quella battaglia… poi mi accorsi del modo in cui guardava Jet e seppi che quello che stava facendo era solo per proteggere lui… per questo lei doveva esserci… chiunque era disposto a proteggerci doveva esserci… perfino Albert… temeva Hilda, l’avrebbe voluta morta per qualche contorto processo mentale che lo portava a pensare che lei fosse il male, ma in realtà l’amava ancora… e nel profondo, svanita la paura, era disposto a sacrificarsi per lei, ad amarla di nuovo… lui ci sarebbe stato… e li invidiavo per questo, loro avevano qualcuno che li amava così tanto… c’era qualcuno che per loro era disposto a sacrificare la vita…

“Verrà a reclamare la sua vendetta ed in questo modo saremo tutti e quattro in pericolo!”

“Sperando che il quinto ci salvi, Flare verrà uccisa! Mi sembra un tentativo di suicidio!” ironizzò Jet…

“Lo è! Non dirmi che ti spaventa!”

“Assolutamente no!”

“Hilda?” le chiesi, ma ero comunque consapevole che non si sarebbe tirata indietro…

“Lo sai piccola che la sola idea del pericolo mi eccita… ovvio che ci sarò!” commentò e Jet l’abbracciò, orgoglioso di quanto lei gli fosse simile…

“Suppongo che mi toccherà trascinare il mio esercito in questo suicidio di massa!” esclamò Albert con un sospiro che equivaleva ad una partecipazione certa… lo sapevo, era cotto di Hilda, non l’avrebbe abbandonata.

Guardai Lyn, che acconsentì, dicendo che comunque non aveva molto da perdere, sperando di sopravvivere per godersi la nascita del nipotino… e Lucas, sospirando, le aveva promesso che lui si sarebbe occupato della sua incolumità… Lucas entrava in battaglia per proteggere la madre, da Joe mi sarei dovuta aspettare lo stesso… ma mi stupì…

“Non lo farete! È fuori discussione, non rischierete le vostre vite così stupidamente!” urlò con rabbia repressa.

Io lo sfidai: “Chi ha stabilito che puoi darci ordini?”

“Sono il re, sono io che decido! E tu non rischierai la tua vita in modo così stupido! Nessuno di voi lo farà!” ...se pensava di considerare chiusa in quel modo la conversazione, se pensava che mi sarei data per vinta, si sbagliava…

“All’improvviso ti importa della mia vita?”

“Ho commesso un errore!”

“Che ti ha tolto il diritto di discriminare e legiferare riguardo alla mia incolumità!” lo bloccai, prima di dover sentire di nuovo le sue scuse… non volevo le sue scuse, non le avrei accettate…

“Sei incinta, stupida!”

“E per questo sono più forte!” gli specificai quello che per lui, evidentemente, non era ovvio…

“Sì, ma questo non dà a te il diritto di rischiare la vita di nostro figlio!” e per un secondo vacillai… a lui importava del bambino? Non poteva importargli, lui non poteva volerlo… lui mi odiava…

“Perché, ti importa davvero qualcosa di lui? Se non sbaglio lo stavi per bruciare insieme a me!” lo provocai, lui non poteva davvero pensare al bene del bambino…

“Françoise…”
”Non fiatare! Non mi interessa niente di quello che pensi o di quello che ritieni giusto! Non è a te che spetta la decisione riguardo le nostre vite!” lo bloccai di nuovo, guardandolo con astio, furia, pronta ad incenerirlo, letteralmente...

“Giusto!” mi diede man forte Jet e Joe lo assalì…

“Perfetto, asseconda pure una psicopatica!” commentò spazientito.

Lo schiaffeggiai…

“Io non sono una psicopatica!” specificai, come si permetteva di insultarmi, come osava riferirsi a me in quel modo?...

“Sì che lo sei e a me spetta sempre rimediare ai tuoi casini!” recriminò assorbendo lo schiaffo, trattenendosi dal rispondere con un medesimo gesto…

“Ma chi ti ha mai chiesto niente!” obiettai, come se fosse ovvio che non avevo mai voluto il suo aiuto… perché non l’avevo chiesto, era stato lui ad offrirmelo, ad erigersi a mio difensore e poi, dal suo posto di estrema fiducia, mi aveva tradita…

“Lo so, purtroppo mi sono fregato da solo il maledettissimo giorno che ho iniziato a provare un minimo di interesse per te! Quindi, se vuoi rischiare, se siete così folli da voler fare questa stronzata, vi seguirò! Almeno cercherò di evitare ingenti perdite…” concluse sempre urlando nella mia direzione… e per un momento, per un solo momento volli pensare che lo stesse facendo per me, per nostro figlio… volevo pensare al suo amore… e non dovevo… allontanai mentalmente quei pensieri e conclusi la questione con: “Perfetto, vieni pure!”

Poi me ne andai, uscii dalla sala e mi rinchiusi in camera mia… nella mia vecchia camera.

Avevo bisogno di stare da sola, di tranquillizzarmi per il bene di mio figlio… per quella creatura che avevo detestato ipoteticamente, ma che, ora che era dentro di me, amavo incondizionatamente… e sapevo che dovevo essere lucida, che l’indomani non potevo permettermi sbagli, perché, per la sua esistenza, io non potevo rimetterci la pelle… mi stesi sul letto e carezzandomi la pancia, mentre fissavo il ritratto di Damian, compresi.

Afferrai il senso della visione, afferrai il mio destino e le parole di Adam… sapevo che cosa dovevo fare e ne ero terrorizzata, ma forse era anche la mia più grande speranza.

Parte 22

Françoise
Avevo dormito poco e male, perché non si poteva dormire in una notte del genere, ma alla fine comunque la stanchezza aveva avuto la meglio sui miei pensieri, sui miei timori… ed un paio d’ore le avevo passate fra le braccia di Morfeo.

Risvegliata poco prima dell’alba, avevo realizzato che in quel giorno avrei deciso il mio destino… sarei stata libera da Flare, dal mio passato, in qualsiasi modo fosse finita quella giornata… ma speravo di terminarla da vincitrice… per gli altri, non per me, per garantire una vita felice, serena alle persone che mi circondavano.

A me interessava solo che finisse… mi tirai su dal letto, mi guardai allo specchio ed improvvisamente un lampo di genio mi attraversò… il mio scopo era far arrabbiare Flare, in quel modo si sarebbe inferocita…


Joe
All’alba la vidi tornare… se ne era sparita chissà dove, la sera prima, ed ora se ne tornava totalmente vestita di pelle nera.

Ed era bella da togliere il fiato.

Indossava solo un fascia di pelle nera sul seno ed un gonnellino corto, sempre dello stesso tessuto, con calzari in coordinato… ed i suoi capelli biondi erano liberi, ribelli… ora che erano corti, per colpa mia, se possibile sembravano ancora più vivi, proprio come lei ed il suo spirito indomabile… cazzo se ero ancora innamorato… la verità era che mai, mai avrei potuto dimenticarla, mai avrei potuto smettere di amarla…

“Non ti sembra di esagerare?” le disse Stefan, non appena lei fu di fronte a noi…

“Gli ricorderà la figlia perduta e si infurierà!” rispose fiera, orgogliosa… ed io le chiesi: “Che significa questo vestiario?”

“Era come vestivo prima, quando ero il suo angelo nero, quando combattevo nel suo nome!” commentò avvicinandosi a me, provocandomi con la sua bellezza, stordendomi con il suo profumo… perché sapevo che quella provocazione avrebbe fatto scagliare Flare contro di lei e che spettava a me proteggerla, solo a me, perché, per lo meno, potevo riscattarmi per il male che le avevo fatto…


Jet
Era difficile per me concentrarmi su quella battaglia, sul quel giorno, perché ora, di fronte a me, in quella pianura, c’era tutto il devastante esercito di Flare…

Accanto a me c’erano i miei tesori.

La mia ritrovata sorella che mi teneva per mano, che mi sorrideva, spavalda, fiera, bellissima… era un orgoglio per me vederla così piena di coraggio, senza la minima paura, senza che vacillasse neanche per un secondo… ed ero così felice di averla ritrovata, mi riempiva l’anima e riscaldava il cuore la sua semplice presenza.

Il legame che era sempre stato nostro, ora che l’incantesimo di Flare era rotto, era tornato, era di nuovo mio, come se non se ne fosse mai andato, come se non si fosse mai spezzato… e sapere, essere certi senza bisogno di parole, che per lei fosse altrettanto era sublime, accogliente, era come casa ritrovata, perché lei, la mia famiglia, era di nuovo accanto a me.

Dall’altro lato c’era la mia luce personale… la mia bambolina… così fragile dentro, ma anche così inavvicinabile fuori… si era vestita in quel modo solo per farsi vedere, solo perché così per Flare era facile stanarla, attaccarla… temevo per la sua vita, non volevo che lei perisse, non l’avrei mai permesso, perché lei aveva salvato e migliorato la mia esistenza, lei mi aveva restituito Hilda… mai l’avrei abbandonata, mai l’avrei ferita e sarei stato disposto a morire per lei.

Così come avrei dato la vita per Hilda… e per Natalie… mi era entrata dentro, era diventata una parte indispensabile della mia vita… non sapevo come fosse successo, sapevo solo che, combattendo accanto a lei, mi ero avvicinato a lei, avevo riso con lei, mi ero sentito bene, in pace… e le avevo permesso di confidarsi, io stesso le avevo raccontato eventi della mia vita che non avevo mai detto a nessuno… poi, ieri sera l’avevo baciata, l’avevo presa da parte, trascinata fuori dal salone e l’avevo baciata… per ore, senza una spiegazione, senza che lei mi chiedesse niente.

Ed avevo capito che ne ero innamorato.

Speravo solo che per lei fosse lo stesso… ma per i chiarimenti ci sarebbe stato tempo dopo, ne ero certo.

Poi buttai un occhio in direzione di Joe… era patetico il suo modo di cercare di restare vicino a lei, considerando poi che lei si tratteneva dall’ucciderlo… vabbè, forse ucciderlo era esagerato, non l’avrebbe fatto, ma si vedeva che moriva dalla voglia di colpirlo… ed anche che voleva fare qualcos’altro con lui… erano perfetti insieme, l’uno lo specchio dell’altra, speravo tanto potessero riuscire a preservare il loro amore… poi c’era anche il fatto che mi sarebbe dispiaciuto perdere il cuginetto… o la zia.

Ne avevo di persone da proteggere in quella battaglia… avevo tanto da perdere e tutto da guadagnare… ed ero stufo di tutti quei pensieri seri, dovevo esternare un po’ di ilarità, dovevo alleggerire quell’atmosfera…

“Cuginetto, non farti ammazzare! Mi mancheresti! E poi stai per diventare padre, hai degli obblighi, non rimetterci le penne…”

“Jet, non è il momento!” mi riprese lei, maestrina perfetta…

“Io penserei a me stesso se fossi in te…” aggiunse lui… in perfetta combinazione con lei.

Hilda rise, aggiungendo che era il caso di stare attenti tutti.

Come una famiglia, come se lo fossimo stati da sempre… con i nostri problemi, vero, ma risolvibili.

Strinsi la mano di mia sorella e lei strinse quella di Fran…

“Diamo il via alle danze!” conclusi e Françoise alzò la mano libera in direzione dell’accampamento… le fiamme lo avvolsero…


Hilda
Le fiamme che Françoise era in grado di creare erano sempre qualcosa di spettacolare.

Ed avevano anche un piacevole effetto devastante… le urla dei soldati di Flare, il loro fuggire terrorizzati ne erano la prova… in effetti, forse Françoise aveva il potere più sconvolgente che fossi mai riuscita a vedere e la capacità insita di generare morte e distruzione… era nella sua natura, come nella mia in fondo, natura che lei aveva domato, cambiato… ma che veniva sempre fuori, anche quando lei cercava di fare del bene.

Rimaneva pur sempre un omicidio anche se in nome della nostra salvezza, o del nostro dominio… che comunque sarebbe stato migliore di quello di Flare… o migliore di quello dell'Inquisizione.

E pensando all'Inquisizione mi venne naturale voltarmi verso di lui.

Lui che amavo sopra ogni altro, ma che mi aveva anche ferita come nessuno era mai stato in grado di fare… e che ora era qui, con il suo esercito, che combatteva con noi, che impediva la fuga ai superstiti dell’incendio… che mi affiancava in ogni mia mossa, in ogni mio attacco, come se cercasse di guardarmi le spalle… il che era ridicolo, perché lui era il primo a volermi morta.

Eppure, se io deviavo un fendente dei miei nemici, lo vedevo dietro di me, se assalivo uno di quei soldati, lo vedevo accanto a me… era sempre lì con me, sempre… che fosse ancora innamorato, ma non riusciva a concepirlo, a concretizzarlo, perché andava contro tutti i suoi principi?

Non poteva essere ancora innamorato… eppure mi proteggeva.

Ma, in quel momento, non potevo pensarci, dovevo difendermi, dovevo combattere, perché avevo promesso a Fran che lo avrei fatto… che sarei stata quell’alleata invincibile che lei esigeva… e lo facevo solo perché quello che mi teneva unita a Françoise era un filo istintivo, naturale, invisibile, ma anche indivisibile… lei era la mia famiglia acquisita, il mio appoggio, il mio punto fermo… l’unica di cui mi fidassi, l’unica che avrei seguito ciecamente ovunque… l’unica per cui in questo momento stavo combattendo…


Lyn
Mio figlio era sconvolto, non credeva fossi in grado di impugnare una spada, tanto meno usarla in modo così abile… e si divertiva ora a combattere insieme a me, fianco a fianco, contro i soldati di Flare che stavano sfuggendo alle fiamme di Françoise...

“Madre, siete magnifica!” commentò Lucas, dopo essersi liberato dell’ennesimo avversario…
”Ero una dea, tesoro mio…” gli ricordai… già , una dea… l’ultima… e ben presto anche io avrei lasciato il posto alla nuova generazione.

Forse pensare ad Adam in quel momento era tutto ciò che potevo fare, a parte combattere.

Perché quando si vede il futuro lo si teme più di ogni altra persona… vedi cose che non vorresti mai che si concretizzassero ed altre le attendi con trepidazione , sperando che alla fine la visione rispecchi realmente quello che potrebbe accadere… e questa, di visione, era necessario vederla realizzata. 

Per Adam, che aveva dato la vita per il futuro di Françoise e Joe… per il mondo, che non doveva crollare né per opera di Flare, né per opera dell'Inquisizione o del suo massimo esponente… perché ero consapevole che quella non fosse la fine, che Flare non era l’unico né il più temibile dei mali… e quando appunto si vede il futuro, prima o poi si prevede anche la propria fine.

La mia era vicina, per mano di lui, il più temibile nemico che ancora non conoscevano.

Fran e Joe non ne erano consapevoli, non sapevano della spada di Damocle pendente sulle loro teste… spettava a me mostrargli la via, guidarli, come prima Adam aveva fatto con Françoise… era l’unica cosa che dovevo fare prima di morire, perché io e Adam avevamo quest’unico scopo… un’unica ultima missione, prima dell’oblio.

E sinceramente, dopo una vita eterna, l’oblio era quello che si potesse desiderare di più.

Speravo solo che nel mio ci sarebbe stato anche lui… speravo solo di poterlo riabbracciare e congiungermi a lui, una volta passata oltre… ma non ci avrei dovuto pensare fino alla fine, ora combattevo per la mia famiglia, per vendicare il mio amore, contro Flare, che meritava solo un’orribile fine.


Albert
Era devastante il loro modo di combattere… perfino Evelyn, che doveva essere una dea decaduta, una sorta di attempata nonnina, aveva una forza inimmaginabile.

E Françoise... mi ero illuso di poterla fermare, ma le sue lame di fuoco che devastavano l’accampamento di Flare mi avevano fatto capire quanto fosse sbagliato il mio presupposto.

Françoise era invincibile, come lo erano Jet e Hilda… e quello che mi era stato chiesto, eliminarli, era impossibile.

Non ci riuscivamo con Flare, tutti insieme, come potevo pensare io da solo di occuparmi di loro tre… neanche il mio esercito sarebbe bastato… ed il volere del Magister era folle, insensato e nemmeno totalmente giusto… perché mi ero sempre chiesto se quello che avevo sempre fatto per loro fosse giusto.

Se l'Inquisizione fosse nel giusto.

Loro in fondo mi avevano chiesto la testa del mio amore… era giusto tradire lei, ferire mortalmente il mio cuore, per seguire il loro volere, il loro ordine? Non lo sapevo… infatti, ora, la difendevo… ero sceso in campo, ci avevo trascinato il mio esercito solo per lei.

Ridicolo, contraddittorio, folle.

Insensatamente folle… soprattutto ora che Flare era comparsa con le sue bestie magiche.

Mostri che ci assalivano, mentre lei attaccava Françoise… e nel finimondo generale, pensai solo a lei… affiancai Hilda, impedii ad un drago a tre teste di staccare la sua ed uccisi, solo per proteggere lei… consapevole che domani, se saremmo stati in grado di sopravvivere a quella battaglia, avrei dovuto darle la caccia….


Flare
Quella piccola peste mi aveva giocato un brutto tiro… e questo non potevo perdonarglielo.

Come non potevo perdonarle la sua scappatella con Joe, quando sapeva perfettamente che doveva rimanere pura per arrivare al potere assoluto… la volevo morta, non mi serviva se mi feriva invece di aiutarmi… pazienza se poi contro il Magister me la sarei dovuta vedere da sola… lo avevo affrontato e battuto una volta, potevo farlo di nuovo.

Per il momento però mi accontentavo di massacrare lei… e l’uomo che si era scelta… la patetica caricatura di un ancor più patetico Adam… quel maledetto, dalla tomba, sicuramente si stava facendo quattro risate, ne ero certa… era riuscito nel suo intento, lei non era più mia figlia ormai.

Richiamai le mie creature alate… i rettili striscianti… le creature del sottosuolo… se credevano che il mio esercito fosse composto solo da uomini si sbagliavano… le creature della notte, tutte, erano mie alleate… gli stregoni, le fattucchiere del mondo erano con me, perché contro l'Inquisizione… e con me sarebbe sopraggiunta la vittoria, a discapito di Françoise… le apparvi di fronte e le detti un pugno che Joe bloccò.

Sorrisi melliflua.

Bene, il nostro sarebbe stato uno scontro a tre.

Lo sguardo furioso di Françoise e la determinazione di Joe mi fecero presagire che quello sarebbe stato lo scontro più divertente della mia vita… perché non iniziarlo, allora?

Parte 23

Svegliarsi fra le braccia di Adam era sempre stato piacevole… lui non si alzava mai prima di me, anche se si svegliava sempre per primo, mi restava accanto, mi accarezzava i capelli, la pelle ed attendeva che aprissi gli occhi… perché sapeva che adoravo iniziare la giornata con lui… essere felice con lui, dividere quel poco tempo che ci restava ormai, da vecchie creature mortali, insieme, per me era meraviglioso… e lui voleva concedermelo, come mi aveva sempre concesso ogni cosa…

“Dici che la tua visione si avvererà?” chiese, fissando sovrappensiero la parete di fronte a noi, senza neanche il suo solito buongiorno e continuando a carezzarmi i capelli.

Mi alzai allora, mi stiracchiai e poi mi accoccolai sul suo torace…

“Innanzitutto buongiorno, amore mio…”

“Buongiorno…” rispose con voce suadente, rubandomi l’aria con un bacio…

“Si, credo di sì, si avvererà… ma non è tutto sbagliato, alcune cose che ho visto sono meravigliose!” trillai, estasiata dalla visione del loro amore… l’amore che sempre avevo desiderato per mio figlio…

“Ma hai visto anche le nostre morti…” Adam mi rovinò l’atmosfera… a volte era eccessivamente attaccato a questa sua vita mortale… ma era normale, per gli uomini, chiedere sempre di più dalla vita, sperare che la morte non venga mai a bussare alla loro porta… io me ne chiamavo fuori semplicemente perché in grado di vedere… io sapevo quando sarei morta…

“Vero, ma non era quello che volevamo, morire in battaglia? E poi tesoro, lo sapevamo, sapevamo sarebbe giunto questo giorno… abbiamo avuto una vita eterna meravigliosa, piena di passione e quella mortale lo è stata ancora di più!”

“Abbiamo tre figli meravigliosi ed una nipotina pestifera…” aggiunse ed io gli sorrisi, forse il suo momento di tristezza era passato…

“Ed il più problematico dei tre figli troverà presto l’amore, sarà quel re, quell’uomo che tu volevi che fosse e sarà felice! Non so tu, ma io mi ritengo soddisfatta! La morte non mi fa paura, perché ho avuto tutto dalla vita!”

Mi sorrise a sua volta, mi fissò con quel suo sguardo sincero, che Joe aveva ereditato… poi mi baciò, come solo lui era stato in grado di fare…

“Dobbiamo agire allora, pianificare, aiutare il destino ed impedire a Damian di fare a loro quello che ha fatto a noi… dobbiamo prepararli, fare in modo che Joe e Françoise sappiano con chi avranno a che fare!” concluse risoluto, ritornando quell’uomo che avevo sempre ammirato, amato…

“Lo faremo… li guideremo e loro potranno godere della stessa felicità che abbiamo avuto noi!”

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Joe si era messo fra me e Flare, incredibile, ed ora, ora la stava affrontando con una forza inaudita, ma purtroppo sapevo non sarebbe stata sufficiente… per questo li osservavo, in attesa, pronta ad agire ed a sostituire Joe, qualora fosse stato necessario.

Non feci in tempo a pensarlo che dovetti bloccare la sfera di energia, che Flare si apprestava a lanciargli, con il controllo del tempo… la deviai, infine, con un vortice di vento ed urlai a Joe di darmi il cambio… lui si alzò e si allontanò ed io comparii di fronte a Flare.

Le detti un pugno nel ventre e poi la sbloccai…

“Figlia mia…” commentò senza fiato…

“Stronza!" le risposi…

“Anche se sei diversa ora, sei consapevole di essere tornata al punto di partenza, sei ancora in mezzo a qualcosa che non capisci, che ti è estranea!” mi ringhiò contro, sperando di destabilizzarmi, ma s’illudeva se pensava che avrei ascoltato le sue parole.

Lei era la grande tessitrice, le sue menzogne per me non avevano più senso… non mi toccava più alcuna sillaba che usciva dalla sua bocca.

Per questo la colpii con un calcio, facendola cadere a terra, ancora dolorante, ancora sorreggendosi il ventre con le braccia.

Ma si alzò di nuovo, mi comparve alle spalle e provò a colpirmi alla schiena, la schivai e la bloccai con delle radici che stavo facendo crescere dal terreno sotto i miei piedi.

Sogghignò e se ne liberò in pochissimi secondi, disintegrandole con il suo tocco distruttivo…

“Vediamo se riesco a disintegrare anche te?” chiese ironica guardandosi le mani e poi osservando a lungo me…

“Prima devi prendermi Flare!” commentai, richiamando a me una tempesta ed un vento impetuoso…

“I tuoi trucchetti non mi spaventano!” urlò, cercando di ricoprire il boato di quello che stavo scatenando…

“Ma ti possono far male!” replicai, scatenandole contro i fulmini che iniziavano a formarsi dalle mie nuvole… e non poté evitarli… la ferii svariate volte, ma purtroppo sapevo non poteva essere sufficiente, infatti lei mi apparve di nuovo alle spalle, furiosa, e bloccandomi ustionò le mie braccia con il semplice tocco… le detti un calcio e la scaraventai verso Joe che la tenne impegnata in un nuovo duello a due, con le spade, in attesa che io mi curassi le ustioni… ed imprecavo mentre lo facevo, per non urlare, per non piangere, perché la mia pelle che ricresceva, per opera del potere lenitivo della terra, faceva un male cane.

Altro male che le avrei fatto scontare…

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Lo osservavo riverso ai miei piedi, moribondo, con tutte le ossa frantumate e gioivo… Adam, il mio nemico, era alla mia mercè… e l’avrei ammazzato, lo sapevo, perché dovevo riportare Françoise a me, dovevo purificarla di nuovo, erigerla sulla strada dell’odio, solo perché lui si era messo in mezzo… le aveva insegnato ad amare… l’ aveva amata… e le aveva mostrato una via diversa da quella della notte, della guerra… della mia guerra contro l'Inquisizione, contro di lui, per il dominio del mondo.

Beh, sfondandogli il torace con un pugno, pensai, uno a zero per me.

Per Flare, l’ultima immortale.

Non ancora l'ultima dea perché Evelyn dovevo ancora eliminarla, ma per Evelyn ci sarebbe stato tempo, non era mai stata una minaccia per me.

Stavo per spaccargli il cuore e gioirne, quando lui, subdolo bastardo, con un ultimo sussurro mi disse: “Se credi di aver vinto, sappi che lui è tornato… non lo hai ucciso e come Magister verrà a cercare te e Françoise!”

Strinsi il suo organo vitale fra le dita, frantumandolo, ponendo fine alla sua esistenza, imprecando perché mi aveva rovinato il momento di gloria, instillandomi quel dubbio… era giunto il momento di andare a San Gabriel, dovevo sapere ed organizzarmi di conseguenza.

Ma mi bloccai quando la vidi venire verso di me, colpirmi con una furia inaudita e correre poi al capezzale di Adam.

Cercava di curarlo, piangeva sul suo corpo… e la derisi per questo…

“Troppo tardi Françoise!”

Mi guardò furiosa ed io imprecai… che vittoria del cavolo… non mi era servita a niente.

Scomparii, senza darle modo di attaccarmi, avevo altro da fare… alla mia piccola bambina pestifera ed alla sua redenzione avrei pensato in seguito… avevo un Magister da cercare ed un enigma da sciogliere…

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Quando atterrò Joe e lo trafisse ad un fianco con la sua spada, non ci vidi più… persi il controllo, la terra sotto di me iniziò a tremare, il vento e la tempesta infuriavano contro Flare e contro tutto il suo esercito e lei imprecava, ma per lo meno non avrebbe più toccato Joe.

Vidi Hilda occuparsene, curarlo e portarlo via… ed io mi avvicinai a lei… fiera, indomabile, così decisa a farla finita che ne avevo paura…

“Quello che ho creato è davvero magnifico!” commentò osservandomi di nuovo, come se gioisse della mia presenza, come se fossi la sua ben riuscita marionetta… ma non lo ero più…

“Te l’ho già detto, non sono più tua figlia" precisai… di nuovo… con rabbia…

“Lo sei, te ne sei solo dimenticata… ti sei dimenticata del nostro obiettivo, della nostra guerra contro l'Inquisizione?” mi riprese, furiosa anche lei…

“È la tua guerra, contro un mondo che odi e che mi hai spinto ad odiare solo per un capriccio! Sei una pazza!” replicai gridando... lo era davvero, lo era sempre stata ed io sciocca l’avevo seguita, avevo appreso da lei tutte le sue arti distruttive, nascondendo me stessa e la mia capacità di amare… e questo faceva più male di ogni rimorso di coscienza.

Ero stata così stupida da farmi usare, dimenticandomi della donna che Adam aveva risvegliato… di quella che ero sempre stata, ma che dopo l’abbandono di Morgana avevo smesso di essere… ed anche questo era colpa di Flare, perché lei era andata via quando mia madre aveva ucciso nonno Damian…

“Sono così avanti figlia mia che non riesci a capirmi, per questo mi definisci pazza! Un giorno mi definiranno un'eroina!” continuava imperterrita con i suoi deliri, convinta di essere la salvezza dell’umanità… risi per prenderla in giro…

“Ti ucciderò prima di quel giorno… ti aprirò il petto ed estirperò il cuore… ti farò quello che tu hai osato fare ad Adam!” conclusi quello scambio verbale freddamente, pronta a farle fare la fine che meritava… le mie lame di ghiaccio si avventarono sulla sua spada d’ombra… il corpo a corpo era l’unico modo per finire quello scontro, lo sapevamo entrambe… i trucchetti magici, fra due dee, erano inutili.

Per questo, a suon di fendenti, non ci davamo tregua… sapevamo che la supremazia mia o sua sarebbe venuta fuori da quello scontro… e tutti quelli che ora ci osservavano sapevano che le sorti di quella battaglia avrebbero deciso tutte le loro… solo che nessuno pensava potesse finire in quel modo… era stato un momento, un conato di vomito, una distrazione che aveva permesso a Flare di avere la meglio e tutto quello che ero riuscita a vedere era stata la sua spada vicinissima al mio cuore…

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Quando la vidi varcare la porta della sala del trono la odiai… più di quanto odiavo me stesso, la mia famiglia e quella sciocca razza umana che avevo cercato di proteggere…

“Damian, ora esageri!” mi riprese lei, avendo percepito il mio pensiero…

“È semplicemente quello che penso, Morgana! Odio gli uomini, odio la loro mortalità che è divenuta anche mia!” le scaraventai contro quelle parole e lei come sempre sembrava fregarsene…

Che le importava se la odiavo, lei aveva ancora l’immortalità, incarnazioni infinite a disposizione, che le sarebbe importato del nostro millenario amore dopo la mia dipartita…

Sospirò…

“Sei così attaccato alla vita e non ne capisco il perché… è stata una tua decisione, avevi detto che non t’importava sacrificare l’immortalità per la salvezza degli uomini, avevi detto che loro meritavano questa chance!” replicò ed io urlai che non era più così, che non era giusto che avessi sacrificato tutto per una razza di deboli, inetti, patetici, corrotti e deplorevoli burattini…

“Non ti dà fastidio questo, ti dà fastidio che sia finita! Ti dà fastidio che io mi reincarnerò e che tu morirai… e perché non vuoi che finisca!” mi riprese di nuovo lei… ed io le chiarii un concetto: “Non ti amo più Morgana, detesto te e questa patetica famiglia che abbiamo costruito! Detesto gli uomini, ma non temere li redimerò… per questo ho creato l'Inquisizione! Renderò gli uomini schiavi di me e del mio giudizio e Flare in questo sarà una perfetta, ignara, alleata!” le manifestai le mie intenzioni e lei inorridì… aveva capito che se io non potevo essere più eterno, quello che volevo fare, prima di morire, era creare un inferno eterno per l’umanità…

“E dato che conosci le mie intenzioni, dovrò metterti a tacere per sempre, amore mio…” conclusi, pronunciando quell’«amore mio» con odio, disgusto e risentimento… lei si sarebbe reincarnata, ma questa sua attuale forma avrei avuto il piacere di massacrarla…

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Attesi il colpo al cuore, quello che avrebbe decretato la fine della mia vita, che però non ci fu… vidi solo Flare accasciarsi a terra, sostenendosi il petto trafitto… alzai lo sguardo… ed incontrai gli occhi di Joe.. lui mi aveva salvata… lui aveva ucciso Flare… poi le era andato di fronte… Flare aveva sorriso malvagia, aveva stretto Joe a sé e, sussurrandogli qualcosa all’orecchio, era spirata fra le su braccia.

Mi alzai, mi avvicinai a Joe e sapendo quello che Flare gli aveva fatto, gli presi il braccio.

Lo vidi… il marchio… Flare l’aveva marchiato, ora Joe era a tutti gli effetti uno di noi…

Parte 24

Lyn fu la prima a correre verso di noi… guardava suo figlio con ammirazione, con gioia… la bloccai prima che potesse abbracciarlo e le mostrai il braccio di Joe che era ancora fra le mie mani…

“L’ha marchiato!” le spiegai e lei impallidì…

“Che mi ha fatto?” chiese a quel punto Joe inorridito, spaventato… e faceva bene ad esserlo.
Nel frattempo anche gli altri si erano avvicinati ed Albert per primo si era congratulato con il re.

Joe aveva ucciso Flare… il suo esercito era in ritirata e le guardie dell'Inquisizione stavano finendo i più lenti a fuggire.

Albert non capiva il mio sguardo, quello di Lyn e di Joe, nessuno lo capiva…

“Che succede?” chiese Jet…

“Spiegaglielo tu!...” mi rivolsi a Lyn “…io sono stufa, stufa di tutto!” dissi, sparendo… avevo bisogno di stare da sola, dovevo necessariamente stare da sola.

Perché per me tre cose soltanto erano chiare.

Sapevo che avrei dovuto provocare Flare, sapevo che sarei dovuta essere in pericolo, perché sapevo che Joe mi avrebbe salvata… l’avevo sempre saputo perché lui mi amava.

Me lo aveva detto nonna Morgana… mi aveva descritto gli occhi di un uomo innamorato quando ero bambina, lo aveva fatto usando il ritratto del nonno… e Joe mi guardava come un uomo innamorato… lo avevo capito osservando di nuovo quel ritratto.

Ma l’immagine del nonno mi aveva mostrato altro… l’anello dell'Inquisizione… nonno Damian portava all’anulare sinistro il simbolo della gente che aveva sempre cercato di sterminarci… il simbolo dei consiglieri… e non ne capivo il motivo... ma sapevo che loro volevano uccidermi e non potevano essere servi di Flare, perché mia madre, prima di sapere di me e Joe, non mi aveva mai voluta morta.

Aveva marchiato Joe, non l’avrebbe mai fatto se non fosse stato per un buon motivo che esulava da ogni proposito di odio, da tutto ciò che ci rendeva avversarie.

Flare sapeva che il suo potere ci sarebbe stato utile… forse per qualcosa che doveva ancora venire allo scoperto?

Ero consapevole che non era finita, che non eravamo al sicuro, che mio figlio non lo sarebbe mai stato… almeno fino a che non avessi eliminato tutto quello che per lui costituiva una minaccia.

E se la minaccia venisse dalla famiglia?

Non ne ero sicura, ma ero sempre stata convinta che Flare avesse ucciso Damian, solo che nessuno aveva mai seppellito il corpo.

E se Flare fosse stata ingannata?

Non sapevo perché questa cosa mi ronzava nel cervello, non ne ero neanche convinta.

Forse cercavo qualcosa che mi distraesse, che m’impedisse di affrontare Joe.

Non lo avevo neanche ringraziato e lui, lui mi aveva salvato la vita.

Quello stato di inquietudine era sentore di qualcosa che stava per accadere o paura di affrontare la mia dolce e coraggiosa metà?

Non avevo tanta voglia di scoprirlo sinceramente… ed avevo di nuovo la nausea.

Maledetta gravidanza… maledetta vita dannatamente così complicata.

Ero così stufa di dover sempre lottare per qualcosa che potesse darmi minimamente un po’ di felicità o serenità… dov’era la serenità, dov’era la parola fine? Sarebbe mai arrivata?

Non lo sapevo… non potevo saperlo per ora, perché non potevo sapere cosa o chi mi stava minacciando… per questo potevo solo aspettare e prepararmi, come sempre avevo fatto.

E se dovevo prepararmi per qualcosa di sconosciuto, potenzialmente letale, dovevo farlo nel migliore dei modi… tornai in camera mia, con le fiamme aprii il muro e mi addentrai nella ex-corte dei miracoli di Flare… mi servivano le sue armi, mi servivano tutti i suoi segreti più oscuri…

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Non capivo perché se ne fosse andata in quel modo, non capivo come mai potesse essere così sconvolta, ma avevo intuito che quel segno che Flare mi aveva fatto, quando mi aveva stretto il braccio, non era niente di buono… che stessi per morire, che fosse veleno che lentamente mi stava uccidendo? Non era giusto, perché io avevo vinto, avevo ottenuto tutto quello che volevo… la mia vendetta e la salvezza di mia moglie, la pace per la mia gente… non potevo morire ora, dovevo diventare padre.

Mi stupii poi di un istantaneo pensiero, non m’importava di morire… avevo ottenuto tutto quello che volevo e lei ed il bambino erano salvi… non m’importava di nient'altro… neanche di morire.

Mia madre mi fece sedere… mi sorrise e carezzandomi il volto mi disse che non dovevo preoccuparmi, che non era proprio un male quello che era successo.

Non la capivo… nessuno la capiva e tutti, come me, erano in attesa di una spiegazione…

“Non ti ho detto tutto riguardo alla mia visione… né ho mai detto tutto a lei… io sapevo sarebbe spettato a te, sapevo che l’avresti salvata, perché ti ho visto amarla… e sapevo di questo marchio… ma ripeto, non è un male quello che ti è successo…”

“Non vi capisco…” dissi flebile, iniziando a provare qualcosa che era molto simile alla rabbia… lei aveva giocato con il mio destino e forse anche papà c’era di mezzo… perché lui aveva trovato Françoise per me…

“Il marchio è un modo che noi dei usavamo quando uno di noi moriva, per non perdere il potere… perché il potere era più importante di noi, era essenziale che rimanesse a qualcuno, che venisse trasmesso attraverso il sangue, oppure attraverso la pelle!” esclamò toccandomi il braccio.

Iniziai a capire ed inorridii… non poteva essere quello che pensavo…

“Ti ha donato i suoi poteri!...” disse, dopo un immenso sospiro “…sei tu ora il signore degli elementi, delle ombre, luce e buio, creazione e distruzione, ora tu le governi!”

“Sono…” non riuscivo a dirlo, era inconcepibile, non potevo essere diventato uno di loro, io non volevo essere uno di loro… ne odiavo l’idea, lo tolleravo solo perché erano la mia famiglia.

Un moto di rabbia furiosa si impossessò di me… un senso irrazionale che mi portava a pensare che era solo colpa sua… era colpa di lei e della sua naturale predilezione a cacciarsi nei guai…

“Sarai uno stregone!” mi anticipò…

“Il processo è già iniziato, dovrai solo aspettare che il potere entri completamente in te e potrai controllarlo! Sarà il tuo migliore alleato, la tua costante, la tua essenza!”

“E che me ne dovrei fare?” chiesi sconvolto, con un tono furioso…

“Niente, per ora… ma presto troverai uno scopo e saprai come utilizzarlo…” mi abbracciò…

“Io l’ho visto e ti ripeto, non è un male…” concluse… ma in realtà sapeva, dal mio sguardo, che lo ritenevo il peggiore dei mali… e lo rifiutava, per questo si rivolse agli altri…

“Festeggiamo? Flare è morta! Dobbiamo essere felici e magari riposarci un po’, che ne dite?”

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Quando tornai a Parigi la città era in festa… una festa decisamente poco casta… e l’apice della festa si teneva nel cortile del palazzo della mia famiglia… c’erano perfino le ballerine.

Fu per quello che, sedendomi in un angolino, in disparte, mi chiesi per che cosa avevo combattuto… in fondo l’eroe del momento se la stava spassando con le suddette, poco vestite, ballerine… ed io lo odiavo… lo odiavo perché quando pensavo di poterlo perdonare, quando pensavo di poter ricominciare con lui, lui mi pugnalava ancora alle spalle… era un maledettissimo stronzo pieno di boria… e mi chiedevo per quale ridicolo motivo dovevo restare lì… stavo per alzarmi ed andarmene, quando mi raggiunse Jet…

“Che ti passa per la testa?” mi chiese… io lo guardai apatica, facendogli capire che non avevo idea di cosa stesse insinuando… ma in realtà mi aveva capita, mi aveva capita benissimo… perché a Jet bastava osservarmi e sapeva tutto di me e dei miei intenti…

“Ti conosco bambolina, stai per darti alla fuga!” ecco appunto…

“Torna da Natalie!” gli dissi, senza degnarlo di una risposta che potesse confermare la sua teoria… ma Jet era caparbio, non potevo liberarmene se non rivelandogli la verità…

“No! E tu non dovresti scappare!”

“Non gli interesso più!” gli dissi indicandogli Joe che si divertiva… faceva dannatamente male vederlo giocherellare con i lacci del corpetto di un’altra, vederlo sorridere malizioso ad un’altra, peggio di un pugno nello stomaco… mi toglieva il fiato…

“Secondo me gli interessi ancora, sarà sconvolto dall’idea della paternità…” commentò Jet, osservandolo insieme a me.

Sospirai, palesandogli in quel modo tutto il mio sconforto…

“Avevi ragione, siamo lontani dal punto di partenza… io e te prima eravamo soli e guardaci ora… io ho una zia, dei cugini, una sorella e tu hai Joe ed una famiglia in arrivo… abbiamo una famiglia Fran !” cercò di tirarmi su il morale…

“Tu ce l’hai, io sto solo per diventare madre… e non so fare la madre!” gli spiegai, improvvisamente nel panico più assoluto… non potevo perdere Joe, io avevo capito che non potevo esistere senza di lui… perché solo con lui ero veramente felice…

“Torna a casa Fran! Non fuggire di nuovo!”

“Quale casa? A Parigi, da dei genitori che mi hanno ignorata perchè non loro fino a che non hanno capito dei miei poteri?” replicai urlando…

“A Washington! Sei ancora una regina…” rispose con calma lui, con compassione… mi compativa? No, mi voleva bene ed era preoccupato per me… mi calmai e chiarii: “Una regina che consiglieri, Inquisizione e re hanno voluto morta!”

“Lui ti proteggerà stavolta e quelli ad essere morti sono i consiglieri!”

Era insistente…


”A Washington i religiosi sanno del mio potere, mi daranno la caccia e la daranno al bambino!”

“Ma se il re vi protegge?”

Dannatamente insistente… ma gli era sfuggita una questione... una questione che mi riportava alle sue mani infilate sotto ad una gonna che non era la mia…

“Non lo farà…”

“Lo sottovaluti!”

“Ma tu non lo odiavi, un tempo?” sbottai… non poteva avere sempre un argomento per ribattere… e poi lo difendeva, con quale coraggio? Non aveva visto anche lui quello che stava facendo?

“Mh, alla fine il cuginetto non è male! Bambolina, ha ucciso Flare per te, lui ti ama!”

“E Flare lo ha marchiato!” centrai il nocciolo della questione, o meglio quello a cui Jet voleva farmi arrivare… forse era per quello che si comportava in questo modo.

“Altro motivo per sentirsi un po’ scombussolato, non trovi? Stregone e futuro papà, io nei suoi panni sarei terrorizzato! Non scappare Françoise, prova a fidarti di lui!”

Ora capivo, ma avevo comunque paura che lui potesse tradirmi di nuovo… che non potessi fidarmi completamente di lui…

“E se la mia fiducia fosse mal riposta?” chiesi a Jet… lui ci pensò un po’ e poi rispose:”Ti difenderò io!”

Lo guardai sconsolata, incapace di ribattere ancora, e mi appoggiai sulla sua spalla… e piansi… piansi per la prima volta dopo tanto tempo… me ne resi conto perché sentivo le lacrime bagnarmi le guance… e Jet se ne accorse quando piagnucolai: “Avevi ragione tu, non dovevo innamorarmi… è orribilmente sbagliato…”

“No, avevi ragione tu… è splendido… complicato, ma splendido!” concluse, poi mi prese in braccio e mi portò nel palazzo… non so dove voleva portarmi, ma ero così stanca, per questo ci misi veramente poco ad addormentarmi fra le sue braccia…

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Non riuscivo a capire perché Jet mi aveva interrotto… ma la sua faccia ed il modo in cui mi aveva violentemente tolto la ragazza da sopra non facevano auspicare nulla di buono.

E poi mi aveva dato anche uno scapaccione…

“Smetti di fornicare e cornificare Joe! Dobbiamo parlare!” disse ed io capii…

“No, se si tratta di lei!”

“Devo usare il mio potere su di te?”

“Non osare Jet!” sibilai, sfidandolo con lo sguardo.

Lui si spazientì, perse la sua aria da duro impertinente e mi urlò contro: “Sta piangendo! Vuole andarsene! E se va via Joe, non la rivedrai mai più!”

“Dov’è?” chiesi al limite della pazienza.

La detestavo, vero, la detestavo tantissimo, ma dovevo chiarire questa cosa, dovevo chiudere una volta per tutte…

“In camera tua… si è addormentata, era sfinita…” concluse andandosene.

Mi diressi all’interno del palazzo… ero un idiota lo sapevo… ma la odiavo, ora non sarei in questo inferno se non l’avessi conosciuta, se non l’avessi dovuta difendere… uccidevo Flare per lei e che ne ricevevo in cambio? Un marchio, che mi dava tutti i suoi poteri… ero uno stregone e se proprio quello non bastava a devastarmi interiormente, ora ci si mettevano quei maledettissimi poteri che si diffondevano dentro di me e mi rendevano strano… mi comportavo come un indemoniato nei confronti di qualsiasi cosa o persona.

Tutti i miei desideri, i miei istinti, non erano più repressi… temevo che mi avrebbero condotto alla follia, proprio come Flare… o come lei… sarei davvero diventato uno di loro?

Incapace di controllarmi, vinto dalla magia e costantemente schiavo di essa? Succube dei poteri, incapace di provare altro se non la soddisfazione che ne derivava dall’usarli?.Lo temevo… lo temevo dannatamente… ed incolpavo lei per questo… lei era sempre il massimo artefice di ogni casino… di tutti i miei casini.

Ed ora che aprivo la porta della mia stanza e la vedevo rannicchiata nel letto, mi rendevo conto di quanto per me lei fosse problematica… e di quanto ero attratto da lei… così attratto che mi ero avvicinato silenzioso, ero salito sul letto e le avevo baciato il collo… lei si era svegliata e mi aveva fissato sorpresa…

“Che stai facendo?” mi chiese…

“Non lo so…” risposi sinceramente, ma ero tentato da lei, così tanto da non riuscire a fermarmi… la volevo.

Lei spalancò gli occhi, forse aveva capito…

“È il marchio Joe, ti attrae verso il potere come una falena verso la luce ed io sono l’essere più dotato di potere in questo momento… tra me e quello del bambino, per te sarà quasi impossibile resistere…”

“E questo si traduce in attrattiva sessuale?” chiesi, facendola stendere sotto di me…

“È prerogativa del nostro rapporto, no?” sussurrò, quando io mi avvicinai alle sue labbra scarlatte… lei era la luce ed io la falena, lo ero sempre stata… la odiavo, ma non potevo impedirmi di bruciare per lei… con lei…

Non le risposi, ma la baciai, perché pensavo di non poter fare altro, che per me in quel momento esistesse solo quel bacio, solo lei e le sue labbra, il suo volto.

Il suo viso mi incantava… mi fermai, restituendole l’aria ed osservandola, mentre con una mano le esploravo i capelli e con l’altra il corpo.

Sentire i suoi sospiri, vedere i suoi occhi languidi di piacere, mentre con la mano scendevo sul suo ventre, risalivo e disegnavo le curve del suo seno, era stato troppo.

Non avevo resistito più… le avevo letteralmente strappato quei pezzi di stoffa che aveva indossato in battaglia… le avevo mostrato quello che era in grado di farmi, piegandomi su di lei, stringendola, in modo che sentisse quanto fossi eccitato all’idea che lei sarebbe stata di nuovo mia.

Anche lei si era mossa, non era più succube delle mie attenzioni… mi aveva rapidamente tolto i vestiti ed aveva capovolto le posizioni.

Era nuda sopra di me ed era magnifica… la baciai, alzandomi, mettendola seduta sopra di me...

Entrai in lei senza attendere altro, senza preliminari, tenendola saldamente sulle mie gambe, con le sue perfettamente intrecciate dietro la mia schiena, spingendola a muoversi secondo un mio folle ritmo, che era dettato solo dal desiderio che avevo di lei… dalla cieca passione, da quell’argine di emozioni represse che ora non riuscivo più a tenere a freno.

Non le detti tregua… la feci mia per tutta la notte, permettendole di addormentarsi solo verso l’alba.

La osservai stesa accanto al mio fianco, sfinita, placidamente addormentata, e compresi, perché l’euforia era finita… il marchio era svanito, il potere era completamente in me… lo sentivo… era meno instabile rispetto a prima, rendeva me meno instabile.

Mi alzai, sempre guardandola, dovevo stare solo, perché sapevo che quella notte con lei era stato l'errore più grosso che avevo commesso…

Parte 25

Quando mi svegliai lui non era più accanto a me… sapevo dove trovarlo perché lo percepivo, percepivo il suo potere ovunque lui fosse… ed il battito del suo cuore… ora lo sentivo come avevo sempre sentito quello di Flare, o di Jet, o di Hilda… ci conoscevamo, ci trovavamo, noi grandi stregoni eravamo sempre specchio l’uno delle emozioni dell’altro.

Sapevamo sempre cosa provavamo… quello che provava Joe ora era dubbio, incertezza, rabbia, panico.

Quel genere di panico che nasceva dalle cose nuove, dall’incapacità di assumersi responsabilità.

Lui non voleva responsabilità…

“Mi odi…” conclusi, una volta arrivatagli alle spalle…

“Mi hai letto?” chiese lui senza voltarsi, continuando a guardare al di là del panorama del balcone… guardava Parigi e non me… non voleva dirmi che era finita, che non era più sicuro di noi, di quello che provava per me…

“Sì… ho capito, non c’è bisogno di spiegare…” conclusi… lui mi bloccò, prima che potessi voltarmi, prima che potessi fuggire chissà dove…

“Questo non significa che verrò meno ai miei doveri…”

“Il bambino non è un tuo dovere… un bambino non dovrebbe mai essere un dovere, ma una gioia… non lo vuoi ho capito, hai cambiato idea, succede…” replicai, sull’orlo di una crisi di pianto, ma non gli avrei mostrato il mio dolore, mai…

“Se te ne vai, non sarete mai al sicuro!”

“Nel senso che l'Inquisizione mi darà la caccia? Proveranno ad uccidermi? Ci sono abituata Joe, ci ho convissuto fino ad ora, continuerò a farlo!”

Ma lui non mi lasciava andare… c’era qualcosa dentro di lui che gli impediva di farlo, ma non riuscivo a capire cosa fosse perché in lui albergavano così tanti sentimenti contrastanti… per un attimo percepii rimorso, sensi di colpa.

E questo per me fu troppo.

Per il mio orgoglio era troppo… mi liberai dalla sua presa e me ne andai, voltandogli le spalle probabilmente per sempre e certamente con il cuore a pezzi.

Uscii dalla stanza in apnea e solo quando fui nel corridoio ripresi a respirare ed a piangere.

Perché averlo perso era un dolore così assoluto, così forte, che mi impediva di fare altro che non fosse soffrire… non pensavo che essere rifiutata potesse fare tanto male, o perlomeno lo avevo dimenticato…

“Da quando me ne sono andata la tua vita non è stata piacevole piccola mia, me ne dispiace…” disse una voce alle mie spalle, conosciuta, una voce che doveva essere morta… mi voltai, incapace di capire, ma consapevole che dovevo vederla, dovevo essere sicura che fosse lei…

“Mia piccola Françoise, ti va di venire con me?” mi chiese poi… le sorrisi e la seguii…

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Dopo il colloquio con Françoise me ne andai alla ricerca degli altri… dovevo trovare qualcuno, andava bene anche Jet, avevo bisogno di parlare con qualcuno… incrociai la mamma… o meglio lei era in attesa di me… sapeva, perché il suo sguardo furioso e lo schiaffo che mi aveva tirato valevano più di mille parole…

“Come hai potuto! Sento la sua sofferenza ovunque vada!”

“La sento anch’io!”

“E non ti fa pensare, non ti fa dubitare?” chiese… certo che mi faceva dubitare, certo che mi faceva stare male, ma avevo fatto una scelta… lei, ormai, non faceva più parte della mia vita…

“Non posso illuderla, io non so più quello che provo!”

“Tu non sai più quello che fai e stai sbagliando per questo!” replicò… ed io mi arrabbiai…

“Come fai ad esserne tanto sicura!” le urlai contro…

“Perché io vedo Joe e non ho mai sbagliato una previsione! Lei è il tuo futuro, che tu ne sia insicuro ora perché non capisci più cosa sei, non significa che lei non sia quella giusta! La perderai così!”

Giusto, lei vedeva… lei aveva sempre visto… la odiavo per questo, odiavo anche lei che mi trattava come un burattino nelle mani di quel futuro che lei venerava e serviva…

“L’ho già persa…”

“E non ti senti uno schifo per questo?” ancora? Quando avrebbe smesso di torturarmi?

“Sì, ma non posso fare altrimenti!”

Lei se ne andò, sconvolta, incapace di ribattere, incapace di capirmi… forse nessuno era in grado di capirmi…

Per questo me ne uscii dal palazzo e me ne andai in giro per Parigi… la gente, ora che la città non era più sotto assedio, era ritornata alle normali faccende quotidiane… era tutto come prima, mentre invece dentro di me era cambiato tutto.

Loro non lo sapevano, loro non mi capivano, non sentivano quello che io provavo… ero solo in mezzo alla gente… fu allora che compresi come lei si fosse sempre sentita… capii tutte le parole non dette, tutti gli sguardi tristi, opachi, che cercava di mimetizzare con il suo temperamento… capii la sua solitudine e mi sentii ancora peggio, perché l’avevo abbandonata, l’avevo resa di nuovo sola.

Ero un bastardo.

Ma non avevo potuto evitarlo… non la volevo accanto, la detestavo… la mia vita era al tracollo per colpa sua, non potevo più amarla e non volevo farle del male… perché ne ero convinto… se lei fosse rimasta, mi sarei sfogato con lei, me la sarei presa con lei e con il bambino ogni singolo giorno.

E nessuno dei due voleva questo.

Ad un certo punto fui pervaso da una sorta di scossa elettrica, una sensazione di pericolo.

Mi avviai verso il molo, consapevole che i miei nuovi poteri mi stavano guidando verso qualcosa o qualcuno.

Quando notai Albert preparare le sue truppe, preparare le navi, capii che era pronto alla partenza… capii che tornava a riferire tutto ai suoi capi… compreso il pericolo.

Lui mi vide… venne verso di me e disse: “Non posso fare altrimenti… mi dispiace, ma credo che l'Inquisizione debba sapere…”

“Cosa di preciso?” chiesi gelidamente, impassibile…

“Tutto, perfino quello che ti è successo…”

Chiusi gli occhi… mi maledii… sapevo cosa implicava, sapevo il caos che stava per configurarsi all’orizzonte… e quell’uomo per me era una croce… amava Hilda, combatteva con lei, con noi… ma era anche così ligio al dovere, così fedele ad un manipolo di uomini corrotti, che voleva la nostra fine per poi porre fine anche alla libertà degli uomini.

Lo sapevo che l'Inquisizione sarebbe stata la mia rovina, lo sapevo fin da quando, a diciannove anni, avevo sfidato il Magister per la salvezza di un amico.

Temevo questo… temevo la loro supremazia.

Mi stupivo dei miei pensieri… mi ritenevo uno di loro… da quando avevo iniziato a considerarmi uno stregone?

“Sono ancora il re… San Gabriel è una città del mio regno, vivete nel mio regno, seguirete le mie regole ed il mio volere!” gli specificai preciso, sempre freddo e deciso a non mollare.

Doveva capire che non li avrei mai lasciati fare… che erano loro che dovevano ubbidire a me, non il contrario….

“Non credo che l'Inquisizione ti accetterà più come re…” rispose Albert e sembrava dispiaciuto per questo…

“Vuoi una guerra civile?” replicai, perdendo la pazienza…

“Temo sia inevitabile! La salvezza del mondo spetta a noi e voi maestà, ora, rappresentate il male!”

Mi vedeva come un mostro… mi credeva come Flare… capace di fare cose crudeli… solo per quei poteri che ora avevo… non mi accettava perché ero diverso, non comprendeva quello che ero, come non aveva mai compreso Hilda… ci temeva inoltre, ed in nome delle sue paure faceva questo… ci pugnalava alle spalle e gettava il mondo nella confusione totale… il mio popolo si sarebbe spaccato, se lui faceva questo davvero saremmo finiti sull’orlo di una guerra civile… non potevo permetterglielo, dovevo convincerlo o ucciderlo…

“Rimango sempre l’uomo che ero prima…”

“Non sei più un uomo, il potere ti corromperà… e con te la tua famiglia… non credo sia da considerare legittimo il vostro trono, non più…” concluse andandosene… voltandomi le spalle.

Fu allora che creai la mia prima sfera di energia… sarebbe bastato poco ucciderlo, sterminare i suoi uomini, ogni testimone, dire che erano caduti in battaglia.

Avrebbe salvato la mia gente e la mia famiglia.

Ma mi avrebbe reso uguale a Flare.

Ed io non ero un mostro, per questo ritirai indietro la sfera e lo vidi salpare, insieme ai suoi uomini.

Tornava a San Gabriel, portava grandi notizie per il Magister… fu allora che mi vennero in mente le sue parole… l’ultimo sospiro di Flare: ”Veglia su di lei, spetta a te ora… fa in modo che lui non possa mai farle del male, perché ci ha ingannato, ci ha ingannati tutti!”

E poi era venuto il marchio… lo aveva fatto per questo? Perché io fossi in grado di battere questo «lui», che altri non poteva essere che il Magister, perché Flare aveva creato un esercito per abbattere l'Inquisizione?

Maledizione, stava per scoppiare un casino fottuto, c’ero dentro fino al collo eppure sapevo che molte cose mi stavano sfuggendo… che non riuscivo a capire l’essenziale.

Decisamente per me fu la giornata peggiore della mia vita… potevo catalogarla effettivamente in quel modo.

Ma ancora non avevo incontrato Jet e Hilda, che furiosi vennero verso di me…

“Fatemi indovinare, sentite il dolore di Françoise?” chiesi ironico, pronto ad un’altra sfuriata… e c’era una cosa interessante di quel potere che si stava diffondendo in me.

Chiamava rabbia, violenza, mi faceva sentire appagato solo se la sfogavo… magari su Jet…

“La tua rabbia… il dolore di Françoise lo sentivamo prima, ora no, credo che ormai lei sia troppo lontana…” specificò Jet, guardandomi deluso.

Ma ormai non potevo farci più niente… non importava quanto mi sentissi in colpa per questo… non potevo fare altrimenti, dovevo lasciarla, era per il suo bene… o almeno cercavo di convincermi che fosse per il suo bene…

“Albert se ne sta andando…” commentò Hilda, osservando le navi che ormai avevano preso il largo.

Sospirai, dovevo dirlo assolutamente, perché avevo bisogno di loro.

“L'inquisizione ci dichiarerà guerra e si porterà con sé gran parte del popolo…” esposi la problematica principale del momento e i due mi fissarono sconvolti…

“Perché?” chiese Jet…

“Il mio trono non è più legittimo secondo loro, ora che sono uno stregone… Albert lo riferirà al Magister e poi ci attaccheranno…”

“Ne sei sicuro?”

“L'Inquisizione non aspettava altro…” il Magister aveva sempre voluto la mia testa su un piatto d’argento, attendeva solo un mio passo falso…

“Ed ora?” chiese Hilda… io li guardai e sospirai, ormai rassegnato…

“Ci prepariamo alla guerra, quella vera questa volta! Siete con me?”

Mi fissarono entrambi, lei acconsentì silenziosa con un movimento deciso della testa e lui lo fece nel modo che meglio preferiva, parlando…

“Siamo una famiglia ora, non ti lascerò con le braghe calate cuginetto, ti aiuterò…”

Tipico di Jet, sdrammatizzava anche la tragedia più grande…

“Sai che hanno in mente, a parte l’ovvia denuncia, sai dei loro piani?” chiese Hilda…

“No, mi stanno sfuggendo parecchie cose in realtà…”

“Posso sedurlo! Posso convincere Albert a schierarsi con noi, so come farlo vacillare e lui, ora come ora, è pieno di dubbi! Non è più convinto che quello che fa sia giusto…”

Le sorrisi… Hilda era veramente una risorsa inesauribile, l’alleata migliore che si potesse desiderare…

“Come faresti sorellina?”

“Lui prima pensava che fossi stata capace di usare il mio potere su di lui, pensava che il suo amore fosse una mia illusione, ora si è accorto che non è così… e si sta chiedendo se valga la pena servire degli uomini che hanno preteso la mia testa…”

“Non sa più cosa sia giusto…”

“Sì, ma il loro è stato un lavaggio del cervello perfetto, è ancora troppo fedele…” la interruppi.
Poi le chiesi: “Sei disposta a rischiare tanto? Saresti da sola, nella tana del lupo…”

“So che lui non mi farà del male, ci proverà ma non lo vorrà mai veramente! E comunque ho vissuto nella tana del lupo tutta la mia vita… sono sicura Joe, posso farlo!”

“Ha intenzione di farlo, è determinata…” le dette man forte un fiero ma preoccupato Jet…

“Allora andrai a San Gabriel, mentre io e te Jet, torneremo a Washington e ci prepareremo alla guerra!”

“E Françoise?" chiese Hilda.

Era una bella domanda, ma Françoise, ormai, non era più un problema mio…

Parte 26

Sei mesi dopo


Françoise
Nuova York era una città fuori dal comune... l'unica che in realtà conservava quello che era il suo aspetto dei tempi passati... sembrava essere l’unica a non aver dovuto affrontare l’Apocalisse… perché Nuova York era magica.

O meglio lo erano i suoi abitanti… stregoni, streghe, ogni genere di creatura mitologica.

Ogni genere di mostro, secondo l'Inquisizione.

Per questo il loro scopo era cancellarla dalla faccia della terra… per loro, per lui, sarebbe stata la vittoria più grande... certamente quella che gli avrebbe dato più soddisfazione, dopo le nostre morti.

Ma non ci riusciva, come non riusciva a liberarsi di noi... e questo lo stava rendendo furioso... lo sapevamo, ormai era al limite, il Magister avrebbe attaccato e l’esercito che Joe e Jet stavano preparando non sarebbe stato sufficiente... per questo eravamo a Nuova York… reclutavamo esseri speciali, guerrieri in grado di far capitolare l’Inquisizione…


Jet
Aiutai Natalie ad alzarsi, quella guardia l’aveva quasi uccisa, ma per fortuna, con il mio potere, lo avevo controllato, lo avevo costretto al suicidio... poi ero corso da lei e le avevo offerto la mia mano... si era alzata, prendendola, e mi aveva abbracciato… mi aveva stretto così forte, inebriandomi con il suo celestiale profumo… la desideravo da impazzire...
”Non ci posso credere! Stai facendo pensieri sconci!” mi riprese senza però staccarsi, sussurrandolo...

“Come lo hai capito?” le chiesi con il medesimo tono...

“Mi stai tenendo per i fianchi, lo fai sempre quando vuoi ottenere qualcosa da me! Una sorta di preliminare che mi fa cadere ai tuoi piedi…”

“Ci sto riuscendo?” chiesi, con voce roca... si, stavo facendo pensieri decisamente sconci...

"Sì e non è un bene, ci potrebbero essere altre guardie…”

“Ti proteggerò io…” le dissi e la baciai in modo così sensuale da farla sospirare sulle mie labbra...

“Mi hai reso schiava del sesso e del tuo corpo, ti odio…” ammise… le sorrisi, le dissi che non era poi così male e che anch’io ero dipendente da lei… poi la presi per mano e ce ne andammo... aveva ragione, quello non era né il luogo e né il momento… era ora di tornare a casa, a Washington, e di portare buone nuove al cuginetto… era ora di dirgli che era giunto il momento… poi, dopo la conclusione della missione, sarebbe venuto il sesso selvaggio con Natalie… tanto, piacevole, agognato, sesso selvaggio…


Hilda
Mi rivestivo ed intanto lo scrutavo con la coda dell’occhio… era attonito, di nuovo, non poteva credere di esserci cascato di nuovo...

“Dovrei tagliarti la gola…”

“Lo dici ogni volta ma non lo fai mai, fai sempre altro..." replicai , finendo di allacciarmi il corpetto e voltandomi verso di lui...

“È evidente che non mi vuoi morta..." 

"E cosa voglio, cos’altro è evidente Hilda?” chiese ironico, stufo...

“Che mi ami…” risposi subito, come se fosse ovvio… ma lui era tenace...

“Non posso amarti, tu sei…"

Stava per dire mostruosa, così lo bloccai...

“Sono figlia di una dea, una dea che si è sacrificata per il mondo, per il benessere di voi uomini… come fai a crederci dei mostri se sai che la mia famiglia si è sacrificata per voi? Credi che Joe debba essere eliminato, ma un tempo lo stimavi… state dando una caccia senza quartiere a Françoise, ma è stata lei a salvarvi da Flare, perché senza di lei Joe non avrebbe mai potuto fermarla… e mi amavi… amavi una donna che non è mai cambiata, negli atteggiamenti, negli ideali… io sono qui, sono ancora quella donna, ho solo un paio di doti in più!" gridai spazientita...

“Tu controlli la volontà della gente!” disse, come se fosse ovvio che fosse quello il problema, che fossi sbagliata per lui, per il mondo, solo per quel potere… e che meritavo di morire per questo...

“Non ho mai usato il mio potere su di te… lo sai questo..." precisai gelida… perché lo volevo tanto? Perché ero innamorata di un uomo che mi riteneva mostruosa? Non lo sapevo, ma ero sicura che quella era la mia realtà dei fatti, che non avrei rinunciato ad Albert, mai!

Infatti aggiunsi: “È il tuo prezioso Magister che vuole il controllo della volontà dell’intera umanità… la vuole ridotta in schiavitù… se vincerete voi, le sue intenzioni precluderanno ad ogni uomo perfino l’amore! Vuoi questo Albert?”

“A lui va la mia devozione, ho fatto un giuramento Hilda!”

Mi avvicinai, gli presi il volto fra le mani e lo obbligai a guardarmi negli occhi...

“All’amore spetta la tua devozione! Sii fedele alla felicità, a quelle sensazioni che ti rendono felice... rimani fedele ai tuoi ideali... servi quelli, non un uomo senza scrupoli… proteggi l’umanità, non aiutare il Magister a distruggerla! Proteggi gli indifesi, fallo con me! Sii ancora quell’uomo che amo!”

Non mi rispose, semplicemente se ne andò... ed io maledii la sua cocciutaggine, non ci poteva essere uomo più testardo...


Joe
Mia madre mi stava rendendo pazzo… non potevo più tollerare i suoi sguardi, i suoi pensieri, i suoi aperti, furiosi, rimproveri.

Mi detestava perfetto, ora lo sapevo… mi detestava perché avevo lasciato Françoise e per questo erano ben sei mesi che logorava la mia pazienza.

Ed eravamo sull’orlo di una guerra… mi serviva lucidità... ma lei me la mandava a puttane...
”Ha ragione!” la sostenne Isabel… Benone, avevo contro anche mia sorella e lei sapeva essere peggiore della mamma in quanto a torture psicologiche... guardai Lucas sconsolato...

“Non mettermi in mezzo!”

Già, il suo piccolino non l’avrebbe mai contraddetta, dipendeva ancora, in tutto e per tutto, dalle sue gonne.

Urlai per sfogare la mia frustrazione repressa...

”Sembri un pazzo così…” si premurò di farmi notare Isabel…

“Sono esausto! Sto cercando di evitare una guerra che potrebbe ridurre la razza umana in schiavitù e voi non mi aiutate!” mi giustificai...

“La sta braccando, le sta dando la caccia per tutto il globo…” mi disse Lucas... ok, tutta la mia famiglia era dalla parte di Françoise, almeno ora ne ero consapevole...

“Io le ho offerto la mia protezione, è stata lei a rifiutarla!”

“L’avrei rifiutata anch' io... e comunque sei stato tu a rifiutare lei ed il suo amore…” replicò Isabel...

“E te ne stai pentendo…” aggiunse Lucas…

“Sono affari miei questi, non vostri!” gli dissi al limite della rabbia...

“Ti stai pentendo…” gongolò Isabel ed io tacqui... esposi a loro la mia reale preoccupazione.

Tanto valeva andare subito al sodo… quei due erano sicari, sicari mandati dalla mia «adorabile» mammina, non potevo liberarmene… non finché non avessero portato a termine il loro compito: farmi confessare...

“Non sarò mai in grado di fare il padre per quel bambino…” esposi laconicamente, sconfitto da una famiglia di impiccioni... e ringraziavo che papà fosse morto… era folle, lo so, ma se ci fosse stato lui me la sarei vista ancora peggio...

“Che stronzate! Se ci sono riuscita io con Anne...” mi contraddisse Isabel… lei minimizzava in quel modo la mia più grande preoccupazione...

“Anne è solo una veggente..." le feci notare… Anne non aveva i poteri del bambino che Françoise portava in grembo… poteri così devastanti…

“Solo? Joe, tu non sai cosa significa avere una bimba che non si stupisce dei tuoi regali, delle tue cure e premure, perché le ha viste! Lei dorme sempre con noi perché ha paura del buio e quando non si infila nel nostro letto è perché sa che il padre ha intenzioni poco caste! Ed io non riesco a godermi quelle intenzioni perché so che la mia bambina è sola, in un’altra stanza, che non riesce a dormire perché ha paura… anticipa ogni secondo della sua vita e della mia… è peggiore di qualunque potere distruttivo!” si sfogò e non potei certo darle torto.

In effetti, per i poteri distruttivi c’erano insegnamenti, regole di cui si sarebbe certamente occupata Françoise, ma la preveggenza era una vera sciagura.

E focalizzai in quel momento che ci avevo pensato, avevo immaginato la nostra famiglia felice, insieme... per un solo fulmineo istante avevo pensato che saremmo potuti essere una famiglia... e mi maledii, perchè quello aveva un unico significato… merda… l’amavo ancora… ed avevo mandato tutto al diavolo.

Ma quello non era il peggio che potesse capitarmi, perché sembrava che Lucas ed Isabel avessero letto quei pensieri sulla mia faccia… loro sapevano e ne gioivano… avrebbero spifferato tutto alla mamma e la mia vita sarebbe stata un vero inferno...


Hilda
”Sei ridicolo!” gli dissi, posizionandomi sul suo torace...

“Non puoi dormire qui…” fu il suo commento dopo avermi sentita sopra di lui... dopo che mi ero avvinghiata a lui...

“Come mai? Se mi trovano i tuoi soldatini fai la figura del traditore?” dissi, sotto forma di domanda, le sue preoccupazioni, ma in realtà ero certa che fosse quello il motivo...

“Il Magister non ama i traditori...” replicò laconico, come fosse un ritornello che aveva dovuto imparare… e forse era stufo, forse stava per cedere...

“Il Magister non ama niente... hai visto i roghi?” gli chiesi, ricordandogli che in tutta San Gabriel la gente ritenuta colpevole, peccatrice, stava bruciando, senza alcuna distinzione di sesso, razza, o età...

“Sì...” rispose, iniziando ad accarezzarmi i capelli...

“Li approvi?”

“No… ma eseguo gli ordini..."

“Sei impossibile..." sospirai, esausta... “Non so più che pesci prendere con te! Davvero Albert, mi mandi talmente in crisi!”

“Suppongo sia reciproco, tu stai portando me sull’orlo della pazzia..." replicò, sempre con lo stesso tono stanco... si passò anche una mano sul volto, sospirando… sì , era stufo...

“E non dirmi che non è una sensazione meravigliosa…” lo stuzzicai...

“A volte... quando quello che sento uscire dalla tua bocca sono gemiti e non parole che mi feriscono o umiliano…”

“Ti avrei umiliato? Quando Albert?” chiesi irritata...

“Quando dici che non credo più nei miei ideali..." commentò duramente, forse più con se stesso che con me… si stava auto-criticando, stava cedendo, dovevo solo dargli un'ulteriore spintarella… ed anche se era spregevole quello che stavo facendo al mio amore, non riuscivo a pentirmene… perché ero egoista e lo volevo con me...

“È vero, ti stai perdendo..."

“Sono ancora una persona buona… sono umano...” cercò di auto convincersi...

“Anch'io sono una persona buona Albert, anche se sono una strega…"

“Che vuoi dire?” chiese dubbioso… iniziava a capire che in fondo io ero come lui... che non c’erano differenze, che anch'io ero umana… ma glielo spiegai comunque...

“Che ho i tuoi stessi organi interni, che il mio sangue ha le stesse componenti del tuo… sono un essere umano anch’io, ho solo una dote in più… gli antenati lo chiamavano vantaggio evolutivo… un po’ come un menestrello dotato di una voce meravigliosa...”

“Definisci i tuoi poteri una dote?" chiese scettico...

“Non ho mai intaccato il libero arbitrio di nessuno… li ho usati solo per difendermi, non l’avresti fatto anche tu? Se la tua vita fosse stata in pericolo, non ti saresti difeso?” lo incalzai...

“Lo avrei fatto, suppongo..."

“Mi credi malvagia per questo?” continuai e lui rispose nel modo che volevo...

“No..."

“Credi che Françoise sia malvagia?”

“È eccentrica ed in passato ha fatto cose orribili, ma sta scontando la sua pena... no, non la credo malvagia..."

“E Joe, Jet, Evelyn? Per te sono malvagi?” chiesi ancora e lui ancora rispose nel modo che mi aspettavo...

“No... Joe ha sfidato il Magister una volta, lo sapevi? Per salvare un uomo, un soldato che si era rifiutato di eseguire una condanna a morte che riteneva ingiusta... stavano per giustiziare anche lui, ma poi è intervenuto Joe e, come erede al trono, ha avuto la meglio! Lo sta sfidando di nuovo... ha sempre visto qualcosa di sbagliato nella nostra guida spirituale, non si è mai fidato di lui..."

“E tu, di chi ti fidi?” chiesi ora...

“Di te! Soltanto di te!” ed era sincero, così sincero che gli sorrisi...

“Perché Albert? Perché ti fidi di me?” continuai, sussurrandolo, sperando che pronunciasse quelle parole che tanto desideravo...

“Perché ti amo…” poi tacque, così come tacqui io… e credo stesse riflettendo, perché rimase in silenzio… stava certamente vagliando le sue possibilità… mi carezzava la schiena, non smetteva di starmi comunque vicino, non mi allontanava...

“Ho deciso... mi fido di te, di te soltanto... e se tu ritieni Joe la scelta giusta, ebbene sarà la scelta giusta… io sono al vostro servizio...”

"Ed i tuoi uomini?”

“Non mi seguiranno tutti..."

“Non importa... perdere te per il Magister sarà già una ferita abbondantemente sanguinante..." conclusi, stringendolo... non avrei urlato di felicità, non era nel mio stile e lui lo sapeva, ma aveva comunque capito che ero appagata dalla sua scelta.

Mi sorrise e mi baciò.

Poi sentii quel dolore al petto... uno di noi stava morendo... dovevo tornare a Washington...


Jet
Ero troppo stanco per usare la magia... decisi di fermarmi in una locanda a metà strada.

Natalie era con me… stavamo tornando dalla nostra missione... avevamo trovato gli uomini di cui Joe aveva bisogno... i soldati perfetti… l’ex-cavalleria che aveva aiutato il padre di Joe nella prima guerra, contro i briganti stessi… e che ora erano pronti ad aiutare noi… erano già in viaggio e sarebbero arrivati a Washington nei prossimi giorni... ed erano potenti... perfetti nell’insieme… ma era stato così difficile convincerli... in fondo erano mercenari, avevano preteso in cambio molto e Joe probabilmente mi avrebbe scuoiato per quel compromesso che ripuliva le casse del regno… ma non potevamo fare altrimenti, quegli uomini ci servivano… erano temibili quasi quanto l’esercito dell'Inquisizione.

Osservai Natalie dormire accanto a me... era nuda, bellissima, e così tanto angelica… un’immagine che era in opposizione con la tigre che era stata prima… la mia schiena portava ancora i graffi del suo impeto... ed era magnifico il suo essere così opposto… così ambigua... così guerriera, ma allo stesso tempo così ingenua e così sincera… così vera.

Mi ero innamorato di lei per quella sua purezza da bambina innocente che diventava in un istante rabbia… furia… mi ero innamorato sul campo di battaglia ed amavo tutto di lei.

Poi una fitta al cuore... riflesso del dolore che uno di noi stava provando… svegliai Natalie, dovevamo partire subito...


Françoise
Vederla all’opera, rendermi conto di persona di quello che lei era in grado di fare, mi aveva dato nuova fiducia… speranza... mi portava a credere che alla fine non potesse andare tutto male... perchè avevo bisogno di un lieto fine… e lei poteva darmelo… o provarci almeno… io ci avrei provato, per quella pancia che stavo accarezzando… per quel bambino che sentivo muoversi dentro di me, per quel cuoricino che percepivo battere.

E mi allarmai, perché a quel punto percepii un altro cuore spezzarsi… era il suo e non poteva essere il suo… dovevo assolutamente andare...


Joe
”I tuoi pensieri, i tuoi dubbi, mi fanno divertire…” commentò, non appena mi fu di fronte...

“Madre vi prego smettetela, non ne posso più!” sospirai, esausto...

“Te lo meriti!” replicò, senza il minimo di pietà... mi spazientii a quel punto… era giunto il momento di fare i conti...

“No, non me lo merito, non merito questa continua tortura psicologica da parte vostra!”

“Non dovevi abbandonarla…” mi precisò il motivo della tortura, come se non fosse ovvio...

Come se non ci stessi già male ogni singolo giorno… come se non sapessi quello che lei stava passando, braccata, sola, incinta… e come se non me ne fossi pentito...

“Lo so, ma ormai l’ho fatto, è tardi! Rinfacciarmelo costantemente non la farà tornare indietro…”

“Ti farà sentire uno schifo!" mi incalzò con quell’esclamazione… lei voleva farmi star male... punirmi era il suo unico scopo...

“Non ho bisogno di sentirmi uno schifo, ho bisogno del vostro appoggio, voi siete mia madre!” le chiarii un concetto che negli ultimi mesi le era sfuggito… lei era sempre stata dalla mia parte… ed ora? Ora era il mio costante incubo mentale.

Non rispose, mi osservò dispiaciuta, forse avrebbe finito di maltrattarmi, ma poi il suo sguardo divenne di nuovo determinato... sbuffai, l’ascia di guerra non era sepolta...

“Sono arrabbiata con te, ma lascia che ti spieghi…” esordì ed io l’ascoltai attento...

“Lo avevo promesso a tuo padre che mi sarei presa cura di lei… lei non è forte come sembra, è fragile, ha sempre avuto bisogno di una guida, di qualcuno che la facesse sentire amata… aveva solo bisogno di amore e di sentirsi al sicuro, protetta… aveva bisogno di una casa e tu le hai tolto tutto questo!”

“Lo so e non crediate che non mi senta in colpa per questo..." precisai di nuovo... ormai comunque lo sapevano tutti, mi sentivo una merda per quello che avevo fatto a Françoise... e dentro di me speravo di incontrarla nuovamente un giorno, di poter rimediare... oppure di morire nell’intento di dare a lei ed al bambino un mondo sicuro… sì, ero idiota, un completo idiota...

“Il tuo dispiacerti è inutile, lo capisci questo? Lei è là fuori, sola, indifesa… ha bisogno di aiuto ed io non riesco a sopportare il fatto che tu sia qui, con le mani in mano, mentre lei viene braccata dall’intera Inquisizione!”

“Sto organizzando un esercito, sto preparando una guerra, non me ne sto con le mani in mano!” replicai, ma lei mi contraddisse di nuovo...

“Non è quello che dovresti fare, dovresti preoccuparti prima di lei! È per questo che sono arrabbiata, non riesci a mettere lei prima di tutto! Eppure l'ami, santo cielo!”

Con quelle parole mi gelò... aveva ragione.... non ero mai stato in grado di mettere Françoise ed il suo benessere per primi nella lista delle mie priorità… sbandieravo tutto quell’amore senza aver mai fatto questa banalissima, semplice cosa...

“Forse la considera una prostituta e non ritiene sia giusto sprecare tempo prezioso per lei…” aggiunse una voce alle mie spalle.

Mi voltai e di fronte a me c’era un uomo alto, anziano, con i capelli grigi e delle rughe appena accennate in viso… era vecchio ma era potente, si capiva dal suo sguardo... quei suoi occhi scuri trasmettevano sicurezza, potere, autorità... quegli occhi li avevo già visti...

“Magister, che cosa ci fate voi qui?” chiesi, una volta compreso chi fosse...

“Ho capito alcune cose… ho capito che devo eliminare la preveggenza se voglio averla vinta su di voi, perché lei vede ogni mia mossa, conosce ogni mio intento…” spiegò, osservando da capo a piedi la mamma...

“E siete venuto da solo, dove sono i vostri soldati?” gli chiesi, cercando di capire perché un capo si presentava nella tana nel nemico, alla vigilia di una guerra, con l’intenzione di uccidere un avversario, senza un esercito...

“Non mi occorrono…” rispose sicuro.

Si credeva così potente? Si credeva un dio? E poi mi venne il dubbio che forse lui era un dio… la sua superbia veniva dalla certezza della vittoria… e se voleva vincere contro di noi doveva competere con le nostre stesse armi... doveva usare la magia… poteva essere uno stregone? Ciò avrebbe spiegato il suo atteggiamento, ma perché scatenare una caccia così serrata contro i suoi stessi simili... che senso aveva?

“Joe vattene, è meglio che tu sparisca ora…” mi disse la mamma, ponendosi fra me e lui...

“Evelyn, quanto tempo! La tua bellezza è ancora superlativa…” la lusingò, guardandola da capo a piedi… voleva ucciderla, ma chi si credeva di essere quel tizio?

“Damian, la lontananza da te, per me, è stata una pena così dolce!” gli rispose per le rime la mamma… ed io capii... Damian... il dio stregone… il nonno di Françoise... e come una nebbia che si diradava, tutti i dubbi nella mia mente furono assolutamente chiari…ma non ne capivo il motivo, non sapevo ancora perché colui che era uno di noi, che faceva parte della nostra specie, fosse il nostro più accanito oppositore...

“È semplice, devo porre fine all’abominio che io stesso ho creato!” mi rispose lui interpretando i miei pensieri...

“È sbagliato lasciare che il nostro potere intacchi gli uomini… loro non meritano di essere salvati, loro meritano solo la fine… Morgana credeva che potessero cambiare, che il nostro sacrificio li avrebbe resi migliori, ma loro restano impuri, corrotti! Vanno tenuti in catene, vanno dominati e repressi, è l’unico modo per poter garantire loro la sopravvivenza come razza!”

“Non ve lo lascerò fare!” mi intromisi… e lui mi degnò di nuovo della sua attenzione...

“Ti credi potente, l’aver acquisito i poteri di mia figlia Flare ti fa sentire potente, ma non lo sei!”

“Non dovreste sottovalutarmi…” lo avvisai... non sapeva quanto ero riuscito ad entrare in sintonia con quei poteri… non capiva che era come se fossero sempre stati miei, che addirittura ero perfino più capace di Flare stessa nell’usarli...

“Non lo sto facendo Joe, ti sto solo facendo notare che stai peccando di superbia… in realtà io non ti ho mai sottovalutato, anche se non sei comunque tu il mio principale nemico…” espose i suoi pensieri con un ghigno...

“Non si farà prendere…” ci interruppe la mamma… Damian si voltò di nuovo verso di lei...

“Lei non sarebbe mai dovuta esistere! Troppo potere in un corpo così tentatore, troppo peccatrice, troppo simile a Morgana! Porrò rimedio anche a quell’errore!” e capii che parlava di Françoise, poteva solo parlare di Françoise... era disposto ad uccidere sua nipote, per cosa poi non riuscivo a capirlo... sapevo solo che era un uomo spregevole…

“Non ci riuscirai, l’ho visto!” ribatté mia madre...

“La preveggenza non è un dato certo... e comunque Evelyn hai già visto quello che ti farò? Sai come morirai?”

“Sì!” rispose lei stupendomi... e terrorizzato osservai la mamma... non avrei mai permesso a quell’uomo di farle del male...

“Non proverai ad impedirlo?” le chiese ancora, con quel sorrisino mellifluo...

“Non mi interessa, la mortalità prevede la morte… non sono più una dea, prima o poi per me sarebbe arrivata la fine... lo sapevo… l’ho accettato, vorrei solo poter incontrare Adam dall’altra parte…”

“L’amore.... giusto, mi ero scordato della vostra felice unione... a volte funziona, ma a mio parere rimane il peggiore dei peccati… nel mio mondo, quello nuovo, l’amore verrà bandito!”

Compresi che andava fermato… che era più folle di Flare... capii perfino le motivazioni di Flare e per un momento preferii il suo dominio a quello di quest’essere… perché in fondo Flare provava un briciolo d’amore per l’umanità, quest’uomo ne desiderava l’annullamento emotivo, intellettuale e lo desiderava in modo totale…

“Non te lo permetterà!” replicò imperterrita mia madre… lei credeva in Françoise in un modo così cieco… me ne stupii...

“Françoise non potrà fermarmi!” sillabò, attaccando la mamma… ma non l’avrei permesso... contrastai le fiamme destinate a lei con il mio raggio di luce...

“Niente male davvero Joe, l’hai trovato quasi istintivo vero? Sai usarli così bene perché per loro è stato facile corromperti... i poteri hanno devastato la tua anima!”

“Non la penso più così... ora comprendo tante cose…” gli spiegai e ricordai a me stesso che la magia non era una mostruosità, che essere stregone era un dono… un dono di cui non mi dovevo vergognare, per cui non meritavo né di nascondermi né di essere braccato...

“Quale illuminazione si è impossessata della tua coscienza? Cosa hai capito di noi in così poco tempo?” mi chiese ed io ammisi quello che sempre avevo saputo... quello che sempre ero stato… avevo trovato il mio posto nel mondo finalmente...

“Sono sempre stato uno di voi! Il potere mi scorre nel sangue, l’ho trasmesso a mio figlio!”

“Oh… dimenticavo l’abominio… rimedierò anche a quello…” commentò sprezzante...

“Non ve lo permetterò!” ripetei di nuovo quella frase... stava diventando un ritornello, ma non l’avrei mai permesso… non l’avrei lasciato vincere...

“Tu non sei in grado di fermarmi, te l’ho già detto!” concluse, prima che una delle piante rampicanti, simili a quelle di Françoise, mi scaraventasse contro il muro... ed ero bloccato contro la parete… dal salone poi stavano uscendo Isabel ed Anne… e c’era quel pazzo che gli avrebbe fatto sicuramente del male...

“Mamma, è lui l’uomo cattivo che farà male alla nonna!” aveva commentato la bambina e Damian ghignò...

“La preveggenza è stata trasmessa, dovrò eliminarvi entrambe!” disse, prima di apparire di fronte ad Anne… pronto a colpirla con un’altra palla di fuoco... la mamma lo impedì...

Bloccò con il suo corpo la sfera diretta contro Anne… si era ustionata un braccio... ma non sembrava importarle… dette un pugno a Damian in pieno volto... ed iniziarono a combattere… era strepitosa la mamma… teneva testa ad ogni attacco di Damian, nonostante la spalla ustionata… era così perfetta, letale, capace, che quasi invidiavo il suo stile di combattimento… capivo lo sguardo che papà le riservava sempre… l’ammirava, l’aveva sempre considerata una guerriera al suo pari.

Ero così concentrato su di lei che non mi accorsi del pugnale di Damian, diretto verso Anne… ma la mamma se ne accorse e si mise in mezzo... parò con il suo cuore quel pugnale che era diretto al petto di Anne… ed ora era il suo di cuore che sanguinava… ora si inginocchiava a terra, sotto lo sguardo soddisfatto di Damian...

“Sapevo saresti morta per proteggerla… sei sempre stata sentimentale Evelyn!” la prese in giro.

La rabbia mi avvolse con quelle parole... dovevo soccorrere la mamma e dovevo proteggere Anne ed Isabel… ma ero bloccato a quella parete.

Solo che non fui più solo perché, non appena la mamma si accasciò a terra, non appena percepii il suo cuore fermarsi, come se fosse dentro il mio petto, apparvero Jet e Natalie, Albert e Hilda…

Jet portò via Anne ed Isabel, mentre Damian ancora rideva, mentre commentava che era tutto inutile, tanto ci avrebbe ucciso tutti… Albert mi liberò…

“Che sta succedendo?” mi chiese...

“Il tuo Magister ha ucciso mia madre!” urlai, prima di avvicinarmi a Damian, di avventarmi su di lui... ma non potei ucciderlo, perché lei si mise fra me e lui.

Françoise apparve per ultima, osservò il corpo di Evelyn e furiosa posò il suo sguardo di ghiaccio su Damian...

“Il mio errore più grande, ora ne sono convinto!” commentò lui, sostenendo il suo sguardo...

“Non ti capisco…” disse gelida...

“Sei tu! Una donna… le donne non sono fatte per questi poteri... le porta alla lussuria, al libertinaggio delle loro azioni, proprio come te e tua madre!.Le donne non dovrebbero mai avere tanta forza, non dovrebbero primeggiare, perché le loro anime sono dedite al peccato più di quelle degli uomini... vanno controllate, giudicate, schiavizzate… è l’unico modo che si ha per conservare pura la loro anima!” spiegò Damian e Françoise lo attaccò con una scarica elettrica...

“E secondo te schiavizzarle, ucciderle, sarebbe legittimo?”

“Sì!” rispose Damian... e lei continuò a colpirlo con le sue scariche elettriche...

“L’ironia è che tu hai quella potenza che ho sempre desiderato per i miei discendenti maschi…” sorrideva, mentre si contorceva a terra sotto i colpi di Françoise… poi si alzò e le apparve di fronte all’improvviso...

“La tua ora non è ancora giunta nipotina mia, ma ti assicuro, vi assicuro…” disse rivolgendosi a noi “…che morirete tutti, uno dopo l’altro!” concluse sparendo.

Françoise si precipitò al capezzale della mamma, le accarezzò la fronte e poi urlò, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo… e piangeva, come non avevo mai visto piangere nessuno… si calmò molto tempo dopo e si sdraiò accanto a lei, abbracciandola...

“Avevi promesso che non mi avresti mai lasciata…” le sussurrò, prima di abbracciarla… ed io, non sapendo che fare, mi stesi a fianco a lei...

Parte 27

Il funerale di Evelyn era stato uno dei momenti peggiori della mia esistenza... avevo perso un affetto e di nuovo non avevo potuto fare nulla per impedirlo… ero altrove... di nuovo mi sentivo tremendamente in colpa.

E c’era anche quel piccolo particolare, il fatto che fosse stato mio nonno ad ucciderla.

Anche se, forse, Joe stava peggio di me… lui c’era e non era comunque riuscito ad impedirlo... senza contare che dalla notte prima, da quando mi aveva abbracciata e si era steso, insieme a me, accanto al freddo corpo di Lyn, non parlava... né piangeva... era chiuso in se stesso, stava lasciando che il dolore lo logorasse dall’interno… ed io lo percepivo tutto quel dolore… era così simile al mio… o a quello di Isabel e Lucas... a quello di Jet e Natalie… a quello di Stefan… perfino la piccola Anne si sentiva in colpa...

Per lei potevo però fare qualcosa.

Mi chinai accanto a lei... le asciugai il visetto dalle lacrime e le sorrisi... poi le sussurrai dolcemente: “Lo sai che non è colpa tua, vero? Sai che la nonna vedeva quello che succedeva, proprio come te…”

“E perché non si è difesa?” chiese, singhiozzando...

“La nonna lo voleva, voleva andare dal nonno…” le dissi, abbracciandola, continuando a sussurrarle che non era colpa sua... sembrava che almeno con lei stesse funzionando.

Sembrava che per lei il dolore, anche se presente, si stesse affievolendo… per gli altri stava peggiorando.

E per gli altri non potevo fare niente… provavo la loro medesima impotenza ed inadeguatezza.

Restammo lì, tutti, sino alla fine del funerale... e poi in silenzio, fino al tramonto… finché, prima Jet e Natalie e poi per ultimi Isabel e Lucas, se ne andarono tutti... io ero rimasta lì... con Joe…

Sembrava non volesse andarsene, sembrava voler restare lì per sempre e non avrebbe parlato, ne ero certa.

Comunque non volevo andarmene nemmeno io… non sarei mai voluta andare in nessun altro posto... mi inginocchiai a fatica, a causa del pancione, di fronte alla tomba di Lyn… giocai con il terriccio smosso, nuovo e poi sfiorai le incisioni sulla lapide… Lyn... mia amica, mia maestra… mi aveva insegnato ad essere donna, le sue visioni mi avevano condotta a Joe... mi aveva dato l’amore ed una famiglia… come potevo compensare il vuoto della sua perdita?

Vendicarla non sarebbe servito… non mi aveva fatta sentire meglio la morte di Flare... dopo aver vendicato Adam continuavo a sentire la sua mancanza… ed il mondo era così vuoto senza loro due… sfiorai anche l’incisione sulla tomba di Adam...

"Tu hai sempre saputo prendere decisioni per me... come facevi? Come facevi a sapere sempre quello che era giusto per me?”

Sospirai...
”Mi manchi, mi manchi davvero! Quando c’eri tu era tutto lineare, semplice... la mia vita non mi pesava, tu la sceglievi, la guidavi... e riuscivi sempre a farmi sentire felice! Ci riuscivate entrambi e senza voi… io non so più quello che devo fare…”

“Potresti iniziare restando qui, a Washington…” disse Joe, stupendomi… mi voltai verso di lui… volevo dirgli tante cose, volevo chiedergli tante cose... gridargli contro per il modo in cui mi aveva lasciata, ma dissi soltanto: “Come stai?”

Sorrise in modo enigmatico, sarcastico, sconfortato.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, ma non ci riuscivo molto bene, a causa del mio pancione da donna incinta, all’ottavo mese.

Lui sorrise...

“Sei un po’ ingombrante…”

Mi staccai, dandogli del cafone, e mi sedetti in terra, lui mi imitò.

Sembrava voler parlare, sembrava avere la necessità di dirmi qualcosa, dovevo solo aspettare che ci riuscisse… e magari dovevo evitare di recriminargli il fatto che ero grassa per colpa sua.

Ora capivo perchè alle donne incinte serviva un marito, in realtà avevano bisogno di una vittima sacrificale, qualcuno su cui sfogare tutte le loro ansie, noie e i cambiamenti devastanti che avvenivano al loro corpo… gli serviva qualcuno da incolpare per quello...

“Litigavamo prima che Damian apparisse! Io le stavo urlando contro! Mia madre è morta e l’ultimo ricordo che ho di lei è la nostra sfuriata!” disse lui, distogliendomi dai miei pensieri.

Fu allora che capii il suo mutismo… ma sapevo anche che Evelyn lo amava...

“Lo sai vero che il bene che lei ti ha sempre voluto non può essere intaccato da uno screzio?”
”Non era uno screzio… litigavamo per il modo in cui ti avevo lasciata..."

Io mi guardai bene dal commentare, meglio che fossi rimasta in silenzio, con la bocca sigillata...

"Con papà, era stato lo stesso… avevamo discusso per via del fatto che non volessi assumermi le mie responsabilità nei riguardi del popolo, del regno… e me n’ero andato per quello, non lo sopportavo più!”

Prese una pausa e poi continuò…

“Sono morti, sono morti entrambi! E non sono mai stato in grado di renderli fieri!”

“Stai scherzando spero!” lo guardai allibita, volevo dirgli qualcosa per fargli capire che fosse l’opposto, ma lui mi anticipò…

“Non riesco a proteggere il mio popolo, non ho saputo prendermi cura di te e non sarò mai in grado di fare il padre…”

Lo schiaffeggiai…

“Non piangerti addosso!” gli dissi…

Erano state le prime parole che mi aveva rivolto Adam, era quello che mi rammentava sempre Lyn e lui lo sapeva… perché doveva averle sentite tante volte anche lui, con il medesimo tono, un po’ arrabbiato, un po’ deciso, un po’ dolce…

“Proteggerai il tuo popolo… l’esercito che tu e Jet avete messo insieme è strepitoso… Hilda ti ha portato Albert ed io ho in serbo una sorpresina per Damian che gli farà rimpiangere ogni cattiva azione… ed è vero, con me hai sbagliato su tutta la linea, ma io non ho bisogno di essere protetta…” presi fiato e continuai con il punto cruciale “…non puoi dire che non sai fare il padre, non ci hai provato!”

“Non ho voluto provarci!” mi contraddisse… poi si alzò…

“Resta… resta qui per un po’ ti prego, almeno finché non avrai partorito… oppure resta per sempre se vuoi… ma resta!” mi disse, guardandomi… mi alzai anch’io…

“Resterò per un po’… devo comunque sistemare alcune cose qui a Washington…” gli risposi.

In realtà non era vero, servivo a Nuova York… era una bugia, ma non sapevo perché avessi preso quella decisione… forse ero stanca di scappare, ero stanca di stare lontana da lui… perché io volevo stare con lui ed anche il bambino… era più quieto da quando c’era Joe, scalciava meno… forse perché anch’io mi sentivo più tranquilla accanto a lui.

Restai per questo... ma non passai la notte nella mia vecchia stanza, rimasi lì, in quel cimitero, anche quando Joe se ne fu andato, solo per stare accanto alle uniche due persone che avevano sempre avuto una cieca fiducia in me… non avevo saputo proteggerle, ma non le avrei deluse…

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Non avevo chiuso occhio per tutta la notte… avevo provato a dormire ma mi era impossibile, così me n’ero rimasto a fissare il soffitto della mia camera… cercando di non sentirmi in colpa e cercando di non pensare a lei… ma era stato difficile farlo… e poi, all’alba, l’avevo vista rientrare… l’avevo seguita fino alle cucine, dove si era letteralmente tuffata su cibi di ogni tipo… scoppiai a ridere vedendola abbuffarsi di dolci... lei mi notò ed arrossì… si era perfino sporcata le labbra, così mi avvicinai e feci quello che per me era stato naturale… le tolsi la marmellata dalle labbra baciandola… non sapevo cosa fare con lei, non sapevo come implorare il suo perdono, ma ero certo che l’avrei fatto… la volevo… l’amavo… l’avrei trattenuta accanto a me… lo dovevo alla mamma, a mio figlio, ma anche a me stesso.

Lei mi osservò sconvolta… credevo mi avrebbe schiaffeggiato, invece mi stupì la sua reazione…

“Come odio il mio corpo!”

La guardai dubbioso e lei mi spiegò le sue parole…

“Non farlo mai più, perché il lato negativo di una gravidanza è il sentirsi costantemente emotiva… sono così fuori di testa tutto il giorno, tu non puoi baciarmi, capito?”

L’avevo ascoltata, ma quello che avevo sentito non aveva fatto altro che far aumentare il mio bisogno di lei… la volevo… la baciai di nuovo…

“Joe non possiamo!” disse allontanandosi…

“Perché?” chiesi con il fiato corto…

“Perché sono arrabbiata con te e perché poi tu ti penti sempre!” sussurrò vicino alle mie labbra… eliminai di nuovo le distanze…

“Sono una donna superficiale e schiava del vizio…” commentò fra un bacio e l’altro… io le sorrisi, poi mi staccai… le offrii la mia mano e quando lei, titubante, la strinse fra le sue, la condussi in camera mia…

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Joe dormiva… io non ci riuscivo… tutto in me era emotivamente in subbuglio… non riuscivo ad odiarlo… lui mi aveva ferita, umiliata, lasciata, ma io non potevo fare a meno di lui… ero patetica… una patetica donnetta innamorata… e non mi riconoscevo in questo, detestavo questo mio bisogno di lui.

Non era da me… mi alzai, indispettita, incapace di restare in quella stanza un minuto di più… e girovagando per il palazzo incontrai Hilda…

“Ho un’amica viziosetta!” commentò, avendo percepito il mio disordine emotivo…

“Non commentare, ti prego!” le chiesi esasperata… tutto questo per me era davvero umiliante… ma come diavolo avevo fatto ad arrivare a desiderarlo così tanto? Ah già, mi ero innamorata… stupida, stupida, stupida, patetica, maledetta donna innamorata ed incinta! Maledetta me!

“Resterai?” mi chiese Hilda distogliendomi dai miei insulti mentali…
”Per ora… come va con Albert?” ritorsi la domanda e lei sbuffò…

“È in subbuglio, sconvolto, ma pronto a combattere…”

“Sono stata a Nuova York…” le dissi, anticipando la sua prossima domanda… lei mi sorrise enigmatica…

“Parlamene! Voglio sapere che cos’hai in mente!”

Le sorrisi anch’io e condividemmo il mio segreto… era ufficiale, era lei la mia migliore amica… la metà del mio spirito… lei aveva l’anima e Joe il cuore… a Jet spettava sempre parte dell’anima, quella più dedita al vizio, ed al bambino mi sarei data per intero… fu quel pensiero a farmi capire che cosa volessi.

Rivolevo Joe, rivolevo la mia vita di prima accanto a lui… come sua moglie, come regina di questo regno, ed avrei fatto di tutto per riaverla… avrei lottato con le unghie e con i denti, non avrei mai permesso a Damian di togliermi la felicità che mi spettava di diritto… e se Joe mi avesse voluta, l’avrei fatto soffrire un po’, ma sarei stata di nuovo sua in seguito.

Dopo le pene che si meritava per quello che mi facevano passare i suoi sbalzi d’umore e la sua insicurezza… ma volevo essere di nuovo sua… una fitta al basso ventre mi distolse dai miei pensieri, percepii del liquido colarmi lungo le gambe e sentii l’esclamazione poco delicata di Hilda, che poi aggiunse: “Non starai mica partorendo, vero?”

La osservai sconvolta… avevo bisogno di aiuto e solo una donna poteva fornirmelo… e lei appariva solo se si gridava con forza il suo nome… mi avrebbe percepita, anche se era rimasta a Nuova York…

“Morganaaaaa!” gridai con tutto il fiato che avevo in gola…

Parte 28

Le mie grida e poi quelle di Hilda avevano attirato nell’atrio tutta la famiglia... ma che bello, stavo partorendo ed avevo tutti intorno a me... maledizione, non mi piacevano le sofferenze con pubblico!

Poi arrivò Joe, si era rivestito in fretta... lo osservai disperata, con le lacrime agli occhi e lui mi abbracciò...

“Ci serve un medico!” disse, ordinando a Jet di andarlo a chiamare... io lo fermai...

“No, ci serve una strega! L’ho chiamata!”

“Chi hai chiamato?” mi chiese, incapace di capire...

“Morgana, sta arrivando..."

“No, sono già qui!” disse comparendo e venendo verso di me...

“Françoise, non esplodi di gioia? Sarai mamma finalmente!” continuò abbracciandomi…

Io la guardai scettica... mia nonna era un tipo strano, lo era sempre stata... viveva in un mondo fatto di tante farfalline svolazzanti... ma sapeva essere anche capace, spietata e crudele se le si toccava quello che amava, come era già accaduto in passato... e le sue capacità, ora, mi servivano...

“Penserò alle gioie della maternità dopo..." biascicai, sostenendomi la pancia, era arrivata un’altra contrazione ed era stata forte "...ti prego aiutami!”

“Certo! Dobbiamo farla sdraiare e prendere delle pezze pulite e calde, dovremo metterci il bambino quando uscirà... e mi servono anche delle lame taglienti... mi servono molte cose in realtà... portatela nella sua stanza..."ordinò a Jet e Joe, poi rapì Isabel e Hilda e le portò con sé, continuando a cantilenare "...è un giorno benedetto!”

“Sei sicura di volerti far aiutare da quella vecchia pazza?” mi sussurrò Joe...

“Non è pazza, è solo strana, lo è sempre stata... ma sa il fatto suo, mi fido di lei!” conclusi urlando... faceva dannatamente male, era peggio di qualsiasi pugno, calcio o colpo che avevo mai preso in battaglia... faceva più male delle ustioni cavolo…

E Joe sbiancava ad ogni mio urlo, ormai era così pallido che dubitavo potesse restare in piedi ancora per molto, ma speravo resistesse, non poteva svenire proprio ora che avevo bisogno di lui…

Per fortuna Jet lo capì... mi prese sottobraccio e mi fece poggiare a lui… guardò Joe e gli disse: “Cuginetto, ha bisogno di noi, quindi ora respiri e mi aiuti a portarla in camera sua!”

Joe sospirò ed aiutò Jet...

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Venti ore dopo il mio dolore ancora non si era placato, né le mie grida, anzi il tutto sembrava amplificarsi… ed imprecare in quel momento mi sembrava la cosa più sensata da fare, oppure fulminare, carbonizzare e contemporaneamente soffocare Joe con una morsa di liane... perché quel dolore era colpa sua... e della mia natura lussuriosa, lo ammetto... non avrei mai dovuto iniziare a fare sesso... mai!... la guerra era migliore, la guerra era meno dolorosa... ed io stavo sicuramente impazzendo se pensavo questo... ma ormai non sentivo più niente, se non il lento deformarsi di ogni osso del mio corpo... lento ed orribilmente doloroso... non capivo gli incitamenti di nonna Morgana, non percepivo più neanche le carezze di Joe, al mio fianco, che cercava contemporaneamente di non sentirsi male.

Sapevo solo che era poco piacevole, molto poco piacevole... ma forse era finita, perché era così forte, così decisamente al limite... me lo stava dicendo anche Morgana, che dovevo solo resistere un altro po’, perché vedeva la sua testolina... un'ultima spinta, una sola unica ultima spinta e sentii il suo pianto... estenuata, completamente distrutta, riuscii a pensare soltanto che non c’era cosa migliore al mondo... che il pianto del mio piccolo Adam valeva ogni sofferenza, ogni singolo attimo di dolore...

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Guardavo Françoise dormire… sembrava stesse meglio ora e teneva fra le braccia il piccolo Adam, che dormiva anche lui ed era così dolce e così fragile.

In effetti quel quadretto era così perfetto e così in grado di rivangarmi le mie responsabilità, che optai per lasciare la stanza...

“Non permettere alla paura di prendere il sopravvento, ti farà perdere le parti migliori della vita..."

Vidi Morgana, voltandomi... le sue parole erano così giuste, così pronunciate al momento giusto...

“È perché ti sento... sento i tuoi pensieri, le tue emozioni, so tutto di te! E perché sì, in fondo sono vecchia e saggia…” mi spiegò...

“Come ci riesce, dovrebbe essere una di noi per poter leggere i miei pensieri...” le chiesi, perché non capivo quella donna, né l’alone di misticismo che la circondava...

“O dovrei aver ricevuto un po’ di poteri da uno di voi... ma non è stato così, in realtà sono di più... è difficile da spiegare..."

“Ditemi chi siete!” non lo chiesi, il mio tono non era neanche supplichevole, era una sorta di ordine, ma detto con calma, tranquillità... lei pure emanava tanta tranquillità...

“Ti stupisce la mia somiglianza con lei, vero?” non rispose, ma mi fece una domanda ed io le dissi quello che avevo capito, il dubbio che mi instaurava la sua presenza...

“Avete gli occhi di Françoise...”

“Una volta avevo anche lo stesso colore di capelli... ero effettivamente la sua copia... sono sua nonna..." ammise, risolvendo i miei dubbi ed io commentai: “Siete la Fata Morgana… e la moglie di Damian!”

“Esatto e per quello che ti concerne sapere, attualmente sono l’unica in grado di aiutarvi... Senza di me non lo sconfiggerete..."

“Perché lo fate?”

“Perché tradisco il mio unico millenario amore? Lui ha tradito me per primo e comunque devo presiedere a cose superiori... devo mettere prima il bene degli uomini, poi i miei sentimenti..."

“Lo amate ancora?” le chiesi... era difficile comprenderla e lei sembrava disposta a parlare, a farsi capire...

“Amo lo spettro dell’uomo che è ora... lo amerò sempre, ma lui è troppo pericoloso adesso... devo dirti una cosa, qualcosa che Evelyn si è dimenticata di dirvi, qualcosa che lei non poteva vedere, quindi non poteva prepararvi..."

Si avvicinò e mi fissò negli occhi... poi mi accarezzò il volto e sorrise in modo radioso, gentile...

“Quando li ho creati, non credevo sarebbe stato così meraviglioso vederli diventare delle divinità impeccabili, encomiabili... e quando sono stata costretta a togliere loro l’immortalità, non pensavo che le future generazioni sarebbero state tanto magnifiche... per questo non posso permettergli di distruggervi e tu dovrai aiutarmi in questo... attaccherà fra due mesi esatti, quando sarà sicuro che Françoise non abbia più il potere del tempo... teme quel potere più di ogni altro, sa che lei è in vantaggio rispetto a lui con quello..."

“Ed ora lei l’ha perso... è del bambino..."

“Devi darglielo di nuovo, perché è tuo, è sempre stato dentro di te, insieme a quelli che erano di Evelyn e di Flare... scorrono nelle tue vene insieme al sangue e se farai l’amore con mia nipote, lei sarà di nuovo capace di controllare il tempo e non solo… tutti e cinque i poteri saranno suoi!”

“Mi ammazzerà!” esclamai, comprendendo il significato delle sue parole... Françoise mi avrebbe ucciso in modo orribile perché dovevo fare in modo che lei restasse incinta di nuovo... e non sarebbe stato facile… è vero, era venuta a letto con me, ma non mi aveva perdonato e per tutto quello che le avevo fatto passare forse non poteva esserci un perdono...

“Farai in modo che capiti casualmente, ma devi farlo, o morirete tutti!” mi ammonì...

Dovevo provarci comunque...

“Rimane il fatto che mi ammazzerà..."

"No, non lo ammetterà mai ma le piace essere madre! Dille che vado a recuperare un esercito! Prenditi cura di loro e fa quello che devi!” concluse sparendo...

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Rientrando in camera, trovai Françoise in piedi, intenta a cullare il piccolo, che sembrava non voler smettere di piangere... mi avvicinai e sorridendole le dissi: "Sta a vedere..."

Creai dei giochi di luce, piccole lucciole che danzarono sopra Adam, finché lui, dopo un enorme sbadiglio, si addormentò tra le braccia di Françoise...
”Li controlli bene...” disse, mettendo Adam nel letto e coprendolo... lo osservai un po’, quel bambino era così uguale a me... la mia copia esatta, eccetto gli occhi, gli occhi azzurri di lei, gli occhi di Morgana...

“È come se fossero sempre stati miei...” le dissi, ammettendo che mi stavo abituando all’essere stato marchiato.

Lei sorrise, si avvicinò e tracciando il percorso delle mie vene lungo il braccio con le dita, esclamò: “È perché scorrono nelle tue vene, insieme al sangue..."

Le stesse parole di Morgana, la osservai colpito, ammaliato dal suo sorriso e la baciai.

Finito il bacio, la feci sedere con me sulla sedia a dondolo, e la strinsi fra le mie braccia...

“Morgana ti manda a dire che sta recuperando un esercito...” le dissi, carezzandole i capelli... lei sorrise...

“È strana, ma di lei ti puoi fidare..."

“L’ho capito, abbiamo parlato... so chi è: la potente strega e... tua nonna..." dissi, osservandola poggiare la testa nell'incavo del mio collo, guardandola mentre si rilassava per merito delle mie carezze... forse mi avrebbe perdonato... forse non aveva smesso di amarmi...

“È molto di più... lei veglia sul mondo... non so chi l’abbia creata, quale forza, ma è una sorta di ancella del bene... è il suo destino, il suo compito, la sua maledizione in un certo senso..."

“Maledizione?” chiesi sussurrando.

In fondo eravamo così vicini, non serviva parlare ad alta voce... e comunque nessuno dei due voleva svegliare Adam...

“Non è più immortale, ma il suo spirito si reincarna ogni volta... stessa anima, stessi ricordi, in un nuovo corpo... in effetti, questo fa di lei l’unica vera immortale... è difficile ucciderla, ma se qualcuno ci riesce, lei si reincarna, acquisisce nuove sembianze e continua a proteggere le creature di questo mondo..."

“Ed ha il potere di creare divinità..."

“Te lo ha detto!..." mi guardò "...si fida così tanto di te da dirti che è stata lei a crearci? Le piaci allora!"

“Perché così stupita, piaccio anche a te no?” le chiesi, ironizzandoci sopra, ma volevo sapere se per me c’era ancora una speranza...

“Sì, ma sono arrabbiata!” c’era una speranza allora...

“Lo so... mi farò perdonare..." le dissi, volevo farle capire che la volevo, li volevo entrambi, volevo essere padre e marito... ma lei era ancora arrabbiata...

“Sei così presuntuoso che…” non la feci terminare, la baciai, perché era bellissima quando si arrabbiava...

“Raccontami quello che sai, spiegami di loro...” le chiesi, faticando a staccare le mie labbra dalle sue...

“Damian l’amava, l’amava davvero, ma poi… quell’Apocalisse... le acque stavano per sommergere ogni cosa... gli uomini non sarebbero sopravvissuti... chiese a loro cinque di sacrificarsi, usò metà delle loro immortalità per far sprofondare un piccolo gruppo di uomini in un sonno lontano dal tempo che li avrebbe conservati, salvati e anni dopo, quando le acque si furono ritirate, restituendo alle terre il loro posto, usò il resto della loro immortalità per risvegliarli... avevano salvato la razza umana, ma dovevano guidarla, per fare in modo che non commettesse di nuovo gli stessi errori... lasciò ad ognuno ancora altri anni, nei quali vegliarono gli uomini, ma poi furono costretti a dividersi i regni, diventare capi delle grandi nazioni, perché Flare era tornata e reclamava, come ultima dea, il dominio su tutto... era arrivato addirittura ad odiare sua figlia ed io ero proprio come lei... bella, potente, libera ed indipendente... io rappresento tutto quello che l'Inquisizione vuole abolire... sono una donna di libero pensiero e le donne, per loro, devono servire solo per procreare, come contenitori per la sopravvivenza della razza umana...”

”Tutto questo ha alimentato il suo odio e la sua follia...”

“E ci ha portato a questa guerra...”

E questa guerra aveva ucciso i miei genitori... non potevo permettere che continuasse...

“Lo possiamo sconfiggere, lo dobbiamo sconfiggere..."

“Lo faremo, con l’aiuto di Morgana!” mi rassicurò lei, sorridendomi, rilassandosi fra le mie braccia… Morgana aveva ragione, dovevo ingannare Françoise, dovevo fare in modo che restasse di nuovo incinta… c’era troppo in ballo, non potevo fallire, perché non potevo permettermi di perdere la mia nuova famiglia...

Parte 29

La notte prima l’avevo coccolata, ascoltata e rassicurata, fino a che non si era addormentata fra le mie braccia... ed era stato piacevole sentirla rilassarsi, capire che lei si fidava ancora di me nonostante tutto... poi mi ero occupato del bambino... lui era sveglio ed io volevo che lei riposasse, così mi ero offerto volontario per cullare e cercare di addormentare Adam, come avevo fatto con la sua mamma... ma in realtà lui non sembrava volesse dormire... nemmeno piangeva… sembrava volesse scendere a patti con me... quando lo avevo preso in braccio, lo avevo cullato un po’, lui si era subito acquietato e mi aveva fissato... i suoi occhi erano fermi, immobili e cercavano i miei... lui cercava me, voleva me e forse capiva chi ero solo per quella sottile linea magica che ci circondava, quel potere che ci rendeva simili... mi aveva osservato a lungo e poi si era addormentato con la testolina contro il mio petto... ed avevo capito in quell'attimo che non sarebbe stato facile fargli da padre, ma che comunque sarebbe stato naturale… sarebbe stato istintivo, perché io sapevo quello che volevo per lui... una vita felice, libera dai pregiudizi e dalla paura che la nostra natura scatenava... fu allora che giurai a me stesso che lui l’avrebbe ottenuta.

Il mattino seguente, quando mi svegliai, Françoise era seduta sul letto, accanto a me...

Era concentrata ed intenta a leggere un grande libro... infatti rispose al mio «buongiorno» con un cenno del capo...

“Cosa leggi?” le chiesi, incuriosito...

“Letture da strega... incantesimi, pozioni, fatture, cose che mi faranno finire al rogo..." poi ci pensò un po’ ed aggiunse "...di nuovo..."

“Sei davvero simpatica amore mio!” le dissi baciandola... e poi lei aveva appena ironizzato sul fatto che in passato l’avessi condannata a morte per alto tradimento...

“Perché quel libro mi sembra familiare?” chiesi ancora...

“Perché era di Flare...” mi rispose ed io la osservai... lei sospirò e mi disse: “Non guardarmi in quel modo, ci serve ogni arma possibile contro Damian..."

“Quel libro è malvagio...” commentai, ma questo a lei sembrava non fare paura...

“Lo è anche Damian... sono disposta ad usare ogni mezzo a disposizione per sconfiggerlo, anche mezzi non proprio legittimi...”

Non l’avrebbe fermata la potenzialità malvagia dei mezzi che avrebbe usato e mi ero chiesto se era disposta ad accettare altri mezzi, altrettanto illegittimi...

“Persino fare l'amore con me?” le dissi... non potevo ingannarla, non potevo farlo di nuovo, l’avrei persa, quindi tanto valeva proporle il piano di Morgana.

Lei mi fissò, poi comprese...

“Morgana, vero?” chiese, ma in realtà sapeva già che era stata lei a suggerirmi quell’idea...

“Hai detto di essere disposta ad usare ogni mezzo, questo è un mezzo..."

“Sì, ma se accadesse non rischierei solo la mia vita lo capisci? Non potrei combattere serena sapendo di essere incinta..." mi spiegò quelle che erano le sue motivazioni, quello che le impediva di farlo...

“Ma potresti combattere e vincere... e vincere significa rendere migliore il futuro per Adam!” provai a farle capire che non c’era nulla di negativo in quel mezzo illegittimo, che non doveva aver paura di combattere in quello stato, perché era più forte di chiunque altro... nessuno le avrebbe fatto del male...

“Non ti appellare al mio istinto materno, non è valido!” era ancora indecisa...

“Perché, hai un istinto materno?” scherzai e lei sembrò offendersi... la presi fra le mie braccia e le scompigliai i capelli...

“Devi decidere tu, la scelta definitiva spetta a te, ma sappi che io lo ritengo un buon modo di vincere... e non mi dispiacerebbe essere di nuovo padre, devo ammettere che i dubbi sono spariti, so quello che voglio, so cosa sono, so per che cosa combatterò, per chi combatterò..."

“Mh... sei così affascinante quando fai l’uomo deciso...” mugugnò accarezzando il mio torace… Maledetta streghetta tentatrice, pensai...

“D’accordo!” disse, poi aggiunse “Lo faccio solo perché nel libro di Flare ho trovato molti potenti incantesimi, ma temo anche che non saranno utili, che con Damian servi la forza bruta e che in fondo spetti a me, perché i panni sporchi si lavano in famiglia..." mi spiegò, ma non sembrava contenta della sua decisione... beh, farle piacere quella parte di piano spettava a me...

“Quindi io e te faremo tanto sesso..." azzardai e lo feci con voce roca e carica di sottintesi, mentre le sfioravo le spalle, lasciate scoperte dalla sua veste da notte...

“Non per queste due settimane almeno... sai, lì sotto c’è passato un bambino non appena ieri.... fa un po’ male..." mi raffreddò con quelle parole, su cui riflettei...

“Tanto male?” le chiesi... in realtà ero con lei quando aveva partorito… l’avevo sentita urlare e lei non urlava mai, neanche quando veniva ferita in battaglia, non aveva urlato neanche quando Flare l’aveva torturata...

“Sento ogni punto del mio corpo molle e liquefatto... sono decisamente ridotta male...”

“Mi dispiace, pensa che ti toccherà farlo di nuovo!” cercai di ironizzare e lei mi guardò negli occhi con uno sguardo subdolo, decisamente letale...

“Pensa al fatto che poi, se mi toccherai di nuovo, ti troverai con una mano amputata o con qualcos’altro amputato!” mi sorrise in modo vittorioso, pericoloso… la baciai, perché per me baciarla significava davvero un ottimo inizio di giornata... non avrei più smesso lo sapevo, avrei iniziato e concluso ogni giornata con i suoi baci…

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Gironzolando per il palazzo, incontrai Hilda intenta ad osservare il mondo al di là della balconata… era sdraiata sul parapetto della terrazza e sembrava intenzionata a riflettere su qualcosa di troppo serio ed importante per lei perché potessi capire davvero cosa fosse, ma comunque era rilassata… mi avvicinai e lei, senza muoversi, mi disse: “Mi ha chiesto di sposarlo, finito questo inferno…”

“Ah, e tu che hai risposto?” chiesi, anche se consapevole delle contraddizioni interiori che la rodevano… ma percepirne i sentimenti non m’impediva di ascoltarla… era mio dovere farlo, eravamo amiche…

“Non ho risposto, me ne sono andata…” disse, con una calma agghiacciante.

Sospirai.

“Hilda, a volte tendi a complicarti la vita sai?” la rimproverai…

“Tendi a farlo anche tu!” mi incalzò lei… a quel punto dovetti difendermi… era vero che ero cocciuta, emotivamente incasinata, distruttiva e che ero stata anche un’assassina… ma discendevo da una famiglia di assassini, questo forse non mi alleggeriva la pena? E comunque, non che non stessi cercando di rimediare, non che non stessi cercando di migliorare me stessa…

“Sto cercando di smettere…” replicai, avvicinandomi a lei, sedendomi vicino alle sue gambe distese… lei si alzò e mi guardò in viso…

“Tu sei mamma e sei felice con Joe…” io scrollai le spalle a quelle parole, il mio rapporto con Joe era complicato e si andava complicando sempre più “…temo che mio fratello sarà padre a breve, dato che Natalie vomita anche l’anima ogni singola mattina… ed io non so se sposarmi… quando è successo Fran? Quando abbiamo smesso di essere solitari? Quando abbiamo deciso di avere una famiglia? E soprattutto cosa ci fa pensare che dovremmo avere il diritto di averla una famiglia, di essere felici?”

“Suppongo che, come qualsiasi essere umano, pensiamo di avere il diritto di essere felici…”

“Noi non siamo umani…” ribatté lei… ok, era vero che le nostre infanzie, la nostra vita fino ad ora non era stata felice, anzi era stata così tragicamente crudele che forse avevamo perso la speranza, che ci eravamo rassegnate a non poter avere di meglio… ma questo non escludeva a priori la felicità…

“Non del tutto, ma viviamo come loro, abbiamo gli stessi diritti, incluso quello di essere felici…”

“Incluso quello all’esistenza… questa guerra mi sta annebbiando il cervello, non so che fare, non so più cosa aspettarmi…” non era sicura di uscirne indenne… pensai che era compito mio, che spettava a me fare in modo che lei non subisse perdite o che non venisse uccisa… ero una sorta di capo in fondo… e fu allora che compresi che quella decisione andava presa, che accettare l’alternativa di Joe era l’unica cosa realmente utile da fare, la mia arma segreta…

“Io devo procreare di nuovo, se vogliamo avere una minima speranza di batterlo…”

“E ti dispiace?” chiese, scrutandomi scettica…

“È doloroso…”

“Ma ti dispiace oppure no?” mi chiese ancora, cercando di farmi dire quello che non volevo ammettere…

“Non mi dispiace, sinceramente mi fa sentire completa… e poi creare una nuova vita con Joe non è male, potrei essere costretta a fare cose peggiori, questa tutto sommato è accettabile… ma il mio orgoglio è in subbuglio…”

“Quali cose peggiori?” mi chiese, scettica e preoccupata…

“Incantesimi poco piacevoli, devastanti…” il libro di Flare mi aveva fatto riaffiorare vecchi ricordi, mi aveva ricordato quello che ero stata e che ero stata disposta a fare… quello che avrei fatto un’ultima volta, per liberarmi di Damian…

“Il libro di tua madre contiene cose tanto brutte e distruttive?”

“Sì, potrebbe piacerti come lettura sai?” le risposi, sorridendole in modo inquietante… ma sapevo, in fondo, che anche lei, come me, era disposta a tutto… anche lei aveva fatto cose solo perché andavano fatte, solo perché doveva difendersi…

“Meglio di no… ho sconvolto Albert a sufficienza… dimmi solo quello che devo fare…” mi stupì la sua risposta… poi le sorrisi… Hilda si stava crogiolando nel suo amore per Albert.

Era disposta a rinunciare a parti di lei per lui… lo lessi chiaro nella sua mente.

Le chiesi, ma in realtà sapevo, cosa lei voleva: “Vuoi sapere cosa fare con Albert?”

“No, con lui ho deciso! Che devo fare in battaglia…” perfetta, comprensibile, fidata Hilda.

Su di lei potevo sempre contare…

“Ti mostrerò un paio di trucchetti, potremmo allenarci questa notte!”

“Va bene…” accettò la cosa sorridendo in modo orgoglioso, impaziente… stava provando a tenersi lontano dalla magia, da quel mondo che sconvolgeva Albert e lo faceva per amore, ma lei amava anche quello che a lui faceva paura… non ci avrebbe mai rinunciato, non del tutto, però era disposta a far conciliare le due cose…

“Allora, con Albert che farai?” chiesi, solo per parlare, solo per avere una conferma di quello che comunque già avevo percepito.

Lei si alzò e disse: “Suppongo che accetterò…” e poi se ne andò sospirando… sorrisi, sembrava così rassegnata all’idea di dover accettare, ma in realtà sapevo che non desiderava altro… in fondo anche Hilda aveva un lato romantico…

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”Hilda e Françoise si stanno allenando nei tuoi giardini, temo non ne resterà nulla…” esordì Jet, entrando nella stanza, senza neanche bussare, poi aggiunse: “Ti ha mollato il pupo!” sedendosi sulla sedia a dondolo.

Lo guardai accigliato, come a dire cosa voleva, ma lui non sembrava intimidito dal mio sguardo, fissava Adam, in braccio a me, che giocava con un laccio della mia casacca...

“Che succede?” chiesi, perché sembrava effettivamente sconvolto…

“Natalie… ecco, insomma, presto toccherà anche a me…”

Lo fissai e scoppiai a ridere, poi aggiunsi, ilare: “Te la stai facendo sotto! E tu hai osato pure criticarmi?”

“Non è divertente, non credo potesse sconvolgere tanto interiormente e comunque, io sono sempre stato abituato a pensare solo a me stesso, ora dovrò prendermi cura di due persone, sperando che lei non aspetti dei gemelli altrimenti saranno tre!” ammise, congelando sul posto… era terrorizzato.

Stavo per scoppiargli a ridere in faccia quando sentii l’eco di un’esplosione… mi voltai accigliato verso Jet…

“Sai che cosa stanno sperimentando?”

“No, ma non ti polverizzeranno i giardini, almeno lo spero…” balbettò, ma non ne era convinto… e comunque lui temeva il potere congiunto di Hilda e Françoise… si sentiva come rimpiazzato, prima era lui a sperimentare nuovi incantesimi con Françoise.

Ed i suoi pensieri riguardo a mia moglie, sui loro esperimenti, mi facevano ribollire il sangue di gelosia… e che cazzo!, non poteva pensare quello in mia presenza… sapevo che non amava Fran, ma ne era stato attratto e per uno stregone fare magie insieme ad una strega come la mia dolce metà è un evento molto eccitante.

E mi stava forse distruggendo il giardino…

“È un esperimento uscito dal libro di Flare, giusto?”

“Temo di sì…” ammise, temendomi, perché aveva percepito la mia rabbia…

“Maledizione, che donna irritante! Tieni!...” mollai Adam a Jet “…fai un po' di pratica!" dissi, uscendo a controllare… quando arrivai in giardino, vidi solo una colonna di fumo nero che era quello che restava di una delle querce secolari del mio regno.

Accigliato, le guardai e chiesi loro di spiegare…

“Stiamo imparando a contenere le esplosioni… uniamo i nostri poteri per concentrarle in un unico punto, questo le rende meno pericolose per probabili alleati nei paraggi, più letali invece per il soggetto a cui sono dirette…” mi spiegò Hilda evidentemente soddisfatta…

“Dovrete fare altri esperimenti?” domandai, non nascondendo l’inclinazione contrariata che la mia voce aveva assunto…

“Sì, ma di altre cose…” mi disse Françoise, io la guardai e lei scrollò le spalle… in quel gesto era sottointeso «che ti aspettavi sposando una strega, che le tue proprietà non sarebbero esplose?» scoppiai a ridere, poi ammonii entrambe.

Se avessero incenerito qualcosa di veramente importante, o distrutto parte della reggia, le avrei punite…

“Intendi sculacciarci?” chiese Françoise in modo ilare.

La osservai… era così bella che dovetti cancellare un paio di pensieri poco casti dalla mia mente… poi aggiunsi: “No, non vi sculaccerò, perché credo che per te amore mio sarebbe un divertimento e non una punizione, ma potrei importi qualche dovere amministrativo, sei ancora la regina no?” lei impallidì, odiava i cerimoniali… poi guardai Hilda: “Potrei metterti alle costole Jet, suggerendogli di sfogarsi dei suoi attuali problemi con la sorella, dato che solo un familiare ti può capire in certi momenti…”

“No, odio il Jet piagnucolante!” disse lei inorridita…

“Perché Jet piagnucola?” chiese Françoise... ed io le spiegai dell’imminente paternità del nostro comune amico… lei scoppiò a ridere e disse che finito con l’allenamento lo avrebbe spaventato un po’… voleva prenderlo in giro e contemporaneamente terrorizzarlo riguardo a quelle responsabilità che gli stavano piombando addosso.

Poi tutti e tre percepimmo un immenso potere venire verso di noi… ci dirigemmo, come incantati, all’ingresso del palazzo e lì trovammo Jet, che aveva in braccio Adam, e mia sorella con Anne…

“La bambina ha percepito un esercito in arrivo!” mi disse, carezzando i capelli a sua figlia.

Françoise prese in braccio Adam dando una spintarella a Jet e poi commentò: “Non c’è da preoccuparsi, è tornata Morgana…”

Io la osservai, aveva un sorriso così dolce mentre cullava Adam… poi mi fissò negli occhi e mi indicò con il capo di guardare in basso, oltre le mura di cinta del palazzo… lo feci e vidi un esercito, Morgana al comando…

“È il nostro esercito di creature magiche, combatteranno per noi…” disse Françoise ed io non potei che ammirare quello che stava sfilando oltre il portone principale… quello era l’altro mondo, le altre creature della natura metà umana, metà magica ed erano lì per combattere al nostro fianco… rabbrividii, la guerra era iniziata…

Parte 30

Quando Morgana venne verso di me il suo sorriso era radioso… mi abbracciò e poi prese in braccio il piccolo Adam…

“È davvero magnifico questo bambino… lo sai, sarà così affascinante da grande che farai fatica a tenergli lontane le fanciulle!” mi disse, sorridendo e cullandolo…

Poi rivolse il suo sguardo all’esercito e ci presentò… o meglio presentò quegli uomini che io avevo reclutato per mesi al re.

E straordinariamente il re li accolse… non era più spaventato, lo avevo capito, era pronto a far parte del mio mondo.

Insieme a Morgana rientrammo nel palazzo, mentre Joe e Jet si occupavano della sistemazione dei nostri ospiti…

“Dovremo colpirlo a sorpresa, quando lui non se l’aspetta, in casa sua…” disse, mentre canticchiava una canzone al bambino… sapeva essere dolce e decisa allo stesso tempo…

“A San Gabriel?” chiesi, ma sapevo già la risposta, non potevamo aspettare che lui attaccasse Washington, dovevamo essere noi a sorprendere lui…

“Fra un mese, a partire da oggi, dovremo metterci in viaggio! Ce la farai a rimanere incinta nel frattempo?” mi domandò.

La fulminai con lo sguardo…

“Proporre questo a Joe sapendo che non ero sicura non è stato carino, diciamo che è stata una pugnalata alle spalle nonna!” quello che lei aveva fatto ancora non mi andava giù… e non perché non lo volessi, ma perché mi aveva scavalcata, non si era fidata di me ed era ricorsa a Joe…

“Ma io ti conosco cara, so cosa vuoi, meglio di te!”

“Non farlo mai più!” continuai gelida… lei sorrise enigmaticamente… sembrava compiaciuta… poi sorridendo commentò: “D’accordo, ma tu non desideravi avere qualcuno che decidesse per te?”

“Non ora, non più!” le dissi… era arrivato il momento di scegliere da sola, perché ora Adam dipendeva da me…

“Sei una madre, congratulazioni!” sorrise, dandomi di nuovo Adam in braccio… era fiera di me… ora capivo quel sorriso, glielo leggevo nella testa, lei era orgogliosa del fatto che fossi caratterialmente identica a lei…

“Ti aiuterò… non lo affronterai da sola, lascerai che sia io a farlo per prima, se io fallirò ci penserai tu…”

“Nonna, sei sicura di volerlo affrontare?” domandai, consapevole che per lei non sarebbe stato facile… lei amava ancora Damian… ma cercò comunque di spiegarsi, di farmi capire per quale motivo lo stava facendo: “Lui ha tentato di uccidermi, lui ha infranto il nostro giuramento di amore eterno, è giunto il momento di ricambiare il favore… non gli permetterò di distruggere anche la mia missione, lo scopo della mia esistenza, non gli lascerò cancellare anche questo!”

“D’accordo, ma io ti proteggerò!” le dissi…

“Spetta a me proteggere te, spetta a me salvaguardare il bene!” replicò lei, sembrava indignata…

“Il bene non può prendersi cura del suo custode?” le chiesi, ilare, mentre giocavo con la manina che Adam aveva stretto intorno al mio pollice…

“Sì che può!” mi sorrise, mi fissò negli occhi e disse: “Quando vorrai divertirti con Joe chiamami, farò da balia al mio pro-nipotino!” mi fece l’occhiolino ed io avvampai…

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”Allora… Jet piagnucola, Albert e Hilda litigano, Natalie vomita e tu stai cercando di far socializzare briganti, stregoni, mercenari e soldati civili! Ci sono altri guai all’orizzonte?” mi chiese Joe entrando in camera poche settimane più tardi…

“Cercavo solo di renderli affiatati, dovranno combattere insieme…” urlai dal bagno…

“Li hai minacciati, hai detto loro che li avresti polverizzati se non socializzavano e che, se non rispettavano i tuoi ordini e consigli, ci sarebbe stato qualcosa di peggio della morte per loro!” urlò di rimando.

Uscii dal bagno, con indosso solo un telo bagnato, e gli spiegai quello che avevo cercato di fare con una semplice frase: “Se non ti temono, non combatteranno mai per te…”

“È il mio esercito!” disse, indugiando troppo sulle mie forme.

Il suo esercito? Che uomo pretenzioso e borioso… non si ricordava che ne avevo reclutato la metà? Forse era troppo impegnato a guardare il mio corpo e non ci capiva più molto… il suo cervello ed il suo raziocinio erano destabilizzati dalle mie forme esposte…

“Il nostro esercito!” lo corressi, poi sorrisi ironica: “Joe…” sussurrai, avvicinandomi a lui e facendo sparire il telo.

Lui si avvicinò, sciogliendomi con quel suo sensuale sorriso…

“Stai meglio?” mi chiese…

“Sto benissimo!” dissi ed allacciai le braccia intorno al suo collo… lo baciai in modo che capisse quanto in realtà anch’io sentissi il bisogno di quel contatto… anch’io lo desideravo tantissimo… gli tolsi la casacca lentamente, percorrendo con le mani tutto il suo torace.

Volevo quel contatto, agognavo sentire sotto le mie mani la consistenza della sua pelle di guerriero… ne volevo percepire il sapore, l’odore… gli baciai il collo, stringendomi a lui e permettendogli di prendermi in braccio… mi distese poi sul letto e mi dedicò le stesse attenzioni che io avevo dedicato a lui… esplorava il mio corpo percorrendo con le sue labbra ogni centimetro della mia pelle.

Poi sospirò e mi baciò con impeto… era così eccitato, lo percepivo benissimo ora che era steso, nudo, sopra di me… e lo ero anch’io… incrociai le gambe intorno ai suoi fianchi, volevo andare avanti, non sopportavo più l’attesa… mi lasciai trasportare dai suoi baci, dalle sue carezze, lo supplicai di farmi sua, di darmi quel contatto così intimo che tanto agognavo… ed una volta unita a lui capii che era quello l’unico posto in cui volessi essere.

Tra le sue braccia, godendo della nostra reciproca passione, avvertendo solo ansiti e respiri strozzati… gridando in preda al delirio della passione, consapevole che il suo amore era tutto quello che avevo sempre desiderato… tutto quello di cui avevo bisogno.

Tutto ciò che mi rendeva completa.

Consapevole, ora, di essere felice… ero felice…

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“Mi stai ascoltando?” mi chiese Hilda e doveva essere la settima volta che lo ripeteva, perché sembrava proprio scocciata…

“Scusami, ma non dormo molto…” commentai sbadigliando… e lei, ancora più seccata, me ne domandò il motivo…

“Adam piange di notte, Joe mi sfinisce di notte e pure di giorno! E tutto questo accade da quasi un mese…” non che mi dispiacesse venire sfinita, ma oramai erano giorni che andavo avanti in questo modo… mi bastava un sorriso di Joe e mi sentivo esplodere… ed era impellente per noi poi cercare un angolo in cui nasconderci e consumare il nostro reciproco amore…

“Ehi! Siamo prossimi ad una guerra, non dovresti stancarti!” mi rimproverò...

“Smetterò quando la battaglia sarà imminente!” la ripresi, ma lei sembrava scettica…

“Giusto, lo stai facendo per una vittoria no?” mi chiese, come se non concepisse quello che stavo facendo… dall’alto del suo pragmatismo sapeva che era necessario, ma non era convinta che lo facessi solo per quello…

“Sì…” le risposi, poi aggiunsi, sorridendo come una scema: “Joe nudo è la fine del mondo!”

Era ovvio che non lo facevo solo per restare incinta… c’era un senso di piacere in quel dovere, così radicato, che mi faceva sentire un po’ meschina a sfruttare questa cosa.

Perché la storia della gravidanza necessaria era stata una scorciatoia… non avrei potuto saltargli addosso tanto presto se avessi dovuto restare indignata con lui a causa di quello che mi aveva fatto patire… così, invece, potevo essere indignata e anche insaziabile… ed in più ci guadagnavo il fatto di avere un marito pronto a soddisfare ogni mio capriccio ed ogni mia richiesta poco casta.

Era, tutto sommato, una situazione piacevole.

Lei scoppiò a ridere, poi, tornando seria, disse: “Non voglio i particolari piccanti, per quelli hai Jet!”

“Ok, non lo farò più…” biascicai, come una bambina che era stata appena colta in flagrante a rubare le caramelle.

Stava per andarsene, per lasciare la stanza, quando la bloccai con queste parole: “E Albert? Anche lui è la fine del mondo nudo?”

“Françoise… divertiti con Joe e fatti gli affari tuoi!”

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Avevo preso Hilda alla lettera e mi ero messa a cercare Joe… lo avevo trovato in camera nostra, intento ad una conversazione a senso unico con suo figlio… li osservai, lo teneva in braccio e lo cullava mentre parlava ed il bambino lo osservava incantato…

“Tu non puoi guardarmi così, capito? Io sto facendo il possibile, non so neanche se ne sarò in grado… piccolino, non so come comportarmi con te, ci sto provando, ma devi darmi fiducia…” il piccolo sorrise e sorrise anche Joe “…e dovrai perdonarmi se pretenderò molto da te… dovrai provare a scusarmi quando cercherò di farti diventare un uomo, perché sarò crudele… oh sì, sarò un padre esigente!”

Joe sospirò…

“Non so neanche quello che sto dicendo! Sto delirando! Insomma, non sarò un ottimo padre, delle mancanze da parte mia saranno inevitabili, non sono perfetto… anzi, tutto il contrario... ma una cosa sarà sempre certa… ti adoro piccolo mio e ti proteggerò sempre… sempre!” concluse tirandolo a sé, stringendolo al petto e baciandogli la fronte.

Poi lo addormentò e lo poggiò delicatamente nella culla…

“Ti sento Françoise!” mi disse… ed io palesai la mia presenza…

“Non è bello spiare la gente…” aggiunse contrariato.

Gli sorrisi e lo baciai…

“Ti amo…” gli sussurrai, prima di baciarlo ancora.

L’impeto che ci misi ci fece perdere l'equilibrio… rovinammo a terra, ma non aveva molta importanza… anche il pavimento sarebbe andato bene… per quello che dovevamo fare ogni superficie piana sarebbe stata sufficiente.

Non c’era neanche tempo per liberarci di tutti i vestiti… ci baciavamo in modo così vorace, le nostre mani erano così desiderose… e non potevamo aspettare… così, mentre io toglievo a Joe i pantaloni, lui si liberava della mia veste… entrò in me senza aspettare, senza preliminari… si muoveva sopra di me ed ogni sua spinta generava scosse elettriche che dal mio ventre si espandevano in tutto il corpo, provocandomi brividi profondi, indescrivibili.

Poi mi bloccò le braccia sopra la testa ed aumentò l’intensità delle spinte e mentre i nostri respiri diventavano più accelerati, mentre insieme giungevamo all’estasi, ebbi una visione.

Una battaglia… immagini sanguinose mi assalirono, mi attraversarono la mente… il corpo di Morgana senza vita, martoriato, ai miei piedi… percepii il mio dolore e la mia rabbia.

Sentii la mia furia e sapevo contro chi era diretta…

“Nooooo!”

Joe si stupì, ma poi mi cullò fra le sue braccia…

”Cos'è successo!” mi chiese, stringendomi le spalle e baciandomi l’incavo del collo.

Ero terrorizzata e tremavo… avevo avuto una visione… io avevo visto il futuro… fu allora che compresi quello che stava succedendo…

“Sono incinta…” gli sussurrai.

Lui sorrise…

“È tanto terribile da gridare così? Non avevamo deciso di volerlo?” mi chiese, accarezzandomi i capelli.

Mi voltai e lo fissai negli occhi…

“Ho avuto una visione… ho visto Morgana morire…” capii come si fosse sempre sentita Lyn, vedere il futuro ed essere incapace di evitarlo, perchè quando si vedeva la morte quella era inevitabile…

Parte 31

Attraversare il deserto in viaggio verso San Gabriel con un esercito immenso e le nausee mattutine era decisamente divertente.

Avrei voluto tornare a casa, starmene a letto, ad occuparmi del mio bambino, che avevamo lasciato a Washington insieme ad Isabel e Natalie, e non starmene in mezzo al deserto, in marcia, verso una battaglia che sarebbe stata cruenta, definitiva e triste.

Perché sapevo che mia nonna sarebbe morta… glielo avevo pure detto, l’avevo avvisata, ma lei aveva alzato le spalle ed aveva commentato: “Se morirò, dovrai vendicarmi!”

Certo, lei era abituata a morire e reincarnarsi, che le importava se capitava una volta in più? Che le importava se io perdevo l’unico membro della famiglia per cui contavo veramente qualcosa?

Non capivo come avesse fatto Lyn, come aveva potuto sopportare sempre quell’inevitabile vista sul futuro per tutta la vita.

Era triste.

Pensai che in fondo io potevo sopportarlo per nove mesi, ma a mio figlio sarebbe toccata tutta la vita… mi accarezzai la pancia, consapevole solo in quel momento di quello che avevo fatto.

I miei poteri erano cresciuti, vedevo il futuro, controllavo di nuovo il tempo, avevo i poteri di Flare, compresi quelli di luce ed ombra, e controllavo la volontà della gente.

Avevo tutti e cinque i poteri.

Capivo la visione di Evelyn solo in quel momento, capivo perché lei mi avesse spinta fra le braccia di Joe… si ereditavano con il sangue, ma non saltavano una generazione, non si trasmettevano solo per linea maschile, non avevano regole quei poteri.

Non era come tutti avevano sempre creduto.

Ed ora erano miei, tutti e cinque insieme… non avrei mai dovuto cercare gli altri, in realtà avrei dovuto solo procreare per averli… ora la visione di Lyn era così chiara… ora capivo le azioni sue e di Adam, capivo che lei mi aveva nascosto la verità perché il futuro si avverasse, perché se non ne fossi stata ignara, orgogliosa come sono, lo avrei impedito.

Come era chiaro quello che avevo fatto a mio figlio… lo avevo condannato… gli avevo permesso di ereditare tutto quell’immenso potere e per questo sarebbe stato solo.

Mi fermai, improvvisamente consapevole delle mie azioni.

Joe si avvicinò a me, mi baciò la fronte e mi disse: “Non avere paura! Non sarà mai solo!”

Mise la sua mano sopra la mia che già era sulla mia pancia e l’accarezzò…

“Noi saremo con lui…”

“E se così non fosse, se per qualche motivo non avesse più noi?” gli chiesi terrorizzata…

“Non sarà solo, la sua famiglia è immensa!”

Chiusi gli occhi, volevo vedere, dovevo sapere se mio figlio sarebbe potuto essere felice, ne avevo bisogno, dovevo saperlo, o non sarei mai stata serena… volevo quella visione.

Per questo, forse, la visione non si negò… e quello che vidi fu una splendida donna dai lunghissimi capelli biondi e dagli occhi scuri… somigliava molto ad Adam… nella mia visione erano insieme, sorridevano, si abbracciavano e potevo percepire il loro stato d’animo… erano allegri, sereni, ma non senza responsabilità… mio figlio in quella visione era re… ma erano comunque forti e la loro forza veniva dalla loro stabilità… sapevano di essere amati, erano circondati d’amore… erano capaci e lei, mia figlia, quella che cresceva in me, che avrei chiamato Evelyn, era circondata da un’abbagliante felicità… era energica, pura, così vitale, ma anche caparbia ed ostinata… lei sosteneva Adam nel governo del regno, era il suo generale, la sua forte sorella… ed era amata e rispettata.

Non erano soli, non lo sarebbero mai stati.

La visione scomparve… e vidi Joe fissarmi con un sorriso abbagliante…

“Cosa hai visto? Doveva essere piacevole, dato che percepivo la tua felicità…”

Gli sorrisi di rimando: “Ho visto nostra figlia…” gli sussurrai, prima di coinvolgerlo in un bacio meraviglioso...

”Una bambina?” mi chiese sconvolto…

“Sì e ti somiglierà parecchio… sarà così bella che sarai costretto a tenerle lontani parecchi maschietti!” ironizzai e percepii la sua gelosia…

“Ecco, lo sapevo… facciamo un patto, qui, ora, tu selezionerai le donne per Adam ed io gli uomini per…?”

“Evelyn!” risposi, usando un tono di voce che avrei definito sublime, insito di fierezza, gioia…

“Evelyn…” ripeté, carezzandomi la pancia… poi aggiunse: “Non l’abbiamo persa, in fondo…”

“Non la perderemo mai…” conclusi, prendendo la sua mano.

Fu allora che ci incamminammo di nuovo, preceduti dalle lamentele di Jet sulla nostra piccola pausa…

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San Gabriel non era mai stata così mostruosa… non c’erano mai stati tanti uomini perfidi, spietati… ne percepivo la presenza, il potere, così simile a quello dei consiglieri… e capivo solo allora che non sarebbe stato facile, perché Damian aveva riunito l’intera Inquisizione…. ogni malvagio, perfido uomo o mostro del mondo era stato chiamato a San Gabriel… l’esercito di Damian, visto in quel modo, considerando poi che non fosse ancora al completo perché noi lo avevamo anticipato, faceva paura.

Terrorizzava.

Morgana mi affiancò: “Via il dente, via il dolore giusto?”

“È un dente difficile da togliere…” le dissi, con la voce spezzata…

“Quante visioni ti stanno arrivando in testa ora?” mi chiese, lei conosceva il mio nuovo potere meglio di me…

“Troppe... Vedo troppi possibili scenari, troppo futuro incerto! Perché?” domandai…

“Il potere, questa città ne è piena e le sorti di questa battaglia sono ancora da scrivere, come vedi il futuro non è mai del tutto certo… l’uomo gode ancora del suo diritto al libero arbitrio!”

“Vedo ancora la tua morte…”

La vedevo morire per opera di Damian, la vedevo spegnersi fra le mie braccia, con il cuore trafitto… e vedevo la nostra fine con la sua morte, perchè nel resto di quella visione c'erano solo fiamme… “Avverrà, prima o poi, non è detto che sia oggi!” replicò di nuovo. Ma io non mi detti per vinta… lei doveva capire che il pericolo che stava correndo era reale.

“Quello che Evelyn ha visto su di me si è avverato!”

“Tesoro, Evelyn vedeva possibili futuri… il tuo si è avverato perché a lei piaceva ed ha fatto in modo che si realizzasse! Ma il suo potere non è mai stato così predefinito… c’è solo una cosa certa a questo mondo: la morte verrà per tutti prima o poi…”

“Tu cerca di non morire oggi!” la minacciai, fissandola negli occhi… lei capiva che non la volevo perdere? Capiva che senza di lei mi sarei sentita incompleta?

“Ci proverò… ma se accadrà…”

“Estirperò il cuore dal petto di Damian con le mie mani! Sempre che ne abbia uno…” l’anticipai e lei mi sorrise.

Poi si voltò verso il nostro esercito… sospirò e parlò…

“Non abbiate pietà, loro non ne avranno, ogni essere in quella città esiste solo per uccidere… e se vorrete preservare la vostra vita e quella dei vostri cari, voi ucciderete loro… ucciderete ogni singolo nemico che vi si parerà di fronte… voi non dovrete avere pietà!”

 Io la osservai e lei mi dette l’assenso per l’inizio… doveva essere un attacco a sorpresa, dovevamo poterci addentrare in città e colpire quell’esercito quando meno se l’aspettava… mi concentrai, alzai le mani al cielo e creai la tempesta di sabbia più imponente che si fosse mai vista…

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Sapevo che i miei uomini se la sarebbero cavata… Jet li stava guidando per San Gabriel , dotati di quel potere in più che lui gli aveva fornito… lui e Hilda insieme avevano ampliato le percezioni di ogni membro umano e non del nostro esercito… ci tenevano tutti in comunicazione fra noi, quindi ognuno sapeva quello che accadeva… inoltre erano liberi di muoversi fra la tempesta, vedendo, liberi di scovare, grazie alla vista che Joe aveva dato loro… Lucas impediva la fuga da San Gabriel ai superstiti… lui ed i suoi uomini avevano circondato la città ed uccidevano chiunque provasse a fuggire.

Quindi, c’era chi si stava occupando egregiamente del seguito malefico di Damian e chi stava andando da Damian stesso… nella fattispecie io, Joe, Albert e Morgana.

Quando varcammo l’ingresso del palazzo dell'Inquisizione ce lo trovammo di fronte, insieme ai peggiori dei suoi soldati… eravamo quattro contro tredici… i dodici membri anziani dell'Inquisizione ed il Magister… ma eravamo comunque più forti, perché Damian non si aspettava il mio nuovo potere…

“Sei sempre stata folle amore mio…” commentò lui rivolgendosi a Morgana ed usando quelle parole in modo più che dispregiativo…

“Io ho sempre ritenuto te pazzo!” rispose lei, a tono, camminando verso di lui, senza mai abbassare lo sguardo…

“Non mi batterai, non te lo permetterò… anzi, estirperò il tuo potere e lo sostituirò con il mio!”

“Il mio potere non può essere estirpato!” disse lei, ponendosi di fronte a lui, attaccandolo, ingaggiando con lui un combattimento con la spada.

Era quello l’inizio.

Joe e Albert attaccarono il rispettivo lato dei dodici… e solo il loro primo attacco aveva fatto in modo che Joe ne uccidesse due e che Albert ne decapitasse uno.

Poi fu il mio turno.

E Damian, atterrata Morgana con un calcio, osservò stupito la fine dei suoi prediletti.

Due si uccisero a vicenda… uno venne strangolato e poi decapitato dalle mie piante rampicanti… un paio assaggiarono le mie fiamme… e gli ultimi quattro furono inceneriti da un mio raggio di luce senza che potessero reagire o difendersi, perché io li avevo bloccati con il controllo del tempo… Damian mi osservò e commentò: “Se solo fossi nata maschio saresti stata l’erede perfetta!”

“Se fossi nata maschio non avrei mai potuto avere questo potere!”

“Touché! È davvero un peccato essere costretto ad ucciderti, ma nel mio nuovo mondo il dominio delle streghe non è previsto!”

Come non erano previsti amore, libertà, libero arbitrio, sentimenti diversi da dolore e paura… e questo non l'avrei mai permesso…

“Il tuo nuovo mondo non è previsto, sono disposta a tutto per mettere la parola fine alla tua follia, nonno!”

“Chi sei disposta a perdere, quanti affetti sacrificherai in questa battaglia?” mi chiese.

E fu allora che percepimmo la reale portata della sua minaccia… percepimmo Hilda e Jet in pericolo…

“Sono scoperti!” dissi e Joe ed Albert mi capirono immediatamente, perché se ne andarono entrambi a coprire uno dei due… in quel salone rimanemmo solo io ed i miei nonni… la nonna poi aveva di nuovo attaccato Damian ed ora che li vedevo combattere, che constatavo la furia con cui lui l’attaccava, avevo capito che la mia visione si sarebbe avverata.

La nonna era buona… la nonna lo amava… non lo avrebbe mai ucciso… mai.

Quello spettava a me… per questo attesi, preparando le mie lame di ghiaccio.

Osservai ogni singolo fendente, ogni furioso pugno o calcio che si scambiavano… e fu un attimo, lei svenne a causa di un colpo alla testa, sentii il rumore della spada della nonna sul pavimento… vidi il riflesso di quella di Damian, diretta verso il suo cuore… la bloccai… la spada del nonno si fermò a mezz’aria.

Lui si voltò verso di me, furioso, pronto a scagliarmi contro una palla di fuoco.

Non fece mai in tempo… avevo lanciato le mie lame di ghiaccio verso di lui, verso il suo cuore, nello stesso momento in cui avevo bloccato la spada.

E lui si accasciò a terra, sorreggendosi il petto.

Io recuperai la spada della nonna e mi avvicinai a lui, immobile, inginocchiato sul pavimento…

“Come hai fatto?” chiese, sputando sangue…

“Ho usato il potere che tu più temevi… non serve a nulla il controllo degli elementi se si ha quello del tempo! L’ho capito quando ho capito che eri stato tu a volere la morte di Adam solo perché lo temevi come non hai mai temuto nessun altro!” “Astuta…” biascicò, mentre un fiotto di sangue gli usciva dalla bocca… “Mi hai portato via i miei affetti, hai cercato di distruggere la mia vita e quella delle persone che amo in ogni modo!” dissi, avvicinandomi a lui con la spada in mano ed il braccio teso.

Pronta a porre fine alla sua vita…

“Sì, ne vado in un certo modo fiero!” replicò e la rabbia si impossessò di me… sorrisi perfidamente, come non facevo da tempo… come sorrideva l'anima nera di Flare… l’anima di mia madre…

“Ed io vado fiera in questo momento, solo in questo momento, di essere la figlia di Flare… sono fiera della mia indole da assassina… mi permette di ucciderti senza provare il minimo rimorso!” conclusi alzando il braccio con la spada.

Ma non ci riuscii… non potei trafiggergli il cuore.

Uno dei maledetti dodici mi aveva assalito, buttandomi a terra e poi cercando di soffocarmi.

Ma come cavolo era successo?

“Credevo di avervi ammazzato tutti!” “Io so clonarmi ed ora ti ucciderò puttana!” disse, aumentando la presa sul mio collo… stavo perdendo i sensi, stavo davvero per morire in un modo così ridicolo? No, non accadde… riapparve Joe e lo decapitò, poi mi aiutò ad alzarmi…

“Tutto bene?”

“Sì, grazie! Jet e Hilda?”

“Siamo arrivati in tempo… Hilda però è gravemente ferita, Albert la sta portando via, lontano dalla battaglia ed aspetta te ed il tuo potere curativo… Jet è sfinito, non ci riesce ed io non so come si fa!”

“Tu non hai quel potere…” gli dissi… Flare era distruzione, non poteva avere il dono di guarire… neanche i veggenti, solo tre su cinque di noi erano anche in grado di curare.

E spettava a me curare Hilda.

Dovevamo liberarci di Damian subito e raggiungerla… e curare anche la nonna, era ancora svenuta, il suo sangue macchiava il pavimento… non era grave, ma se non avessi fermato l’emorragia sarebbe morta… ripresi la mia spada, pronta a finire quello che avevo iniziato, convinta che Damian fosse ancora bloccato, ma mai convinzione fu più errata.

Si era liberato dal mio incantesimo e me ne ero resa conto nel modo peggiore, quando avevo visto la sua spada trafiggere Joe, molto vicino al cuore…

“Non l’ho preso, pazienza, lo finirò dopo…” disse, estraendo la lama dal petto di Joe che era crollato a terra sotto il mio sguardo impotente… ed io mi infuriai, lo attaccai con le liane… liane che lo scaraventarono al muro, perforandogli i polmoni… lui ghignò perfidamente e si liberò da esse disintegrandole…

“Cominci a darmi fastidio nipotina!” commentò, lanciandomi contro il suo fuoco… e le sue fiamme erano sempre state più maestose di quelle che io ero in grado di creare.

La mia barriera d’acqua non riuscì a contrastarle, cedette ed io mi spostai solo all’ultimo momento… ora tutta la parte sinistra del mio corpo era ustionata… ma se pensava che questo mi avrebbe fermata si sbagliava… richiamai a me il drago d’ombra… l’avevo visto fare a Flare solo una volta, solo quando lei era stata veramente in difficoltà, contro una strega inglese che possedeva l’antica magia dei Celti… sapevo che quel drago sarebbe sfuggito al mio controllo, ma al momento non mi importava.

Damian lo vide e impallidì.

Cercò di contrastarlo, ma il drago fu più rapido di lui e lo ingoiò con un unico boccone… lo vidi atterrare nel suo stomaco e sapevo quello che l’attendeva nel ventre del mostro, continue scariche elettriche… una tortura senza fine… ma sapevo anche che non l’avrebbe ucciso… per questo dovevo richiamare indietro il drago e finire io, con le mie mani, quello che avevo iniziato… ma non ci riuscivo, i miei poteri si stavano indebolendo ed il dolore delle ustioni mi distraeva.

Il mostro stava per venire verso di me e per farmi fare la fine di Damian, quando percepii il tocco di Morgana… la sua mano sulle mie ferite, il suo potere che mi curava, che mi restituiva un minimo di forza.

Quello che mi servì per ritirare il drago che scomparve, lasciando Damian svenuto sul pavimento, proprio accanto a Joe.

Presi la spada e feci quello che ci si aspettava da me.

Non avrei avuto pietà.

Trafissi il suo cuore… lo estirpai dal petto, mentre i suoi occhi sbarrati continuavano a fissarmi ed una volta che lo ebbi in mano lo bruciai, mettendo fine alla sua vita.

Mio nonno era morto.

La mia famiglia, o quello che ne restava, era al sicuro ora.

Mi accasciai accanto a Joe, mi accoccolai accanto al suo torace ferito… percepivo il suo debole respiro, c’era anche se lieve… avrebbe resistito... sarebbe sopravvissuto…

Ero così stanca… sentivo il bisogno di chiudere gli occhi, sentivo il bisogno di dormire, solo per un momento… alle conseguenze di quella giornata avrei pensato dopo… al mio risveglio… perché ci sarebbe stato, adesso ne ero fermamente convinta… finalmente potevo guardare al futuro e niente e nessuno ora mi avrebbe fatto più paura…

Parte 32

Non avevo mai voluto essere re, non l’avevo desiderato neanche per un secondo… sapevo non ne sarei mai stato all’altezza.

Perché non sarei mai stato come i miei predecessori… fra mio nonno e mio padre, sinceramente, con chi potevo voler competere? Non c’era appello per me rispetto a loro, al mondo che avevano creato, io sarei semplicemente stato quel re mediocre che si godeva il frutto delle loro fatiche, del loro sacrificio.

Ma non potevo esimermi… così come non si era potuta tirare indietro mia sorella quando l’avevo proclamata generale… in effetti era stato ignobile da parte mia… una piccola vendetta che avevo voluto ardentemente dal giorno in cui lei aveva iniziato a prendermi in giro sulle mie responsabilità di primogenito.

Un regno da ereditare, un popolo da governare, della gente da cui farsi amare…

Come potevo fare questo?, ero sempre stato un tipo solitario, io socializzavo solo con Evelyn e con i miei cugini, come potevo improvvisamente interagire con tante altre persone? Per questo lei aveva osato prendersi gioco di me, per questo io l’avevo punita, trascinandola nel mio inferno personale.

E non si sarebbe mai potuta rifiutare… perché era orgogliosa, perché metà del mio popolo non l’aveva ritenuta all’altezza solo perché donna… per questo motivo lei aveva accettato, per quel carattere che, con il senno di poi, non posso fare altro che ringraziare.

Se non fosse stato per la nostra faida personale non avrei avuto il miglior generale che si potesse desiderare, non avrei avuto truppe tanto preparate, non avrei potuto proteggere il regno dopo l’attacco dei ribelli… i superstiti dell'Inquisizione, degli uomini che i miei genitori avevano sconfitto e che avevano aspettato nell’ombra, tramando fino a che non gli si fosse presentato il momento giusto.

E secondo loro sarebbe stato il cambio della guardia…

Perché, sempre secondo loro, il figlio di Joe era debole e non sarebbe stato all’altezza del ruolo che il padre gli aveva imposto.

Ebbene, i figli di Joe li avevano sterminati… mettendo a tacere, in quel modo, tutte le malelingue che ritenevano Evelyn un pessimo generale ed il mio inconscio… perché non ero più inferiore, ora ero degno della fama dei miei predecessori e potevo essere un buon re.

Un po’ asociale, un po’ impacciato con l’altro sesso, a causa di una sorella pazza che mi terrorizzava, ma un buon re… questo mi garantiva un’ottima fama e mi aveva permesso di diventare un uomo.

Per essere sinceri, un uomo che non balbettava più se una donna gli rivolgeva la parola, per somma felicità di mia madre.

La mia splendida, incredibile madre… quella che, per la cronaca, ultimamente sorprendeva papà in ogni angolo in cui lui si nascondeva e lo assaliva, obbligandolo a procreare… mia madre si era messa in testa di volere un altro figlio… per questo sfiniva papà con il sesso.

Ma non credo che in fondo a papà dispiacesse tanto… era vero che non dormiva da giorni, ma fare l'amore con quella bellissima donna che era mia madre non doveva essere così spregevole… papà faceva semplicemente la vittima, più per principio che per reale insoddisfazione riguardo la sua condizione.

C’era un’unica nota negativa in tutta quella faccenda, lui ora era nascosto dietro il mio trono…

“Lo sapete che vi troverà, è inutile che vi nascondiate!” gli dissi e lui, ferito, replicò: “Ricambierò il favore il giorno che ti deciderai a conoscere l’altro sesso!”

Come lo odiavo quando faceva in quel modo, non capiva che volevo farlo solo con una donna, quella donna… l’amore della mia vita, che però non avevo ancora trovato…

“Hai decine di ammiratrici, tutte ti sbavano dietro e tu le ignori… ti costa tanto soddisfare i tuoi istinti primordiali?” chiese, il suo tono era un misto fra l’esasperato ed il furioso…

“Magari non ne ho!” ammisi, dubbioso… ne avevo?

“Ne hai, sei suo figlio!” commentò lui ed io mi voltai, inclinai il capo verso di lui e domandai, sconvolto: “Non vostro?”

“I suoi istinti sono più primordiali dei miei…” ammise con un senso di orrore nella voce… la mamma lo mandava nel panico…

“Quello che avete appena detto padre è potenzialmente suicida per la vostra virilità…” gli dissi, ritornando alla mia posizione iniziale… semi-sdraiato sul trono a fissare il vuoto di fronte a me… la pace era noiosa…

“Tu non la conosci come la conosco io! Tu conosci la mamma amorevole e adorabile, io ho conosciuto la guerriera, la strega, la folle!” mi disse gesticolando…

“State parlando della mamma?” chiese Evelyn apparendo e notando come papà era accucciato dietro al mio trono…

“Padre, perché siete là dietro?” gli chiese…

“Sfugge alla mamma…” risposi io per lui…

“Ah…” commentò lei, con l’aria di chi la sa lunga “…fratellone, ho un problema…”

La osservai e sbuffai, avevo capito cosa voleva chiedermi e l’anticipai…

“Il sesso non è un argomento in cui io possa consigliarti…”

“Lo so…” replicò lei, poi aggiunse qualcosa che fece impallidire papà di colpo “…in quello io sono l’esperta, mi serve un aiuto nell’altro ambito, la diplomazia, io non ne ho, soprattutto non sono in grado di aspettare, devo avere tutto e subito… e voglio Alex… lo amo, ma la sua famiglia non mi vede di buon occhio per via di quello che sono, hai capito no? Non so come risolvere diplomaticamente la cosa senza sterminargli la famiglia ecco!”

“Lui ricambia?” chiesi sconvolto… Alex Duncan, il granduca Alex Duncan, mio consigliere e mio fidato amico se la intendeva con mia sorella da un po’... avevo dato la benedizione ai due già tempo prima, ma avevo anche chiesto ad Alex di andarci cauto, perché gli volevo bene e sapevo quanto mia sorella potesse essere distruttiva… quindi, in tutta quella faccenda, quello che andava protetto era lui, non lei.

In tutto ciò papà aveva ripreso colore, boccheggiava, sembrava voler dire qualcosa ma non ci riusciva, forse avrei dovuto stordirlo e fargli un favore, in quel modo non avrebbe ascoltato il seguito…

“Mi ama, vogliamo sposarci, cioè me lo ha chiesto… ma la famiglia non approva… a loro non importa che io faccia parte della famiglia reale, secondo loro sono un essere abominevole, senza il diritto di esistere a causa dei miei poteri…”

Sapevo anche questo, lo avevo sempre saputo… i genitori di Alex non vedevano di buon occhio neanche la nostra amicizia, ma io ero il re, dovevano tollerare le mie visite, comportarsi in modo adeguato in mia presenza… ma mi detestavano, sapevano cosa eravamo e loro, anche dopo la guerra, ci ritenevano il male, ci ritenevano immeritevoli di avere una vita alla luce del sole…

“Lui non ha bisogno del loro consenso per sposarti!” le feci notare, anche se conoscevo l’affetto che lo legava alla sua famiglia… lui amava i suoi genitori, non li avrebbe mai delusi e forse era questo il problema…

“Ma vorrebbe la sua famiglia al suo matrimonio… sostiene che non siano cattive persone, crede che siano solo spaventati e se così fosse li ucciderei per niente!” era quello il suo dubbio? Commettere un omicidio inutile? Mia sorella aveva evidentemente conosciuto l’ospitalità di casa Duncan.

Sospirai… Evelyn aveva sempre avuto una strana concezione della vita… forse perché sapeva sempre quello che l’aspettava, forse perché vedeva, ma per questo comunque si esprimeva in modo strano… la gente la riteneva strana e se non fosse stato per la sua ammaliante bellezza, molti uomini le sarebbero stati alla larga.

Quello se non altro avrebbe reso felice papà, perché Evelyn dal punto di vista sessuale era esattamente il mio opposto… era una veterana… non che fosse facile, ma capitava spesso che, superati i pregiudizi iniziali, gli uomini si innamorassero di lei… una volta che la si capiva, che la si conosceva, lei era perfetta.

Sapeva mascherare bene il suo vero io, forse a causa del suo costante essere prima una guerriera, poi una donna, ma quando si conosceva la donna, passionale, caparbia, intelligente, dolce e sì, a volte anche gentile, il suo modo di fare diventata spiritoso, perché Evelyn era sempre e solo ironica, gli piacevano le parole, le sapeva usare ed a volte ne inseriva troppe, che potevano confondere, e sistematicamente di Evelyn non se ne poteva più fare a meno.

E poi Evelyn era bellissima… lunghi e setosi capelli biondi, gli occhi d'ossidiana di papà, il corpo e le movenze di una sensuale ammaliatrice.

In sintesi Evelyn era un sole e i pianeti maschi si beavano della sua presenza, ruotavano intorno a lei all’infinito, senza mai stancarsi.

Per questo compativo Alex, se la sposava avrebbe sempre dovuto competere con qualche altro uomo…

“Parlerò io con i Duncan…” disse all’improvviso mio padre, stupendomi della sua ritrovata capacità verbale… tipico di Joe, si shockava sempre quando la sua bambina parlava delle sue avventure sessuali, ma era sempre pronto a sostenerla, aiutarla… si sarebbe buttato tra le fiamme solo per un capriccio di Evelyn, per me al massimo avrebbe provato a spegnerle… e poi sosteneva che ci trattava in maniera eguale… cazzate! Lui adorava Evelyn sopra ogni cosa, un po’ come adorava la mamma, e poi venivo io.

Ma non mi importava, mi voleva bene questo bastava perché, per compensare, la mamma preferiva me.

Come se si fosse sentita chiamata in causa, lei apparve, splendente come sempre…

Perfetta, senza un minimo accenno della sua ormai avanzata età… e detto fra noi, usava qualche rimedio estrapolato dal libro di Flare, perché non poteva essere altrimenti… aveva circa quarant’anni eppure sembrava una ventenne… non potevano essere solo degli ottimi geni, anche se a nonna Morgana si dava una certa età solo per i capelli grigi, non certo per il volto che risultava sempre e comunque perfetto.

Ma i capelli della mamma erano ancora biondi, splendenti e ribelli, come erano sempre stati…

“Tesoro, ti cercavo!” disse, rivolta a papà.

Lui indietreggiò di un passo, provò a parlare, ma venne interrotto da Evelyn: “Madre, ma voi siete incinta!”

“Oh… lo hai visto… piccola mia, mi hai rovinato la sorpresa, stavo per dirlo a papà!”
lei si scusò e papà sospirò… sembrava un sospiro di sollievo… poi improvvisamente sbiancò ed io scoppiai a ridere… si era ricordato la precedente gravidanza, si era ricordato che mentre aspettava Evelyn la mamma aveva strani desideri, sempre inerenti alla sfera sessuale…

“Joe, riprenditi!...” gli disse lei, poi aggiunse rivolta a me ed Evelyn “…alla festa del solstizio d’inverno esigo che voi due vi presentiate con un cavaliere ufficiale!”

Ecco, ero spacciato…

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Chris, mio cugino, era dotato dello stesso irritante humour del padre - zio Jet - e come lui non capiva mai fino a che punto poteva osare… prendermi in giro riguardo alla mancanza di una compagnia femminile la notte prima del solstizio era spingersi oltre il richiesto…

“Piantala Chris, dobbiamo aiutarlo, non umiliarlo!” lo rimproverò Violet, nostra cugina, figlia di Albert e Hilda, e Sarah, sorella gemella di Chris, gli dette uno schiaffo…

“Io so come aiutarlo!” disse Chris, riprendendosi dalla botta presa.

Lo osservammo…

“Lo portiamo a prostitute!” disse ed io sbiancai perché le altre lo assecondarono.

La mia umiliazione però non ebbe raggiunto il culmine fino a che, alla missione, non si unirono anche Lyn ed Alex.

E mia sorella era stata così amorevolmente stronza in quell’occasione… non faceva che prendermi in giro riguardo alla mia assente esperienza in ambito sessuale… ed io sapevo solo che le prostitute non erano una buona idea… non lo sarebbero mai state, io volevo innamorarmi.

Ed ero il re! Il re non doveva essere umiliato in quel modo… cosa che specificai ai miei familiari, poi mi voltai verso Alex: “Sei sicuro di voler sposare quella serpe di mia sorella?” 

Lui annuì e compresi che era veramente stupido, mi ero scelto un amico idiota.

Urlai, sbottai e li lasciai lì, di fronte ad una casa di malaffare, a godersi la loro esilarante serata.

Io avevo chiuso e avrei finito di esistere, perché mi sarei presentato al solstizio senza accompagnatrice e sarei stato eliminato dalla mamma per quello.

Pensavo a questo quando un grido destò i miei sensi… mi diressi in quella direzione e dovetti salvare una ragazza da due balordi che stavano cercando di approfittare di lei.

Ci misi veramente poco a disfarmi dei due, bastò manifestare la mia presenza e poi un paio di palle di fuoco per carbonizzarli… lo so, avrei dovuto catturarli, processarli, ma erano degli stupratori e per quello la legge prevedeva la morte… ed io ero la legge, avevo solo accorciato i tempi.

Mi avvicinai a lei… era spaventata e forse io l’avevo spaventata di più.

Era rannicchiata su se stessa, io m’inginocchiai di fronte a lei e le offrii la mia casacca.

La prese dubbiosa, permettendomi così di vederla in volto... il suo viso era così perfetto, così delicato… ed i suoi grandi occhi color miele erano come la ciliegina sulla torta… era bellissima… lunghi capelli rossi, pelle diafana ed un corpo mozzafiato… capivo cosa aveva attratto i defunti violentatori…

“Come state?” le chiesi.

Non rispose, ma mi scrutò a lungo e tutto quello che sentii dire dalla sua soave voce fu: “Vostra maestà!”

Mi aveva riconosciuto.

Ma non era convinta di essere al sicuro, aveva paura di essere punita.

Le sorrisi cercando di rassicurarla, ma non funzionò, perché lei iniziò a scusarsi, a dare mille spiegazioni sul perché si trovasse lì… ed era un fiume tale di parole che non riuscivo a capirne neanche una.

La osservai e poi esplosi in una risata divertita, sincera e lei mi osservò offesa.

Quando mi ripresi le offrii la mia mano e le dissi: “Non importa, basta solo che voi stiate bene… vi accompagno a casa… di dove siete?”

“Nuova York…” e ricordai, Nuova York era stata teatro della nostra battaglia, quella contro i ribelli, contro i superstiti dell'Inquisizione… avevano voluto provare a distruggerla… io ed Evelyn l’avevamo protetta, ma avevamo perso molte vite umane…

“Perché ve ne siete andata da Nuova York?” le chiesi…

“Non avevo più nessuno... i miei familiari sono morti… avevo un’amica qui a Washington…” rispose, chinando il capo… mi detti dell’idiota.

Le vite umane che pesavano sulla mia coscienza in parte erano state la sua famiglia…

“Mi dispiace…”

 Lei mi fissò sconvolta…

“Perché vi scusate?”

“Se fossi stato più attento, più capace come re, probabilmente avrei potuto evitare la strage, avrei potuto proteggere la vostra famiglia…”

Non avevamo fatto in tempo, avevo voluto aspettare, volevo prima capire se la minaccia era reale, poi eventualmente agire.

E loro avevano avuto il tempo di attaccare la città, l’avevano devastata per tre notti prima che il nostro esercito arrivasse… e molte persone c’erano andate di mezzo, tutto per colpa di una mia decisione sbagliata…

“Non è colpa vostra…” mi ridestò con la sua voce…

“Lo è… è mio dovere proteggere il mio popolo… ed allora non sapevo fare il re, non sapevo essere uomo, ero solo un ragazzino che commetteva un sacco di errori…”

“Non è colpa vostra…” ripeté, poi aggiunse “…io vi sono debitrice… mi avete salvata!”

Le sorrisi e fino al palazzo non proferimmo parola, camminammo semplicemente l’uno accanto all’altra… e quello starsi vicini a me piaceva da morire… mi rilassava, mi metteva a mio agio… che fossi attratto da lei?...

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Ero attratto da lei, era così evidente, così scontato, banale, avevo passato tutto il giorno successivo a scodinzolarle dietro come un cagnolino, mi ero lasciato ammaliare da lei, dalle sue risate, dalla sua timidezza ed ingenuità… forse perché era così diversa da tutta la mia esuberante famiglia… era una boccata d’aria fresca per me.

Sophie per me era il sole… ed io ero stordito.

Innamorato a prima vista, come mi aveva fatto gentilmente notare Evelyn…
mi venne il dubbio…

“Cosa hai visto?” le chiesi…

“Tu invitala al solstizio! Io porterò Alex e la mamma sarà felice!” deviò la mia domanda…

“Cosa hai visto Evelyn?” lei doveva sapere…

“Troppo comodo Adam! Avanti fratellone, buttati, divertiti, goditi questa cosa, goditi l’ebbrezza dell’amore per una volta!” esclamò con enfasi… non voleva dirmi quello che aveva visto…

“Evelyn, cosa hai visto!”

 Lei sbuffò…

“Ok, osso duro! Volete sapere cosa ho visto vostra maestà? Bene, ve lo dirò! Ho visto il sole!” disse prima di sparire e cavolo, cavolo se la odiavo, la detestavo quando faceva così.

Optai per seguire comunque il suo consiglio… invitai Sophie alla festa per il solstizio…

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Non capivo perché avessi ascoltato Evelyn… ok, la mamma era stata felice di vedermi insieme a quell’autentica bellezza che si teneva aggrappata al mio braccio, perché Sophie era magnifica con quel poco casto vestito dorato che indossava, nonna Morgana aveva perfino commentato che la sua bellezza oscurava quella della nostra famiglia… e nonna Morgana era fiera dei geni ereditati dai suoi nipoti… poi si era concentrata su Alex… il mio sospetto era che lei volesse maledirlo… non si fidava degli uomini che giravano intorno alle donne della nostra famiglia… tollerava solo papà e con Evelyn ne aveva avuti di pretendenti da maledire.

Ma era una cosa che avevo volutamente deciso di ignorare… Evelyn sapeva difendersi e poteva prevedere quello che la nonna avrebbe fatto ad Alex, che si arrangiassero.

Ma io, perché avevo ascoltato mia sorella? Che mi era venuto in mente? Non potevo davvero essermi trascinato in quel casino… e per casino intendevo Sophie avvinghiata a me… l’avevo baciata… l’avevo baciata perché ero stufo degli sguardi lussuriosi che le lanciavano tutti gli uomini non impegnati del regno ed erano meno evidenti quelli degli uomini sistemati, ma c’erano comunque… quello mi aveva fatto innervosire… e nel mio stato di uomo nervoso ed eccitato, perché ero totalmente attratto da lei, l’avevo trascinata lontano da tutti, nella foresta, l’avevo bloccata ad un albero e l’avevo baciata.

E lei, beh, lei non si era tirata indietro, si era lasciata baciare, aveva allacciato le sue braccia intorno al mio collo e si era spinta contro di me… ora il suo magnifico corpo era premuto contro il mio ed io ero evidentemente felice di questo…

“Sei il mio principe azzurro?” mi chiese fra un bacio e l’altro… io la osservai e mi staccai da lei… non so perché, ma avevo la sensazione che lei non potesse essere mia…

“Che ti succede?” mi abbracciò dicendo quelle parole… io mi ero voltato e lei mi aveva abbracciato da dietro.

Sospirai…

“Sono un principe nero… in me c’è tanto di oscuro…”

“Lo so… il re stregone… conosco la fama della tua famiglia…” mi sussurrò…

“E non hai paura?” le chiesi voltandomi, sciogliendo l’abbraccio per poterla guardare negli occhi.

Ed i suoi occhi si illuminarono mentre disse: “No, non ho paura!”

Che Evelyn avesse ragione? Che per me fosse arrivato il momento del giorno eterno perché i suoi occhi erano il mio sole?

Ignorai la cosa, non volevo conoscere il futuro, volevo vivere il presente… ed in fondo, una sorella veggente ti porta a desiderare ardentemente di vivere il presente… per questo la baciai di nuovo e le concessi la mia ospitalità a tempo indeterminato… dato che non sapeva dove andare, poteva restare a corte e vivere con noi, finché lo avesse desiderato…

“E cosa vorrai in cambio?” mi sussurrò lasciva…

“Niente! Non ho mai avuto quel genere di contatto con una donna…”

Lei mi scrutò a lungo e mi sorrise, radiosa…

“Neanch’io ho mai avuto quel genere di contatto con un uomo…”

Per me a quel punto fu gioia alla stato puro…

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Tre mesi che dividevo le mie giornate fra impegni reali e passatempi… ed il mio unico passatempo era lei… lei che tutti adoravano, come io l’adoravo… la mamma stravedeva per Sophie e l’aveva coinvolta nel suo nuovo gioco, rendiamo folle Joe con i desideri più strani!... obbligava Sophie ad accompagnare papà alla ricerca dei cibi più esotici, solo per farsi raccontare poi quanto lui si disperasse in quelle ricerche.

Ed a papà non dispiaceva andare in giro con Sophie... l’adorava… le piaceva parlare con lei, avevano anche lo stesso humour e lui la riteneva perfino un calmante… amava l’armonia che Sophie emanava… aveva anche osato asserire: “Spero vivamente che tu non te la faccia scappare! Ed intendo sposala, così mi renderai un padre più che fiero ed emotivamente stabile!”

L’aveva detto di fronte a Sophie e lei era arrossita… l’unica che non la vedeva molto di buon occhio era Evelyn… e non capivo, perché secondo la visione di Evelyn io e lei saremmo stati felici insieme, almeno era quello che mi aveva detto… forse avrei dovuto chiedere anche ad Anne, ma lei era lontana, con gli zii, a San Gabriel.

Dopo la guerra i vincitori si erano spartiti le città… papà aveva avuto il bisogno di nominare nuovi consiglieri per sostituire quelli vecchi che avevano decimato la mamma e zio Jet, ed aveva assegnato ad ognuno di loro una città da amministrare, da rendere florida… anche se tutti rispondevano a Washington ed al re, a San Gabriel c’erano zia Isabel e zio Stefan, a New Orleans Jet e Natalie, a Dallas erano stati insediati Hilda e Albert e a Nuova York nonna Morgana insieme a zio Lucas… ci eravamo separati per il bene del regno e ci riunivamo solo per le festività.

Comunque non potevo chiedere ad Anne, non volevo sapere il futuro.

Non volevo compromettere la mia relazione con Sophie… e forse l’avrei anche portata su un piano superiore… la desideravo, volevo fare l’amore con lei.

Per questo organizzai una perfetta serata romantica solo per noi due… avevo stabilito ogni cosa, predisposto ogni candela, studiato ogni caduta dei petali di rosa, per far sì che fossero nel posto giusto, che fornissero la cornice giusta, per una perfetta notte.

L’avevo portata a cena, all’opera e di fronte alla sua stanza l’avevo baciata in modo passionale prima che aprisse la porta… l’avevo intrappolata contro di essa ed avevo sfiorato ogni centimetro del suo corpo con le mie mani…

“Che intenzioni hai?” mi sussurrò, non appena le sue labbra furono libere dalle mie…

“Nessuna, se tu non vuoi…” le dissi…

“E se io volessi?” mi chiese, avvicinandosi a me… aprii la porta della stanza e la trascinai dentro… lei osservò il tutto e disse: “L’hai fatto tu?”

“Sì, Chris mi ha aiutato…” ammisi, a volte mio cugino si rivelava utile.

Solo a volte, per il resto era un maledetto rompiballe… ma era comunque parte della famiglia ed io amavo la mia famiglia…

“Hai davvero quell’intenzione? Sei sicuro?” mi accarezzava delicatamente le braccia mentre parlava…

“Dovrei chiederlo io a te!” le dissi…

“Ma io sono sicura!” mi sorrise, prima di baciarmi di nuovo… e con quello finì il tempo delle parole.

La presi in braccio e la depositai sul letto, sotto di me, le tolsi il candido, leggero abito che indossava e baciai ogni centimetro della sua pelle, ogni parte di lei… perché volevo conoscerla, imprimere ogni cosa di lei nella mia mente… volevo amarla e volevo che lei si sentisse amata… per questo non distolsi mai lo sguardo dal suo, in ogni momento, godendo di ogni suo singolo sospiro, beandomi dei suoi gemiti, percependo il suo cuore battere all’unisono con il mio… chiusi gli occhi solo quando il piacere ci travolse entrambi, contemporaneamente.

Fu quando la sensazione di beatitudine dell’estasi svanì che sentii una lama ledere il mio collo…
”Cosa…” le dissi, vedendo che era lei che stava brandendo un pugnale…

“Taci!”

Ero ancora dentro di lei, lei piangeva e stava cercando di uccidermi! Ma che cazzo stava succedendo?

“Non ci riesco, maledizione!” ammise, poi le sue lacrime divennero più copiose… e continuò il suo monologo fra i singhiozzi: “Mi ero detta che sarebbe stato facile, che la loro salvezza veniva prima di tutto, ma tu, maledetto, tu mi hai fatta innamorare! Non ci riesco!”

Approfittai di quello per disarmarla ed invertire le posizioni… ora il pugnale era sulla sua gola…

“Spiegami!” le intimai trattenendo la rabbia… perché ero furioso ed in quello stato emotivo rischiavo di incenerirla… se lo sarebbe meritato, anche se una parte di me l’amava…

“Hanno i miei genitori, li tengono prigionieri, mi dispiace!”

“Chi?”

“I ribelli! Mi hanno costretto a sedurti per poi ucciderti… ma non posso farlo, io non ci riesco e loro ora moriranno, mia madre e mio padre verranno uccisi perché io non ho portato a termine la mia missione!” scoppiò a piangere… io allontanai il pugnale, mi alzai e mi rivestii… poi mi sedetti sul letto accanto a lei, la mia trappola… l’inganno che si era innamorata della sua vittima…

“Voglio i nomi!” sibilai freddo, gelido, distaccato… incapace di credere a quello che era successo.

Lei mi aveva tradito.

Mi aveva tradito nel peggiore dei modi…

“Non posso!”

“Perché? È l’unico modo che hai per salvarli… dimmi i nomi ed io porterò in salvo i tuoi familiari!” le dissi…

Si alzò, coprendosi con il lenzuolo, poi mi guardò in faccia, sembrava stupita, sorpresa…

“Perché vuoi salvarli?”

“Sono innocenti, non è colpa loro… neanche aver allevato una stronza bugiarda e puttana è da imputare a loro!” dissi, urlando le ultime parole…

“Adam, mi dispiace…” sussurrò ed io mi avvicinai a lei, furioso, la presi per i capelli e la obbligai a guardarmi in faccia…

“Non mi interessano le tue scuse! Voglio solo i nomi!”

“Alex non ne sa niente, lui ne è all’oscuro… “disse ed io rimasi interdetto… Alex? Poi lei sospirò: “I Duncan ti vogliono morto! Hanno un piano, ucciso te, Lyn erediterà il trono e sarà la sposa del loro figlio... Elimineranno anche lei una volta che Alex sarà divenuto re…”

“E lui non sa nulla?” chiesi, incapace di crederci… incapace di credere nell’innocenza del mio migliore amico… lui avrebbe fatto di tutto per la sua famiglia… doveva necessariamente essere coinvolto…

“No, lui ama Evelyn! La ama davvero!” disse Sophie… la osservai ardente di rabbia.

L’amore? No, l’amore non esisteva…

“Come tu ami me?” lei non rispose ed io me ne andai, barricandola in quella stanza.

Sulla porta trovai Evelyn ad aspettarmi…

“Lo sapevi!” affermai, non era una domanda, lo avevo capito che lei sapeva… lei non si fidava di Sophie, lei aveva sempre saputo…

“Lo avevo visto! Quello che hai intenzione di fare è stupido!”

E la mia rabbia piombò su di lei… l’allontanai, spintonandola e superandola, poi dissi: “Se l’hai visto Evelyn, sai che lo farò comunque!”

“Vengo con te!” affermò e mi seguì fino a casa dei Duncan.

Alex ed i suoi genitori ci accolsero in salotto e la prima cosa che feci, entrando, fu spaccargli la faccia con un pugno… poi Evelyn si mise in mezzo e mi impedì di carbonizzarlo…

“Ma che ti salta in mente?” gridò il mio amico furioso…

“Sophie! Bel piano davvero… lo sai che per il tradimento è prevista la morte, amico mio?” urlai, usando le parole «amico mio» in modo dispregiativo… ero carico di odio, rancore.

Sophie… Sophie mi aveva tradito…

“Non ti comprendo!” ammise ed io replicai: “Comprenderai da morto!” ero pronto ad assalirlo di nuovo, ma Evelyn mi dette un pugno…

“Lui ne è all’oscuro, non ha mai saputo dei loro piani…” mi spiegò tranquillamente, mettendosi fra me e lui.

Mia sorella non era dalla mia parte, era la prima volta.

Decisamente quella non era la mia giornata, era il momento del tradimento totale?

Amore, amicizia e famiglia.

Chi mi avrebbe abbandonato, chi mi avrebbe di nuovo deluso?

“Come fai a saperlo?” chiesi, in realtà sapevo che lei vedeva, ma la mia domanda aveva tutto un altro significato, volevo sapere se lei era sicura, se credeva in quello che aveva visto, perché io non credevo più in niente…

“Ho visto che lei si sarebbe fermata, lei ti ama, lei sarà il tuo sole!”

“La odio!”

“Adesso, perché sei arrabbiato!”

Era vero? Ero solo arrabbiato o la odiavo?

Una parte di me, in fondo, riusciva solo ad amarla, anche ora, nonostante tutto…

“Che succede?” chiese Alex, incapace di capire la nostra schermaglia verbale ed Evelyn gli spiegò, poi lui si voltò verso i suoi genitori…

“È vero?” domandò loro...

“Sono un abominio, devono essere estirpati!” commentò Claire Duncan… e fu sufficiente come risposta…

“Sono l’amore della mia vita ed un fratello, come avete osato alzare le mani contro di loro?” urlò, all’improvviso adirato.

Amava Evelyn e mi riteneva un fratello… lui non ci avrebbe mai traditi, perché per primo si sentiva una merda per quello che la sua famiglia aveva fatto… glielo leggevo dentro.

Alex era un uomo onesto ed era perfetto per mia sorella… fui contento per loro, il loro amore era salvo…

“Saresti stato re… è stato solo per un bene superiore che abbiamo accettato il tuo matrimonio con questa sgualdrina!” disse il padre di Alex e lui lo colpì…

“Ripeto… è l’amore della mia vita e voi siete degli stupidi, non riuscite a capire che loro sono esattamente come noi, sono essere umani anche loro e sono certamente migliori di voi!” si voltò verso di me dopo quelle parole: “Amico, mi dispiace, capisco la tua rabbia e rimetto la mia vita e la loro nelle tue mani…”

Ero sconvolto.

Guardai Evelyn e compresi… io ero migliore, io ero luce… in me non c’era oscurità… non avrei mai permesso che altri mi cambiassero, che l’ira da loro scatenata mi rendesse crudele…

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Andai da Sophie e la liberai dalla sua prigionia… entrai nella stanza e la trovai ancora nuda, avvolta nelle lenzuola e seduta sulla finestra… osservava il cielo ed i suoi occhi erano rossi per il pianto… sembrava esausta, eppure era bellissima…

“Mi dispiace…” disse senza neanche voltarsi.

Mi avvicinai e le sfiorai i capelli… l’amavo… l’amavo davvero tanto…

“I tuoi genitori sono salvi, un po’ debilitati, ma stanno bene… se ne sta occupando mia madre e dice che hanno bisogno di almeno un paio di settimane di convalescenza e riposo assoluto…”

Si voltò stupita dopo le mie parole…

“Grazie…”

 Chinò il capo e tormentò fra le mani un lembo del lenzuolo: “Verrò processata?”

 “I Duncan verranno processati, ma per il bene che mi unisce ad Alex non verranno condannati a morte, credo che la prigione a vita sia quello che meritino… vivere sapendo che lui ed Evelyn saranno felici, insieme, per loro è la punizione migliore!”

Ed era vero, per loro sarebbe stato peggiore della morte… e non avrei ferito Alex in quel modo, perché sapevo che se li condannavo a morte, lui non si sarebbe mai potuto perdonare per quello… si sarebbe dato la colpa e l’avrebbe data all’amore che provava per Evelyn… non volevo distruggere il loro amore…

“E la mia di punizione?”

Sospirai… ero furioso, arrabbiato, ma la desideravo, l’amavo…

“Ti è proibito abbandonare il palazzo… se proverai a fuggire, le mie guardie ti uccideranno…” le dissi e me ne andai, avevo bisogno di sfogarmi, bramavo solo distruzione…

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I genitori di Sophie erano delle bravissime persone… la luminosità che mi aveva abbagliato in lei, l’avevo ritrovata in loro… e capivo perché lei avesse voluto salvarli, in effetti per Françoise e Joe, lo avrei fatto anche io, se non avessi avuto scelta… e Julie e Thomas erano quei genitori per cui valeva la pena sacrificarsi…

“Perché mia figlia ti evita?” chiese Julie..

“Ero il suo bersaglio…”

“Io ritengo che tu sia stato di più e che lo sia ancora… lei è triste, non è mai stata triste…” mi disse…

“Ci siamo amati…” le rivelai… con Julie era così facile parlare…

“Ed ora ti senti tradito…” chiese Thomas… non risposi, lo fece mia madre per me, apparendo nella stanza e spaventando i miei ospiti…

“Sei un idiota al pari di tuo padre!” esordì dandomi una sberla… la guardai accigliato… così, lei spiegò: “Una volta pensava che fossi una spia di Flare, che la mia missione fosse ucciderlo… mi ha processata e condannata a morte, mi ha messa al rogo e se io e te, piccolo mio, siamo ancora vivi, dobbiamo ringraziare solo i miei poteri!”

“Vi ha condannata a morte sapendo che eravate incinta?” chiesi sconvolto… lo sapevo che papà non era molto sveglio, c’erano dei frangenti in cui non riuscivo a capire come lui avesse potuto essere un buon re…

“Non lo sapeva, ma mi ha condannata!” mi spiegò…

“E voi lo avete perdonato?”

“Lo amo…” ammise ed aggiunse “…purtroppo quando si ama ci si comporta da stupidi!”

“Ed io sono un idiota…” lei aveva detto che ero un idiota, quindi pensava che lo fossi… per l’esattezza che fossi un idiota al pari di papà…

“Sophie ti ama, tu la ami e tua sorella vi vede insieme in un futuro prossimo, quindi vai da lei, riprenditela e smettila di non goderti quel futuro!”

“Ma…” provai a ribattere, mai il suo sguardo mi fece tacere…

“Vai o ti ci spedisco con un turbine d’aria!” aggiunse poi.

Obbedii, agghiacciato all’idea che potesse farlo sul serio e mentre me ne andavo la sentii esclamare: “Questi figli, sono sempre così complicati emotivamente e non sanno crearsi le occasioni per essere felici!”

Mia madre… una donna, centinaia di perché… era fatta così, non ci si poteva aspettare che non si intromettesse, che non mi costringesse a fare quello che lei riteneva giusto, ma se finora non si era mai sbagliata, perché non eseguire i suoi ordini anche ora? In fondo, mi mancava Sophie.

La cercai per tutto il palazzo, ma sembrava scomparsa, a quel punto interpellai Evelyn e le chiesi di vedere dove lei fosse…

“Mercato…” disse, scomparendo poi perché era in ritardo con i preparativi del matrimonio, che non avrebbero previsto la presenza dei genitori dello sposo e che già avevano scatenato un mormorio generale fra il mio popolo, dato che il re si stava per imparentare con la famiglia che aveva complottato la sua morte… ma sinceramente me ne fregavo, non avrei mai impedito quel matrimonio, perché implicava distruggere la felicità di mia sorella e del mio migliore amico.

In piazza mi persi fra la folla del mercato, con la minima speranza di trovarla, non sapevo che dirle, ma ero convinto che mi bastasse vederla ed avrei capito, avrei trovato le parole.

Fu allora che la intravidi defilarsi, furtiva, in un vicoletto… la pedinai ed una volta raggiunta lei si voltò: “Cosa vuoi?” mi disse…

“Perché te la stavi svignando?”

Non rispose, ma mi guardò con sfida ed i suoi occhi, oltre ad emanare furia, stavano anche pericolosamente grondando lacrime.

Non le detti il tempo di parlare, perché sapevo stava per gridare… la baciai, le rubai letteralmente l’aria con le mie labbra e mordicchiai le sue, consapevole che quel semplice contatto mi rendeva rilassato, felice, completo…

“Mi dispiace…” singhiozzò “…mi dispiace tanto!”

“Tranquilla, in fondo non hai fatto niente…” le sussurrai…

“Ti ho ingannato! Adam, io non credevo, non pensavo mi sarei innamorata, volevo solo salvare la mia famiglia, non potevo vivere senza di loro!” continuò a giustificarsi, ma a me non serviva, avevo già deciso…

“Lo so! Li ho conosciuti ed io avrei fatto lo stesso per la mia…” la baciai di nuovo, poi continuai “…questa storia ha destabilizzato un po’ tutti… Alex, credo, non si riprenderà mai, anche se Lyn sostiene che lo aiuterà ad essere un uomo magnifico ed un padre perfetto… ma Lyn ha dalla sua la preveggenza e lei vede anche me e te insieme…”

“È per questo che mi stai perdonando?” mi chiese, lasciandosi coccolare dalle mie braccia…

“No, questo lei me lo aveva detto prima del fattaccio… è solo che sono arrabbiato, va bene furioso, ma ho capito che sarebbe inutile… o meglio la mamma mi ha fatto capire, in un certo senso, che senza di te per me la vita non avrebbe senso! Ti amo Sophie…”

“Ti amo anch’io, ma sono arrabbiata pure io… nelle ultime settimane hai dubitato di me, mi hai allontanata e capisco che le mie azioni ti abbiano ferito, deluso, ma non l’ho fatto! Mi sono ritirata perché non concepivo una vita senza te… e tu mi stai privando di questo e fa male, fa dannatamente male Adam stare senza di te!” mi spiegò tutto d’un fiato… la mia assenza le faceva male.

Lei mi amava, le sorrisi…

“Mi dispiace! Credo comunque che non accadrà più, non ci separeremo più…”

“Nei sei sicuro?” sussurrò insicura, dolce.

Lei era mia… mia… ripeteva il mio cervello all’infinito…

“Ti voglio al mio fianco! Ti immagino regina, ti immagino madre dei miei bambini…”

“Adam, io…”

“Sshh…” la zittii con un bacio “…amami Sophie, amami soltanto, non fare altro, non dire altro…” conclusi, baciandola di nuovo, in modo più passionale, facendola sparire con me in un turbine d’aria.

Avevo la ferma intenzione di trascinarla nella mia camera e passare il resto della mia vita amandola… non avrei mai permesso a nessuno di portarmela via.

Lei era la mia vita.

Il mio sole.

Il mio amore.

 

© 26/09/ 2012

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